Provare fiducia in se stessi sembra essere sempre più raro.
Oggi spesso dubitiamo delle nostre capacità e temiamo di non essere all’altezza delle sfide da affrontare.
Questo alimenta una grande insicurezza che a sua volta impedisce di credere in se stessi.
Un pessimo circolo vizioso che oggi ti spiego come spezzare in modo definitivo.
Come avere fiducia in se stessi: cosa significa?
Sull’enciclopedia Treccani la fiducia è definita come “ Atteggiamento, verso altri o verso sé stessi, che risulta da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confida nelle altrui o proprie possibilità, e che generalmente produce un sentimento di sicurezza e tranquillità”.
La fiducia, quindi, è prima di tutto un atteggiamento verso altri o se stessi.
Per atteggiamento si intende la disposizione o comportamento assunto da una persona nei confronti di una o più persone, verso collettività, oggetti o verso se stessa.
Si prova fiducia, in particolare, quando una persona assume un’atteggiamento aperto, curioso e confidente nelle proprie o altrui possibilità.
Sempre secondo l’enciclopedia Treccani, il termine possibilità indica “il fatto di essere possibile, la caratteristica di ciò che può esistere, realizzarsi, avvenire”. Questo determina una valutazione positiva ed ottimista che porta a sentirsi sicuri e tranquilli.
Il sentirsi sicuri, trovare sicurezza in se stessi, rientra tra i Bisogni fondamentali umani e se soddisfatta, porta a provare tranquillità, calma in quanto non temo pericoli o difficoltà che non sono in grado di affrontare.
Cosa significa non avere fiducia in se stessi?
Se ho mancanza di fiducia in me stesso o se ho scarsa fiducia in me stesso, significa che non posso sentirmi sicuro e tranquillo.
In questo caso l’atteggiamento coincide con una disposizione di chiusura e di paura che comporta il non confidare nelle proprie capacità nel fare qualche cosa o nel non sentirsi in grado di potere affrontare imprevisti o problemi.
I pensieri che accompagnano l’assenza o la scarsa fiducia in se stessi possono essere:
- Non sono capace di fare nulla.
- Non sono buono in nulla.
- Non riesco mai a raggiungere gli obiettivi che mi fisso o che mi assegnano.
- Nessuno mi vuole.
- Non riuscirò mai a fare nulla di buono.
Questi pensieri determinano come mi sento e le emozioni che provo possono essere: ansia, paura, tristezza, angoscia, pessimismo, sfiducia, insicurezza, demotivazione.
Quello che provo determina le mie azioni che tendenzialmente saranno non sicure, aggressive o remissive. In questo senso una persona che non ha fiducia in se stessa:
- tende a non esprimere se stesso, non esprime quello che pensa, non fa quello che vuole fare, non prova a fare cose nuove perché teme, anzi è sicuro, di non riuscire o di essere criticato;
- cambia il proprio modo di essere a seconda della compagnia cercando di adeguarsi “ai diversi gusti delle persone che frequenta”;
- osserva e valorizza solo gli aspetti negativi di quello che accade ed è attento ad evidenziare i propri punti deboli;
- non è calmo, ma tendenzialmente agitato, ansioso, nervoso o apatico;
- non riesce ad apprezzare e vivere il presente in quanto o è sempre preoccupato di quello che potrà accadere dopo o rimugina sulle cose passate. Tutto questo porta a vivere senza passione ed entusiasmo;
- rinuncia prima ancora di iniziare a provare a fare od imparare cose nuove. Questo comporta che non allena le proprie capacità e rafforza, viceversa, la propria debolezza convincendosi sempre di più della propria incapacità;
- vede ogni problema come un muro invalicabile e si convince che non ci siano soluzioni;
- non ha una sana autostima, ma piuttosto valuta il proprio valore sulla base di quello che dicono o non dicono gli altri.
Le persone che si ritrovano a perdere la fiducia in se stessi o con poca fiducia in se stessi, in sostanza, sono persone che non riescono a vivere serene.
È come se vivessero in un circolo vizioso che li porta a convincersi sempre di più non essere capaci.
Su questo ti consiglio di fare il nostro test sull’autostima.
Alcuni studi psicologici hanno evidenziato che “vediamo ciò che siamo disposti a vedere“.
Siamo abituati, in sostanza, a vedere la realtà applicando dei filtri personali che ci portano a porre l’attenzione solo su quello che riteniamo in linea con le nostre convinzioni.
Per spiegare questo concetto racconto un episodio personale.
Una sera e per la prima volta, rimasi da solo a dormire a casa. Ero un ragazzino e non mi sentivo sicuro in quanto avevo paura di essere in pericolo.
Mentre ero a letto, dopo avere spento le luci, iniziai a sentire tantissimi rumori.
Ogni rumore era un segnale di pericolo che mi portava a convincermi che qualche persona malintenzionata stesse provando ad entrare in casa per farmi del male.
Ad un certo punto ci furono dei rumori forti e poco dopo vidi il mio gatto schizzare fuori dall’armadio dove era rimasto bloccato.
Dopo avere capito e visto la realtà, cioè che era il gatto a fare i rumori, mi rilassai e finalmente mi addormentai sereno.
Questo episodio personale mi ha fatto capire che noi vediamo quello che siamo “pronti” a vedere e non ciò che esiste realmente.
Il nostro atteggiamento, le nostre convinzioni influenzano quello che siamo disposti a vedere e ci portano ad osservare ed interpretare la realtà che ci circonda in modo alterato.
Ti è mai capitato di avere interpretato una circostanza che poi si è rilevata totalmente o parzialmente diversa da quello che avevi creduto?
Il principio secondo il quale vediamo quello che siamo disposti a vedere, vale anche quando guardiamo noi stessi.
In questo senso mi hanno colpito le parole riportate su una coppa di un grande giocatore di Golf, Arnol Palmer:
Se pensi di essere sconfitto, lo sei.
Se pensi di non osare, non osi.
Se vorresti vincere ma pensi di non farcela, è quasi certo che non vincerai.
Non sempre l’uomo più forte o più veloce vince le battaglie della vita, ma prima o poi l’uomo che vince è l’uomo che pensa di potere vincere.
Anche Henry Ford ha detto una cosa molto interessante “Che tu pensi di farcela o di non farcela, avrai ragione comunque!”
Il non avere fiducia in se stesso porta a vedere sempre elementi che confermano il proprio pensiero ed a non avere autostima di se stessi.
Come trovare o ritrovare la fiducia in se stessi
Ora voglio darti alcuni suggerimenti efficaci, pratici e gratuiti, che ti aiuteranno a sviluppare questa fiducia e ti mostreranno come aumentare l’autostima.
Applicandoli ogni giorno, gradualmente, ti permetterà di capire come riconquistare la fiducia verso di te.
1. Amarsi
Il primo passo da compiere quando perdi la fiducia in te è ricominciare ad amarti, volersi bene.
Se mi amo realmente assumo un atteggiamento di apertura, di curiosità, comprensione e desiderio di conoscermi.
Questo è un passaggio chiave per capire come migliorare se stessi.
Sei capace di amarti e prenderti cura di te?
Abbiamo creato un test gratuito per scoprirlo.
Come faccio per assumere un atteggiamento amorevole nei miei confronti?
Se vedo un bambino piccolo cadere per terra mentre impara a camminare, che atteggiamento assumo nei suoi confronti?
Lo fermo dicendo “lascia stare“, “non sei capace“, “non riuscirai mai” o, viceversa, lo incoraggio dicendo “bravo, non ti arrendere, riprova che stai andando bene, forza che riesci!”?
È molto probabile che ciascuno di noi incoraggerà quel bambino perché ha fiducia in lui ed è sicuro che riuscirà a camminare.
Amare se stessi, come scrive Leo Buscaglia nel libro “Amore” “significa avere a cuore la nostra persona, provare nei nostri confronti interesse, rispetto, giusta attenzione.
L’uomo ama se stesso quando si vede nella sua realtà, quando mostra di apprezzare ciò che vede, ma soprattutto quando vive come una sfida esaltante la prospettiva di ciò che è in grado di diventare”.
Il bambino ha proprio l’atteggiamento di amore descritto da Buscaglia, ha una forte fiducia nel proprio potenziale, nel proprio valore ed in quello che può diventare.
2. Essere consapevole del proprio percorso e acquistare sicurezza
Per essere consapevole del proprio percorso è opportuno ricordare la propria storia ed in particolare “richiamare” l’atteggiamento del bambino che ciascuno di noi è stato.
Il bambino, tendenzialmente, è curioso, ha un atteggiamento di apertura, è desideroso di osservare e capire il mondo che lo circonda.
Tocca ed assaggia tutto, sperimenta per capire, smonta e lancia gli oggetti, osserva i movimenti del proprio corpo e tutto quello che lo circonda, chiede in continuazione il perché delle cose, desidera imparare a fare cose nuove come camminare, parlare…
Il bambino, all’inizio, non è interessato ad essere perfetto nel fare le cose, ma unicamente a provare e sperimentare a non ha paura dei giudizi degli altri.
Tutti siamo stati bambini e tutti quanti abbiamo imparato tantissime cose preziose per vivere che diamo per scontate.
Camminare, parlare, scrivere, leggere, mangiare, cucinare, vestirsi, imparare ad utilizzare il cellulare o il computer, sapersi orientare in una città o in un paese…
Tutto questo aiuta a prendere consapevolezza del proprio valore, delle cose imparate e capire che posso avere nuovamente fiducia in me stesso.
Se ho imparato delle cose, per quale motivo non potrei continuare ad impararne delle nuove?
La consapevolezza aiuta a ritrovare l’atteggiamento del bambino curioso e fiducioso. E questo aiuta a ritrovare se stessi.
Contrariamente a quanto generalmente si crede, l’atteggiamento non è automatico, ma il frutto di nostre scelte delle quali la maggior parte delle volte non siamo consapevoli.
Ogni giorno ed in ogni momento noi scegliamo il nostro atteggiamento.
Questo è un punto chiave anche per combattere l’insicurezza.
La qualità della nostra vita, felice o triste, non dipende da quello che accade ma proprio dagli atteggiamenti che scegliamo di assumere rispetto agli eventi della vita.
Il punto fondamentale, pertanto, è capire che ciascuno di noi può allenarsi per scegliere il proprio atteggiamento.
In questo senso noi siamo responsabili dei nostri atteggiamenti proprio perché dipendono da noi.
L’autore John C. Maxwell, nel libro “Sviluppa il leader che c’è in te” scrive: “il giorno più grande della tua vita e della mia è quando ci assumiamo la totale responsabilità del nostri atteggiamenti. Quello è il giorno in cui cresciamo davvero“
Molto spesso il bambino crescendo, abbandona, in modo tendenzialmente inconsapevole, il proprio atteggiamento di apertura verso lo sviluppo del proprio potenziale.
Si chiude basandosi su: risultati ottenuti, successo, essere perfetto e non fare errori, giudizio degli altri, confronto con gli altri.
3. Sono libero di scegliere il mio atteggiamento?
Personalmente amo il mare e mi piace citare la seguente frase: “il pessimista si lamenta del vento, l’ottimista aspetta che cambi ed il leader predispone le vele“.
In ogni condizione, per quanto difficile sia, ciascuno di noi può scegliere con quale atteggiamento vivere ed affrontare quello che accade.
Un prezioso insegnamento viene da Viktor Frankl, uno psichiatra austriaco, che nel libro “Uno psicologo nei lager” descrive la propria esperienza nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale.
L’autore racconta le parole che rivolse alle guardie “L’unica cosa che non mi potete togliere è il modo in cui scelgo di reagire a ciò che mi fate. L’ultima libertà di un individuo è scegliere il proprio atteggiamento in ogni circostanza”.
Ancora, Roberto Benigni ha raccontato che dopo l’uscita del suo film “La Vita è bella”, ha ricevuto centinaia di lettere da sopravvissuti ai campi di concentramento.
Raccontano di avere visto tante mamme che tenendo per mano i propri figli, mentre camminavano verso le camere a gas, cantavano in modo sereno per cercare di far vivere nel migliore modo possibile la situazione.
Capire che sono sempre libero di scegliere con quale atteggiamento vivere qualsiasi situazione è fondamentale per capire che posso sempre scegliere di avere fiducia in me stesso in quanto so che posso affrontare qualsiasi situazione.
4. Cosa vuole dire avere fiducia in se stessi?
Mi sono sempre considerato una persona non molto agile, un po’ rigida, privo di orecchio musicale e senso del ritmo.
Sulla base di queste mie credenze ho sempre avuto un atteggiamento di poca fiducia verso me stesso pensando di non essere capace di ballare.
Ad un certo punto mi sono iscritto ad un corso di balli caraibici anche se mi sentivo come una “mazza da scopa” sulla pista da ballo.
Nello stesso periodo ho iniziato a seguire la scuola di indipendenza emotiva. Uno degli insegnamenti più preziosi imparati nella scuola è che io e ciascuno di noi può affrontare qualsiasi cosa.
I primi mesi della scuola di ballo, effettivamente, sono sati molto impegnativi in quanto facevo molta fatica a riconoscere e seguire il ritmo sulla cui base fare i passi.
Non mi sono arreso ho continuato ad allenarmi. <
Ho ascoltato la musica per esercitarmi con il ritmo.
Per cambiare l’atteggiamento che mi portava a vedermi goffo sulla pista da ballo, ho allenato la mia curiosità nell’osservare con attenzione i movimenti del mio corpo andando a ripetere più volte quelli che non erano fluidi.
Sono riuscito a superare l’atteggiamento che mi portava a temere il giudizio degli altri, concentrando la mia attenzione nel divertirmi ogni volta che facevo progressi o errori.
Non vedevo più l’errore come uno “sbaglio”, ma come un passaggio che mi consentiva di capire dove migliorare e crescere.
Ho rinforzato la fiducia in me stesso passando dalla pretesa di essere un perfetto ballerino a quella di vivere il ballo come un modo per prendermi cura del mio corpo facendo attività fisica e per divertirmi in compagnia.
Dopo mesi di allenamento sono arrivato a riconoscere il ritmo di una musica ed a ballare.
Oggi, anche se non ballo per un po’ di tempo, riesco a riconoscere sin dalle prime note il tipo di musica e so muovermi seguendone il ritmo.
Sono arrivato a sentirmi così sereno e sicuro che non avevo più paura di iniziare per primo a ballare sulla pista da ballo o di invitare a ballare anche dame esperte.
Ho provato, sperimentato, lavorato con costanza, passione, entusiasmo e concentrazione. Nel farlo mi sono divertito.
Il punto centrale non è diventare il più bravo di tutti o essere perfetto, ma quello di capire che ciascuno di noi, con impegno, lavoro e fiducia può imparare e gestire qualsiasi cosa.
Un motto che a me piace molto ed imparato nella scuola di indipendenza emotiva è “se non molli non puoi fallire“
L’avere fiducia in sé stessi, quindi, non vuole dire essere perfetti, ma essere consapevole di avere la possibilità di potere imparare qualsiasi cosa e di potere gestire ogni situazione anche quelle più difficili .
In tal senso mi piace ricordare un’ altra riflessione di Viktor Frankl: “Quando non siamo in grado di cambiare una situazione ci troviamo di fronte alla sfida di cambiare noi stessi“.
In fondo, coltivare la fiducia in se stessi consiste anche nell’ accettare con entusiasmo la sfida di cambiare noi stessi per imparare o gestire cose nuove.
5. Come fare per acquisire fiducia in se stessi e per non perderla?
La fiducia in se stessi non è mai scontata, va coltivata e curata in modo costante per tutta la vita.
Abbiamo visto che dipende dal nostro atteggiamento che possiamo scegliere sempre.
Il punto fondamentale è iniziare ad agire e continuare a farlo.
Uno dei motivi che porta a perdere o non avere fiducia in se stessi infatti, è quello di non sentirsi motivati.
La mancanza di motivazione porta a non vedere il senso della vita o uno scopo in quello che si potrebbe fare.
Una delle convinzioni più diffuse è quella di pensare che devo prima essere motivato in modo naturale e poi posso agire. Questa credenza non è reale.
Secondo lo psicologo Jerome Bruner è “più probabile che tu agisca fino a provare sensazioni, piuttosto che provi sensazioni tali da indurti ad agire.
Quando sei impegnato attivamente a fare qualcosa, la motivazione per continuare a farla arriva di soppiatto e ti conquista quando meno te lo aspetti.”
Il punto centrale, pertanto, è iniziare ad agire.
Nella nostra scuola di indipendenza emotiva c’è un esercizio che io trovo molto potente: il “come se”.
Se io ho voglio imparare a fare una certa attività ma non sento di essere motivato ne di avere fiducia di potercela fare, mi fermo e mi domando:
Come agirei, come mi comporterei, quale sarebbe il mio atteggiamento se fossi sicuro di poterci riuscire e se fossi motivato?
Poi agisco proprio come farebbe la persona che vorresti essere e diventare.
William James ha detto “Ciò che attira la nostra attenzione determina la nostra azione“.
Ancora lo psicologo Victor Frankl ha scritto “Se offri alle persone una visione dei se stesse, se apparentemente le sopravvaluti, le fai divenire ciò che sono capaci di divenire.
Sai, se prendiamo le persone come sono le rendiamo peggiori. Se le prendiamo come dovrebbero essere, le aiutiamo a diventare ciò che possono essere...”
Questa riflessione di Frankl vale molto anche verso noi stessi.
Avere fiducia in se stessi, ci porta a lavorare per scoprire e preservare il nostro potenziale e la nostra unicità.
Ciascuno di noi è unico e speciale, non ci sono due persone uguali.
Dare fiducia a se stessi vuole dire dare la possibilità al proprio potenziale di svilupparsi e fare crescere una persona che altrimenti non esisterebbe.
Mi piace molto quello che ha scritto su questo tema John C. Maxwell: “Il dono che Dio mi ha fatto è il mio potenziale; il dono che a mio volta offro a Dio è ciò che faccio con questo potenziale.”
6 Esercizi per coltivare la fiducia in se stessi
Per concludere alcuni spunti per coltivare ogni giorno l’atteggiamento che consente di avere fiducia in se stessi:
- Allena la tua curiosità imparando e sperimentando ogni giorno qualche cosa di nuovo. Può essere qualsiasi cosa come il significato di una parola nuova, un nuovo esercizio fisico, le notizie di una regione geografica, una ricetta culinaria.
- Allenati ad osservare ed essere consapevole delle cose positive che hai fatto e di ciò che hai imparato sino ad oggi.
- Individua ogni giorno almeno un errore che hai commesso e decidi come e cosa farai di diverso la prossima volta che ti troverai in una situazione simile per evitare di commetterlo nuovamente. Allenati a vivere l’errore non come uno “sbaglio” ma come un’opportunità che ti consente di crescere e migliorare, come un gradino che ti consente di salire più in alto.
- Allenati a vivere i problemi come delle sfide rispetto alle quali sai che è sempre possibile trovare delle soluzioni e che sei sempre tu che scegli come viverli.
- Sorridi a te stesso la mattina quando ti alzi, quando ti guardi allo specchio e continua a farlo durante la giornata ogni volta che vedi riflessa la tua immagine su una superficie.
- Allenati con l’esercizio del “come se”: se vedi che non sei motivato, che temi di non riuscire a fare qualcosa, fermati e immaginati come e cosa farebbe una persona sicura di sé in quella situazione. Donati il tempo di capire, ragionare, agire e sperimentare.
Nella pagina hai notato che ti ho segnalato anche molti altri link a risorse gratuite presenti sul nostro sito. Sfruttale tutte e saranno i mesi più importanti della tua vita 😀