Oggi voglio parlarti di educazione, di libertà, di amore, come faccio spesso nelle newsletter che ricevi ogni giorno.
I ragazzi felici di Summerhill è uno dei libri più interessanti che abbia mai letto, parla di educazione, perché è l’esperienza di una scuola speciale, ma offre spunti per conoscersi meglio davvero preziosi.
Siamo convinti che perché la gente faccia qualcosa, lavori, studi o si impegni, debba essere costretta a farlo.
Che siano minacce, primi, punizioni, siamo stati educati con l’idea che senza qualcuno che ci dica cosa fare e quando, finiremmo per non combinare niente nella vita.
Tanto è vero che spesso, quando spiego che siamo liberi di fare qualsiasi cosa, le persone temono che libertà significhi non fare nulla o mancanza di rispetto verso gli altri.
Che succederebbe se nessuno fosse costretto a lavorare per vivere? Tutti in piazza su una panchina a fare nulla l’intera giornata?
O cosa succederebbe se non costringessimo i bambini ad andare a scuola? Resterebbero ignoranti e analfabeti?
Se pensi di sì in entrambi i casi, stai per scoprire che la natura umana non è come la dipinge la nostra cultura e che, soprattutto, la libertà è la strada migliore per educare bambini e adulti.
Sto per mostrarti alcuni spunti che sono esperienza reale, non teorie dell’ultimo educatore idealista.
Viaggio importantissimo oggi, perché vedrai cose che non crederesti possibili 😉
Cominciamo subito!
I ragazzi felici di Summerhill lo sono perché sono liberi
Il libro è scritto da Alexander S. Neill, educatore vissuto nel novecento che ha fondato, in Inghilterra, la scuola di Summerhill.
A scrivere la prefazione di questo libro è Erich Fromm, di cui già ti ho parlato in un’altra pagina a proposito del suo libro, L’arte di amare.
Nelle sue parole i principi fondamentali di questa esperienza:
Lo scopo dell’educatore, lo scopo della vita, è quello di lavorare con gioia e di trovare la felicità. La felicità secondo Neill significa provare interesse per la vita.
Interesse per la vita, curiosità, voglia ed entusiasmo, cose che troppo spesso personalmente vedo lontane dalla scuola che impone, costringe, demotiva.
Chi di noi tornerebbe volentieri per un anno sui banchi di scuola?
Tu ci torneresti per un solo anno a studiare come ai tempi delle scuole medie, o delle superiori? Eri entusiasta di quello che studiavi, ricco, o ricca, di curiosità e voglia di imparare?
I principi che sono alla base di Summerhill sono quelli che Fromm riassume nell’introduzione e che non mi riesce bene di far coincidere con la scuola. Non con quella reale che abbiamo frequentato tutti.
L’educazione deve adattarsi alle capacità e alle necessità psicologiche del fanciullo […] libertà non significa licenza […] significa che il rispetto deve essere reciproco. […]la necessità di una sincerità assoluta da parte dell’insegnante […] I sensi di colpa hanno soprattutto la funzione di sottomettere il bambino all’autorità.
In sostanza l’idea è che non siano utili i sensi di colpa, che non sia giusto imporsi con la forza sui bambini, che non sia giusto dire loro bugie, che non sia giusto che siano loro ad adattarsi all’educazione.
Insomma, tutto il contrario di quello che normalmente succede nelle nostre scuole e, spessissimo, nelle nostre famiglie.
Andiamo al sodo, che cosa succedeva in questa scuola di così speciale da renderla un caso interessante?
Innanzitutto precisiamo che la scuola non era pubblica, ovviamente, ma privata e chi voleva proseguire gli studi, avrebbe dovuto sostenere da esterno gli esami per far riconoscere i suoi titoli.
Siamo anche in Inghilterra, e il sistema scolastico è ovviamente differente dal nostro e siamo tra gli anni ’30 e 70’ del secolo scorso.
Inoltre i ragazzi della scuola, generalmente tra i 5 e i 16 anni, sono spesso ragazzi che arrivano per le loro difficoltà nelle scuole precedenti, o perché i genitori credono nell’approccio di Neill.
Precisato questo, il bello di Summerhill, è che le lezioni non sono obbligatorie 😀
Non ha senso che una scuola abbia o non abbia un suo metodo per insegnare la divisione, poiché la divisione non ha nessuna importanza, a meno che uno non voglia impararla.
E il bambino che vorrà imparare le divisioni le imparerà comunque esse gli vengano insegnate.
Le riforme della scuola in Italia non hanno mai al centro del loro interesse il contenuto dell’insegnamento. Riforma scolastica significa posti di lavoro, regole, burocrazia. Sembra ovvio che il contenuto sia perfetto.
Eppure nessuno tornerebbe a scuola, perché?
Se fosse un’esperienza così importante e positiva, perché tu non torneresti nemmeno pagato, o pagata, sui banchi di scuola per nemmeno una settimana?
Non mentire, non ci torneresti 😉
A Summerhill ci sono tutte le lezioni, ma nessun bambino è costretto a seguirle. Il risultato?
Tranne rari casi, tutti, entro sei masi dal loro arrivo, iniziano a seguire le lezioni. Spontaneamente, senza che nessuno debba imporlo.
Ma tu hai sempre pensato che se non costringeremo i bambini a studiare, loro non impareranno nulla. In realtà è un’idea distorta e sbagliata.
Se osservi un bambino, ci troverai curiosità, se gli spieghi le cose che lo interessano, che lo incuriosiscono, ti ascolterà con interesse perché vuole conoscere.
Curiosità e scuola, però, sono incompatibili perché normalmente la scuola non stimola la curiosità, ma ti costringe a imparare quello che dicono loro, quando e come dicono loro.
Chi?
Gli insegnati, i funzionari che stabiliscono i programmi che sono uguali per tutti, incuranti dell’unicità di ogni bambino.
Certo, qualcuno insiste nel pensare che si debbano costringere le persone a lavorare o studiare, per cui ti chiedo: sei felice se qualcuno ti impone tempi e ritmi e ti costringe a fare qualcosa che non ti interessa?
Quanti di noi non vedono l’ora di finire la giornata di lavoro o di andare in pensione?
Questo è il meglio per i nostri figli: desiderare di passare il più velocemente la propria vita in attesa di altro?
Ecco una frase che sottoscriverei subito:
[…] ritengo preferibile che una scuola produca uno spazzino felice piuttosto che uno studioso nevrotico.
Cosa vuoi per i tuoi figli, cosa vorresti se ne avessi uno: che imparino tutto, abbiano un buon lavoro, o che siano felici, sappiano vivere e fare la differenza?
Oggi mi diverto, perché il tema della libertà e dell’educazione è uno dei miei preferiti 😉
Quindi le lezioni sono libere ma tutti, alla fine, scelgono di seguirle. Ovviamente ognuno sceglie cosa seguire. Ma la cosa più interessante, che mai vedremo nelle nostre scuole è questa:
Se per qualche motivo un insegnante non può tenere la sua lezione nel giorno stabilito, agli allievi generalmente la cosa dispiace molto.
Quando mancava un’insegnante e non c’era lezione ricordo le lacrime nelle mie classi.
Sì, lacrime di gioia 😀
Tu non penseresti possibile che un bambino o un ragazzo voglia studiare, eppure se li lasciamo liberi di appassionarsi al mondo, alla vita, loro vorranno capirne sempre di più.
Si chiama passione, appunto.
Da alcun anni lavoro come libero professionista, per cui mi alzo la mattina e decido io cosa leggere, cosa fare, come organizzarmi.
L’idea che nella scuola ti dicano cosa fare, quando, cosa studiare, ti controllino (interrogazioni ed esami!), e ti debbano autorizzare pure per andare in bagno, mi fa rabbrividire.
Io non baratterei con niente la libertà di decidere su cosa concentrarmi, cosa studiare e imparare o approfondire, come usare il mio tempo.
Lo so, non lo faresti nemmeno tu, ma di fatto il nostro sistema è una gabbia che ci obbliga a cose che riteniamo inevitabili e indispensabili.
Che succedeva ai ragazzi che da Summerhill volevano andare all’Università, dopo aver studiato solo quel che interessava a loro?
In poco più di due anni un ragazzo o una ragazza impareranno quello che un ragazzo sottoposto a una disciplina rigida riesce a imparare in otto anni.
Troppo?
Assolutamente vero.
Spesso ho pensato che la nostra scuola sia troppo lunga, e che quel che si impara, per esempio, nei 5 anni di scuole superiori lo si potrebbe comodamente studiare in uno o due anni.
Il punto, sostiene Neill, è che se un ragazzo vuole imparare, lo farà davvero, con interesse e impegno, e ci vorrà poco.
Quando mi sono appassionato alla crescita personale, al coaching, alla psicologia, ho letto centinai di libri in poco tempo e imparato in qualche anno più di quanto ricordi in tutta la mia esperienza scolastica.
Onestamente non dimentichiamo la maggior parte delle nozioni imparate a memoria tanto per superare esami e interrogazioni?
Che senso ha?
Pensi servirà?
Io dico che serve a poco se in cambio di un cumolo di nozioni perdiamo creatività, entusiasmo, passione, curiosità, libertà, unicità.
La scuola omologa, non premia chi sei, ma se diventi come tutti gli altri.
Ho scoperto che per diventare felici dovremmo eliminare molto di quello che abbiamo imparato, e che la scuola, purtroppo, è più un limite alla nostra crescita.
Ovviamente per come viene concepita normalmente 😉
Inoltre la liberà di Summerhill è profonda e passa da una vera democrazia.
A governare non sono gli adulti, che impongono la loro volontà, ma un’assemblea in cui ogni bambino ha lo stesso diritto di voto di un insegnante.
A Summerhill tutti hanno gli stessi diritti. Nessuna ha il permesso di strimpellare sul mio pianoforte e io non posso prendere la bicicletta di un bambino senza il suo permesso.
All’assemblea generale il voto di un bambino di sei anni conta quanto il mio.
Hai mai provato, se hai figli o sei un insegnante, a considerare che tu e loro avete gli stessi diritti? Che tu non hai quello di importi con la forza nei loro confronti?
Neill spiega bene perché non diamo libertà ai bambini:
Non si possono influenzare facilmente i bambini liberi; la mancanza di paura spiega questo fenomeno, e in verità la mancanza di paura è per un bambino la cosa migliore.
Noi, invece, vogliamo influenzare facilmente i bambini e non solo, anche gli adulti, e usiamo paura e minaccia, di solito, per controllare gli altri.
Ancora oggi sento mamme che minacciano i figli di stare buoni, pena l’arrivo di mostri di ogni tipo, carabinieri che li arresteranno (?!), o saranno loro stesse ad abbandonarli per punizione.
E gli adulti?
Togliamo loro amore e rispetto, non gli diamo un lavoro, li emarginiamo se non si comportano come piace a noi. Non c’è differenza.
Usiamo la paura per manipolare gli altri, specialmente i bambini che sono più deboli e vulnerabili. Ricorda: se usi la paura per spaventare una persona e farle fare quello che pensi giusto, non è amore.
Il bambino deve vivere la “sua” vita, non quella che i suoi ansiosi genitori pensano che dovrebbe vivere e nemmeno una vita che segue i precetti di un educatore che pensa di sapere dove stia il suo bene.
Io non farò mai quello che mi dici tu solo perché me lo imponi. Oggi puoi, domani anche, e poi? Arriverà il momento in cui sarò abbastanza forte da scegliere e farò come dico io.
Esattamente come faresti anche tu.
Non solo, ma se tu a un bambino non gli insegni a scegliere, a decidere, a essere libero e padrone della sua vita, quando sarà il momento non saprà farlo e la cosa più semplice diventerà fare il contrario di quel che per anni gli hai imposto.
Non perché lo condivide, ma spesso solo per sentirsi finalmente libero di decidere della sua vita.
Sapessi quante storie di persone leggo, o ascolto, che sono state condizionate negativamente dalla mancanza di libertà da piccoli.
Certo, io penso che ognuno sia responsabile delle proprie scelte, ma se non impariamo ad assumerci questa responsabilità, non riusciremo a farlo bene dalla sera alla mattina, quando saremo costretti.
Conclusioni
Cavoli, questa pagina è abbastanza lunga e ancora avrei decine di riflessioni da condividere con te a partire da I ragazzi felici di Summerhill.
Tra l’altro è un libro poco conosciuto, ma molto importante se vuoi renderti conto che il sistema educativo non è adatto a insegnare a vivere in modo positivo e felice.
Esagero? Guardati intorno.
Ecco una delle cose più belle che si pensano a Summerhill:
La principale differenza fra Summerhill e una scuola tradizionale è che a Summerhill abbiamo fiducia nella personalità del bambino.
Sappiamo che se Tommy è deciso a diventare un dottore, studierà di sua volontà per superare gli esami di ammissione.
Nelle scuole dove vige la disciplina si è sicuri che Tommy non diventerà un dottore se non lo si picchia o se non lo si obbliga a studiare a ore fisse.
Oggi fortunatamente i bambini non li si picchia più a scuola. O almeno non dovrebbe più accadere 😉
Il problema è pensare che la natura umana sia come la nostra educazione vuole farci credere.
Ha senso pensare di capire cosa è naturale per noi osservando le persone rinchiuse in un carcere?
Finiremmo per pensare che amore e comprensione non siano possibili, ma confonderesti la nostra natura con il comportamento dettato da un ambiente e una cultura ben precisi.
E nessuna cultura è naturale, ma sempre una scelta, una forma che scegliamo di condividere e mantenere nel tempo.
La verità è che mi accorgo ogni giorno, volendolo vedere, che della natura umana hanno capito poco studiosi ed esperti che pensano di poterla identificare osservano la società.
Vediamo il frutto di regole, schemi, educazione, imposizioni, e finiamo per convincerci che quello è l’essere umano.
Folle!
Non condivido tutto il pensiero di Neill, la sua visione è condizionata molto da idee psicoanalitiche legate a Freud, che non mi trovano spesso d’accordo.
Anche l’impostazione sulla morale non è come io credo ottimale, ma nel complesso questo libro DEVI leggerlo.
E non importa se hai figli o modo di interagire con dei bambini: quello che leggerai ne I ragazzi felici di Summerhill ti aiuterà a comprendere meglio quanti condizionamenti ci impediscono di arrivare a comprendere la nostra natura autentica.
È davvero una lettura preziosa, che da un’esperienza reale di oltre 40 anni di insegnamento, mostra risultati che fanno capire che siamo immensamente di più di quanto tutti vogliano farci credere.
Sono certo che le pagine di questo libro ti offriranno l’occasione di metterti in discussione e comprenderti meglio.
Vai in libreria e compralo oggi stesso, o magari ordinalo perché purtroppo non è facile trovarlo.
Se lo hai letto e non avevi pensato a quello che ti ho detto, rileggilo, con occhi nuovi.
E se vorrai condividere cosa ne pensi, mostrarmi i tuoi dubbi e confidarmi le tue scoperte e intuizioni, lascia un commento, sarò felice di notare spunti che, anche dopo più letture, mi sono sfuggiti 😉