Oggi voglio spiegarti come eliminare i pensieri negativi.
Di solito li viviamo come se fossero qualcosa di fastidioso, di esterno e incontrollabile, mentre in fondo è chiaro che i pensieri stanno nella tua mente e quindi sono sotto il tuo controllo.
Potenzialmente, almeno 😉
Io ti insegnerò come eliminarli in qualche settimana, attraverso non qualche “tecnica”, ma un processo che ti libererà per sempre da loro.
Ecco cosa faremo:
- Come nascono i pensieri negativi e perché ci tormentano.
- Come la tua menta inconscia decide le cose che pensi.
- Come interrompere subito e controllare in 5 minuti ogni pensiero negativo.
- Come eliminare i pensieri negativi cambiando modo di pensare.
- 3 chiavi che aprono la porta ai pensieri positivi.
Quello che ti spiego sarà molto pratico e potrai iniziare ad allenare la tua mente subito.
Considera questo: non devi cambiare i pensieri, ma modificare in meglio il modo di pensare, come usi la mente.
Altro errore è convincerti di “pensare troppo”. In realtà non pensiamo mai troppo, ma lo facciamo male. E tra poco saprai come smettere per sempre di farlo 😉
E visto che pensieri negativi sono spesso un’abitudine, allora molto dipende dalla tua elasticità mentale.
Ne hai a sufficienza?
Misurala con il mio test sul cambiamento.
Come nascono i pensieri negativi e perché ci tormentano
La prima cosa che devi capire è il legame che c’è tra pensiero ed emozione. E che spiega per quale motivo i pensieri negativi siano così fastidiosi.
Ogni tua emozione, senza alcuna eccezione, dipende da cosa pensi. Questa si chiama indipendenza emotiva.
In sostanza funziona così: qualsiasi cosa tu possa vivere (situazioni, parole, eventi, comportamento degli altri e tutto il resto), è giudicato dalla tua mente.
Ci sono solo due possibilità: giudizio positivo quando quello che vedi ti sembra qualcosa di buono per te, e giudizio negativo se ti sembra cattivo per te.
Un pensiero negativo non è che un giudizio negativo su qualcosa. E quindi genera sempre emozioni negative.
Il motivo per cui i pensieri negativi sono così limitanti è proprio questo: sono la fonte di ogni nostro malessere.
Ma questi pensieri sono tuoi? Sei tu?
Molti mi scrivono perché hanno pensieri negativi e “brutti”, pensano cose spiacevoli anche verso persone importanti e a cui vogliono bene.
Ci sono due cose importanti da capire: tu non sei i tuoi pensieri. Ho scritto una pagina su come ritrovare se stessi in cui lo spiego bene. Leggila.
Qui mi interessa rassicurarti: tu sei la persona che crea un pensiero, che lo controlla. I pensieri sono tuoi nel senso che tu hai il pieno potere (almeno potenziale!) di farne tutto ciò che vuoi.
Ma tu non sei i tuoi pensieri e puoi cambiarli, trasformarli, buttarli fuori dalla tua mente o coltivarli rendendoli forti e importanti.
Tu hai in mano il timone della tua vita attraverso i tuoi pensieri. Quelli negativi non devono spaventarti, hai bisogno invece di capirli (mai avere paura di un tuo pensiero!) e imparare a scegliere.
Infatti sei tu che decidi cosa tenere nella tua mente e cosa buttare via, un po’ come quando alcune cose che non ti servono le getti nella spazzatura.
Il problema dei pensieri negativi, infatti, è che sebbene siano sotto il tuo controllo, di solito te li ritrovi nella mente senza sceglierli consapevolmente.
Tra poco ti spiego anche come funziona il nostro inconscio.
Prima però considera che questi pensieri negativi nascono per via degli stimoli che bombardando la nostra mente: televisione, posti, persone, discorsi, parole, situazioni, immagini e molto altro.
La tua mente è come se fosse una grande antenna che capta i segnali che arrivano dall’esterno. Tutto ciò che ci circonda diventa uno stimolo che ci porta a pensare in un certo modo.
E spesso pensiamo in modo negativo.
Vediamo una situazione e la valutiamo come positiva o negativa, allo stesso modo valutiamo le cose che dicono gli altri, le parole sentite in un film, le scene che vediamo in televisione e via dicendo.
Ma c’è di più: la nostra mente è anche come una macchina fotografica che si “impressiona” per ogni cosa con cui entra in contatto.
Vale a dire che quel che vediamo, sentiamo, percepiamo attraverso i nostri sensi, lascia un segno (impressiona in questo senso) nella nostra mente.
E più forte e ripetuto è un certo stimolo, maggiore è il segno che lascia.
Così è normale che se vediamo continuamente immagini violente in televisione, queste diventeranno familiari per noi, e i nostri pensieri saranno influenzati facilmente da questo tipo di stimoli.
La nostra mente è anche come una spugna e assorbe facilmente tutto quello con cui entra in contatto.
Se passiamo tanto tempo con una persona che usa un linguaggio particolare, che sia volgare, ad esempio, o molto ricercato al contrario, noi inizieremo ad assorbire questo suo modo di parlare.
Con tutti i film polizieschi e i programmi dedicati ai crimini che oggi invadono a televisione, non è strano che in tanti ragionino spesso in termini di reati, colpevoli, alibi e tutto ciò che ruota attorno a questo mondo.
La nostra mente capta tutto quello che ci circonda e ogni minimo dettaglio diventa uno stimolo che ci porta a pensare in un certo modo.
E la verità è che siamo bombardati da immagini soprattutto negative: morti, incidenti, violenza, corruzione, degrado, infedeltà, superficialità, ricchezza fine a se stessa.
La nostra cultura passa a ognuno di noi messaggi chiari e di solito negativi:
- Se vuoi avere successo, devi essere di bell’aspetto.
- Le persone belle esteticamente sono sempre stupide e impreparate.
- Non fai carriera senza raccomandazioni o compromessi.
- Tutti sono egoisti e pronti a fregarti: fregali prima tu!
- Non puoi fidarti di nessuno.
- Non puoi fidarti delle tue idee: se gli altri sono contrari vuol dire che ti sbagli.
- Chi sei tu per meritarti di essere felice?
- Vali se hai soldi, potere e successo economico e lavorativo.
- Se sei una donna, tutti ti tratteranno come un oggetto sessuale.
- Devi fare quello che gli altri si aspettano altrimenti di giudicheranno male.
- Se vuoi amore, devi adeguarti agli altri e non essere te stesso, o te stessa.
- Non siamo liberi di scegliere ma dobbiamo adeguarci alla vita.
- La vita è una lotta, faticosa e piena di bollette e costi.
- Ad alcuni tutto, ad altri niente (e tu sei tra gli altri!).
Queste sono alcune delle regole di base che la nostra società vuole farci condividere. E di solito ci riesce bene 😉
Infatti prima ti ho spiegato che ogni pensiero genera un’emozione e che quelli negativi sono causa di emozioni negative. Bene, ma c’è di più.
Dietro ogni tuo pensiero negativo c’è una regola. Una come quelle che ti ho appena elencato.
In pratica tu osservi ciò che ti accade e pensi in modo negativo tutte le volte che le tue regole ti dicono che è giusto fare questo. Generando poi emozioni negative e malessere.
Lo spiego bene, tutto questo meccanismo, nel video che ti mostro adesso:
Come vedi dietro ogni pensiero negativo c’è un mondo fatto di regole e schemi e ogni tuo pensiero negativo (o positivo) dipende sostanzialmente da come osservi la tua vita, dalle regole che ritieni giuste.
Mentre ci convincono che tutti questi pensieri negativi siano sempre e solo figli di traumi infantili, devi iniziare a capire che ogni pensiero nasce da come vivi la vita.
E nasce oggi.
Non esiste un solo pensiero che sia nel tuo passato. Di più, il passato non conta assolutamente nulla.
Quello che determina i tuoi pensieri è ciò che oggi è il tuo modo di vivere la vita, le regole che ritieni vera, la realtà con cui pensi di dover fare i conti.
Ti faccio leggere un pezzetto tratto dal mio libro “Indipendenza Emotiva”, per farti capire meglio cosa sto dicendo:
Matteo è convinto che le persone siano tutte disoneste e pronte a ingannarti appena ne hanno l’occasione. Dovendo far riparare un guasto in casa, chiama un elettricista. Qualche giorno dopo un suo amico, interessandosi di elettronica e vedendo la riparazione eseguita, domanda a Matteo cosa sia successo.
L’uomo, a quel punto, gli spiega che se avesse semplicemente sostituito un interruttore, pagandolo pochi euro, non avrebbe avuto bisogno di nessun intervento e che l’elettricista gli ha fatto un lavoro inutile, solo per fregargli dei soldi. Anche Lucia chiama lo stesso elettricista per un problema simile, e la soluzione è la stessa proposta a Matteo.
Quando quest’ultimo va a casa di Lucia, perché sono amici, le svela l’imbroglio che hanno subito entrambi, ma la reazione di Lucia è differente. Lei è convinta, al contrario, che le persone siano oneste, e spiega a Matteo che ha spesso chiamato degli elettricisti che hanno sempre fatto un lavoro onesto, che questa è la prima volta che le capita e che può succedere.
Matteo sorride e la prende per ingenua, suggerendo che forse anche in passato l’hanno ingannata senza che se ne fosse accorta. Ma Lucia dice che lui è davvero troppo negativo e vede imbroglioni anche dove non ce ne sono. Chi ha ragione? Matteo o Lucia?
Il punto è che ognuno di noi vede quello che vuole vedere. Se pensi che gli avvocati siano disonesti e te ne capita uno corretto dici che è un’eccezione. Se invece pensi che le persone siano sensibili e ne incontri una premurosa ti convinci che hai ragione. Noi cerchiamo continuamente non di capire la realtà, ma di trovare conferme alla nostra visione.
Per Matteo quello è l’ennesimo elettricista pronto a fregargli dei soldi, per Lucia è il primo che le sia mai capitato. Oggettivamente è un professionista che si è comportato in modo disonesto. Matteo vede la conferma alla sua regola, Lucia la prima eccezione, quindi ammissibile, alla sua. Le tue emozioni dipendono però non da quello che accade, ma da come vedi e interpreti la realtà. Matteo proverà sfiducia e timore perché pensa che siano tutti pronti a imbrogliarlo, anche quando non è così. Lucia si fida perché pensa che la gente sia onesta, anche se ha di fronte un imbroglione.
Chi ha ragione, quale risposta è davvero quella giusta?
Il vero problema con i pensieri negativi è spostarti dal pensiero, che essendo negativo provoca in te malessere, al suo significato: cosa ti dice? Per quale motivo pensi questa cosa? Corrisponde alla realtà?
Ci sono due tipi di pensiero negativo, diciamo così: i pensieri che rispecchiano la realtà, cioè quelli che sono negativi ma si basano su fatti concreti.
E poi quelli che invece nascono da impressioni, sensazioni, preconcetti, schemi personali e che dettano una visione delle cose che non corrisponde alla realtà che viviamo davvero.
Come hai letto nell’esempio tratto dal mio libro, ognuno di noi tende a vedere la realtà in base alle proprie regole, invece di mettere queste in discussione osservando i fatti.
Tra poco ti spiegherò anche come tenere a bada ogni pensiero negativo, evitando che ti paralizzi, ma solo se impari a comprendere la realtà e agire in modo costruttivo, potrai eliminarli davvero.
Se ti trovi di fronte a un problema reale, devi risolverlo e il pensiero negativo non avrà più senso.
Se invece osservi e giudichi male la realtà per via dei tuoi pregiudizi, devi entrare in contatto con quello che accade realmente e cambiare visione delle cose.
Inoltre ti insegnerò come sviluppare un modo di pensare diverso, positivo, nel senso che ti permetta di affrontare ogni situazione, per quanto difficile, scomoda o dolorosa, senza stare più male.
Ricorda infatti sempre questo: io voglio essere felice. E anche tu lo vuoi.
Quando spiego cos’è la felicità sottolineo che si tratta di benessere, serenità, calma, emozioni positive. Qualcosa che tutti desideriamo.
Puoi provarla anche in mezzo a problemi e difficoltà, a patto di liberarti dai pensieri negativi e avere un modo di pensare positivo ed equilibrato.
Ora ti spiego come l’inconscio decide i tuoi pensieri, poi come non lasciare che quelli negativi ti travolgano, infine come eliminarli per sempre dal tuo modo di vivere 😉
Pensieri cattivi? Ecco come la tua mente decide le cose che pensi
Per eliminare totalmente i pensieri negativi devi capire che ognuno di essi è sostanzialmente un’abitudine.
Se ogni mattina, alle 9, faccio colazione con una mia amica, la mia mente inizierà ad associare alle 9 del mattino questo evento.
Se dopo tanti mesi non facciamo più colazione, ogni volta che saranno le 9 di mattina io penserò comunque alla colazione, alla mia amica e a tutto quello che c’era in questo momento condiviso.
La mente ha imparato ad associare a un orario, al bar dove facevamo colazione, al cornetto che prendeva sempre lei, certi pensieri e certi ricordi.
E questo lo facciamo in continuazione: parole e nomi con cui gli altri ci chiamano, posti, suoni, profumi, musiche, oggetti, luoghi.
Tutto questo diventa uno stimolo ai pensieri perché nel tempo la mente ha imparato ad associarli a qualcosa.
Un pensiero diventa così un’abitudine.
Se io ascolto alcune prole la mia mente avvia in automatico una certa canzone che è associata con forza a quelle parole. E credo capiti anche a te.
Una volta che ci entri in contatto, è come se si avviasse il disco. Come i vecchi Jukebox in cui premi un pulsante e parte la canzone scelta.
O come i distributori di bibite e merendine o del caffè, dove digiti il testo giusto e la macchina restituisce la tua bibita o la merendina che desideri.
Infondo la mente funziona anche così: lancia la “canzone” giusta quando qualcosa la chiede. E a farlo sono spesso parole, posti, persone, o altri stimoli che hai associato a qualcosa.
Ogni abitudine si crea ripetendo qualcosa tante volte al punto che la nostra mente procede in modo automatico, a livello inconscio, perché sa già dove andare di fronte a un determinato stimolo.
Noi siamo bombardati continuamente da milioni di stimoli, perché tutto quello che ci circonda è uno stimolo.
La nostra mente può gestire solo una piccola parte di tutte queste informazioni, almeno a livello cosciente. La maggior parte, infatti, è percepita senza che ce ne rendiamo conto.
Il nostro inconscio gestisce quasi tutti gli stimoli che riceviamo dal mondo e ci permette di prestare attenzione solo alle (poche) cose importanti, lavorando per noi su tutto il resto.
Più ripeti certi pensieri, più questi saranno forti e la nostra mente li riproporrà in modo automatico di fronte a determinati stimoli.
Quando una relazione finisce, ad esempio, ci saranno tantissime cose che ci suggeriscono pensieri e ricordi di quella persona. Potremmo essere davvero circondati da stimoli che ci fanno soffrire.
Ma non sono le cose che vedi il problema: ma l’abitudine della tua mente a richiamare certi pensieri di fronte a oggetti, parole, luoghi, suoni.
Tutto questo è fondamentale se vuoi dimenticare un amore che è finito o se vuoi comprendere affondo come ci innamoriamo, ad esempio.
Tutto quello che sperimenti nella tua vita è legato a un pensiero e i nostri pensieri sono spesso inconsapevoli, basati su abitudini e schemi che hai coltivato nel tempo.
Anche se non te ne rendi conto, questi pensieri restano memorizzati e sono richiamati ogni volta che il tuo inconscio lo ritiene utile, perché ha imparato che sia giusto così.
Inoltre, nel caso dei pensieri negativi, devi considerare che questi rispondono a situazioni di possibile pericolo, per cui sono indispensabili per affrontare le situazioni rischiose della vita.
Come detto non sempre un pensiero negativo corrisponde a qualcosa di realmente pericoloso, ma l’inconscio non fa valutazioni, non sa distinguere un pericolo.
Il nostro inconscio è sostanzialmente un pilota automatico che ripropone ciò che ha imparato essere migliore per noi.
Ricorda che un pensiero negativo è tale perché tu hai un giudizio negativo di qualcosa. Ma di cose oggettivamente negative ne esistono davvero pochissime.
Nella maggior parte dei casi (quasi sempre!), pensiamo in modo negativo a situazioni che non sono negative, ma che noi viviamo come tali.
E ripeto: il nostro inconscio non decide questo, ma segue semplicemente le nostre regole e agisce sulla base di quello che noi consideriamo positivo o negativo.
Tu hai deciso, nel tempo e senza farci caso, in che modo oggi il tuo inconscio “avvia” in automatico ogni pensiero.
Con tutto il bombardamento di stimoli negativi che riceviamo ogni giorno, è ovvio che la nostra mente possa proporci pensieri negativi e una visione negativa di situazioni e problemi.
Il segreto è non pensare che tu sia i tuoi pensieri. Tu crei ogni pensiero e sta a te decidere cosa pensare e cosa tenere fuori dalla tua mente.
Come hai visto nel video precedente, ogni pensiero nasce sulla base di regole e di una visione della vita ben precisa: l’inconscio segue questo schema, tutto qui.
Per eliminare i pensieri negativi devi cambiare regole e visione delle cose, devi arrivare a un approccio diverso alla realtà, come detto.
Ma prima di spiegarti come farlo (sarà un lavoro che può richiedere diverse settimane), ti spiego come gestire subito i pensieri negativi per interromperli appena si presentano.
Pensieri che tormentano: come interromperli in meno di 5 minuti
Quello che devi fare è costruire una “rete di protezione”, ossia una serie di esercizi semplici da
mettere in pratica che ti permettano di allontanare immediatamente i pensieri negativi.
E di conseguenza anche le emozioni negative che a volte ti bloccano.
L’obiettivo è distogliere la tua mente dai pensieri negativi che sono la causa delle emozioni negative e del malessere che viviamo, e il segreto è trovare modi semplici, indipendenti ma efficaci.
Puoi inventarti qualsiasi cosa, purché abbia davvero la capacità di tenere occupata la tua mente,
la distragga davvero dai pensieri negativi, non diventi una “piccola dipendenza” nel tempo.
Ecco quali sono i miei esercizi preferiti:
- Cercare le cose positive intorno a te: osserva cosa ti circonda e fai un elenco (scritto o ad alta voce) con tutte le cose positive che vedi specificando anche per quale motivo le hai notate rispetto a tutto il resto.
- Cerca le cose colorate attorno a te: ad esempio tutto quello che ha il colore rosso. Puoi scriverlo o
semplicemente nominare ogni oggetto ad alta voce. E va bene qualsiasi colore. - Contare e fare calcoli a mente: ad esempio calcola il risultato di 15 + 36. Poi aggiungi 45, e poi 125 e così via. Immagina i numeri in colonna, sommali, e ovviamente puoi sottrarre o anche ripassare le tabelline (magari al contrario!).
- Parla ad alta voce, come se stessi al telefono con qualcuno e racconta ciò che stai facendo o un episodio positivo che ti è successo o qualcosa che ti appassiona.
- Canta ad alta voce le canzoni che preferisci, ma che siano allegre e ti mettano di buon umore. Con la stessa logica puoi anche pregare a voce alta, purché sia un dialogo con Dio e non preghiere che reciti a memoria.
- Conta le foglie attaccate a un ramo, i chicchi d’uva, i sassi nella strada, il numero di macchine che incontri, oppure i motorini, i panifici o qualsiasi altra cosa che tu possa vedere attorno a te.
- Guardare un video divertente su Youtube: ridere aiuta tantissimo la mente a lasciare i pensieri negativi.
Perché funziona?
Perché ognuno di questi esercizi costringe la tua mente a concentrarsi su qualcosa di preciso e la distogli,
di conseguenza, dai pensieri negativi che ti appesantiscono e ti fanno stare male.
Perché funzioni davvero bene questa rete, però, segui alcuni consigli:
- Preferisci cose che puoi fare sempre, nella tua mente, ovunque ti trovi e senza l’aiuto di nessuno.
- Prova e trova l’esercizio che funziona per te, che ti distoglie davvero da altri pensieri.
- Se qualcosa vedi che non funziona, e la mente resta bloccata sui pensieri negativi, cambia esercizio!
- Individua i momenti più critici, quelli in cui i pensieri negativi ti assalgono più spesso e prepara uno degli esercizi sapendo che lo utilizzerai proprio in quel momento, in quel posto o quando incontri certe persone.
Costruisci adesso la tua “rete di protezione”, e inizia a utilizzarla spesso. Questo ti aiuterà a indebolire l’abitudine dei pensieri negativi.
Attenzione che non si tratta di una soluzione definitiva, ma di un “pronto intervento” contro i momenti in cui stai male e hai bisogno di reagire, un modo per non farti bloccare da pensieri ed emozioni negative.
Ti ho infatti spiegato che la nostra mente si abitua, di fronte a certi stimoli, a creare pensieri negativi per via di come vediamo le cose e le giudichiamo.
Interrompere un’abitudine è indispensabile per poterla eliminare, ma non basta.
Ci vuole una nuova consapevolezza, devi aprire gli occhi e osservare la realtà in modo nuovo. Ti assicuro che puoi eliminare i pensieri negativi se fai questo.
Ciò non toglie che qualche volta torneranno, ma se cambia il tuo modo di pensare e diventa forte la tua mente, saranno come le grida di una formica all’orecchio di un cane: insignificanti.
Ora ti spiego come farlo!
Come eliminare i pensieri negativi cambiando modo di pensare
Quando frequentavo la quarta elementare (o forse la terza, non ricordo bene!), per qualche giorno ho subito quello che oggi chiameremmo bullismo.
Arrivavo sempre presto a scuola e aspettavo da solo in classe i miei compagni.
Per diversi giorni un ragazzino dell’ultimo anno mi prese di mira, veniva in classe quando ero solo e mi teneva fermo contro il muro con una mano sulla gola.
Non ricordo cosa mi dicesse, ma non era piacevole la situazione 😉
Ho pensieri negativi su questo episodio? Neanche uno.
Non ricordo cosa pensassi esattamente, ma oggi credo che non stesse bene, era lontano dalla famiglia (viveva in un istituto di suore del mio paese) e la sua violenza era un grido di dolore.
Non che questo lo pensassi allora, ma lo penso oggi e non ho ricordo doloroso o negativo di questo episodio.
Spiegando come gestire la rabbia repressa ho scritto di quanto sia fondamentale lavorare sul nostro giudizio sulla realtà: giusto e ingiusto.
Proveremo sempre emozioni negative (dovute ai pensieri negativi!) se viviamo qualcosa come un’ingiustizia.
Se vuoi eliminare i pensieri negativi in modo totale e definitivo, non basta distrarti qualche minuto ogni volta che si presentano: devi trasformarli in pensieri positivi.
Un ragazzo mi ha raccontato la sua disavventura in barca a vela.
Tornando a casa, un giorno, incontrano un temporale. Buio, gli altri membri dell’equipaggio che stanno male o non fanno niente di utile, l’acqua che lo annaffia come si deve e la paura di una situazione pericolosa.
Perfetto ho pensato.
Dal suo racconto io ho visto un uomo che resiste a un temporale, mentre altri stanno male dirige la barca, incassa la furia del mare resistendo e portando tutti a casa sani e salvi.
Hai idea di quanto sia diverso lo stesso episodio se lo guardi da una prospettiva nuova?
- Non è forse tornato a casa sano e salvo?
- Non ha sopportato con forza le intemperie?
- Non ha guidato la nave in porto nonostante le condizioni negative?
- Non ha resistito mente altri stavano male?
Io credo che il 99.9% delle vicende che vivrai non saranno negative di per sé. Lo saranno solo se tu le vivrai come qualcosa di sbagliato, brutto e ingiusto.
In quarta elementare ero timido, ma ho detto ai miei genitori cosa accadeva, ho saputo restare calmo mentre un ragazzino poteva strozzarmi, non ho portato rancore neanche allora.
Perché dovrei considerare le cose negative e non quelle positive di quello stesso episodio?
I pensieri negativi non nascono per via di una realtà “brutta e cattiva”, ma in base a come la vedi tu, a come la guardi, al significato che le dai.
Un martire era qualcuno che preferiva morire piuttosto che rinnegare la propria idea, la propria fede. Per lui era più positivo morire che rinnegare.
Neanche la morte è qualcosa di negativo: è un fatto naturale.
Tutti moriremo, attorno a noi muore ogni giorno qualcuno, la natura è un ciclo continuo di vita e morte.
Qualche giorno fa, scherzando, dicevo che i vermi visti sul cadavere di un topo trovato in campagna, sono gli stessi che mangeranno anche me, o te, al nostro momento.
È vero, la morte non è qualcosa di negativo, ma qualcosa di naturale, parte integrante della vita. Non dovremmo mia avere paura di morire.
I pensieri negativi non sono legati alle cose che vivi, ma a come lo fai e se vuoi eliminarli devi cambiare la tua visione della realtà, il tuo punto di vista.
Ecco un altro estratto dal mio libro che parla proprio di questo:
Un incidente stradale lascia sull’asfalto due macchine accartocciate, vetri rotti in ogni direzione, sangue. Un uomo è ferito gravemente, gli altri stanno male e devono tutti essere soccorsi. Un automobilista che vede la scena si ferma, tira fuori dalla sua auto il triangolo catarifrangente per segnalare il pericolo e soccorre i feriti.
Chiama l’ambulanza e segnala alla polizia l’incidente. Cerca di dare sollievo a quelle persone parlandogli e rassicurandole che presto i soccorritori arriveranno. In breve arriva un’ambulanza e il personale si affretta e tirare fuori dall’auto danneggiata il ferito più grave, lo adagiano su una barella e lo portano d’urgenza in ospedale.
Qui ci sono medici pronti alle emergenze, che iniziano subito a prestare le prime cure e preparano in pochi minuti la sala per la delicata operazione che potrebbe salvare la vita a quell’uomo. Sfortunatamente muore, nonostante l’impegno dei medici, mentre tutti gli altri feriti sono salvi grazie alla prontezza dei soccorsi.
Vedere positivo significa imparare a osservare la realtà, non fingere che tutto sia bellissimo o perfetto. Puoi osservare questo incidente e pensare che qualcuno andava troppo veloce, che una delle due auto ha perso il controllo magari a causa dell’asfalto irregolare e che probabilmente la manutenzione della strada non era fatta bene. Forse i cartelli non segnalavano in modo sufficientemente chiaro il pericolo e qualcuno è responsabile di quello che è successo.
Chi è il colpevole? Questa è la prima domanda che siamo abituati a porci. Se osservi così la scena, cosa proverai? Rabbia, magari, perché qualcuno ha sbagliato e ha causato un incidente purtroppo mortale. Ingiustizia, perché non è possibile che persone innocenti paghino sempre per gli errori degli altri. Magari frustrazione, pensando che siamo nelle mani di chi governa o dirige la società e abbiamo poco da fare.
Però c’è qualcosa che non vedi, e che è reale, tanto quanto i problemi che ci sono, molto di più delle accuse, delle condanne, dei dubbi sul comportamento sbagliato di chi avrebbe dovuto agire e non l’ha fatto. Io vedo che un uomo, rischiando di essere investito e mettendo quindi in pericolo la sua stessa vita, si è fermato a soccorrere delle persone sconosciute in mezzo a una strada.
Vedo gli operatori dell’ambulanza che hanno fatto tutto quello che potevano, accorrendo sul luogo dell’incidente, aiutando i feriti, portando d’urgenza quello più grave in ospedale. E vedo dei medici che hanno profuso il loro impegno per salvare la vita del ferito; certo, non ci sono riusciti, ma hanno fatto il possibile nonostante tutto.
Se vedo questo, penso che ci siano tante persone che ogni giorno rischiano la propria vita per gli altri, che lavorano con zelo, che sono attenti, e mettono passione in quello che fanno. Provo speranza, gioia, nel vedere che siamo pronti a darci una mano, fiducia in chi ha realmente a cuore il benessere altrui.
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La realtà non conta.
I pensieri negativi li elimini non cambiando la realtà o distraendoti, ma trasformando profondamente il modo di pensare, divenendo consapevole e imparando a vedere le cose da angolature diverse che, probabilmente, oggi non noti.
Il mio libro, Indipendenza Emotiva, ti accompagna in questo processo.
Il problema non è cosa accade né tanto meno cosa sia accaduto in passato, ma come vivi e ricordi ogni cosa, il significato che dai a ogni evento.
Se io comprendo la forza e la calma con cui ho affrontato il “bullo”, se il ragazzo in barca a vela comprendere la determinazione e la forza con cui ha gestito bene una situazione difficile, allora il pensiero negativo si scioglie.
Non c’è manipolazione o autosuggestione, ma un modo nuovo, più reale e profondo, di vedere le cose e comprendere la realtà.
Ovviamente se i pensieri negativi sono legati a situazioni da affrontare, devi imparare come risolvere i problemi. E sviluppare autostima e fiducia nelle tue capacità.
Ti propongo alcuni semplici passi per modificare la tua visione delle cose.
3 chiavi che aprono la porta ai pensieri positivi
Puoi iniziare subito a modificare la tua percezione delle cose smettendo di porre filtri distorti tra te e le cose che vivi.
Chiave numero 1: da negativo a impegnativo.
Invece di considerare “positivo” qualcosa, inizia a definirlo semplice, comodo o facile. E quel che oggi definiresti “negativo” deve diventare scomodo, complicato, impegnativo.
Perché è importante?
Perché quando pensi che qualcosa sia “negativa” non stai osservano la realtà oggettiva, ma le applichi un filtro che sta nella tua testa.
Nascere senza braccia ti sembra negativo?
Ci sono persone che nascono così e imparano a usare i piedi per fare tutto quello che normalmente la gente fa usando braccia e mani.
Negativo? Forse, ma di sicuro è più complicato per te. Per chi nasce senza una mano è “normale”, sei sempre stato così e sei abituato a usarne una sola.
Ma quando metti l’etichetta “negativo” non vedi più una situazione oggettiva che rende più complicato qualcosa, vedi malessere, qualcosa di ingiusto, e stai male.
E definire negativo qualcosa lo cambia? Soffrire per una condizione oggettiva la cambia?
No, stai solo male e ti tieni il problema da affrontare. Elimina l’aggettivo “negativo”, sostituiscilo con complicato, impegnativo, difficile.
Smetti di caricare tu (lo fai tu!) di negatività le vicende che vivi e pensa a viverle, a come affrontarle in modo costruttivo.
La realtà non è negativa. È la realtà, siamo noi a colorarla o viverla in bianco e nero.
Chiave numero 2: da ingiusto a “vedremo”
Posso escludere che l’episodio di bullismo che ho subito alle elementari non abbia contribuito a sviluppare in me una visione positiva e comprensiva degli altri?
Un mio amico ha subito un furto in negozio e questo, grazie al pagamento dell’assicurazione, si è rivelato una fortuna perché quei soldi gli hanno permesso di salvare la sua casa.
10 anni fa sono stato licenziato “ingiustamente”. Ma se non avessi subito questo evento oggi non sarei qui a scrivere e tu non potresti leggermi.
Una giornalista ha colpito con un calcio un profugo Siriano che portava in braccio il figlio. Episodio che ha fatto rimbalzare la storia dell’uomo a livello internazionale, valendogli un contratto di lavoro in Spagna.
Se vuoi, posso farti altri esempi di come ciò che giudichiamo “ingiusto” oggi, magari si rivela positivo domani. Smettila!
Né io, né te, siamo in grado di giudicare se qualcosa sia giusto o ingiusto. Non so cosa accadrà fra 10 minuti, posso sapere se quello che vedo ora sia ingiusto?
E se si rivelasse la cosa migliore del mondo?
Da oggi non pensare che qualcosa sia “ingiusta”, pensa invece: “vedremo”.
E stai a vedere cosa potrebbe succedere, facendo del tuo meglio per trasformare ogni situazione in un’opportunità.
Chiave numero 3: da perché a come
Perché un ragazzino deve aggredire un bambino più piccolo minacciandolo?
Non lo so, ma quel bambino ha l’opportunità di tirare fuori forza e coraggio grazie a quell’episodio.
Perché un uomo deve trovarsi nel mezzo di una tempesta mentre torna a casa in barca a vela, magari senza avere chissà quale esperienza?
Non lo so, ma quell’uomo ha l’opportunità di mettersi alla prova, imparare di più sui suoi limiti, crescere, fare esperienza, aiutare chi è in difficoltà.
Perché il terremoto deve abbattere proprio la mia casa?
Non lo so, ma ho l’opportunità di aiutare chi sta vivendo la stessa esperienza, dare una mano per soccorrere chi ha bisogno, ricostruire la mia casa e scoprire che niente può fermarmi, se io non mi fermo.
Da oggi non chiederti perché sia toccato a te, chiediti come puoi sfruttare quell’episodio per fare qualcosa di positivo.
Trasforma in opportunità ogni situazione, difficile o semplice che sia. Stai a vedere cosa potrà succedere e chiediti:
- Come posso dare un contributo?
- Come posso sfruttare questa situazione a mio vantaggio?
- Come posso fare la differenza?
Come vedi ti sto indicando piccoli passi per cambiare prospettiva.
Non è il mondo il problema. È come lo guardi, come lo vivi.
Se il problema è reale, devi solo affrontarlo e smettere di caricare di pensieri (e quindi emozioni) negativi la tua vita. Non serve e non cambia nulla.
Non c’è niente che debba cambiare perché tu possa essere felice. Solo tu, solo la tua mente.
I pensieri negativi non sono un problema, sono un modo di pensare, vivere, comprendere la realtà, frutto della tua visione della vita, delle regole che credi vere.