Oggi voglio spiegarti come raggiungere la felicità.
Per farlo ho pensato di tirare fuori un’antica storia che narra di come un giovane alla ricerca della felicità si mise in viaggio per scoprire quale strada lo avrebbe condotto al suo obiettivo.
Anche se è un racconto, prendilo molto sul serio, perché i segreti che imparerà il protagonista di questa storia sono esattamente gli stessi che ti permetteranno di cambiare la tua vita.
Partiamo con la storia, non perdiamo altro tempo, la felicità ci attende. E se invece di leggerla, vuoi guardarla, ecco il video.
Come raggiungere la felicità: i due fianchi del monte
In un villaggio viveva un giovane che sin da bambino aveva un solo desiderio: raggiungere la felicità.
Quando era piccolo pensava che la felicità fosse una città, ma capì presto che non era proprio così che stavano le cose.
Sapeva che la felicità era uno stato interiore, ma sembrava che in nessun modo fosse capace di raggiungerlo, così si mise in viaggio realmente in cerca di consigli.
Dopo mesi di cammino, nelle capanne di un villaggio ai piedi di un grande monte, incontrò un anziano che gli rivelò di conoscere la strada per raggiungere la meta che desiderava così tanto.
“Me la mostrerai?” chiese il giovane speranzoso ma anche prudente, chiunque avrebbe potuto trarlo in inganno. “A una condizione” disse l’anziano.
Voleva che il giovane lo scortasse fino alla sua casetta, piccola capanna in cima a quel monte. La ragione era che fosse anziano e affaticato e aveva bisogno di un giovane forte che lo aiutasse.
Il giovane si prese una notte di tempo, chiese consiglio in giro e una volta sicuro che l’uomo fosse affidabile, accettò volentieri, pensando che finalmente avrebbe trovato ciò che cercava.
La mattina dopo, molto presto, prima che il sole sorgesse, si incamminarono.
Dopo alcune ore di viaggio raggiunsero un accampamento di mercanti, che commerciavano in seta.
L’anziano invitò il ragazzo a fermarsi con loro qualche ora e dopo averne discusso a lungo un mercante gli offrì di portare delle merci a un suo cliente che avrebbero trovato sulla strada.
L’anziano non si oppose, il giovane prese merce e denaro e completò l’incarico.
Non aveva avuto mai così tanti soldi e quando il cliente ne offrì ancora di più per un’altra consegna, con l’assenso dell’anziano, il giovane riprese il viaggio e completò anche questo incarico.
I due restarono all’accampamento sei mesi e ogni giorno il giovane viaggiava e consegnava merci nei paesi vicini, diventando sempre più ricco.
Una sera, di rientro stanco da un faticoso viaggio, trovò la casa tutta sporca e in disordine, così perse la pazienza imprecando contro la donna che si occupava della pulizie.
Ma lei non c’era da nessuna parte. Trovato l’anziano, il giovane gli chiese, visibilmente arrabbiato, dove fosse la donna.
“L’ho licenziata due giorni fa” rispose pacatamente, mentre il ragazzo stava davvero per perdere la pazienza.
“Sono stanco del viaggio, guadagno quanto basta per vivere da ricchi e tu la licenzi? Che ti salta in mente!” disse alzando la voce, per la prima volta, conto l’uomo.
L’anziano sorrise e gli mostrò uno specchio.
Il giovane vide il suo volto stanco e affaticato, rosso di rabbia, gli occhi accesi come carboni.
In quel momento si mise le mani sul viso e si accasciò a terra.
Avrebbe voluto scusarsi con l’uomo, ma non ne ebbe modo. L’anziano gli disse che l’indomani avrebbero ripreso il loro viaggio, la casa era ancora lontana.
E così fu.
Dopo qualche settimana di cammino giunsero a un nuovo villaggio.
Delle ricchezze possedute non facevano parola con nessuno, ma il ragazzo si concedeva ogni comodità e una sera incontro una ragazza dagli occhi neri come mai li aveva veduti e se ne innamorò.
Vivevano come marito e moglie nella casa che aveva comprato, l’anziano non disse nulla.
I mesi passavano e lei rimase incinta, diede alla luce una bambina e trascorsero quattro anni prima di una notte che cambiò il corso degli eventi.
Era l’ennesimo litigio tra i due giovani, e la bambina pianse sentendo le loro urla. A lei non stavano bene certi suoi comportamenti, mentre lui riteneva che lei accettasse le attenzioni di giovani troppo presuntuosi.
Da mesi discutevano spesso, e tante volte lei finiva la serata piangendo sotto la luna, mentre lui restava arrabbiato sul divano a far sbollire la rabbia.
Quella notte, però, dopo che la giovane aveva lasciato la loro casa per respirare aria fresca, l’anziano porse lo specchio al giovane e si vide esattamente come qualche anno prima: stanco e provato.
Come se fosse tornato indietro nel tempo, si accasciò sul pavimento e pianse.
La mattina dopo il giovane salutò la donna e la figlia, tra le loro lacrime, e riprese il viaggio con l’anziano verso la sua casa in cima alla montagna.
Camminarono per un mese e lentamente il giovane riprese energia, lasciando i ricordi della donna per il ritorno.
Durante una notte in cui erano accampati, però, furono svegliati da rumori molesti e si ritrovarono circondati da un gruppo di briganti.
Li bastonarono e preso loro tutte le ricchezze che il giovane aveva accumulato per anni, gli oggetti, le stoffe e l’asino con cui stavano salendo verso la cima del monte.
Il sole dell’alba sveglio i due malcapitati. Il giovane rimase in silenzio tutto il giorno seduto contro la parete di roccia del sentiero a piangere e lamentarsi.
L’anziano dormì.
La mattina seguente svegliò di buon ora il ragazzo e lo costrinse a seguirlo fino a una pozzanghera per lavarsi il viso, e lo fece specchiare.
Il giovane vide un volto stanco, cupo e afflitto, e pianse nuovamente, accasciato per terra. Così ripresero il viaggio nel mutismo totale.
Mentre salivano, il giovane non resistette più: “Non dovevi mostrarmi la strada per raggiungere la felicità?” chiese sarcastico al vecchio.
Questi proseguiva in silenzio.
Passarono alcuni mesi e finalmente i due arrivarono alla capanna dell’anziano: quattro mura di legno, cadenti e poco o niente al suo interno.
Il giovane sorrise amaro, pensando che il viaggio era stata una perdita di tempo.
Ma la mattina seguente, invece di tornare a valle come desiderava, si trovò costretto a restare in cima alla montagna bloccato dal sopraggiungere dell’inverno, della neve.
Tutto attorno alla capanna era coperto da metri di neve e impossibile era scendere a valle. Erano lì, isolati.
“Quando resteremo bloccati?” chiese innervosito al vecchio. “L’inverno durerà diversi mesi, solo in primavera sarà possibile scendere, se mi aiuti, cerchiamo subito da mangiare!”.
Per mesi il giovane procurava la legna nel bosco vicino la capanna, andava a prendere nella neve, scalzo, acqua a una sorgente vicina. Raccoglieva bacche e cacciava come poteva qualche animale.
All’inizio sembra tutto così folle, ma nonostante l’assenza totale di comodità, il buon umore costante dell’anziano calmò il giovane che iniziava ad abituarsi a quella vita.
Un giorno cadde da un albero nel tentativo di proteggere un nido di uccellini rimasti senza madre. Li portò dentro casa e divise con loro il cibo.
La mattina, ogni giorno, si alzava all’alba e ammirava lo spettacolo dei raggi del sole che si infrangevano sulla neve creando mille arcobaleni.
Persino la pioggia che filtrava dal tetto malconcio era diventata usuale e costituiva una buona alternativa al lungo cammino fino alla sorgente, specie nelle mattine in cui la neve era maggiore.
Una sera vide lo specchio dell’anziano, non lo aveva mai notato e pensava che lo avessero preso i briganti tanti mesi fa, si avvicinò e si specchiò.
Il suo sguardo era sereno, tranquillo, gli occhi vivi e rilassati.
Da mesi viveva una vita senza comodità, soldi, con poco cibo e in totale isolamento. Eppure per la prima volta non pianse guardandosi, ma rise di gioia.
“Per raggiungere la felicità” lo sorprese l’anziano spaventandolo, “dovevi arrivare fino in cima al mondo, a quanto pare”, concluse sorridendo.
“Hai avuto molto denaro, considerato indispensabile da tutti, ma non eri felice” continuò l’anziano osservando il giovane.
“Poi hai avuto l’amore di una donna e la gioia di una bambina, ma eri troppo occupato a pretendere che ti amassero come volevi tu.
Hai perso ogni ricchezza, sofferto la fame e il freddo, e solo quando hai capito che il sole crea arcobaleni meravigliosi nella neve in cima a una montagna solitaria, ha scoperto come raggiungere la felicità!”.
Il giovane sorrise, e chiese: “Devo restare?”. “Oh no” si affrettò a rispondere l’anziano.
“Non devi chiedere.
In una capanna come la mia, in un posto inospitale, non ti aspetti nulla e se vedi il sole, un panorama o un nido di uccellini, accogli questo con gioia.
E poi devi amare: hai quasi rotto una gamba per salvare un nido, lo avresti fatto qualche anno fa mentre correvi come un matto a consegnare stoffe tutto preso ad ammassare denaro?”.
Il giovane sorrise.
“Quella donna ti ama, ma tu la ami?
O le chiedi di amarti, pretendi che ti soddisfi e che cambi per te?”
Il giovane restò in silenzio.
“Dalle ciò che hai dato a quel nido: tutto senza aspettarti nulla. O avevi pretese che gli uccellini che hai cresciuto tornassero da te quando hanno imparato a volare?”.
Il giovane era colpito.
“Non di certo” replicò, “sapevo che sarebbero voltati via, non volevo altro che fossero felici, tutto qui”.
“Ecco il segreto per raggiungere la felicità” concluse l’uomo accompagnando il giovane alla finestra e mostrando sgombro dalla neve il sentiero che conduceva a valle.
“Non pretendere nulla da nessuno, accogli quel che la vita ti offre, che siano le bastonate di un brigante, il sole o l’amore di una donna.
E poi ama, come hai amato quel nido, senza aspettarti che chi ami voli per te, ma faccia la sua strada e sia felice”.
Il giovane sorrise mentre salutava l’anziano, e una lacrima scese sul suo volto.
La asciugò veloce ma l’uomo aggiunse: “Piangere di gioia, ecco un buon motivo per innaffiare d’amore la terra sotto i tuoi piedi”.
Sorrise e congedò il giovane che riprese il sentiero.
Non doveva più raggiungere la felicità, aveva capito bene da piccolo: non è un lungo ma sta dentro di noi, e ora aveva capito che non dipende da niente, se non da lui.
Accetta tutto con gioia, si sentiva risuonare nella mente, e ama senza chiedere che chi ami voli per te.
Ora sai come raggiungere la felicità.
Se vuoi ti metto in contatto con l’anziano e ti faccio andare a trovarlo qualche mese nella sua sontuosa capanna, una mano gli farà sempre comodo 😉
Ma se hai capito il messaggio vedrai che non c’è bisogno di andare in capo al mondo per trovare qualcosa che puoi far nascere da dentro di te.
ciao, ho letto la pagina e penso che il mio obbiettivo e l’obbiettivo finale del ragazzo siano abbastanza simili: lui vuole raggiungere la felicità e scopre che la si può avere dove e quando si vuole, bisogna solo accettare tutto con gioia e amare senza chiedere che chi ami voli per te. ed è molto importante allora apprezzare le piccole cose come i cartoni quindi voglio raggiungere la felicità con poco cioè con i semplici cartoni anzi tutte le cose che piacciono ai bambini perché loro sono l’esempio perfetto, certo non voglio essere un bambino ma voglio che mi piaccia quel che a loro piace.
Impara a gradire e amare tutto.
Non solo i cartoni: più ti fissi, più ti allontani dal tuo obiettivo 🙂
cioè devo apprezzare le piccole cose per farmeli piacere?
No, devi disinteressarti dei cartoni e apprezzare tutto.
Più ti fissi sui cartoni, peggio è 🙂
in che senso peggio è? e comunque io voglio apprezzare tutto ma soprattutto i cartoni.
Che più ti fissi, meno riesci a viveri bene 🙂
E perchè? Ma quindi è possibile farmeli piacere?
Inutile.
Tu vuoi farteli piacere per essere felice.
Ma che ti piacciano non ti renderà felice, per questo è inutile.
Impara a godere di tutto, che ti piaccia tutto, facendolo con entusiasmo, e vedrai che anche i cartoni torneranno a essere una cosa piacevole 🙂
quindi è possibile farmi solo piacere i cartoni?
Tutto è possibile.
Ma non è la strada che seguo, quindi non riesco ad aiutarti 🙂
capito grazie, ma ci sono dei consigli che potresti darmi in merito anche se lo ritieni una strada sbagliata?
No 🙂
va bene, grazie comunque, ciao.
Ciao Giacomo,ma io ancora non riesco a capire una cosa…e cioè praticamente mi stai dicendo che dovrei stare tutta la vita a continuare ad amare (per esempio)mio marito anche se lui non mi ama?(ma che nel frattempo neanche mi lascia,xché si é adagiato in questa situazione x me assurda e parecchio frustrante e di grande sofferenza)Quindi dovrei accettare un amore a senso unico,xche da quanto dici,dobbiamo amare senza aspettarci nulla in cambio! É una colpa se desidero di essere contraccambiata d’amore?Io ad esempio vorrei un figlio e purtroppo a causa della mia malattia ginecologica e un po x l’età che ho non ho piú molto tempo x provare a farlo(me lo hanno detto un sacco di volte anche i medici che mi devo dare una mossa prima che divento sterile al 100%)e in piú il problema piú grosso (come se non bastasse)c’è anche il problema che con lui non posso piú sperare di provare a rifarlo questo bambino/a (purtroppo un anno e mezzo fa rimasi incinta e persi la gravidanza a causa della mia malattia) visto che mi ha dimostrato e mi sta dimostrando che di me non gli e ne frega niente! Io posso anche amarlo incodizionatamente ma in questo caso o per lo meno nei rapporti amorosi,é giusto amare senza aspettarsi in cambio di essere amata? e quindi DI CONSEGUENZA aspettarsi anche di rinunciare a un figlio e non a una bicicletta solo xché dobbiamo amare “senza aspettarci in cambio nulla” Oppure questo vale solo per altri tipi di rapporti? NON quelli amorosi?! Per favore mi può spiegare meglio?! Grazie! A presto appena mi riprenderò anche economicamente comprerò il tuo libro,é un periodo un pochino difficile per me!?
L’amore è incondizionato, sempre.
O in un rapporto così stretto vuoi dare il peggio? 😀
Ma se lui non ti ama, che coppia siete? Se non ci si ama reciprocamente, che coppia è? Non è.
Amare non si discute, ma per essere una coppia dovreste condividere questa idea 😉
Io Avrei una semplice domanda, ma chi sei tu per sciorinare tutti questi consigli/lezioni di vita? Sei forse un guru? Un illuminato? Un templare? Chi sei l’ultimo dei Moicani? ….ma fammi il piacere!
Ciao Giovanni,
io sono Giacomo e scrivo quel che penso, sento e vivo.
Nessuno ti obbliga a leggere 😉
Storia interessante e molto poetica, tanti spunti di riflessione, ma esiste davvero l’amore incondizionato? e la felicità non andrebbe condivisa con tutti allegramente? E allora perché ad alcune persone da fastidio che io sia felice? La mia vita non è affatto facile, ma sorrido sempre e creo felicità intorno a me. Nonostante ciò ci sono persone che non solo non apprezzano il mio atteggiamento ma fanno il possibile perché io perda il sorriso e il buon umore. Gelosia ? Paura ? Invidia? Di cosa e per cosa? Di chi per quale motivo? Essere felici ed infondere felicità non basta per rendere chi ci sta attorno felici. Ci si deve arrivare da soli secondo i propri tempi e spaz ? . Ma la persona felice che vive accanto la persona infelice che cosa può fare per aiutarla? Niente? Bisogna imparare a fare niente? C’è un corso su come imparare a fare “Niente”? Grazie comunque per i tuoi racconti, volente o nolente, sono sempre curioso di leggerli e di farmi delle domande.
Così come tu crei la tua felicità, ognuno crea la sua.
Se bastasse che tu sia felice per rendere felici gli altri, il mondo sarebbe già molto diverso 😀
Condividerla e dare amore è il massimo. L’amore incondizionato non è un’entità, è qualcosa che fai, esiste se lo doni.
La gente ha paura, una tremenda paura. Leggi questa pagina e poi questa 🙂
E’ bellissima questa, storia, davvero, mi ha toccato. Ma comunque mi chiedo come si faccia ad accettare tutto quello che la vita ci propone, specialmente le delusioni e le aspettative disilluse. Amare incondizionatamente penso sia la cosa più bella che possa capitare nella vita di un uomo… allo stesso tempo la vedo come un qualcosa per me di irraggiungibile perchè io mi aspetto sempre di ricevere dalle persone, a quel punto se quello che mi arriva è abbastanza secondo i miei schemi mentali ricambierò. Ma ho ricevuto diverse delusioni dalle persone negli anni e ora sento come di non volermi legare a nessuno, sento solo di voler imparare ad amare in questo modo per poter poi eventualmente essere riamata a mia volta.
Ciao Debora,
è possibile se impari a costruire dentro di te la felicità.
Il primo passo è l’indipendenza emotiva: leggi questa pagina. E so che è difficile, per cui se vuoi possiamo farlo insieme 🙂