Oggi ti spiego come trovare lavoro: farai quello che ti piace lavorando per chi preferisci. Ti propongo un modo per ottenere un colloquio di lavoro per ogni domanda che farai:
- Ecco tutte le bugie sul mondo del lavoro.
- Come trovare lavoro in poche settimane (metodo pratico).
- Perché dovrebbero scegliere proprio te.
- E se non funziona? Nessun problema, ho il piano di riserva!
Ti interessa?
Non temere, non devi spendere un solo centesimo per mettere in pratica i miei consigli.
E nel sito ti spiego, sempre gratis, anche come fare un curriculum, come scrivere una lettera di presentazione, come affrontare un colloquio di lavoro.
Non sarebbe perfetto trovare subito un lavoro, magari entro qualche settimana? E farti pagare per qualcosa che ami fare? E allora non perdiamo altro tempo: iniziamo subito!
Tutte le bugie sul mondo del lavoro
Ti hanno detto che è difficilissimo trovare lavoro, che c’è la crisi, che le aziende non assumono, che è un disastro.
Ogni giorno i telegiornali ci ricordano la situazione drammatica e l’ISTAT ci tiene aggiornati (che carini!) regolarmente su quante persone non lavorino.
Ci sono però alcune cose che non sai, ma che dovresti capire prima di cercare un lavoro.
Per prima cosa la crisi c’è, è reale, ma non è vero che le aziende non assumono.
Forse i posti che vengono persi sono a volte superiori a quelli ottenuti, ma l’aumento della disoccupazione non significa che non c’è lavoro.
Significa che non ci sono tante offerte quanti sono coloro che chiedono un posto.
La cosa è differente.
Se il tuo problema è debellare la disoccupazione, allora è un discorso.
Ma se vuoi un posto di lavoro, considerando che sono migliaia quelli che ogni anno ne trovano uno, tutto cambia.
Detto chiaramente, ci sono decine di migliaia di opportunità ogni anno, solo in Italia, per trovare lavoro.
Non bastano per tutti, è vero, ma sono più che sufficienti per te.
Detto questo, se navighi in rete, ti rendi conto di quante offerte ci siano.
Ho scoperto alcuni siti, se fai una ricerca su Google per scoprire chi assume in Italia, che elencano le aziende che cercano collaboratori.
Ci sono anche tantissimi motori di ricerca, come jobble.it o infojobs.it, dedicati al lavoro, in cui scoprire offerte e annunci.
Vero, a volte sono aziende che propongono lavori a tempo determinato o con retribuzioni legate ai risultati, magari nel settore della vendita diretta, quella porta a porta per capirci.
Però siamo onesti: un conto è dire che non ti piace cosa offre il mercato, altro è affermare che non c’è niente da fare.
La crisi c’è, ma le possibilità anche.
Ti consiglio di leggere una guida in cui ti spiego come essere ottimista e pensare positivo.
Non per illuderti che tutto vada bene, ma per non perdere di vista le occasioni che ci sono e che se vedi tutto nero ti perdi.
Realismo, quindi, non ingenuità. Leggila e capirai.
Ma la cosa più importante devo ancora mostrartela.
Il vero problema non è infatti la crisi, ma non sapere come trovare lavoro, ossia non sapere rispondere ad alcune domande fondamentali.
Ecco le domande:
- Perché un’azienda dovrebbe assumere te e non un altro che ha esperienza, formazione e caratteristiche simili alle tue?
- Se ti assumo, pagandoti 1000 euro al mese, saprai farmene guadagnare di più?
- In che modo quello che ami, le tue passioni, potrebbero rendere migliore la vita degli altri?
- Per quale ragione io dovrei pagarti per fare quello che ti piace?
- Sai tradurre tutto questo in azioni, obiettivi, soluzioni reali che potresti attuare subito? E sapresti come farlo davvero, non solo a parole?
Se hai una risposta a tutte queste domande, non avrai mai più problemi di lavoro.
Se all’ultima domanda sai dare risposte concrete e non semplicemente concetti, teorie e chiacchiere, allora non avrai mai più problemi di lavoro.
Tu mi daresti 100 euro se poi te ne restituisco 20?
Penso proprio di no.
Perché un’azienda a cui costi 100 dovrebbe assumerti se poi ne ricava di meno?
Ricorda che un’azienda non paga solo lo stipendio che vedi in busta paga a fine mese, ma ha costi, contributi, imposte.
Oltre alla crisi considera che un’azienda non ha motivo di assumerti se gli costi più di quanto produci.
Che senso avrebbe?
Se vende di meno, non ha motivo per assumerti.
Mi daresti 100 euro se poi te ne restituisco 200?
Stavolta penso proprio di sì!
Ricorda questo: la crisi non conta.
Se tu costi 100 e produci 200, chiunque vorrà averti al suo servizio.
Pensi che un’azienda, perché c’è la crisi, non vorrebbe guadagnare se tu produci più di quanto costi?
Se tu sai fare ottenere a chi deve pagarti più di quanto costi, avrai sempre la fila fuori dalla porta e invece di elemosinare un lavoro, potrai scegliere cosa fare e dove.
Semplificando ti faccio un esempio banale.
Un’azienda assume Teresa per vendere le scarpe.
Ogni mese le paga 1000 euro di stipendio e Teresa vende 1000 scarpe.
Poi però assume anche Giorgia, sempre per vendere le scarpe.
Anche Giorgia è pagata 1000 euro al mese, ma di scarpe, lei, ne vende 1500.
È più brava, sa comunicare meglio, è più portata.
Conta poco, vende di più, allo stesso costo per l’azienda.
Se un giorno l’azienda non avesse abbastanza soldi per pagare sia Teresa che Giorgia, secondo te, chi lascia a casa?
Indovinato 😉
Ma ipotizziamo che Giorgia vada in azienda a chiedere di lavorare e le dicano che non c’è posto.
C’è la crisi e non possono spendere altri 1000 euro.
Ci sta, è normale oggi, giusto?
Allora lei che fa: propone di farla provare per una settimana gratis, perché dimostrerà che sa far guadagnare più di quanto costerebbe.
L’azienda le concede una prova e si rende conto che, effettivamente, per ogni 1000 euro che le pagano, lei ne fa incassare 5000.
Non pensi che la assumeranno visto che questo fa guadagnare all’azienda 4000 euro in più del normale?
E considera che quei 5000 euro non entrano perché c’è una ragazza in negozio, entrano solo se c’è Giorgia in negozio.
Come vedi è molto differente.
Ecco come trovare lavoro: imparando a essere una risorsa.
Invece cosa fanno tutti i quanti?
Inviano centinaia di curriculum sperando che qualcuno li assuma.
Se tu continui a chiedere uno stipendio senza essere capace di fare la differenza, di creare ricchezza, avrai sempre grosse difficoltà a trovare lavoro.
Inoltre considera che non conta se un’azienda assume oppure no.
Se tu vai da loro, gli chiedi 20 euro e gli dai una banconota da 100 in cambio, stai sicuro, o sicura, che non ti manderanno via!
In questa guida ti spiego come trovare lavoro, cioè come ottenere un colloquio per ogni curriculum che invii.
Scoprirai come farti assumere e pagare per fare le cose che ti piacciono, e sceglierai tu dove lavorare.
Nessuno fa quello che ti suggerirò, per cui sarai anche unico, o unica, emergerai dalla massa, ti farai notare.
Torniamo a noi, perché se seguirai i miei consigli e imparerai a fare la differenza ovunque lavori, puoi dimenticarti le statistiche dell’ISTAT e fregartene delle leggi sul mercato del lavoro che vengono discusse in parlamento.
Non perdiamo altro tempo, adesso che sai di non dover aspettare che qualcuno risolva il problema per te
Come trovare lavoro in poche settimane (se ti impegni davvero!)
Come ti dicevo, non devi inviare diecimila curricula per trovare lavoro.
Potrebbero bastarne due o tre.
Assurdo?
Leggi con attenzione tutti i passaggi che seguono, perché ti svelo il segreto per trovare subito lavoro, per trovare quello che ami, e per riuscirci in poco tempo.
Ovviamente tutto dipende da te.
1. Cercare lavoro: iniziamo dalla tua passione
Su questo non ci sono alternative: devi coltivare le tue passioni.
Se cerchi un lavoro tanto per farne uno, per avere uno stipendio a fine mese, non ci siamo.
Vuoi delle buone ragioni? Eccole qua:
- Il metodo che sto per mostrarti non è un trucco, ma un processo che richiede impegno e lavoro, e riuscirai a realizzarlo solo se lavori sulle tue passioni.
- Che lavorare sia necessario è chiaro a tutti, ma potendo scegliere, perché non fare qualcosa che ami e ti piace, invece di un lavoro che non sopporti?
- Devi diventare una ricchezza, e per riuscirci l’entusiasmo e l’impegno sono fondamentali, ma li avrai solo se fai qualcosa che ami, altrimenti non riuscirai mai a eccellere.
- Come riuscirai a creare ricchezza? Ricorda che l’obiettivo è far guadagnare più di quanto costi. Se fai qualcosa che ami avrai competenza, conoscerai bene quello che fai e potrai davvero diventare una risorsa.
Il nocciolo della questione è che per emergere, per dare di più degli altri, devi saper fare bene il tuo lavoro.
Le tue passioni sono qualcosa che ami.
Questo vuol dire che ne sei esperto, o esperta, gli hai dedicato finora molto spazio della tua vita, le conosci bene, ti piace impiegare in questo modo il tuo tempo.
Una passione ti permette di tirare fuori creatività, ti entusiasma, ti mette voglia di fare.
Quante volte hai pensato che sarebbe stato magnifico poter vivere facendo quello che ti piace realmente?
Perché rilegare le cose che ami ai ritagli di tempo, ai fine settimana o alla pensione?
Perché non farne il motore della tua vita?
Il motivo è uno solo: non pensi che sia possibile, e ti arrendi.
Ora ti spiego come si fa, ma prima devi avere chiaro cosa vuoi fare, qual è la tua vera passione.
Per aiutarti ho creato una guida che ti spiega come trovare la tua strada, e devi leggerla subito, prima di proseguire con questa.
I prossimi passi, infatti, saranno possibili solo se hai individuato la passione giusta.
Ho proposto questo approccio a molte persone e solo chi aveva una passione ha saputo metterlo in pratica.
Se non ragioni in questo modo, dopo qualche giorno molli, ammesso che tu ci provi davvero a seguire le mie indicazioni.
Il bello è che se farai come ti dico, posso garantirti che troverai lavoro velocemente.
Individua la tua passione, quindi proseguiamo e scopri cosa fare nei prossimi giorni.
2. Come cercare lavoro scegliendo tu per chi vuoi lavorare
La cosa più bella dell’approccio che uso, è che sei tu a scegliere, invece di sperare che qualcuno ti chiami.
Per questo il punto di partenza è identificare la tua passione e capire esattamente cosa vuoi fare.
A questo punto devi selezionare le aziende per cui ti piacerebbe lavorare.
Non ha importanza se sono aziende grandi, internazionali, o piccole attività locali nella zona dove vivi.
Pensa a tutte le aziende che potrebbero darti la possibilità di fare il lavoro che desideri.
E non considerare se accettino candidature spontanee oppure no.
Non è un problema che ci riguarda 😉
Inoltre non porti limiti legati alle competenze o ai titoli che richiedono.
Sono cose che vedremo in un secondo momento.
Per prima cosa, considerando anche l’estero se ti piacerebbe spostarti (con o senza conoscere adesso la lingua!), scegli tutte le aziende che ti ispirano.
Non essere troppo selettivo, o selettiva.
Ecco qualche suggerimento per costruirti questo elenco:
- Cerca su Google in base al lavoro che puoi fare.
- Usa forum di settore, per confrontarti con altre persone e chiedere consigli o scoprire i suggerimenti che ci sono già disponibili.
- Usa la tua rete (se ne hai una) di contatti su LinkedIn. Puoi anche contattare persone che non consci e chiedere suggerimenti e consigli.
- Parla con amici, parenti, colleghi di amici o tuoi (se vuoi cambiare lavoro e uno lo hai già) e chiedi consiglio a loro.
- Vai in un centro per l’impiego, o di orientamento professionale, e chiedi informazioni sulle aziende presenti.
- Vai sui siti di società che ti piacciono e scopri dove sono le loro sedi.
- Leggi i giornali che presentano annunci di lavoro (o anche siti online) e scopri le aziende che li propongo e ti potrebbero interessare. Per ora fregatene dell’annuncio in sé.
- Vai al tuo comune e chiedi di darti un elenco delle aziende che si trovano nel suo territorio.
Sono solo alcune idee.
Per prima cosa stila questo elenco, includendo solo aziende che ti potrebbero interessare, legate al tuo settore, alla tua passione.
Dopo aver fatto questo, devi scremare e selezionare solo le migliori.
Io ti consiglio di scegliere le 3 con cui vorresti davvero lavorare.
Non basarti sul fatto che cerchino personale, magari in linea con il tuo profilo.
Scegli piuttosto quelle per cui davvero ti piacerebbe lavorare, per il loro stile, le loro politiche, l’immagine che portano avanti.
Immaginati che due delle aziende che hai scelto ti proponessero lo stesso contratto: quale sceglieresti?
Non solo, identifica con precisione i motivi per cui faresti questa scelta.
Questo lavoro ci servirà anche per scrivere la lettera di presentazione.
Ovviamente devi scrivere l’elenco di aziende e devi scrivere anche, per le tre che selezioni, i motivi per cui lavoreresti con loro.
Sinceramente, non in modo ruffiano per farti ben volere.
Immagina di parlare con un carissimo amico che ti chiede perché ti piace quell’azienda.
Spiegalo a lui, scrivilo, così lo spieghi soprattutto a te.
Appena hai i tre nomi, le aziende fortunate che avranno la possibilità di assumerti, siamo pronti per passare alla prossima fase.
3. Voglio lavorare: allora diventa un risorsa e scopri come puoi fare la differenza
Quello che devi fare è raccogliere quante più informazioni puoi su queste aziende.
Di solito le persone chiedono un lavoro e non gli importa nulla, o quasi, di chi dovrebbe pagarli.
L’importante è uno stipendio, il resto conta poco.
Ma se tu lavorassi da qualche anno per queste aziende, ragioneresti in questo modo?
Probabilmente no, ecco cosa cambierebbe:
- Conosceresti bene l’azienda e la sua realtà, con tanto di punti di forza e punti deboli.
- Sapresti quali sono i problemi, le cose che non vanno, e probabilmente avresti una tua idea di come si dovrebbero risolvere.
- Avresti tutto l’interesse a risolverli, a far guadagnare di più l’azienda, perché se incassa di più, con quei soldi, ti paga e se l’azienda è sana, il tuo posto è al sicuro.
- Inoltre faresti di tutto per dare il massimo, perché se lo fai, conservi il tuo lavoro e magari puoi sperare in promozioni e riconoscimenti.
Giusto? Condividi?
Bene, perché dovresti aspettare degli anni per entrare in questa logica?
Chi potrebbe assumerti come farà a scegliere te se gli dimostri quanto vai solo tra 6 mesi?
Non ha senso, lo sai, non ti assumerà nessuno in questo modo.
Puoi fare la differenza? Puoi risolvere i problemi aziendali? Puoi migliorare le cose?
Ottimo, dillo subito!
Esci dalla mentalità del dipendente e comincia a pensarti come un collaboratore.
Ragiona come se quell’azienda fosse già la tua.
La prima cosa da fare è raccogliere le informazioni che avresti normalmente se già lavorassi per questa azienda.
Ecco cosa devi sapere:
- Identifica missione e valori aziendali (anche non averne è molto indicativo).
- Identifica gli obiettivi a lungo termine.
- Identifica il tipo di atteggiamento verso il personale (formazione, opportunità di carriera, tipologie di contratti).
- Identifica i punti di forza dell’azienda.
- Identifica le caratteristiche chiavi dei loro prodotti o servizi (cosa li rende buoni?).
- Analizza il mercato (ha un andamento positivo? Negativo? Per quali ragioni? Le concorrenti come vanno? Quali prospettive ci sono? Cosa lo caratterizza?).
- In cosa i prodotti o servizi dell’azienda non sono buoni?
- Che cosa lascia insoddisfatti i clienti? Per quale ragione?
- In cosa i concorrenti sono migliori?
- Identifica le caratteristiche delle persone che lavorano in azienda: cosa cerca nei propri collaboratori? Quali sono le qualità più considerate? E le competenze principali?
Troppe domande?
Aspetta, non correre.
- Questa è una tua passione e quindi molte di queste domande sono semplici, perché si riferiscono a un mondo che ami e conosci.
- Ora ti spiego dove raccoglierle dati per trovare le risposte.
- Non devi fare una tesi, ma avere risposte chiare e precise e non sarà troppo difficile trovarle.
- Nessuno fa una cosa del genere, quindi avrai un super vantaggio su chiunque altro chieda di lavorare con loro.
- Al colloquio farai un figurone 😉
Ok, ma dove trovare tutte queste informazioni?
Ecco qualche idea:
- Parti dal sito internet dell’azienda (se presente): leggi con attenzione tutte le pagine, anche quelle apparentemente meno importanti.
- Fai una ricerca su internet più ad ampio respiro, cerca commenti di chi è cliente o dipendente, cerca comunicati stampa e, in generale, tutte le informazioni che la rete può offrirti.
- Entra in contatto con il personale dell’azienda, chiedi spiegazioni sul modo di lavorare piuttosto che sui prodotti o servizi che offre, respira il clima interno.
- Entra in contatto con i clienti, individua chi sono e cerca di scoprire cosa li soddisfa e cosa invece li lascia insoddisfatti.
- Cerca informazioni tra amici e conoscenti che sono clienti, chiedi un commento su Facebook o su siti di opinioni, contatta i clienti noti (magari aziende) che possono darti un parere.
- Sii cliente personalmente e verifica prodotti e servizi (questo è obbligatorio!).
- Chiedi opinioni ai concorrenti diretti presenti sul territorio.
- Parla con altre aziende vicine ma non concorrenti o con persone che hanno modo di conoscere chi lavora presso quell’azienda.
- Chiedi informazioni a qualche giornale locale che potrebbe aver trattato dell’azienda.
- Entra in contatto con le istituzioni pubbliche che hanno relazioni e rapporti diretti.
- Prendi informazioni dagli istituti di analisi di mercato e di statistica (ISTAT, ad esempio).
Come sempre sono solo alcune idee.
Ovviamente scegli i canali migliori in base alle aziende che hai selezionato.
Io ti consiglio di provare sempre come cliente quell’azienda, i suoi servizi, i suoi prodotti.
Il tuo obiettivo deve essere di trovare la risposta alle domande che ti ho mostrato prima, soprattutto a queste:
- Quali sono i punti forti dell’azienda? In cosa i loro prodotti o servizi sono migliori degli altri?
- Cosa la rende unica, in cosa è eccellente nel suo modo di lavorare?
- In cosa è nettamente superiore alla concorrenza?
- In cosa i prodotti o servizi dell’azienda non sono buoni?
- Che cosa lascia insoddisfatti i clienti? Per quale ragione?
- In cosa i concorrenti sono migliori?
Una volta che hai tutte queste informazioni e una risposta precisa e chiara a queste 6 domande, possiamo fare davvero la differenza.
4. Voglio un lavoro: perché dovrebbero scegliere proprio te
Siamo arrivati al punto critico, quello più importante.
Hai raccolto tutte queste informazioni, infatti, per dimostrare che sei la persona giusta per l’azienda che hai scelto.
Le ultime 6 domande che ti ho segnalato sono quelle su cui dobbiamo lavorare adesso.
Per prima cosa devi spiegare, in modo concreto, pratico, magari facendo degli esempi, che conosci bene le qualità dell’azienda e che tu saresti perfetto, o perfetta, per loro.
Ecco alcune idee da cui cominciare:
- Ci sono esperienze professionali che ti hanno permesso di imparare a fare quello che a loro serve? Quali sono? Cosa hai imparato davvero e come sarebbe utile alla nuova azienda?
- Quali esperienze di formazione ti hanno permesso di sviluppare conoscenze e capacità che potrebbero tornargli utili? Per quale motivo?
- Pensa alle tue capacità, al tuo talento e spiega come potresti dare una marcia in più al successo dell’azienda, se ti assumesse.
Non devi dire quanto sei bravo, o brava, devi far capire che sei la persona perfetta per loro.
Non in teoria, ma con esempi, idee, consigli concreti che tu realizzeresti, proposte.
Per capirlo meglio prendi in considerazione le ultime tre domande, quelle sui punti deboli dell’azienda a cui ti proponi.
- Come potresti risolvere i loro problemi?
- Cosa faresti per migliorare i prodotti o servizi eliminando i punti deboli?
- In che modo potrebbero diventare migliori della concorrenza?
- Cosa potresti fare tu per realizzare concretamente le tue proposte?
Devi dare soluzioni ai loro problemi.
Prima ti ho suggerito di essere cliente diretto e provare personalmente i servizi e prodotti, ma anche l’ambiente che si respira, l’assistenza, la cortesia.
Dove trovi qualcosa che non va bene, devi spiegare all’azienda come la cambieresti.
Per ogni limite o difetto che individui, proponi soluzioni, alternative, cambiamenti che pensi siano efficaci.
Ricorda che se tu fossi già al lavoro per questa azienda, sarebbe normale dare il tuo contributo.
Ora, invece, lo offri prima ancora che ti paghino, prima di assumerti.
Gli regali, letteralmente, una o più soluzioni pratiche, reali, che gli servono e che tu sai realizzare.
Qui ovviamente viene il bello: non basta dare idee e soluzioni, devi essere in grado di mostrare che tu saresti capace dir realizzarle.
In pratica gli stai dando enormi, ottime ragioni per scegliere proprio te, perché non sei come tutti gli altri: sei unico, o unica.
La cosa più importante che ho imparato è che non devi segnalare dove si trovano i problemi, devi portare subito soluzioni e alternative per affrontarli.
Mi rendo conto che non siamo abituati a lavorare o pensare in questo modo.
Però è un problema nostro.
Tu devi cambiare mentalità, atteggiamento, diventare utile, non essere solamente un costo.
Devi sempre dare più di quanto chiedi, ricordalo, questa è una legge economica che ti farà sempre trovare lavoro.
Se vuoi una mano, in qualsiasi delle fasi vista finora, non hai che da lasciare un commento e ti aiuterò concretamente.
Ogni volta che contatti un’azienda, e ti ricordo che ne hai selezionate solo tre e che per ognuna devi ripetere questo processo, devi inviare un curriculum, la lettera di presentazione e questo dossier.
Dossier?
Sì, un documento, cioè un foglio o due in cui spieghi il tuo progetto, come risolveresti quel problema, che cosa cambieresti per raggiungere risultati migliori.
In sostanza tu non stai chiedendo dei soldi, stai offrendo una soluzione concreta che ne farà guadagnare, in cambio della possibilità di farlo personalmente e aiutarli subito.
Non hai bisogno di esperienza o chissà quali titoli.
Ricorda che stiamo parlando di una passione, è qualcosa che ami e conosci bene.
Devi pensare di essere tu il titolare di quell’azienda, avere il problema e cercare una soluzione.
Riflettici, pensa, poniti nei panni dei clienti e proponi come e cosa migliorare.
Se questo lavoro lo ami davvero, per te sarà semplice.
5. Trova lavoro subito presentando la tua proposta
A questo punto hai tre aziende, tre dossier con dentro soluzioni concrete e i motivi per cui assumerti, e non ci resta che proporci!
Parti sempre dalla prima azienda, quella che preferisci in assoluto.
Devi inviare sempre la lettera, il curriculum e questo dossier.
Se puoi farli avere in forma cartacea, meglio, inviali con una raccomandata indirizzata direttamente alla persona che seleziona il personale.
In questo modo hai la certezza che la leggerà chi deve, e non sarà filtrata da altre persone.
Invia il materiale fisicamente, è meglio, anche se ti dicono di usare solo la forma digitale e non chiedono candidature spontanee.
Se poi sei costretto, o costretta, a scegliere la forma digitale, cerca di trovare l’email specifica e non usare il generico @personale o @risorseumane, per evitare che tutto vada sprecato.
L’ideale è portare la tua domanda di persona.
Chiedi un appuntamento al responsabile, a chi davvero deve decidere se assumerti o meno, e parla con questa persona.
Consegnale il materiale che hai creato, ma instaura un rapporto umano, fatti conoscere, fai domande.
Per questo ti suggerisco subito una guida che ti spiega come comunicare in modo efficace.
Leggila prima di andare a questo incontro o al colloquio, ti sarà molto utile.
Poiché il nostro obiettivo è fare un colloquio per ogni domanda presentata, ecco che non ha senso inviarne decine.
Limitati semplicemente a preparare queste tre proposte e presentarle.
Ho scritto una guida che ti spiega come fare un curriculum.
Leggila, perché ogni domanda che presenti deve avere un curriculum differente, legato il più possibile all’azienda che lo riceve.
Inoltre è fondamentale che scopri come scrivere una lettera di presentazione, dal momento che avrà un ruolo fondamentale.
È ovvio che sia diversa per ogni azienda, e ti servirà per portare l’attenzione sulla tua competenza, sul dossier con le tue soluzioni e su di te.
Ovviamente, ottenendo il colloquio, è importante che tu sappia bene come affrontarne uno nel modo giusto.
Leggiti tutte queste risorse, perché ti daranno gli strumenti per affrontare la tua ricerca di lavoro nel modo migliore.
Ma cosa succede se le aziende non ti assumono nonostante tutto?
Cosa accade se non hai i requisiti che ti servirebbero?
Semplice, entra in azione il piano B!
Se non funziona, ecco il piano di riserva!
Ora sai come trovare lavoro.
Come ti avevo promesso non è così che ti spiegano che devi agire da nessun parte.
Centri per l’impiego, fiere e consulenti non ti dicono di fare molto di più di quello che fanno gli altri.
Ma è proprio questo che segnerà la differenza tra te e loro.
Tu vuoi stancarti poco o trovare un lavoro?
Bene, saggia risposta, per cui segui i miei consigli 😉
Ricorda però che la passione è indispensabile, perché come hai visto il metodo richiede tempo, impegno e serietà.
Cosa succede, dunque, se nessuna delle tre aziende ti assume?
Semplice, passi alle altre, tre per volta, riproponendo sempre lo stesso approccio.
Il meccanismo non cambia, perché se vuoi sfondare devi diventare una risorsa, una ricchezza, e devi dimostrarlo nei fatti, non a parole.
Non ti basta dire quanto sei bravo, o brava, devi fare proposte reali, offrire soluzioni realizzabili subito, e spiegare il tuo ruolo in tutto questo.
Ovviamente potrebbero servirti titoli che non hai, a volte esperienza che ti manca o competenze che devi acquisire.
Cosa fare in questo caso?
Procuratele subito.
Se ti servono titoli e informazioni teoriche, scopri subito chi te le può dare, e rispondi a queste domande:
- Quanto tempo durerà il corso?
- Quanto ti costerà?
- Dove si svolge?
- Ci sono alternative gratuite o patrocinate dallo Stato?
Ovviamente se non è il titolo quello che ti serve, ma la conoscenza, puoi anche puntare su professionisti che le posseggono e imparare da loro, chiedendo un corso privato.
Lo so, non lo fa nessuno, ma perché non tentare?
Sarebbe anche una splendida occasione per creare rapporti umani.
Se a me lo proponesse qualcuno, acconsentirei di certo!
Oggi di formazione se ne trova quanta ne vuoi, ma più hai le idee chiare su cosa ti serve, più facilmente troverai quello di cui hai bisogno.
Tuttavia potrebbe mancarti anche esperienza o competenza pratica.
In questo caso, o anche laddove i corsi che ti servono richiedono qualche anno di tempo, devi trovare subito un lavoro di ripiego.
Non ti sto dicendo di andare a fare qualsiasi cosa, non è la mia logica.
Devi pensare a un lavoro coerente con le tue passioni, che richieda poca competenza e che, magari, ti faccia sviluppare proprio le abilità e le conoscenze che ti servono.
Pensa alla tua passione, individua le competenze che ti mancano o i requisiti che non possiedi ma che le aziende a cui ti vorresti proporre richiedono.
- Dove si usano?
- In quali altri lavori le potresti sviluppare?
Devi identificare un lavoro alternativo, sempre utile al fine di migliorarti per coltivare professionalmente le tue passioni, che sia subito accessibile per te.
Non pensare però solo alle competenze tecniche, considera anche qualcosa di più complesso:
- Capacità di lavorare in gruppo.
- Capacità di parlare in pubblico e comunicare in modo efficace.
- Capacità di leadership.
- Capacità di instaurare e gestire in modo ottimale relazioni personali o pubbliche.
Ricorda che le capacità che ti suggerisco sono spesso più importanti della competenza o della conoscenza tecnica.
Perché sono più difficili da insegnare e sviluppare.
Pensa a lavori, anche differenti, che però ti permettono di migliorare sotto vari punti di vista, per acquisire le conoscenze e competenze che oggi ti mancano.
Questo è il piano B, non buttarti a cercare un lavoro come sempre: mille curricula e nessun colloquio, o quasi.
Anche se non puoi fare subito quello che vorresti, quella tua passione deve restare l’obiettivo e tutto quello che fai deve andare comunque in questa direzione.
In pratica ti stai preparando, non facendo altro.
Per questo ripiega su lavori coerenti, che ti diano le opportunità di migliorare e crescere che ti servono.
Ovviamente, anche in questo caso, usa lo stesso approccio che ti ho mostrato in questa guida.
Ho bisogno di lavorare: conclusioni e ultimi consigli
Ci siamo.
Ora sai davvero come trovare lavoro per fare quello che ami.
Non uno qualsiasi dunque, ma il tuo lavoro.
Segui tutti i passaggi come te li ho presentati.
Facciamo un riassunto?
Ok, eccolo qui:
- Identifica la tua passione, qualcosa che ami profondamente fare.
- Scegli tu dove vorresti lavorare e raccogli informazioni ampie su queste aziende.
- Proponi soluzioni e cambiamenti che facciano migliorare l’azienda a cui ti offri.
- Porta la tua domanda, o inviala possibilità in modo fisico. Sempre compresa di dossier, curriculum e lettera di presentazione.
- Preparati come si deve ai colloqui che dovrai sostenere.
- Tieni pronto un piano di riserva, se non puoi avere subito il miele, prepara la scala per arrivare all’alveare!
Se lo trovi difficile e vuoi una mano, possiamo fare un incontro via Skype in cui stabilire cosa fare nei prossimi giorni per arrivare ad avere il tuo colloquio in qualche settimana.
Con le aziende che dici tu, quelle che preferisci. Leggi questa pagina per fissare un appuntamento ⇒
Voglio concludere questa guida ricordandoti che il problema non è la crisi o il poco lavoro, ma come lo cerchi.
Se dai più di quel che chiedi, ti faranno lavorare senza dubbio.
Impara a far guadagnare più di quanto costi, e non avrai mai più problemi di lavoro.
Se arrivato, o arrivata, a questo punto non ti dispiacerebbe, invece che lavorare per gli altri, metterti in proprio, leggi come inventarti un lavoro, un’altra guida molto pratica che ho scritto per te.
Vorrei infine darti qualche utile consiglio che potrebbe tornarti utile in tutto il processo:
- Non lavorare mai per i soldi. Mai. Lavora per passione, fai sempre qualcosa che sia utile e non faccia del male, anche indirettamente, a qualcuno.
- Non perdere mai l’opportunità di dimostrare quanto vali, anche se gratuitamente. Periodo di prova o tirocini accoglili e sfruttali, dando risposte e soluzioni, non facendo quel poco che ti viene chiesto. Dai sempre di più.
- Non accontentarti mai di quello che fai. Poni domande, chiedi, impara e migliorati ogni giorno. Ovunque andrai, questo ti servirà tantissimo.
- Non fare quello che fanno gli altri. Proponi qualcosa che non si fa, offri un modo di lavorare che nessuno utilizza, sii creativo, o creativa, pensando sempre e solo a come risolvere i problemi degli altri, fregatene di schemi e abitudini, innova purché sia positivo e funzioni.
Tu sei una persona ricca di idee e capacità.
Certo, forse non hai mai tirato fuori appieno questo potenziale, ma c’è.
Devi iniziare a pensare di proporti come un collaboratore, o una collaboratrice, non più come dipendente.
Oggi c’è bisogno di idee nuove, che però funzionino, di soluzioni che scavalchino l’inutile burocrazia o le vecchie consuetudini.
Se impari a diventare una ricchezza, indipendentemente da chi ti assumerà oggi, non dovrai mai più preoccuparti del lavoro.
Anzi, potrai cambiare, e spesso, e non avrai paura di farlo, dal momento che il segreto del tuo successo non è un posto fisso, ma le tue qualità in continua evoluzione.
Me se io riesco a trasformare una banconota da 20 euro in 100 euro, perchè mai dovrei lavorare per un imprenditore che ne guadagna 80 grazie al mio talento negli affari? Tanto vale lavorare per me stesso.
E’ un bel ragionamento quello dell’articolo, ma privo di logica consistente nei fatti e nel pratico: molti imprenditori assumono per non avere troppi costi, per non pagare troppe tasse, e per avere il massimo dal minimo…non c’entra nulla il dover essere sempre i migliori, questo spiega come mai tante persone valide oggi non hanno un lavoro basato sulla MERITOCRAZIA! Stipendi bassi e non adeguati non motivano, poichè si lavora 16 ore al giorno e non si riescono nemmeno a pagare gli affitti di fine mese e le spese giornaliere! Di cosa parliamo? Stipendi adeguati rendono lavoratori efficienti! E’ tutto!
Diventa una persona, se già non lo sei, che da 20 euro ne tira fuori 100 e poi metti in proprio 🙂
Questo non ha minimamente risposto alla mia osservazione. Ho fatto notare con semplici argomentazioni basate sulla realtà pratica come cade tutto l’articolo.
Veramente hai detto che non lo condividi.
L’articolo ti spiega un approccio, provalo prima di dire che non funziona 🙂
Mi sa che non ci capiamo: Non si tratta di approccio ma di prendere COSCIENZA DELLA REALTA’ DEI FATTI. E i fatti stanno diversamente nel PRATICO. Gli inglesi direbbero “nel mondo reale”.
Non si può parlare di approccio IDEOLOGICO se a fine mese non si riescono a pagare gli affitti. L’Approccio ti fa essere ottimista nel vedere le cose senza andare nel CONCRETO (tangibilità), mentre la realtà ti restituisce la CONCRETEZZA DEI FATTI che è diversa nelle cose REALI e MATERIALI (tangibilità). Se lavori 16 ore ma lo stipendio non ti copre le spese necessarie che ti servono per vivere nonostante la tua bravura e il tuo talento e il tuo impegno dato l’approccio è aria fritta. L’approccio resta una cosa mentale, lo stipendio è tangibile e ti fa fare i conti con lo stato dei fatti.
Se lavori 16 ore e non arrivi a fine mese, cambia lavoro.
E nel cercarne un altro, metti in pratica questa guida, prova e se ti serve una mano sfrutta il progetto gratuito che ho creato 🙂
Sei nel mondo delle favole allora! Non continuerò più a rispondere poichè tergiversi usando espressioni banali in relazione ai fatti reali della società di oggi.
Ma certo cambiamo lavoro e scegliamo quello dove ci pagano per l’impegno che diamo e che ci promuovono per la meritocrazia!
Viva chi guadagna sulle guide da ideologie da guru!
Giacomo, allora (diciamo che l’articolo si può racchiudere) in parole povere:
➡ “Impara a vendere”
➡ “Impara a differenziarti dai competitor”
Il punto , è che probabilmente (il target di gente che leggerà questo articolo) NON ha ancora sviluppato il “mindset” da venditore/imprenditore.
Poi altra cosa:
“Fai un lavoro che ti piace fare”, siiiiiii ma c’è un problema. Un po’ come i fuffaguru che girano su facebook e che ti dicono:
” guadagna con le tue passioni”.
NON è detto che quella passione sia profittevole ed interessa al mercato. Tipo gli artisti di strada, fanno il loro lavoro con passione, ma sono poveri fino al buco del c..o
Tu stai (giustamente) spostando il focus delle persone (indirettamente) dal cercare il lavoro dipendente ad imprenditore. Allora c’è una cosa che DOVREBBERO imparare a farr (ossia il marketing).
Che in Italia siamo indietro come le “palle dei cani” su sta roba. Marketing deriva da MARKET (ossia mercato), se c’è mercato, si fa il marketing.
Il problema di molti è che NON solo studiano, si laureano ecc., ma si laureano in professioni che non hanno più valore per il mercato. Tutti vogliono fare gli avvocati , ingegneri ecc.
Ma se solo in Lombardia ci sono più avvocati che in tutta la Francia. Quello che uno dovrebbe imparare a fare è escludere certi lavori, e capire cosa il mercato (quindi le aziende) stanno cercando e FOCALIZZARSI solo su quelli.
Però così fai il mercenario e poi scappi in ferie per riprenderti da una vita quotidiana che non ti piace.
Che senso ha?
L’artista di strada, con un sito, un’organizzazione e idee creative, potrebbe vivere della sua passione.
Ovviamente devo rendere monetizzabile quello che amo. Ma oggi è più facile, in linea teoria, di ieri.
Soprattutto devi amare tanto qualcosa da conoscerla bene al punto da innovare, creare, ideare qualcosa che sia unico, che abbia la tua firma.
Ed è, evidentemente, qualcosa che non viene insegnato.
Che poi in questa pagina io parlo di come farsi assumere, non mettersi in proprio 🙂
Perché ci possono essere 25000 avvocati in Lombardia, ma se tu sei il migliore, se tu fai quel che nessuno fa, come nessuno lo fa… allora qui fai la differenza.
Il guaio, penso, è che non siamo educati ad eccellere e creare, ma a cercare uno stipendio e non pensarci più 🙂
Giacomo NON è cosi come dici tu.
Non tutto ciò che si ama è profittevole. Chi dice “guadagna con ciò che ami” , al 99% dei casi è povero in canna. Quindi di cosa stiamo parlando? 🙂
Conta la pecunia STOP. Perché il focus (non per colpa tua ci mancherebbe) ce l’hai sui “tecnicismi” di un lavoro, e non sulla Monetizzazione. Specialmente su professioni ad alto Leverage (o se sei un imprenditore) prodotti ad alto costo.
Che poi il lavoro profittevole possa anche Piacerti sono : 2 discorsi diversi.
Anche la cosa del:
“L’artista di strada può fare il sito per differenziarti ecc” questa è una cavolata.
Perché tu NON fai assolutamente nulla (sito, video su YouTube, ecc) se non c’è gente che CERCA quelle cose. Se no entri nel modello “Montemagno” della serie:
“Ah faccio il sito , faccio i video, mi faccio conoscere dando valore, e poi si vedrà”.
Non funziona cosi. Infatti Montemagno è molto bravo a comunicare e ad avere followers, ma è scarso con la monetizzazione.
Perché con tutti quei followers dovrebbe fare MINIMO 1milione di euro al mese.
Un po’ come quelli che mi menano la ciolla sui FUNNEL di Russell Brunson.
NON ESISTE QUELLA ROBA LI. NON esiste il funnel, come non esiste il sito, come non esistono i video su YouTube ecc., come. Non esiste il curriculum, o la lettera di presentazione.
Esiste il Marketing che può essere fatto attraverso un sito/blog, attraverso dei video, o attraverso un funnel,attraverso un curriculum per VENDERE. Fine.
Altra cosa:
“Però così fai il mercenario e poi scappi in ferie per riprenderti da una vita quotidiana che non ti piace.
Che senso ha?”
In ferie da cosa? Come direbbe Marchionne. Amico se fai una professione (e che magari ti piace anche) NON esistono le “ferie”, NON esistono i ” plin plin” e tutte quelle altre panzane che girano su internet.
Il lavoro (come anche il business) ci diventerai MATTO, LA TESTA lavorerà 24ore su 24. Che poi tu faccia un lavoro (slegato dal tempo) bene.
Ma no. esistono “rendite automatiche” ecc, i passive income, sono cose “messe in testa” alla gente, perché NON vuole lavorare.
Il lavoro (per conto proprio) è per pochissimi. Proprio perché implica RISOLVERE PROBLEMI (diventarci fanatico), pensare SOLO a quello.
E la gente OVVIAMENTE non vuole farlo.
Stiamo andando fuori tema rispetto a come farsi assumere, che è l’argomento di questa guida.
Io dico: vuoi lavorare da Ikea? Bene, proponi a Ikea qualcosa di valido invece di chiedergli solo uno stipendio.
Parliamo di farsi assumere in un’azienda.
Poi è chiaro che l’approccio che propongo è impegnativo. Ma secondo me ne vale la pena 🙂
Sugli altri discorsi non mi pronuncio, non sono un marketers 😀
Ciao Giacomo!
Ho letto il tuo articolo e in questo periodo sono incredibilmente in crisi con il mio lavoro,
purtroppo ho perso molto del mio entusiasmo iniziale e i miei datori di lavoro ovviamente se ne
sono accorti quindi al momento ho un tot di mesi di tempo per trovare un nuovo lavoro.
Mi piacerebbe se potessimo parlarne via mail o meglio via Skype.
Ciao Floriana,
certo, anche io preferisco Skype. Da questa pagina puoi decidere quando sentirci 🙂
Ciao,
Ti rileggo dopo un po’ di tempo.
Secondo me tutto ciò è troppo ma troppo banalizzato. Già a partire da una delle frasi sopra, che dice (vado a memoria) qualcosa del tipo che “non bastano per tutti ma per te”. E’ certo una frase motivazionale e buona, ma è altrettanto certo per me che non è vera. E per dimostrarlo mi basta dire, o se preferisci mi basta chiderti: se TUTTI quelli che dici disoccupati leggessero questo, che cosa diresti? vorresti dire che non cambi una virgola? “E’ vero, siete tutti disoccupati e il posto non basta per tutti… ma basta per ognuno di voi”.
Commenterei con faccia immobile solo così: “Ah”
Sei comunque una risorsa utile e interessante da leggere per quanto mi riguarda… però boh, nono mi convinci molto. E non lo dico dall’alto della mia torre d’avorio filosofica, ma anzi, da precario maledetto e in situazione abbastanza critica – anche se per fortuna i miei sono ancora presenti.
L’altra grande questione è il farsi pagare per ciò che si ha da dare di meglio. Esatto, fin qui non posso che esser d’accordo, anzi, io per primo dico sempre che le persone di successo fanno ovviamente ciò che vogliono, e non ciò che son costretti a fare. Ma da qui a dire che sicuramente trovi ciò che vuoi e qualcuno è disposto a mantenerti, ci passano oceani. La questione la mettevo una volta sul pianista, per la quale rispondevi chiedendomi se il mio obiettivo è fare musica o farla in determinato luogo. Ebbene, la risposta teorica è ovviamente farla e sopravvivere, ma la risposta pratica è che non riesco nemmeno a dare lezioni di piano ai bambini. Ma qui si insinua un’altra tematica, che è la capacità di vendersi, per nulla facile e che anzi richiede molto studio.
Altro ostacolo ancora che fa la differenza, e che a mio avviso non hai giustamente pesato molto (perché è il lato più difficile): che per tutto ciò bisogna formarsi. E questo richiede anni e sicuramente soldi. Se uno è in una condizione in cui non ha uno o l’altro o peggio entrambi, tutto ciò va automaticamente a ranare. Certo, si può portarlo avanti insieme, con infinita pazienza. Però anche questa è un’altra parentesi e per nulla scontata. Io non sono ora in questa possibilità, e si parte col piede sbagliato nel dirmi che devo capire chi sono e che cosa voglio e poi basare su questo per fare ciò che ecc. Spero di spiegarmi chiaramente, perché sto cercando di esser il più stringato possibile.
Ennesima cosa che fa la differenza: dare per scontato che ciò che offri lo vuole anche il mondo. Puoi trovare qualcosa che non ha mercato, o comunque che per darti da mangiare ha una difficoltà mille volte superiore ad altro. Cerco di inventarmi una fesseria, ma senza andare in paradossi insostenibili. Metti che ho passione per i tovaglioli. Voglio fare tovaglioli a mano, solo questi. Qualcuno potrà dire che li faccio bellissimi e comprarmeli, ma saranno solo i ricchi, e anzi, pochi fra i ricchi, perché non credo tutti siano così tanto interessati a dei tovaglioli. Allora che regola vale: che faccio quel che amo e tiro a campare vendendo ogni tanto, o mi adatto al mondo e piuttosto faccio qualcos’altro?
Per me chi ha successo non è solo chi sa vendersi, chi produce 100 costando 20, ma chi sa capire che cosa varrà 100 e magari anche di più, costando sempre 20. Zuckerberg ha fatto una cosa che gli piace o ha fatto una cosa che ha capito che avrebbe avuto futuro? Gates? Bezos? tutti hanno investito in qualcosa che ha futuro, non solo in ciò che ha dato loro passione. Il compromesso col mondo c’è e ci deve essere, altrimenti faccio tovaglioli o scarabocchio muri, credendo che qualcuno prima o poi riconosca la mia unicità e mi paghi per continuare.
Forse posso specificare quest’altro punto: dipende moltissimo anche dal carattere. Prendiamo solo il sapersi vendere, mi è sempre riguardato molto. Puoi essere un genio (non io), ma se rimani in casa tua, letteralmente, non farai niente. Devi per forza andare nel mondo e saperti vendere, e non farti fregare anche. Devi sapere anche tutto ciò che dici; devi avere consapevolezza delle tue qualità e giocarle al meglio. Devi avere una mentalità che sia in grado di sostenere ciò che ti si richiede, perché ci saranno mille e uno lati negativi anche in ciò che amerai.
Ma mi sto dilungando troppo…
secondo me per certi articoli dovresti tenere presenti anche queste cose, altrimenti per gente a me simili risulti poco credibile, o perlomeno parziale. Non ho dubbi che se senza dire niente linkassi questa pagina a persone a me simili di mentalità (ma che possono benissimo lavorare o studiare per ciò che vogliono) nondimeno direbbero più o meno le stesse cose.
E se fosse sbagliata la mentalità?
Se tu produci 100 e costi 20, di posti di lavoro ne creano per te quanti ne vuoi.
Se tu mi chiedessi 20 euro per farmene guadagnare 100, credi che ti direi: non ho posto, mi spiace, tieniti i tuoi 80 euro di profitto che mi offri.
Inoltre io dico: fai qualcosa di utile, che ami e sia utile. Se quel che fai fine a se stesso, non è tanto il problema che nessuno pagherà per averlo, ma che non ha senso. Un passatempo serve solo a riempire il temo, non a impiegarlo e fare qualcosa di utile. Dai. Fai al differenza.
Formarsi? Certo.
Costa? Dipende: io per creare questo sito ho studiato, ma speso anche poco in formazione.
Internet è piena zeppa di risorse gratuite. Se ti sbatti e dedichi tempo, hai tutto a prezzi molto bassi. Poi, certo, dipende cosa vuoi imparare 🙂
Secondo me devi fare quel che ami e trovare un senso. Di ricchi che vogliono i tovaglioli secondo me ne trovi abbastanza da vivere bene. Devi trovarli 😉
Poi il carattere si cambia. Il vero guaio è che i problemi che viviamo non sono “sfiga”, ma frutto del nostro approccio alla vita. Se non cambi quello, un buon lavoro non ti servirà a molto 🙂
Non lo so… Capisco la questione sulla mentalità, e in ogni caso più che pensare a giusti e sbagliati penso a ciò che sia utile o meno – inteso nel miglior modo possibile. Facendo un esempio semplice: pensare positivo lo considero più che giusto o bello, utile; poi anche giusto e bello, ma in secondo luogo. O se vuoi ancora: funzionale alla vita. O ancora, in maniera ironica: meglio che tirarsi (da soli!) un calcio sui… 😀
Anche se in quest’ultimo messaggio viene fuori un altro punto non da poco: esser più o meno sicuri che prima o poi troverai ciò che vuoi. A costi X, investimenti Y, tempo impiegato Z, certo: ma prima o poi sì. Sotto una certa prospettiva non esiste possibilità di fallire: prima o poi riuscirai a fare ciò che desideri. Forse ancora non si da dove né quando – quindi io potrei diventare pianista o tovagliolista a 57 anni in Timor Est – però cambiando se stessi ecc, facendo tutto ciò che ecc in positivo, ci si arriva.
bigogna avere una perseveranza e una forza non da poco, o perlomeno continuare nonostante gli insuccessi o i magri risultati. Ma qui entra un’ennesima variabile, che necessita lavori interiori ben più complessi e lunghi…
La cosa dei costi la condivido a priori, dato che l’ho pensata anche io da tempo. E’ giusto, o forse ovvio, che sia così; ma è altrettanto deprimente, perché appunto una volta che ti rendi conto pensi che in realtà dando più di ciò che ricevi è uno sfruttamento implicito dichiarato. Io son lì, guadagno 1000 euro, costo 2000, ma valgo 3000. Ovvio, appunto, e io stesso naturalmente non andrei in perdita facendo diversamente; ma al contempo l’antinomia mi dice che è umanamente svilente. Certo in ottica prettamente pecuniaria, non altro.
Ma vabbe, grazie come sempre per le risposte 😉
Se non odiassi leggere a pc avrei letto molto di più, ma così ce ne vuole…
Ps.
C’è un’altra variabile ancora molto importante che non hai tenuto presente: il fatto che non è così ovvio che uno voglia fare la stessa cosa tutta la vita. Anch’io lo credevo una volta, anche fino ai 20 circa… ma ora, e da tempo, non più. Ti faccio spesso l’esempio del piano ma in realtà ho perso da tempo la passione e la costanza, più che altro per una depressione generale e per aver per vari motivi rinunciato a molti desideri. Vero è anche, però, che nel tempo ho trovato molte alte gratificazioni. Non sto a fare inutili elenchi, ma è solo per dire che ho trovato cose che nel tempo hanno suscistato in me molto più interesse che per cose passate. Infine potrei dire come sorta di regola generale, che c’è chi ha pochi interessi ma magari approfonditi, e c’è chi ne ha tanti ma a cui dedica meno tempo. Anche per questo, volendo trasformare ciò che sta al primo posto in mestiere, c’è pesantissimo rischio che venga a noia o altro pure quello. Se dovessi studiare 10 ore al giorno uno delle cose che mi danno gratificazione, alla fine lo odierei, perché per principio non posso fissarmi troppo su una cosa. O sennò posso farlo ma per pochi giorni, di certo non mesi né benché meno una vita..
In sostanza, non dare così per scontato che chiunque abbia con facilità solo una “cosa” su cui fare affidamento.
Ti dico la verità, da tempo, leggere siti/forum/ecc che parlano di queste cose, mi deprimo più che motivarmi. Non preoccuparti, di psicologi ne ho conosciuti parecchi negli anni. Quello che voglio dire con questo è che certe cose in realtà possono fare l’effetto totalmente opposto, e non parlo sicuramente solo per me. Prova a parlare con uno che ha X difficoltà, che deve fare tot cose, che ha problemi di diverso tipo e anche il maledetto denaro, che deve mettere a posto mille cose, e che si ritrova la consapevolezza di non essere più nella facile età in cui “ti è dovuto” formarti (in cui lo fai senza problemi, perché nessuno ti chiede di lavorare) e da lì, e magari persino da solo, di prendere in mano la sua vita e trovare il modo di realizzarsi. Per alcuni può essere una sfida – e fra l’altro per costoro il problema non si pone alla radice, perché mi sembra assurdo che uno prenda come sfida a 30, 40, 50 il fare il lavoro dei sogni… ci avrebbe già pensato prima. E se ci ha già pensato prima, non capiterà in queste pagine – mentre per altri una depressione, perché saprai bene anche tu che non è così gioioso rendersi conto di aver buttato quella porzione di vita.
Ma ok, mi dilungherei di nuovo…
volevo specificare solo queste cose.
Leggo quello dell’inventarsi un lavoro
Meglio 🙂
Cambiare è divertente, perché restare fermi su una cosa sola (a meno che non ti stia bene) e non provarne molte?
Niente imiti, niente schemi. la vita è una sorpresa continua: flessibilità 🙂
il mio sogno è scrivere. Ma qui in Italia tutti scrivono e nessuno legge. Entrare in un giornale cartaceo è impossibile ( abito lontano da tutto) e a scrivere su internet non si guadagna NULLA . In attesa di trovare l’ispirazione per il romanzo del secolo ( si vabbè!) come metto in pratica la mia passione seguendo i tuoi consigli?
Ciao Elena,
certo, scrivono tutti e qualcuno legge. Inoltre se quel che scrivi lo traduci in inglese, allora qualcuno in più che lo legge lo troviamo di certo 😉
I giornali sono anche online, ma se trovi pagano poco (se pagano!). Internet…
Internet è la strada più interessante, io sono del parere che se la sfrutti bene, puoi viverci. Il governo dovrebbe puntare su questo, ma non lo fa.
Dipende come lo usi, ovviamente. Si guadagna se trovi la chiave giusta e offri qualcosa che altri siano disposti a pagare.
Leggi questa pagina, spiego da dove iniziare.
Inoltre dipende cosa intendi con “scrivere”. Ci sono lavori creativi dove scrivi per gli altri, si scrivono discorsi, pubblicità, si scrive per insegnare: c’è un mondo di opzioni.
Anche un blog può essere un punto di partenza per arrivare a vivere di scrittura. Bisogna avere un’idea, affinarla e trasformarla in un progetto, quindi realizzarlo con serietà e praticità. Ma oggi è il momento miglior per farlo 😀
Se vuoi possiamo pianificare la cosa insieme, leggi questa pagina e valuta 🙂
MI intrometto di sfuggita in questo commento, che ho letto dopo aver scritto poco fa… e beh, hai confermato ciò che ho scritto: “Si guadagna se trovi la chiave giusta e offri qualcosa che altri siano disposti a pagare.”
Se non lo trovi, non pagano. Se tu sei qualcosa che qualcuno non vuole, non lo fai. E questo va in palese contraddizione col trovare te stesso e vivere di quello.
Ma ora leggo quella pagina dell’inventarsi un lavoro
Ora leggo anche l’altro commento, ma se tu trovi te stesso, quello non si discute.
Il modo, la chiave, si trova sempre, basta cercare nel modo giusto 😉