Le vostre zone erronee: come ricominciare a vivere

Le vostre zone erronee è un libro, forse il secondo che ho letto da quando ho cominciato ad appassionarmi di crescita personale e psicologia, davvero prezioso.

Scritto da Wayne Dyer, ci accompagnerà, oggi, alla scoperta di queste zone in cui commettiamo errori che condizionano, negativamente, tutta la nostra vita.

Alla fine spero che deciderai di leggerlo, perché ti assicuro che potrebbe offrirti risorse eccellenti e molti consigli utili a cambiare in meglio la tua vita.

Cominciamo subito 😉

 

 

Le vostre zone erronee: tutto parte dalla tua mente

Le vostre zone erroneeTutto dipende da cosa pensiamo.

Alcuni mi scrivono che questo sembra un approccio razionale e che ci sono cose complesse, come l’inconscio, i traumi, il passato a determinare chi siamo.

Io dico di no, anche perché lo sperimento in prima persona e lo vedo negli altri ogni giorno. Io la chiamo indipendenza emotiva.

Dire che tutto dipende dalla tua mente non è un approccio razionale.

La razionalità è nella tua mente, le emozioni anche, allo stesso modo. Pensiero e sentimento sono opposti? No, le emozioni sono create dei tuoi pensieri.

Di più, passato, inconscio, sensazioni, tutto passa dalla tua mente e dai tuoi pensieri.

Dyer usa una logica chiara:

 

Premessa maggiore: io posso controllare i miei pensieri.
Premessa minora: i miei stati d’animo discendono dai miei pensieri.
Conclusione: Io posso controllare i miei stati d’animo.

 

Ovviamente è logico pensare che tu controlli i tuoi pensieri. Se non sei tu a decidere cosa pensi, chi lo fa per te?

Sai dire chi ha il controllo di quello che pensi?

Ovviamente sei tu!

Fin qui ci siamo.

Poi viene la parte difficile: i tuoi stati d’animo dipendono dai tuoi pensieri.
Ecco come la spiega Dyer:

 

Un’emozione è una reazione fisica a un pensiero. Se piangi o arrossisci o ti batte il cuore o provi una qualsiasi delle potenziali reazioni emotive [..] è perché ti è prima giunto un segnale da un centro mentale.

[…]Certe lesioni al cervello impediscono perfino di provare dolore fisico: ti si potrebbe letteralmente friggere una mano su un fornello, e tu non sentiresti nulla. […]

Ogni tua emozione è stata preceduta da un pensiero, e senza un cervello non si dà stato d’animo.

 

Se elimini il cervello, la mente, in effetti, elimini qualsiasi cosa tu possa chiamare esistenza o vita. Niente di quel che esiste potresti più percepirlo o sentirlo.

Tutto passa dalla mente e i pensieri sono ciò che la mente crea per fare qualsiasi cosa.

 

Non è la morte di una persona a renderti infelice: non puoi esserlo finché non vieni a sapere che è morta; dunque non la morte ti rende infelice, ma ciò che dici a te stesso intorno a quell’evento.

Gli uragani non sono in sé deprimenti: la depressione è unicamente umana. Se sei depresso per un uragano, è perché ti stai dicendo cose che ti deprimono.

 

Prima zona erronea: pensare che la tua vita emotiva, che anche la più piccola delle tue emozioni sia dovuta a qualcosa che accade, a come si comportano gli altri, a eventi fuori del tuo controllo.

Dyer dà una bella definizione di amore, che lui stesso definisce difficile e raramente applicata:

 

La capacità e volontà di permettere alle persone a cui si vuole bene di essere ciò che vogliono essere, senza insistenza o pretesa alcuna che essere diano soddisfazione.

 

Arrivare a lasciare che gli altri siano liberi di vivere come meglio credono, senza pretendere che facciano come noi pensiamo giusto, presuppone la nostra capacità di non avere bisogno, emotivamente, di loro.

Se per stare bene ho bisogno di te, non ti lascerò la possibilità di fare come preferisci, perché ho bisogno che tu mi faccia stare bene.

Pensi che sia la persona che ti ama a farti stare bene?

Sbagliato, lo abbiamo visto poco fa: tutti i tuoi stati emotivi li crei tu, e gli altri non centrano nulla.

Sentirsi amati, importanti, preziosi, speciali, sono tutte cose che dipendono da te.

Non hai bisogno di essere amato, o amata, per diventare felice.

Al contrario, se pretendi questo amore, perché pretendi la tua felicità e pensi dipenda dal comportamento degli altri, non potrai lasciarli davvero liberi, non li amerai come pensi e nemmeno tu sarai felice.

 

 

Per amare devi liberarti dal bisogno che gli altri facciano come vuoi, dal bisogno che ti amino, e Dyer consiglia una strada:

 

Amando te stesso. Prendendo coscienza della tua importanza, del tuo valore, della tua bellezza, non esigerai che altri rafforzino il tuo valore o i tuoi valori col conformare il proprio comportamento alle tue esigenze o pretese.

 

Ricorda che tu, io, ognuno di noi è artefice dei propri stati d’animo.

  • Ti senti solo, o sola? Dipende da te.
  • Ti senti rifiutato, o rifiutata? Dipende sempre da te.
  • Non ti senti amato, o amata, importante o speciale? Dipende da te.

Finché non comprendi che ciò che senti, vivi, provi è una tua responsabilità, allora continuerai a pretendere che gli altri “ti aiutino” a provare certe sensazioni e quel benessere che desideri.

Ricorda solo la cosa più importante: nessuno può renderti felice, nessuno può farti soffrire.

Fai tutto tu e il passo di amarsi è un passo determinante, perché l’amore che tanto vuoi nella tua vita sei tu che devi portarlo!

 

Quel che vali è determinato da te, e non occorre fornire spiegazione. E il tuo valore, un dato di fatto, non ha nulla a che vedere con il tuo comportamento, con le tue sensazioni, emozioni e stati d’animo.

 

La chiave è amare se stessi.

 

L’amore verso te stesso significa che ami te stesso; questo amore non esige l’amore altrui. Non c’è bisogno di convincere gli altri: è sufficiente l’accettazione interiore, la quale non ha rapporto con le opinioni altrui.

 

Amati. Vuoi amore nella tua vita? Ama.

Quando comprendi cosa significa amare, ti rendi conto che è folle credere di poter amare gli altri e non amare te stesso, o te stessa.

Folle e falso.

Se non ami te, non amerai sul serio proprio nessuno, perché l’amore non è una relazione, ma un modo di essere, come il sole.

Così come il sole riscalda, chiunque, allo stesso modo se ami davvero chiunque, tu per primo, o per prima, sarai immerso, o immersa, nel tuo amore.

Se invece pensi di amare altre persone, ma non saperti amare, allora il tuo non è un problema nel rapporto con te stesso, o te stessa, ma è che non hai ancora imparato ad amare davvero.

Altra grande zona erronea, legata strettamente all’amore per noi stessi, è il bisogno dell’approvazione degli altri.

Alcuni esperti, anche famosi, arrivano a sostenere che sia importante essere approvati.

Io dico che è importantissimo, se vuoi dipendere da loro, stare mele e stare sulle montagne russe ogni giorno!

Dipendere da cosa pensano gli altri e dalla loro approvazione è totalmente sbagliato, perché così la tua vita è costantemente influenzata da opinioni e pareri superficiali e distorti.

Dyer sostiene che l’approvazione nei confronti dei bambini sia importante, ma a una condizione:

 

Dico che dovrebbe essere elargita gratis a un bambino, e non come premio perché si è comportato bene. Non si dovrebbe mai incoraggiare un bambino a confondere il senso del proprio valore con l’approvazione altrui.

 

In realtà né io né te abbiamo bisogno di essere approvati dagli altri.

Svegliati: sei tu che devi sapere se fai bene qualcosa, se puoi migliorarla, se è giusto come ti comporti. Se cerchi all’esterno le risposte, ne troverai discordanti, inesatte, imprecise.

Essere approvati non ha niente a che vedere con la correttezza di quello che fai.

Non ti approvano perché fai le cose nel modo giusto, ma solo perché le fai come loro vogliono.

Noti la differenza?

L’approvazione viene mascherata come qualcosa che ci aiuta a prendere le scelte giuste, a fare le cose migliori, ma è solo il metro di quanto ti adegui a ciò che gli altri si aspettano da te.

Te lo dico senza mezzi termini: vuoi diventare felice? Vuoi amare, essere libero, o libera, vivere una vita meravigliosa e fare la differenza in questo mondo?

Bene, non troverai approvazione!

Per quanto oggi sembri il contrario, chi ama davvero è disapprovato, perché l’amore non ha niente a che fare con il modo in cui lo viviamo.

Purtroppo di amore ne vedi poco se guardi bene, ma vedi dipendenza reciproca, paura, possesso, pretese, bisogni che cerchiamo di soddisfare con gli altri.

 

La nostra è una cultura che premia e incoraggia la ricerca di approvazione.

 

Osservati intorno e scoprirai che cresciamo con continui esempi di ricerca di approvazione.

A scuola, in famiglia, tra gli amici, sul lavoro: tutto quel che facciamo lo mettiamo in discussione se gli altri non approvano e basta la loro disapprovazione per metterlo in dubbio e pensare di aver sbagliato, o addirittura di essere sbagliati.

Qualcuno ti dirà che un po’ di approvazione serve e fa bene averla, io ti dico che devi fare le cose che sono giuste, davvero intendo, devi amare e seguire una semplice regola: fai sempre quello che vorresti ricevere.

Anche a chi ti tratta male o sembra non meritare quel che potresti fare per lui.

E di cosa pensano gli altri fregatene se rispetti questa regola: se vuoi diventare felice è la sola strada che tu possa percorrere.

 

 

Conclusioni: niente più zone erronee

Come essere felici

Ovviamente potrei continuare per ore 😉

Il libro di Dyer affronta tantissimi aspetti, come per esempio l’autostima, il rapporto con il nostro passato e la convinzione che sia capace di condizionare, ormai, tutta la nostra vita.

 

La “natura umana” non esiste.

L’espressione serve a incasellare la gente e inventare scuse. Tu sei la somma delle tue scelte, e ogni etichetta che conservi come un tesoro potrebbe essere riscritta in “Io ho scelto di essere (così o cosà)”.

 

Detto in altre parole: non sei il tuo passato e oggi, se lo volessi, potresti scegliere di essere cosà, di diventare da subito una persona differente, vincere le tue paure, vivere una vita felice.

Il passato non esiste, non c’è, è solo nella tua mente e tu puoi essere qualunque cosa tu decida. Come vedi tutto è sempre nelle tue mani.

E poi Dyer parla anche di giustizia.

 

Per poter dire che una cosa è ingiusta, devi aver fatto un paragone tra te e un altro individuo o gruppo di individui.

Devi aver fatto un ragionamento del tipo: “Se lo fanno loro, posso farlo anche io” , “Non è giusto che voi abbiate più di me”, “A me non l’hanno dato. Perché a te sì?”.[…]

Ogni volta che ti confronti con un altro, stai facendo il gioco del “Non è giusto!”, e abbandoni la consapevolezza del tuo valore per una mentalità etero diretta, controllata dall’esterno.

 

In sostanza perdi il controllo sulla tua vita perché non guardi a te, a cosa fai, a come vivi, ma pensi solo se altri hanno più o meno, spesso giudicando in modo superficiale, rispetto a te.

Spesso le persone mi scrivono lamentandosi che chi le ha fatte soffrire ora è felice, e che non è giusto, data tutta la loro sofferenza.

Pensa sempre se riusciresti a riconoscere una persona malata mentre passeggia tranquilla in una villa.

Credi che l’apparente felicità degli altri, infarcita di pretese, sia un modo per giudicare giusto o ingiusto ciò che vivono loro?

Le persone che ti osservano, sanno che difficoltà, problemi, sogni, speranze hai? Potrebbero mai dire se sia giusto quel che vivi?

E soprattutto, per chi è giusta la sofferenza? Hai modo di giudicare gli altri e non sbagliare?

Qualche giorno fa una giornalista ha fatto uno sgambetto a un profugo Siriano che portava il figlio in braccio.

Per questo gesto è stata licenziata e condannata da tutta l’Europa.

Grazie a quel gesto quell’uomo, e il figlio, dopo poche settimane erano in Spagna, accolti meglio di chiunque altro stia fuggendo dalla guerra e già con un lavoro ottimo e ben pagato.

Era ingiusto quel gesto?

O forse si è rivelato il più importante per quel padre e quel figlio che da profughi senza nome sono diventate protagonisti di un’attenzione inaccessibile a tutti i loro connazionali?

Né io né te sappiamo giudicare con esattezza, giusto è ingiusto sono una trappola.

Ecco cosa consiglia Dyer:

 

Alla frase “non è giusto”, sostituisci “è un peccato…” oppure “Avrei preferito che…”.

In tal modo, invece di pretendere che il mondo sia diverso da quello che è, comincerai ad accettare la realtà senza necessariamente approvarla.

 

Un consiglio, un esercizio, come ce ne sono a decine in tutto il libro, per ogni tema affrontato, per ogni zona erronea da eliminare per diventare felici.

Mi fermo qui, ma ti assicuro che la mia copia è un collage di evidenziatori di vari colori, perché ho letto più volte questo libro, notando spesso punti interessanti.

Ecco il mio consiglio: leggi subito Le vostre zone erronee.

Vai in libreria e compralo oggi stesso, se lo hai letto e non avevi pensato a quello che ti ho detto rileggilo, con occhi nuovi.





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Silvy
Silvy
Ospite
2 anni fa

Grazie Giacomo… TOP!! Appena ordinato 😉

Arianna
Arianna
Ospite
3 anni fa

Grazie!!!!

Barbara
Barbara
Ospite
7 anni fa

Diciamo che il raginamento non fa una piega e sono d accordo, però una piccola precisazione considerando che oltre la mente i pensieri e il cervello che come tu affermi possono essere gestiti e controllati esiste anche il cuore che al contrario non si comanda, il tutto e’ messo in discussione… voglio essere precisa a me capita di sentire lacerare o traboccare di gioia il cuore non il cervello.. quindi anche se ho inteso quello che hai scritto il cerchio non mi si e’ chiuso lo stesso.

Barbara
Barbara
Ospite
In risposta a  Giacomo Papasidero
7 anni fa

ho inteso cosa dici tu e infatti ammetto che hai ragione i pensieri giocano un ruolo importante su amore gioia e delusione ecc ecc.. ma a me capita anche di sentire affondare un pugnale nel cuore o uno slancio verso l alto quando trabocca di grazia. A me vivere così piace sono felice il tutto mi fa sentire viva..

Barbara
Barbara
Ospite
In risposta a  Giacomo Papasidero
7 anni fa

A limite dalle orecchie o dagli occhi o dalla bocca o dal tutto o dal naso.. io ti ho compreso… quello che voglio dirti è che gli impulsi dopo non arrivano solo al cervello ma anche al cure e chi alla fine sarà davvero felice sarà chi pensa con il cuore.. di questo credimi!!!:)