Oggi voglio parlarti di rispetto, perché spesso mi chiedono come farsi rispettare senza pretendere rispetto, o senza smettere di amare.
Molte volte sembra che farsi rispettare sia impossibile se vogliamo amare in modo incondizionato, oppure se vogliamo essere sempre cortesi e gentili.
Oggi ti spiego come risolvere questo problema, e coniugare il rispetto che possiamo ottenere dagli altri con la nostra capacità di amare, non lasciandoci mai condizionare dai comportamenti altrui.
Prima ti propongo il mio test sull’autostima, visto che una persona insicura difficilmente saprà farsi rispettare.
Parliamo di rispetto, ma vogliamo solo l’ipocrisia!
Poiché parliamo di rispetto, come prima cosa dobbiamo capire di cosa si tratta esattamente.
Prendo in prestito le parole giuste dal libro di Fromm, L‘arte di amare.
[…] esso denota, nel vero senso della parola (respicere = guardare), la capacità di vedere una persona com’è, di conoscerne la vera individualità.
Rispetto significa desiderare che l’altra persona cresca e si sviluppi per quello che è.
In sostanza il rispetto è un atto d’amore, secondo me, è la scelta, la volontà, di comprendere l’altro di accettarlo e volerlo capire per ciò che è, senza ad esempio mettere etichette.
Ecco dove sta il vero problema: farsi rispettare significa indurre gli altri a volerci amare per ciò che siamo.
Non dipende da me il tuo rispetto, in verità io non posso fare nulla perché tu mi rispetti.
La mancanza di rispetto è una tua scelta, dipende da te e quando mi illudo di poter ottenere il tuo rispetto per quello che faccio, finisco in una trappola.
Quella delle pretese.
Ti riporto un passo del mio libro, Indipendenza Emotiva, Imparare a essere felici, che guarda caso fa del rispetto un esempio di cosa succede quando pretendiamo qualcosa da qualcuno.
Una pretesa è qualcosa di cui hai bisogno perché è davvero indispensabile per la tua felicità. Facendo un esempio molto semplice: se le tue regole ti dicono che per essere felice devi ricevere il mio rispetto, allora inizierai a pretendere questo da me.
Il motivo è logico: hai bisogno che io ti rispetti per essere felice. La pretesa scatta ogni volta che devi ottenere qualcosa per raggiungere un obiettivo. Ogni pretesa punta sempre alla felicità.
Se ti chiedi come ottenere il rispetto degli altri c’è un motivo. A che ti serve questo rispetto? Che te ne fai, perché lo desideri?
Ora la domanda diventa più seria: ti importa del rispetto di un uomo che vive dall’altra parte del mondo e che non consoci, non hai mai visto e forse non incontrerai mai?
Io dico che non ti interessa.
Allora la domanda è: vuoi sapere come farti rispettare, perché?
Il punto chiave è che tu attribuisci al rispetto degli altri, di alcune persone, magari di chi conta per te o di chi incontri nella tua quotidianità, il potere di renderti felice.
O almeno di poter incidere nel tuo benessere.
Probabilmente se ti mancassi di rispetto, questo ti farebbe reagire male, proveresti emozioni negative (rabbia, delusione, insicurezza, senso di inferiorità?) che non vuoi vivere.
Tu hai bisogno del mio rispetto?Allora pretenderai di averlo e ti chiederai come farti rispettare dagli altri.
Ma come abbiamo visto il rispetto che ti do non dipende da te, è una mia scelta. Pretendere che gli altri compiano questa scelta porta a delle precise conseguenze.
Non puoi scegliere cosa farò, se ti darò rispetto come desideri oppure no, però lo pretendi perché ne hai bisogno, o meglio, visto quello che ti ho spiegato finora, pensi di averne. Inoltre considera anche una cosa molto importante: a te non basta che io ti rispetti, perché la tua felicità, in quanto emozione, non dipende da cosa faccio realmente, da cosa accade.
Tu hai bisogno che io ti mostri questo rispetto nel modo che tu ritieni opportuno. Magari potrei avere un sincero rispetto per te, ma se lo manifesto in una maniera che ai tuoi occhi non significa molto, tu non ti sentirai comunque rispettato, non sarai felice per questo e continuerai a pretendere da me qualcosa.
Il problema è che non ti basta ricevere rispetto, amore, ascolto, importanza e tutto quello che possiamo chiedere agli altri: devi riceverlo in un certo modo, esattamente come dici tu.
Tu hai delle regole che definiscono cosa sia il rispetto. Magari non coincidono con il concetto di amore e la capacità di osservare e rispettare l’altro per quello che è.
Pensa a tutti coloro che vogliono certi atteggiamenti: davanti sono gentili, dietro parlo male di te, ma a te interessa che io mi comporti bene quando ci sei.
Rispetto o ipocrisia?
Per te rispetto è che venga a trovarti il giorno del tuo compleanno?
Allora vorrai questo, anche se non ti rispetto davvero, se non ti considero una persona speciale, a te non importa davvero cosa penso, ma cosa faccio.
E non pensare che serva a qualcosa. Leggiamo ancora un ultimo pezzo del mio libro.
Anche dopo che ti ho dimostrato il mio rispetto, non hai nessuna certezza che continuerò a comportarmi in questo modo. Hai ricevuto le attenzioni dai tuoi amici ma niente può assicurarti che durino per sempre.
Ogni pretesa potrebbe essere delusa a un certo punto, le persone cambiano e smettono di fare ciò che tu chiedi loro. Ogni piccolo segnale che qualcosa stia cambiando, anche il più fragile degli indizi che ti faccia capire che potresti perdere ciò che pretendi, innesca sempre emozioni negative
Avremo altre occasioni per approfondire il tema delle pretese, ma nel libro è tutto chiaro e ti spiego come diventare felice eliminandole e liberandoti di qualsiasi emozione negativa.
Se le parti che ti ho suggerito ti hanno incuriosito, puoi scoprire di più su “Indipendenza Emotiva” ⇒
Osservati intorno, guarda te stesso, o te stessa, e ti renderai conto, se ti decidi ad aprire gli occhi, che il rispetto che vuoi ottenere, che tutti desiderano, è ipocrisia formale fatta di gesti e apparenza.
Il rispetto è andare a un funerale a dare le condoglianze?
Che serve se per anni ho parlato male di te e della tua famiglia?
Queste dimostrazioni ridicole e superficiali non sono rispetto, sono abitudini, ipocrisia.
Tu vuoi che gli altri ti rispettino o che si comportino secondo tradizioni, cliché consolidati e modi di fare?
Vado oltre, perché a me non interessa darti un pesce, voglio insegnarti a pescare: a te interessa il mio rispetto, o quello che penseranno tutti gli altri se non lo dimostro come si fa di solito?
Il problema è se io ti amo davvero, se davvero ti considero speciale, o se faccio quello che tutti approvano e non ti manco di rispetto davanti a loro?
Dove sta il problema: in quello che penso io di te o in cosa penseranno gli altri, tutti gli altri, se non ti dimostro il rispetto formale che tu, e tutti gli altri, ti aspetti?
Giudizio degli altri, paura, dipendenza emotiva.
Il rispetto non è un gesto formale e di cortesia, di facciata, volto a mantenere un modo di vivere ipocrita.
Se cerchi questo, non hai capito niente.
Non hai capito che per diventare felici non ti serve questa finzione ipocrita, non ti serve nemmeno che gli altri ti amino realmente.
Per diventare felici devi eliminare le pretese e amare. Leggiti la guida in cui spiego come essere felici. C’è tutto e molto altro.
Noi però torniamo al tema centrale: partendo dal vero rispetto, come farsi rispettare dagli altri in modo autentico?
Te lo spiego subito 😉
Come farsi rispettare: niente imposizione!
Non otterrai mai rispetto se alzi la voce perché gli altri facciano come dici.
Se alzo la voce con un bambino, lui non imparerà mai a rispettarmi, ma a temermi. Cavolo, se pensi che rispetto e paura siano simili ti sbagli di grosso 😉
Se ti rispetto, come visto, vuol dire che ti amo, vedo chi sei, apprezzo la tua unicità e voglio che tu sia la versione perfetta di te stesso, o di te stessa.
Se ho paura non penso affatto queste cose.
Se alzi la voce otterrai ubbidienza ma non rispetto. Le persone faranno come dici (ipocrisia quindi!) per evitare le conseguenze negative che tu puoi imporre.
Puoi punirmi?
Allora farò come dici, ma non perché ti rispetto, solo perché ho paura.
Questo significa che otterrai quello che desideri solo a patto che ci siano alcune condizioni:
- Tu devi potermi punire, devi essere presente o almeno venire a sapere cosa faccio. Altrimenti la paura non regge.
- Tu devi controllarmi, perché se non puoi farlo, e non puoi punirmi, farò come voglio, non quello che desideri tu.
- Devi avere il potere di punirmi, devi essere più forte di me e devi mantenere per sempre questa condizione. Quando verrà meno mi ribellerò, e saranno dolori 😉
Se usi la forza, che sia minacciare punizioni o alzare la voce, usare le mani e la violenza fisica, non otterrai mai davvero rispetto dagli altri.
Puoi costringermi ad amarti? Puoi impormi amore e comprensione verso di te?
No, non puoi ottenere il rispetto con la paura e la forza.
Agire così è un modo per spingere, o costringere, gli altri a fare come vuoi, ma questo meccanismo è un’arma a doppio taglio perché, come detto, crea malcontento e ribellione.
Imponiti su un bambino: otterrai bugie (per evitare le punizioni oppure ottenere i premi) e falsità (davanti si comporta bene, dietro parla male di te che sei un tiranno, o una tiranna!).
Inoltre, appena vedrà che non hai più la forza di controllarlo (e succederà, fidati!), i ruoli potrebbero invertirsi, o semplicemente perderai ogni potere.
Vedo spesso figli che trattano tanto male i propri genitori quanto loro sono stati trattati da piccoli. Forse quel padre, o quella madre, si illudeva di avere il loro rispetto quando ubbidivano.
Ti dice niente questo?
Te lo ripeto: non puoi pretendere il rispetto degli altri, non puoi imporre l’amore, l’unica cosa che puoi fare, e con cui concludiamo questa guida, è renderti amabile e rispettabile 😉
Come ottenere il rispetto degli altri senza chiederlo
Il rispetto è la capacità di osservare chi sono gli altri veramente.
Vuoi che ti rispetti? Mostrami chi sei.
Certo, potrebbe non bastare perché rispettarti è una scelta che dipende da me, sono io che devo decidere di amarti davvero.
Non puoi impormi il rispetto, puoi darmi l’occasione, però, di comprendere chi sei, vedere la tua unicità, darmi modo di amarti per ciò che sei realmente.
Sii coerente, dunque, fai le cose che dici, agisci seguendo ciò in cui credi davvero.
Ama in prima persona.
Vuoi rispetto dagli altri?
Allora rispetta, non se ti rispettano, ma a prescindere.
L’errore più grande che commettiamo è quello di desiderare le cose che per primi neghiamo agli altri.
Vuoi insegnare il rispetto a un bambino? Rispettalo.
Vuoi insegnargli l’onesta? Sii onesto, o onesta, con lui.
Come possiamo essere così sciocchi e ciechi da pensare che con la paura insegneremo il rispetto? Se mostri violenza per ottenere gentilezza, stai mostrando violenza.
Ognuno di noi, non solo da bambini, impara da quel che vede, non dalle teorie e dai concetti astratti.
L’amore è traducibile in una meravigliosa frase, universale e senza tempo: fai quello che vorresti ricevere.
Pensare di rispettare chi ti rispetta è un tremendo inganno: non stai rispettando davvero gli altri, ma tieni certi comportamenti (ipocriti per lo più) con chi fa altrettanto con te.
È una presa in giro collettiva, reciproca, senza senso, che tutti conosciamo e a cui sembriamo tanto folli da continuare ad adeguarci.
Te lo dico chiaramente: se mi rispetti solo a patto che io rispetti te, tu non mi stai rispettando affatto. Ma sembrerà così, almeno agli occhi degli altri.
Se rispettare vuol dire riconoscere la tua unicità, non puoi farlo se per te io non esisto ma sono solo una serie di azioni e comportamenti che vuoi ricevere.
Capire come farsi rispettare è impossibile senza lasciare andare questa superficiale ipocrisia, questa ricerca della forma, la convinzione che abbiamo bisogno del rispetto degli altri.
Se vuoi farti rispettare, fai ciò che ritieni giusto, dai sempre quello che vorresti ricevere anche, e forse soprattutto, a chi non lo darà mai a te.
Ama gli altri senza porre condizioni al tuo amore, rispetta le persone, non parlare male di loro né se presenti né se assenti. Non giudicare.
Tutto quello che ti piacerebbe ricevere tu dallo agli altri, senza badare cosa faranno loro, senza aspettarti e pretendere nulla.
Non cercare di importi e ottenere qualcosa con la forza: potrai raggiungere qualche risultato, ma durerà poco e non sarà mai niente di sincero, vero, profondo.
Per quanto siamo consapevoli dell’ipocrisia, cerchiamo di non vederla.
Apri gli occhi, non girare la testa, perché è la tua testa e sei tu che starai male nel continuare a ingannarti e pretendere che gli altri ti ingannino, senza esagerare 😉
Per farsi rispettare basta dare amore, rispetto, correttezza, onestà.
Non puoi impormi il rispetto, è una mia scelta, ma puoi darmi il tuo amore, il tuo rispetto, puoi offrirmi il meglio di chi sei e lasciarmi scegliere.
Se elimini ogni forma di controllo e imposizione sugli altri, se ami senza chiedere nulla, se dai rispetto perché tu lo scegli e non per come si comportano gli altri, avrai fatto il massimo per farti rispettare.
E ricorda, non puoi pretenderlo, o meglio non poi farlo se vuoi diventare felice 😉
Ciao Giacomo, ho sempre cercato di comportarmi con gli altri come vorrei che loro facessero con me, e nello specifico non mi sono mai permessa di parcheggiare la mia auto in modo da disturbare altri, ma un vicino di casa costantemente, per comodità e pigrizia, mette la sua macchina non nel suo garage, non nel parcheggio del residence, ma in mezzo a dove io accedo per parcheggiare nel mio garage. Tutte le volte devo suonare il campanello e attendere che venga a spostare l’auto. Ho cercato di fargli capire (con le buone) che il suo garage è fatto x posizionarci dentro la macchina, poi sai con gli anni ci si stanca delle persone irrispettose e la mia gentilezza è diventata nervosismo e, poiché si è pure permesso di offendermi (perché secondo lui io devo fare mille manovre x riuscire ad entrare nel mio garage…poi non importa se non riesco e rischio di ammaccare sia la sua che la mia auto). E allora mi sono rivolta all’avvocato. I vigili non possono intervenire perché trattasi di area privata e purtroppo non c’è un “regolamento condominiale”. Vorrei proprio sapere tu come ti comporteresti in una situazione del genere. Grazie anticipatamente
Lo scontro complica sempre le cose e rende tutto più difficile.
Prima di tutto cercherei di capire il motivo per cui lui non parcheggia nel suo garage.
Evidentemente per lui è peggio che lasciarla dove la parcheggia di solito.
Quel che farei sarebbe cercare di capire cosa renderebbe ai suoi occhi più comodo parcheggiare nel suo garage.
Se non lo è per lui, non lo farà di buona voglia. E se non lo fa volentieri, non lo farà a lungo.
Poi potresti trovarmi di fronte a chi non cambierà mai questa abitudine, e sta a me decide come conviverci serenamente.
Perché mai dare alle sue cattive abitudini il potere di guastarmi al giornata?
Posso aspettare che lui la sposti suonando ogni volta (e occupando in modo utile quel tempo che attendo, ad esempio leggo, scrivo, controllo la posta, mando un messaggio su Whatsapp e mille altre cose), posso cercare alternative fisiche (non conosco come è organizzato il posto) per parcheggiare senza dover chiamare lui, se è possibile.
Il segreto è rendere ininfluente quel che gli altri fanno di scorretto.
Guardo la realtà, non la rifiuto perché non mi piace ma ne prendo atto e scelgo come affrontarla. Leggi anche questa pagina e buona Pasqua 🙂
Buongiorno Giacomo
Leggo con molto piacere i tuoi articoli e seguo la scuola con grande interesse. Condivido ciò che dici.
A proposito del rispetto vorrei condividere con te la mia esperienza. Sono sposata da tanti anni con una persona che pretende che gli altri (familiari) si comportino come lui dice. Quando ciò non succede, occasioni giornaliere, reagisce con violenza verbale, mancando di rispetto. Le sue “scenate” non hanno più su di me l’effetto di un tempo, ho compreso che lui è fatto così, la sua vita, l’educazione, le esperienze lo hanno portato ad essere quello che è oggi. Ciò non toglie il fatto che quando è in famiglia, porta malcontento, disarmonia, le sue reazioni sono così violente che io e le mie figlie tendiamo ad allontanarci. Stare accanto ad una persona che spesso ha reazioni violente, per quanto uno possa comprenderlo, amarlo, rispettarlo porta ad evitarlo. Non lo faccio con cattiveria e desiderio di vendetta ma solo perché lo preferisco. A questo punto cosa fare? Non ha senso secondo me avete un rapporto con una persona con la quale non puoi parlare, passare del tempo piacevole, condividere progetti ecc. Ecc
Grazie
Scegliere.
In ogni momento è sempre sgradevole la sua compagnia e la sua presenza?
Puoi aiutarlo a trovare altri modi? A risolvere i problemi che lo portano a vivere così?
Dietro l’aggressività ci sono montagne di sofferenza.
Ovviamente se ti rendi conto che la relazione è distruttiva, ha senso considerare di concluderla 🙂
Ciao Giacomo. A proposito di rispetto e di cucine calde dalle quali uscire. Ti spiego brevemente. I miei suoceri sono prevenuti nei miei confronti: il terrone ha sposato la settentrionale. In questi anni ho avuto un approccio umile ed ho sempre cercato di evitare gli scontri. Questo non è rispetto ma pura ipocrisia. Ho cercato di rendermi migliore nel senso che loro preferisconon le persone che parlano poco. Beh è da anni che cammino su un filo di rasoio pensando di provocare un casino per ogni parola detta. Da qui il mio silenzio dovuto soltanto alla paura di allontanarmi da mia moglie che è molto legata giustamente alla sua famiglia. Questa condizione mi ha generato molto stress che è culminato appunto in una profonda crisi di coppia e di famiglia. Sarebbe meglio uscire da una cucina troppo calda per me?
Se rinunci a te stesso di getti l’acqua bollente addosso 😀
Quel che penseranno i tuoi suoceri non dipende da te.
puoi fare tutto “alla perfezione” per anni, al primo “errore” ti condanneranno.
E tu penserai “Che l’ho fatto a fare?!”.
O ti accettano come sei, o non ti accettano affatto. Ipocrisia, come hai scritto tu.
Io ti consiglierei di essere te stesso.
Volendo farla bene, parlerei con tua moglie prima chiarendo tutto, lo stress, il sentirti sul rasoio, come tu vivi la situazione e dicendole che da oggi sarai te stesso, rispetto vero, ma autenticità.
E poi dire la stessa cosa a loro, scusandoti per non essere stato autentico e spiegando perché ti sei adeguato.
Ovviamente non siamo in un film e non è detto che la sincerità sia ben accetta.
Ma questo è indispensabile per ritrovare serenità e scoprire che magari la cucina, se apri una finestra, non è poi così calda 😉
Siamo su un terreno un po’ scivoloso. Si può capire il discorso delle pretese, nel senso che, meno ne hai e più sei libero a livello emotivo. Ma come la mettiamo con chi ti tratta male gratuitamente, senza una giustificazione, e ti crea insicurezze anche dove non ne hai, chi ti sfrutta sul lavoro, chi ti tratta da inferiore anche se ti sei sempre stato gentile ? Scusami ma a mio parere rispettare chi non ti rispetta alla lunga è frustrante, e nella vita occorre fare una selezione, perché in giro non c’è solo gente buona, e per quanto ci sforziamo di non farci toccare dalla bruttezza di certi atteggiamenti, l’uomo resta comunque un animale sociale e deve fare i conti con tutto quello che ne deriva… Se io voglio essere sicura che un personaggio del genere non abbia più potere su di me, lo devo tagliare fuori, e non continuare a rispettarlo. Almeno questo è il mio parere.
In realtà tu così gli dia un enorme potere: stai male se lo incontri, se ne parlano, se ci pensi.
Lo tagli fuori, ma lui ha il potere di suscitare in te emozioni negative e tu ne resti controllata, condizionata.
Se rispetti chi ti rispetta, tu sei schiava. Chi decide se rispetti, tu o l’altro in base a come agisce?
Rispetti perché l’altro si comporta bene o rispetti perché tu sei una persona rispettosa?
Inoltre la più grande illusione è che devi essere dura per difenderti. Niente di più falso.
Nell’aggressività, nella durezza, c’è solo paura e fragilità. Leggi questa pagina 😉
Amo solo chi mi ama e mi vuol bene davvero.
Tutti gli altri sono solo un panorama del quale posso fare a meno. Lo vedo solo quando lo incrocio. Dico “buongiorno” e “buonasera”.
Invece di pretendere, come ho fatto per anni, che gli altri, le persone cattive e stupide, mi rispettino per come farebbero le persone perbene, adesso sono io a mettere dei limiti, dei paletti, che sembrano dire “ok, io non ti piaccio e parli male di me alle mie spalle. Ma non rompermi gli zebedei quando mi incontri”. Niente sorrisi o frasi di circostanza. Niente ipocrisia. Solo “buongiorno e buonasera” da persona educata quale sono e che direi anche a un cane randagio.
Questo significa che sono gli altri a controllare la tua vita: se ti amano, sei amorevole, se non ti amano sei dura e indifferente.
Chi decide chi sei: tu o loro?
Ciao Giacomo, adoro ricevere le tue news letter, e molto di quanto dici una volta applicato è in grado di renderti felice, nel caso però della mancanza di rispetto, anche io, come la ragazza qui sopra, sono dell’idea che certe persone debbano essere evitate quando non riescono a capire i limiti anche quando gli viene ripetuto. tu mi dirai che non posso pretendere il rispetto, ma se questa persona di natura ha questo modo di comportarsi da essere superiore,scusa ma lo devo evitare e basta,se goni giorno ha un nuovo difetto da dirti diventa difficile, ora purtroppo sono arrivato a dirglielo con una certa forza,la rottura era la strada da seguire
Io penso che stare in una situazione dannosa sia poco saggio.
Se non resisti al calore, dice un proverbio, esci dalla cucina.
Però mi chiedo: per quale motivo devo lasciare a quel che dicono gli altri il potere di ferirmi?
Oggi hai trovato questa persona,domani magari saranno altre.
Se ogni giorno tira fuori un difetto, invece di starci male dovresti imparare a non subire critiche e giudizi.
Esci dalla cucina se adesso stai male, ma diventa forte per poter stare dove preferisci. Altrimenti saranno gli altri a scegliere per te…