Algofobia o paura del dolore: differenza e come superarla

Moltissime persone, forse anche tu, hanno paura del dolore.

La prima cosa che mi viene in mente è che per natura siamo esposti inevitabilmente al dolore.

Il nostro sistema nervoso e il modo in cui è costruito il nostro corpo, ci rendono particolarmente sensibili tanto al piacere che al dolore.

Oggi ti spiego come vincere la paura che deriva dal dolore.

 

Algofobia o paura del dolore: che differenza c’è?

algofobia

Provare dolore è quindi naturale e praticamente inevitabile. Se cerchi online, come troppo spesso accade, la paura viene sempre associata alla fobia.

Sono la stessa cosa?
Assolutamente no.

Così come è naturale il dolore, naturale può essere la pura del dolore, senza che questa rappresenti una condizione patologica.

 

Dalla paura alla fobia, stiamo esagerando?

Proprio l’altro giorno leggevo un articolo allarmante sulle malattie mentali. Dalle 5 di partenza quando nasceva il DSM (manuale diagnostico dei disturbi mentali) oggi ne conosciamo più di 500.

Tutte reali?
Probabilmente no.

Stando a quanto spiega Allen Frances, curatore di una delle edizioni del DSM, le malattie vengono incluse nel manuale in base ai voti dei professionisti coinvolti e non sulla base di criteri oggettivi.

Inoltre, continua Frances, non esiste oggi nessun test scientifico diagnostico per le malattie mentali, che quindi vengono individuate sull’arbitraria valutazione del professionista.

Se le stime di molti organi parlano di un 70% della popolazione afflitta da un disturbo, Frances rassicura che il dato reale di malattie mentali si aggira intorno al 5% e mai oltre il 10%.

Per cui su 100 persone che hanno paura del dolore, solo 5 potrebbero avere la cosiddetta algofobia (fobia del dolore appunto).

Tutti gli altri, quasi tutti, sono sani e sperimentano normali e naturali paure.

Capiamo meglio cos’è il dolore.

 

Dolore e sofferenza, che differenza c’è?

Se il dolore è legato a una sensazione di tipo fisico, quindi alla nostra struttura nervosa, la sofferenza è una dimensione di tipo psicologico.

Il dolore lo sento nel corpo, la sofferenza è una condizione emotiva che non dipende dal dolore in sé (in nessun caso) ma dal mio approccio al dolore.

Dolore e sofferenza non sono la stessa cosa, anche se spesso, nel linguaggio comune, li utilizziamo (sbagliando) come sinonimi.

Nathaniel Branden spiega che le emozioni sono reazioni valutative. La sofferenza non dipende quindi da cosa ti accade ma da come tu valuti quello che ti accade.

Se quindi il dolore è spesso inevitabile, legato cioè al naturale funzionamento del nostro copro, la sofferenza dipende sempre da noi e dai nostri pensieri.

Il modo più veloce per capirlo è il nostro test quelle emozioni. In questo momento è l’unico costruito appositamente per aiutarti a capirle mentre impari come viverle in modo sano e positivo.

 

Dolore e placebo, come la mente controlla il corpo

Sono documentati scientificamente casi di pazienti con fortissimi dolori cronici che non traevano alcun beneficio dagli antidolorifici che gli venivano somministrati se…

Non sapevano di averli ricevuti.

E al contrario altri pazienti a cui veniva somministrato un placebo, ossia una soluzione priva di qualsiasi effetto, smettevano di provare dolore, pur non avendo ricevuto alcuna cura.

Il dolore è, in effetti, l’ambito in cui il placebo si manifesta con risultati straordinari, facendoci capire quando sia la mente a controllare il nostro dolore, la nostra percezione.

C’è di più: persone che, per motivi genetici, non hanno la percezione del dolore, tendono a vivere poco e morire a causa dell’imprudenza o dell’incapacità di comprendere situazioni o comportamenti pericolosi.

Il dolore SERVE.

Che lo rifiutiamo non è naturale, ma qualcosa di appreso.

 

Dolore e piacere sono veramente la chiave?

Generalmente si ritiene che alla base della motivazione umana ci siano piacere (cerchiamo di raggiungerlo) e dolore (cerchiamo di evitarlo).

Senza dubbio il dolore serve proprio a indicare cosa dovremmo evitare e quindi allertarci di una possibile minaccia.

In realtà la psicologia comprende oggi che alla base dei processi psicologici non sono il dolore e il piacere la chiave, ma altri due elementi più importanti: felicità e sofferenza.

La mente, come dimostrano i placebo, è più potente del corpo.

La sofferenza è la vera leva, e il dolore diventa tollerabile se porta alla felicità.

 

Come superare la paura del dolore

paura del dolore

Detto che il dolore è naturale, la paura del dolore dipende sempre dalle 2 condizioni naturali per cui noi esseri umani proviamo questa emozione:

  1. Penso che ci sia una minaccia, qualcosa che mi potrà fare del male.
  2. Penso di non poterla gestire o, nel caso del dolore, di non poterla sopportare.

Ma vi sono persone che hanno dolori cronici e che vivono serenamente. Altre che al più piccolo disturbo fisico cadono nello sconforto.

Leggendo con attenzione le ricerche fatte, non si riescono a individuare ragioni genetiche o legate al sesso (differenza tra uomini e donne) riguardo al dolore.

Sembra invece che sia la condizione psicologica (felicità e soffernza) la componente più rilevante.

Tendenzialmente gli uomini manifestano una maggiore sopportazione al dolore, ed è proprio nella cultura e nell’educazione che possiamo trovarne il motivo.

 

Esposizione, abitudine e soglia del dolore

Se un malato con dolori molto forti smette di sentirli solo perché pensa, ingannandosi, che gli abbiano dato un anti dolorifico, questo la dice lunga su come la nostra mente sia capace di controllare il dolore.

Ho letto che durante la prima guerra mondiale un soldato mise il piede su una mina, perdendo la gamba che si staccò dal suo corpo.

Il soldato si alzò, prese la gamba e corse al riparo. Solo a quel punto iniziò a sentire il dolore per l’amputazione ricevuta.

Da bambino ero sensibile al dolore. Ogni taglietto mi faceva male e avevo paura del dolore. Mio padre mi diceva spesso: “un uomo sopporta il dolore e non piange!”.

Educazione.
Di fatto, adolescente, cominciai a VOLER sopportare il dolore per dimostrare di essere uomo 🙂

Risultato: senza rendermene conto alzai la mia soglia del dolore al punto che oggi non mi lamento mai per i “piccoli” dolori fisici che normalmente sperimentiamo.

Si tratta di abituarsi e focalizzarsi su altro. La mente è più forte del dolore, come dimostrano centinaia di storie legate a ricerche condotte sull’effetto placebo.

Sopportare il prurito di un morso di zanzara senza grattarsi, non prendere subito un antidolorifico per un mal di testa sono piccoli modi per abituarsi al dolore. Si tratta di allenare la mente.

Il segreto è fare tutto come se quel dolore non ci fosse.

 

Su cosa ti focalizzi determina tutto

Mi è capitato, e sarà capitato anche te probabilmente, di dimenticarmi del dolore.

A volte andavo a giocare a calcetto con un tremendo mal di testa (per non farmi giocare non bastava di certo!).

Durante la partita, attività faticosa, che aumenta la pressione sanguigna e che in teoria dovrebbe peggiorare il mal di testa… non sentivo alcun dolore.

Alla fine “mi ricordavo” del mal di testa e ZAC! tornava subito a farsi sentire.

Qualche settimana fa avevo un torcicollo molto fastidioso, ma per come mi sono abituato, con prudenza e saggezza, lavoro comunque senza “mettermi malato”.

Così mi sono accorto che mentre facevo delle attività nel mio orto, piacevoli e gradite da me, non sentivo nulla.

Poi, finito di muovermi, tornavo a pensare che avevo il torcicollo e subito sentivo di nuovo il dolore.

L’abitudine e la gradualità sono importanti. Abituati a sopportare piccoli dolori ogni volta che li senti, alza la soglia scegliendo di agire NONOTANTE il dolore.

Occhio: non fare mai cose che aggravino i tuoi dolori o la salute.

Proprio perché nulla mi fermava se si trattava di giocare a calcetto, una volta ci andai con un dolore alla coscia: mi procurai una contrattura e dovetti restare fermo per diversi mesi.

Un conto è abituarti al dolore e fare tanto anche se lo senti.

Ma non fare mai cose che lo aggravino o ti possano peggiorare la salute. Nel dubbio rivolgiti sempre al tuo medico prima di qualsiasi comportamento.

Ma c’è una cosa ancora più importante…

 

Il senso è la chiave, anche nel dolore

Marie Bernarde aveva la tubercolosi, non dormiva quasi per niente la notte, tossiva sangue, aveva un tumore osseo e provava tanto, TANTISSIMO dolore.

Ma, dicevano la sua “sorelle”, era sempre serena, allegra e di buon umore.

Victor Frankl racconta di come molti detenuti nei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale trovarono sollievo alle loro sofferenze dando un senso a quella situazione.

Alcuni facevano un patto con Dio: il loro dolore in cambio del benessere delle persone che amavano.

Il senso è la chiave.

A un mio studente, la persona con la paura del dolore più grande la mondo e la soglia di sopportazione più bassa (a suo dire), capì bene tutto questo.

Nonostante temesse tantissimo il più piccolo dolore, mi disse che, se fosse servito a guarire la mamma malata, lo avrebbe sopportato VOLENTIERI.

Ricorda che non è il dolore il problema e non è il piacere la nostra meta.

A bloccarti è la sofferenza, meglio ancora la paura di soffrire. Questo è il vero problema.

Fortunatamente, come ti spiegavo prima, la sofferenza e la felicità sono emozioni che dipendono totalmente da te.

In psicologica si chiama indipendenza emotiva.

La paura del dolore la superi facendo quindi 3 cose:

  1. Capendo che il dolore è parte naturale della vita e che noi siamo dotati della forza per poterlo sopportare, anche a grandi intensità.
  2. Capendo che il dolore è controllato dalla mente e tu puoi alzare, VOLENDO la soglia di sopportazione e convivere con il dolore in modo positivo.
  3. Capendo che il dolore non conta se superarlo ha un senso.

Marie Bernarde, per la cronaca, è la più famosa Bernadette, la veggente che vide la Madonna a Lourdes.

Per lei era un modo per amare Dio sopportare con gioia quei dolori atroci e senza sosta (e a quel tempo, metà ‘800 non aveva molti rimedi per alleviarlo).

In passato operazioni chirurgiche o altri interventi MOLTO dolorosi venivano fatti senza anestesia (non esisteva!) e la persona li superava.

La prima cosa da fare è capire che tu puoi sopportare il dolore. Qualsiasi dolore.

A quel punto avrai la forza mentale per poter gestire questa componente naturale e inevitabile della nostra vita.

Ricorda questo: il problema non è il dolore, ma averne paura.
Elimina la paura e il dolore sarà solo “dolore”.

E non dico che non sarà duro da sopportare, ma fa parte della nostra natura e arrivare ad avere la forza per conviverci serenamente è la grande sfida di ognuno di noi.



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