Proviamo emozioni ogni giorno, ogni minuto, e sono loro a determinare se saremo felici oppure no.
Indipendenza emotiva significa imparare a essere felici, ogni giorno. Ecco come:
- Cosa sono e come funzionano le emozioni.
- E se potessi liberarti della sofferenza del tuo passato?
- Chi decide le tue emozioni?
- Se ci credi, ti emozioni.
- Emozioni buone ed emozioni cattive.
- La realtà non conta.
Ti suggerisco di seguire l’ordine che ho scelto, perché stai per iniziare un viaggio importantissimo, che potrebbe cambiarti per sempre la vita.
E il modo migliore per iniziare è fare il mio test sulle emozioni.
Iniziamo subito!
Cosa sono e come funzionano le emozioni
Nathaniel Branden è stato uno psicoterapeuta che ha scritto una definizione davvero precisa di cosa sia un’emozione: una reazione valutativa.
Ecco cosa sono, dunque, le tue emozioni: una reazione valutativa a qualcosa che ti accade.
Questo significa che tu vedi un episodio, osservi il comportamento di un amico, ascolti le parole in televisione, e provi un’emozione come risposta a tutto questo.
La rabbia di fronte a un’ingiustizia è la risposta che adottiamo per affrontare quello che sta succedendo.
Così come la delusione di fronte al tradimento di un amico è una risposta che ci permette di reagire a quel che ci capita.
Tuttavia le emozioni non sono semplicemente una reazione a qualcosa. Anche perché fin qui sarebbe molto ovvio.
Sono una reazione valutativa.
Vuol dire che prima di rispondere con la rabbia all’ingiustizia, o con la delusione al tradimento, tu valuti cosa sta accadendo.
Cosa vuol dire che valuti? Significa che esprimi un giudizio.
Le emozioni sono le reazioni che hai di fronte a ogni situazione che vivi e dipendono dal giudizio che emetti.
Siamo al cuore dell’indipendenza emotiva: ogni emozione dipende da come giudichi quello che ti accade.
Lo so, sembra folle, ma ti sto dicendo proprio questo: l’emozione non dipende mai da quello che ti accade.
E se vuoi lo sottolineo: mai.
Ecco cosa succede quando provi un’emozione (e considera che è sempre stato così sin da quando sei nato, o nata!):
- Accade qualcosa con cui entri in contatto. Parole, suoni, gesti, azioni, fatti, qualsiasi cosa.
- Tu valuti quello che accade. Esprimi un giudizio che, come vedremo meglio più avanti, ha due forme possibili: positivo o negativo.
- L’emozione nasce come risposta a quel giudizio, e non come risposta a quello che ti accade. Se il giudizio è positivo, emozione positiva. Ma se il giudizio è negativo, allora abbiamo un’emozione negativa.
Ecco come funzionano le emozioni.
Sono reazioni, cioè risposte, valutative, perché siamo noi, sei tu a stabilire che reazione avrai.
Quello che hai appena letto vale anche per ogni emozione legata al passato.
Il passato non conta
Non conta cosa sia accaduto, ma il tuo giudizio.
La cosa davvero importante da capire è che non è il giudizio che avevi in passato ad avere peso, ma quello presente.
Te lo spiego in modo semplice: immagina una giraffa arancione. Carina vero?
Bene, è ovvio che l’immaginazione sia un processo della mente, è un pensiero: stai pensando a una giraffa arancione.
Ora, se ti chiedo di immaginartela ieri, puoi più farlo? Puoi pensare, ieri, a qualcosa?
No, perché il passato è finito, ieri non esiste e non puoi pensare qualcosa.
Puoi farlo ora, adesso, in questo preciso istante puoi immaginarti, nuovamente, la giraffa arancione, o blu, per cambiare!
Anche se ti chiedessi di immaginarla domani, non potresti. Potrai farlo solo domani. Se ti ricordi, domani fallo!
Cosa sto cercando di farti capire?
Che tu non pensi né domani né ieri, ma solamente oggi.
Qualsiasi cosa tu faccia, la puoi fare adesso, mai ieri.
Potrei suggerirti di alzare un braccio due giorni fa? Come potresti, ormai quei giorni sono trascorsi!
A questo punto è chiaro che le tue emozioni derivano dai tuoi pensieri, e che tu puoi elaborare un pensiero solamente oggi.
I ricordi non sono che pensieri. Tu ieri puoi ricordarti di qualcosa? Se ti viene in mente un evento della tua vita, non è forse adesso che lo ricordi?
Certo, pensi, ricordi, immagini, vivi solo nel presente.
Poiché le tue emozioni sono frutto dei tuoi pensieri, e quindi anche dei tuoi ricordi, allora ti rendi conto che è oggi che le stai creando.
Altra cosa fondamentale: le emozioni non hanno forma e consistenza. È ovvio.
Se ti dico di mostrarmi un’emozione che mi fai vedere?
Niente!
Se un anno fa hai provato rabbia, quell’emozione è nata per i tuoi pensieri e si è dissolta poco dopo.
Non puoi portarti dietro, magari per tutta la vita, le tue emozioni.
L’emozione è creata dalla mente solo nel presente.
E l’emozione dura solo nel presente, è rapida, istantanea.
Se provi un’emozione a lungo, è perché continui a pensare in un certo modo.
Non vivi le emozioni di ieri, tu vivi sempre e solo le emozioni di oggi.
Questo significa che le tue emozioni, legate apparentemente al tuo passato, le crei comunque tu, in base a cosa pensi, e lo fai oggi.
Non conta cosa sia successo e cosa hai pensato: che giudizio hai oggi del tuo passato?
Questo conta.
Cosa pensi adesso.
Se i tuoi pensieri sono gli stessi di due anni fa, continui a creare, ogni giorno, nuovamente, le stese emozioni.
Non hai portato con te certi stati d’animo, li hai creati e ricreati ogni giorno, per anni. E continui, probabilmente, a farlo.
Quello che ti è successo, dunque, non conta, il passato non ha nessun potere su di te.
È per quello che pensi oggi che stai male.
Se vuoi essere felice, è adesso che puoi cambiare ogni cosa, pensieri e giudizi anche su quello che è accaduto dieci anni fa.
Il vero problema, dunque, è cosa pensi adesso. Conta solo il presente.
Per capire meglio come sia possibile che l’emozione derivi da te, sia tu a crearla e non qualcosa che capita o sia causata dalle vicende della vita, passate, presenti o future che siano, voglio spiegarti come si forma dentro di noi
Le emozioni sono un processo culturale
La convinzione di fondo è che le emozioni siano incontrollabili: dipendono da cosa ci succede o da cosa fanno gli altri e per noi non c’è altro da fare.
Probabilmente anche tu hai sempre vissuto ogni emozione come qualcosa di passivo che subivi, senza nessuna possibilità di scelta.
Quasi certamente non hai mai sentito parlare di Paul Ekman. È uno psicologo Statunitense che ha lavorato a lungo sulle emozioni.
Ha approfondito questo studio osservano da vicino popolazioni e tribù che vivono senza nessun contatto con l’occidente o con l’evoluzione tecnologica, per capire l’origine delle emozioni.
Ekman arriva a una conclusione molto semplice: la cultura ci dice cosa provare e quando farlo.
In pratica tu cresci e vedi continuamente esempi di quale sia la risposta emotiva migliore in certe situazioni.
Nessun bambino si sentirebbe offeso perché qualcuno insulta lo stato dove è nato, ma col tempo impara che quell’offesa è rivolta anche contro di lui, e la reazione orgogliosa è quella giusta.
Molti non riescono, ad esempio, a controllare la rabbia.
Così almeno dicono.
Eppure non la fanno mai esplodere in chiesa, oppure a casa di amici o se ci sono ospiti.
Moltissime persone che ammettono di non riuscire a gestire le proprie emozioni, sono però incredibilmente abili a scegliere dove e come manifestarle.
La cultura ti dice se offenderti e per cosa farlo, quando essere felice e come dimostrarlo.
Come hai sentito nei video, ci sono culture con approcci molto differenti anche in merito alla morte, e questo produce emozioni diverse in chi vive certi momenti della vita.
Siamo abituati a credere che le emozioni siano conseguenza di quello che ci capita.
Se così fosse, ogni persona su questa terra dovrebbe sempre rispondere nello stesso modo a certe situazioni.
Ma non è così.
Quante volte, di fronte a un problema, tu hai avuto una reazione anche opposta a quella di altre persone?
A me capita spesso di restare calmo mentre chi mi sta vicino perde la testa.
Come mai?
Sarà successo tante volte anche a te di non capire i motivi per cui alcune persone reagiscono in un modo che ritieni strano o innaturale.
Se l’emozione fosse davvero legata a cosa ci accade, tutti dovremmo provarla nello stesso modo, ma non accade mai questo.
Certo, la maggior parte delle persone reagisce in modo simile.
Il motivo, come detto, è che la nostra cultura ci insegna che emozioni provare e quando farlo.
Così quasi tutti, di certo la maggioranza, risponderemo in modo simile, finendo con il convincerci che sia l’episodio a originare l’emozione.
Se hai ascoltato i video, ti sei già reso, o resa, conto, che in realtà non è affatto così.
Cosa determina, allora, le nostre emozioni?
Cosa indirizza questo nostro giudizio, questa valutazione?
Ciò in cui crediamo determina quello che proviamo
Prima ti ho spiegato che il giudizio che determina l’emozione può essere positivo o negativo.
Esprimi un giudizio positivo ogni volta che ritieni favorevole per te quello che accade.
Al contrario, se lo consideri una minaccia nei tuoi confronti, il giudizio sarà negativo.
Semplice, no?
Provi quindi emozioni negative ogni volta che vedi una minaccia, un pericolo, un rischio per te.
Se invece pensi di trovarti di fronte a occasioni favorevoli o piacevoli, a qualcosa che ti farà bene, il giudizio, ovviamente, cambia completamente.
Prima di capire come formuli questo giudizio, ti dico in base a cosa lo fai: tu vuoi essere felice.
Ho spiegato cos’è la felicità, e ti invito a scoprirlo subito, per chiarire che è l’obiettivo che tutti vogliamo ottenere.
Felicità non significa perfezione né assenza di problemi. Felicità vuol dire emozioni positive, ad esempio, benessere, calma, serenità.
Significa vivere bene.
Non vuoi tutto questo?
O preferisci stare male, provare emozioni negative, sentirti giù?
Immagino proprio di no.
Bene, il giudizio che emetti riguarda la felicità: se una cosa ti renderà felice, allora questa tua valutazione sarà positiva.
Ecco in base a cosa giudichi quello che accade: in funzione di cosa pensi sappia renderti felice oppure no.
Ovviamente questo vale sia dal punto di vista materiale, quindi fisico, che dal punto di vista psicologico.
Ma come fai a capire se una cosa ti rende felice oppure no?
O se lo farà domani o tra un anno oppure no?
A determinarlo sono tutte le regole e le convinzioni che ti porti dentro.
Ricordi che ti ho spiegato che le emozioni sono organizzate dalla nostra società?
Bene, questo accade perché la nostra cultura ci trasmette regole che dicono cosa è bene e cosa è male, cosa ci renderà felici e cosa non saprà farlo.
Alla fine tu credi che alcune cose abbiano questo potere, renderti felice, e altre no.
Cosa credi, dunque, determina cosa provi.
- Crediamo che trovare l’anima gemella ci renderà felici, quindi la cerchiamo e la desideriamo tutti.
- Crediamo che vivere da soli sia triste e ne saremo infelici, quindi fuggiamo dalla solitudine.
- Crediamo che l’approvazione degli altri ci farà stare bene e la loro disapprovazione significa che stiamo sbagliando.
- Crediamo che per essere felici dobbiamo avere: relazione di coppia, lavoro, successo, rispetto, prestigio, soldi, agi, ricchezza, salute e via dicendo. Quindi vogliamo tutto questo.
- Crediamo che il passato debba incidere per sempre su di noi e che quello che è successo ci farà sempre stare male, almeno un po’. Così viviamo in modo passivo la nostra storia.
- Crediamo di non poter cambiare, che chi nasce tondo non può morire quadrato. Così non ci proviamo neanche a migliorare la nostra vita.
Quello in cui credi determina ogni tuo giudizio e quindi ogni tua emozione.
Nel video ti ho fatto l’esempio delle palle da biliardo che non possono uscire fuori dalla cornice del tavolo.
Ma noi parliamo di indipendenza emotiva, cosa significa?
Se le tue emozioni sono frutto del tuo giudizio, non è quello che otterrai a farti stare bene, ma se tu pensi che succederà proprio questo.
Lo spiego meglio: tu provi gioia non perché hai vinto una partita, ma perché quando vinci “decidi” di creare gioia dentro di te.
Tu “decidi” quando puoi essere felice.
Hai delle regole che lo stabiliscono e quando le soddisfi, ti permetti di stare bene.
Lo stesso accade per ogni emozione negativa: quando qualcosa infrange le tue regole, ti permetti di stare male, di arrabbiarti o provare delusione.
Sembra folle, vero?
Tu ti comporti male con me ed io, per punirti, mi creo delusione e sofferenza.
Divertente non ti pare?
Possibile che siamo così sciocchi da crearci da soli la sofferenza che proviamo?
Sì e no.
Non siamo sciocchi, ma effettivamente sei tu a crearti sofferenza o tristezza, e solo tu puoi crearti felicità.
Ora ti spiego perché fai una di queste due scelte.
Buone o cattive?
In realtà non esistono emozioni cattive.
Come detto esse sono una reazione dettata dalle nostre valutazioni.
Perché ci creiamo emozioni capaci di farci stare male?
Perché vogliamo essere felici!
So che sembra un controsenso, ma non lo è.
Hai delle regole, come detto, che ti dicono cosa ti renderà felice.
Ogni volta che queste regole ti segnalano una minaccia alla tua felicità, reagisci con un’emozione negativa, per difenderti.
Ogni emozione negativa è un segnale d’allarme.
Non sono un fattore negativo ma insostituibile e fondamentale.
La stanchezza, la fame o la sete sono segnali importantissimi. Ogni emozione negativa ha lo stesso compito.
In pratica ti devono spingere a risolvere un problema, affrontare una minaccia, allontanare un pericolo.
Se l’emozione positiva, come risposta a qualcosa di buono, ti spinge ad aprirti e accogliere quel che vedi e che consideri fonte di gioia, l’emozione negativa ti dice di chiuderti.
Devi difenderti da quella che consideri una minaccia.
Attenzione, ho scritto consideri.
Che succede se ti sbagli? Se il tuo giudizio prende per minaccia qualcosa di positivo?
Succede che provi ugualmente un’emozione negativa e ti chiudi, allontanando proprio quello di cui hai bisogno.
Ti ricordo che la cultura ha stabilito regole che dicono cosa è bene e cosa è male.
Sono sempre giuste queste regole?
No, anzi, ti assicuro che la maggior parte sono sbagliate.
Esagero?
Guardati attorno, osserva la tua vita e quella degli altri.
Tutto quello che vedi, è determinato da queste regole.
Ti senti circondato, o circondata, d’amore e felicità?
Perché no?
Perché le regole che seguiamo sono sbagliate e non ci permettono di arrivare davvero a essere felici.
Devi renderti conto che le emozioni hanno una funzione precisa: guidarti a vivere una vita felice.
Di fronte alle cose che consideri capaci di renderti felice, giusto o sbagliato che sia, ti apri perché le tue emozioni positive ti invitano ad accogliere qualcosa di buono.
Al contrario, quelle negative devono farti evitare pericoli e minacce, problemi o difficoltà.
Immagina di essere in autostrada: emozioni negative e positive equivalgono alle strisce sull’asfalto, ai segnali stradali, al guardrail.
Ti aiutano a tenere la rotta, a non finire fuori strada e poter raggiungere il tuo obiettivo: vivere una vita felice.
È ovvio che se sei sulla strada sbagliata a destinazione non arriverai mai.
Emozioni positive e negative dovrebbero darti l’aiuto che ti serve per non commettere errori.
Tuttavia il punto è che un’emozione positiva non è, di per sé, garanzia che stai facendo la cosa giusta.
Ricorda che l’emozione non dipende da quello che fai o dalla strada che prendi, ma dal tuo giudizio.
Immagina di essere di fronte a tre porte.
Dietro due di queste ci sono leoni affamati, mentre una sola nasconde un tesoro che ti renderebbe la persona più ricca del mondo.
Puoi scegliere quale porta aprire e una delle tre ti ispira, senti una sensazione positiva e la apri.
Pensi che quella sia la porta giusta solo perché tu lo pensi?
La realtà non cambia per i tuoi pensieri, ma si modificano le tue emozioni e, quindi, ogni tua decisione.
Per contare sulle tue emozioni, per avere la certezza che siano capaci di indicarti qual è la porta giusta, devi comprendere la realtà.
Un tassello cruciale è proprio questo: in fatto di emozioni, la realtà non conta.
Emozioni e realtà: non conta cosa accade ma cosa ne pensi tu!
Indipendenza emotiva vuol dire che le tue emozioni sono indipendenti da quello che ti accade.
Sempre e comunque.
Non me la sono certo inventata io questa cosa, è la natura di ogni persona, siamo fatti così.
La realtà non ha alcuna importanza.
Qualcuno sostiene che ci sono reazioni che invece sono incontrollabili, come ad esempio la paura, perché derivano da un periodo primordiale della nostra evoluzione.
Quindi potresti lasciare un bambino di 6 mesi a giocare con un ragno velenoso o un serpente, tanto ne ha naturalmente paura e si allontana.
Giusto?
Sbagliato, e lo sai bene anche tu.
Se io non considero pericoloso qualcosa, mica scappo.
La realtà non conta.
Se trovi un botto di quelli che si sparano a Capodanno e ti sembra esploso, non avrai paura, visto che lo consideri innocuo.
Magari lo prendi in mano ed esplode perché lo avevi giudicato male.
Se il tuo giudizio è sbagliato, perché quel botto non era già esploso, non ha importanza: la realtà non cambia e le tue emozioni non sono legate alla realtà, ma al tuo giudizio.
Ricordati che provi emozioni positive non se vivi qualcosa di buono, ma solo se pensi di viverlo.
Fai tutto da solo, o da sola.
Perché questo è importantissimo?
Perché le emozioni ti guidano a vivere felice solo se riesci a comprendere la realtà senza lasciarti condizionare dai tuoi schemi.
Ad esempio la tua cultura, che ti dice cosa provare, quando e come, oppure le regole che determinano le tue idee su cosa ti renderà felice.
Questi schemi generano comunque emozioni che ti guidano.
Se sono sbagliati, perché distorti rispetto alla realtà, le tue emozioni ti diranno comunque cosa fare, ma non sarà la scelta giusta.
Hai ascoltato con attenzione i video?
Ascolta tutti gli esempi, con calma.
Comprendere l’indipendenza emotiva, significa capire che tu crei le tue emozioni e cosa accade in realtà, cosa facciano gli altri, non ha importanza.
La cultura ti ha insegnato cosa dovrebbe renderti felice. Ti ha spiegato cosa deve accadere.
Così accogli con gioia, e provi emozioni positive, tutte le cose che pensi saranno fonte di felicità, anche se ti sbagli.
Il guaio è che questa illusione, considerare buono qualcosa che non lo è, dura poco e si finisce per credere che la felicità non duri o sia irraggiungibile.
Il segreto è capire che ogni emozione la creiamo noi stessi.
Se tu ora cambi modo di pensare, modifichi le cose in cui credi e trasformi la visione della tua vita, potresti essere felice.
Adesso.
Devi iniziare soprattutto a prendere consapevolezza, che la realtà non è come siamo abituati a pensarla.
Ricorda che l’emozione deriva da come giudichi quello che accade. Se la tua visione è distorta, il tuo giudizio sarà sbagliato.
Ecco allora che è fondamentale riuscire a vedere le cose per quelle che sono e non per come ci hanno insegnato.