In questo articolo voglio mostrarti cosa sono i betabloccanti per ansia, i loro effetti collaterali e quali altri farmaci si possono usare per curare i disturbi d’ansia.
Ti spiego anche quando è bene usarli e quando invece sono controindicati.
Ma ti mostrerò anche qualcosa che in pochi ti dicono: quando questi farmaci sono del tutto inutili e dannosi.
Scoprirai come in molti casi per curarla sarà sufficiente accettare l’ansia, capire come calmarla ed eliminarla per sempre dalla tua vita.
I betabloccanti e la loro funzione
I betabloccanti (o beta bloccanti) per ansia non possono essere usati come terapia per l’ansia, ma servono per curarne i sintomi fisici quando l’ansia è di origine patologica.
Proprio per questo si tratta di farmaci soggetti a prescrizione medica.
Va detto però che non sono farmaci specifici per i disturbi d’ansia, ma sono usati in diversi altri ambiti e prevalentemente come farmaci per il cuore.
Parliamo di farmaci per tachicardia, farmaci per aritmie, farmaci antipertensivi, farmaci per bradicardia e altro.
Questi farmaci svolgono la loro azione sul sistema adrenergico.
I betabloccanti infatti hanno una funzione antagonista ai recettori adrenergici, i recettori beta esattamente (da cui il nome del farmaco), che normalmente portano alle catecolamine il segnale di regolare il funzionamento dei vari organi del nostro corpo.
Le catecolamine, giusto per fare chiarezza, sono ormoni che si trovano nella membrana di ogni cellula del corpo e hanno la funzione di collegare l’interno e l’esterno della cellula proprio attraverso questi recettori che, come dice il termine stesso, ricevono e trasmettono un segnale.
In sostanza i farmaci betabloccanti modificano il segnale in funzione dell’effetto desiderato.
Betabloccanti e ansia, come scegliere il farmaco migliore?
In caso di disturbi d’ansia non esiste un farmaco migliore di un altro, ma la scelta dipende dalla situazione e dall’azione specifica che è richiesta al farmaco.
I farmaci per l’ansia possono essere infatti suddivisi principalmente in tre categorie.
Antidepressivi
Come dice il termine stesso, sono stati creati originariamente per curare la depressione e oggi usati anche come farmaci per depressione ansiosa.
Gli antidepressivi vengono generalmente somministrati a basse dosi all’inizio di una terapia per poi aumentarne il dosaggio nel tempo.
Benzodiazepine
Più comunemente detti ansiolitici, questi farmaci hanno effetti più rapidi degli antidepressivi.
Non essendo in grado di curare l’ansia, ma solo di attenuarne i sintomi, vengono somministrati solo all’inizio della terapia in attesa che la cura vera e propria cominci a fare effetto.
Sono farmaci per cui è facile sviluppare tolleranza e quindi assuefazione.
Per questo vengono somministrati soltanto per brevi periodi (di solito poche settimane) ed evitando possibilmente soggetti propensi all’abuso di sostanze e per questo già facilmente predisposti ad assuefazione.
Beta-bloccanti
Come già detto i betabloccanti per ansia non curano l’ansia, ma controllano alcuni sintomi fisici di diversi disturbi d’ansia.
In particolare in caso di ansia sociale i farmaci utilizzati sono spesso questi.
Vengono usati quando il paziente deve affrontare situazioni sociali particolarmente stressanti (per esempio per eventi in pubblico, colloqui o discorsi importanti) o in attesa che una cura per l’ansia inizi a fare effetto.
Di qualsiasi categoria si tratta, va detto che tutti i farmaci per l’ansia richiedono un utilizzo attento e misurato sia nella somministrazione che nell’interruzione della terapia.
In tutti i casi infatti, soprattutto se parliamo di benzodiazepine e betabloccanti, una brusca interruzione può provocare sintomi da astinenza o il ritorno dell’ansia.
Quali sono i beta-bloccanti per l’ansia e cosa curano
Lo abbiamo già detto più volte, ma voglio di nuovo sottolineare un aspetto importante: i betabloccanti non curano l’ansia, ma controllano alcuni dei suoi sintomi fisici.
Per questo possono essere utili in caso di ansia e pressione alta poiché in grado di diminuire le resistenze dei vasi sanguigni periferici riducendo così la pressione del sangue sulle pareti.
Inoltre vengono usati per calmare la tachicardia e ridurre il tremore e la sudorazione.
Sintomi, tutti questi, riscontrabili spesso in caso di ansia.
Tra i farmaci betabloccanti più comuni troviamo il metoprololo e il bisoprololo (Cardicor, Congescor, Concor e Sequacor) viene spesso preferito per trattare i sintomi dell’ansia.
Inoltre, per il trattamento della sintomatologia cardiaca e ipertensiva nei disturbi di ansia viene usato il propranololo (Inderal).
Effetti collaterali dei betabloccanti
Generalmente i farmaci betabloccanti non hanno effetti collaterali importanti, ma in casi sporadici potrebbero comunque verificarsi in forme più o meno rilevanti.
Tra i più comuni effetti collaterali dei betabloccanti potrebbero presentarsi:
- vertigini
- bradicardia
- stanchezza
- visione offuscata
- mani e piedi freddi
- disturbi gastrointestinali (vomito e diarrea)
Inoltre l’assunzione di betabloccanti potrebbe comportare:
- Ipotensione
- Disturbi del sonno
- Broncocostrizione
- Scompenso cardiaco acuto
- Ipoglicemia
- Depressione
- Crampi muscolari
- Impotenza
Quando è necessario prendere un betabloccante per l’ansia
Betabloccanti e ansia non devono essere associati in modo automatico, ma questi farmaci vanno presi solo quando veramente necessario.
In particolare il loro uso può essere raccomandato in caso di disturbi d’ansia conclamati.
Quindi solo di fronte ad una specifica diagnosi medica che confermi una patologia legata all’ansia.
In particolare possono essere prescritti per:
- Disturbo ossessivo-compulsivo (OCD)
- Disturbo Post-traumatico da stress (PTSD)
- Disturbo d’ansia generalizzata (GAD)
- Disturbo di panico
- Fobia sociale
Sono invece molti i casi in cui l’utilizzo dei betabloccanti non solo è sconsigliato, ma ritenuto del tutto dannoso.
Quando non prendere betabloccanti
Anche di fronte a diagnosi di disturbi d’ansia, questi farmaci potrebbero non essere sempre indicati.
In particolare sono sconsigliati nei pazienti già bradicardici, ipotesi, asmatici, diabetici, con BPCO e malattie renali.
Inoltre è meglio evitarli in caso gravidanza e durante l’allattamento.
Naturalmente il loro utilizzo è sempre da escludere in caso allergia.
Oltre a questo, come ti accennavo poco fa, questi medicinali sono indicati solo in caso di patologie conclamate e quindi in rarissime situazioni.
E in tutte le altre?
Betabloccanti per ansia: quando sono inutili e completamente dannosi
È molto importante notare che i disturbi psichiatrici veri e propri sono estremamente rari e coinvolgono dal 5 al 10% massimo della popolazione in un dato momento.
In altre parole? L’ansia patologica è un’eccezione.
Questo dato emerge dagli studi di Allen Frances, noto psichiatra americano e curatore del DSM VI, che nel suo libro “Primo, non curare chi è normale” mette in rilievo tutte le criticità della diagnosi di malattie mentali e il confine estremamente labile tra condizione normale e malattia.
Le diagnosi di qualsiasi malattia psichiatrica dipendono dalla comparazione di sintomi soggettivamente rilevati (non esistono metodi di misurazione oggettiva) con le scale diagnostiche contenute nel DSM V, l’attuale manuale diagnostico dei disturbi mentali.
Proprio per questo le diagnosi sono sempre molto delicate e soggette ad errate o eccessive valutazioni personali.
Se pensi di soffrire di un disturbo d’ansia quindi, chiedi prima di tutto un parere medico specialistico.
Inoltre, considerata la fallibilità della diagnosi, è consigliato meglio acquisire più pareri e per ognuno chiedere al medico di spiegare la logica secondo cui ha redatto la diagnosi.
Se il disturbo d’ansia non è confermato i farmaci betabloccanti, come qualunque altro farmaco, non solo saranno inutili, ma completamente dannosi.
Ricordiamoci infatti che il termine “farmaco” deriva dal greco “pharmakon” che non a caso significa “veleno” 😉
Così, per quanto minimi possano essere gli effetti collaterali dei betabloccanti è pur sempre vero che un effetto negativo lo avranno comunque e vanno assunti solo in casi di reale necessità.
Se invece fai parte di questo fortunato 90/95% di persone sane che provano “solo” ansia, per quanto forte e invalidante possa essere, non ti serve altro che imparare a confrontarti nel modo migliore con questa emozione.
Questo significa capire esattamente cos’è l’ansia, imparare a riconoscerla e quindi accettarla.
A questo punto puoi calmarla ed imparare come eliminarla definitivamente dalla tua vita.
Per tutto questo puoi leggere e applicare tutto quello che troverai nella nostra guida che spiega come combattere l’ansia.
Ma considera che se finora hai provato di tutto e l’ansia torna sempre, probabilmente hai uno (o più) dei 4 BLOCCHI che trattengo l’ansia.
Nella nostra Scuola abbiamo ricercato e sviluppato un test di autovalutazione sperimentale, con cui identificare in modo preciso e oggettivo quali blocchi hai (e se ne hai).
Attualmente il test è gratuito e richiede poco più di un minuto per essere eseguito.
E ci aggiungo anche il libro “Come eliminare l’Ansia“, l’unico attualmente disponibile che ti mostra tutto il processo passo passo, in modo semplice e concreto.
Oltre a questo avrai notato che in questo articolo ci sono molti link.
Portano tutti ad altre risorse gratuite che ti aiuteranno a comprendere meglio tutto quello che devi sapere sull’ansia e molto altro.
Sfruttale al massimo, ti permetteranno di costruire tutte quelle capacità che ti servono per eliminare l’ansia e qualsiasi altra emozione negativa. Anche senza dover usare farmaci o betabloccanti per ansia 😉