Hai mai detto o pensato, “Non sono pronto, o pronta“?
O l’hai sentita pronunciare da qualcuno che conosci? Magari al momento di intraprendere una nuova avventura, iniziare un nuovo lavoro o magari una nuova relazione.
Io personalmente l’ho sentita spesso, molto più di quanto possa pensarsi, poiché subentra l’ansia di non essere all’altezza, di non essere pronti per qualcosa di nuovo, qualcosa che cambia la nostra vita, che stravolge la nostra routine, che modifica le nostre abitudini.
Poiché aiuto ogni giorno le persone a cambiare, e questo significa necessariamente fare ciò che non facciamo di solito, allora vedo che abbiamo paura di non essere pronti, di non farcela.
Soprattutto quando ciò che suggerisco è diverso, magari anche opposto, a quello che facciamo normalmente.
Poiché abbiamo spesso paura dei cambiamenti, e di perdere ciò che abbiamo, devi ricordarti che cambiamo continuamente (anche solo dal punto di vista fisico!), che tutto cambia, niente rimane com’è, anche se a volte può sembrarci che sia così.
In realtà ho compreso una cosa molto importante in questi anni: non è che non sono pronto, è che penso di non esserlo.
Magari per via di tante paure:
- Cosa diranno gli altri?
- Sarò all’altezza delle loro aspettative?
- Saprò affrontare qualsiasi situazione?
- Commetterò degli errori?
Quest’ultima domanda credo sia molto importante perché molto spesso, sentirsi pronti, lo viviamo come il momento in cui non faremo errori.
Vuoi una splendida notizia? Farai sempre qualche errore 😀
Essere pronti a cambiare, ad agire, a scegliere, non significa non poter sbagliare.
Il peggiore errore, in realtà, è non fare nulla nell’attesa di essere pronti. Cosa che, molto probabilmente, non accadrà mai se non comprendi da dove nasce questa paura.
Non sono pronto o non mi sento pronto?
Per cominciare davi farti questa domanda: “Che cosa deve accadere perché mi senta pronto, o pronta?”
Le risposte a questa domanda sono la chiave per il cambiamento.
Scrivi su un foglio le risposte, quindi analizzale una per una dettagliatamente sino a quando non sarai stato, o stata, in grado di quantificarle il più obiettivamente possibile.
“Non sono pronto” è generico, a te serve capire le cose in modo preciso e chiaro.
Una volta stabilito ciò agisci per soddisfare tutti i criteri che hai definito.
ATTENZIONE Esiste una trappola subdola da evitare: il rischio di utilizzare il dubbio di non essere pronti come una scusa che cela magari insicurezza o altri freni e non il reale bisogno di migliorare o sviluppare capacità e competenze.
Non si tratta più di essere o non essere pronto, ma solo di aver paura di tentare, di sfiducia in se stessi, di scarsa autostima.
Magari sono pronto eccome, ma ho paura di non farcela. E su questo ti consiglio la guida in cui spiego come costruire fiducia in se stessi.
Ricapitolando:
- Mi chiedo cosa deve accadere perché mi senta pronto.
- Trovo le risposte a questa domanda.
- Le analizzo fino ad avere obiettivi quantificabili e “oggettivi”.
- Inizio a perseguire questi obiettivi.
Prima di raccontarti la storia di Luigi, considera questo: se provo a fare qualcosa prima di esserne in grado, mi farò male.
Se cerco di sollevare 50 kg in palestra, senza aver mai allenato il mio corpo, non ci riuscirò e mi farò anche male. Finendo per di più col pensare che il problema sia io, non che non sono pronto!
Le paure (quando dico di non essere pronto c’è sempre la paura di mezzo), vanno affrontate, ma dobbiamo prepararci ed esserne all’altezza.
Per questo consiglio a tutti (anche a chi non ha problemi particolari) i 25 Passi: più sei forte, più saprai affrontare tutto.
Ecco la storia di Luigi, con cui sarà più chiaro come applicare il consiglio di oggi.
Luigi ha ottenuto l’abilitazione come avvocato da quasi un anno e da tre lavora come tirocinante in uno studio professionale.
Luigi vorrebbe aprire uno studio tutto suo, e se da una parte sente di desiderare questo cambiamento, dall’altra pensa di non essere ancora pronto a lavorare senza la guida di avvocati esperti più di lui.
“Non sono pronto” si giustifica spesso per la sua indecisione. “Mi piacerebbe” mi dice, “ma non credo che sia il momento giusto”.
Così gli chiedo cosa deve accadere perché si senta pronto. E risponde che dovrebbe conoscere bene il diritto penale.
“Ottimo” rispondo io, “ma cosa vuol dire esattamente?”. Luigi mi guarda perplesso.
“Come farai a dire di conoscere il diritto penale? Come faresti a stabilire se un giovane avvocato lo conosce oppure no?”.
In altre parole gli sto chiedendo: coma farai a sapere quando sarai pronto?
Luigi sorride. Se dovesse dirlo di un altro, verificherebbe che conosca a memoria tutte le leggi principali, e mi fa un elenco di quelle che lui considera tali.
In pratica Luigi crede sia fondamentale ricordare le leggi e le disposizioni più importanti.
Scrive quindi un elenco di tutte queste norme principali e stabilisce un programma di studio per i prossimi tre mesi.
Un avvocato che le conosce, per lui è preparato e professionale. Per cui lui deve avere quel livello.
Passati i tre mesi Luigi ha imparato bene tutto il materiale che riteneva essenziale ad un avvocato come lui.
Sa di essere abbastanza competente e preparato per avviare uno studio professionale e, malgrado con qualche timore, inizia la sua nuova avventura.
Non solo devi dire tu cosa deve accadere perché tu ti senta pronto, o pronta, ma devi definire cosa significa esattamente.
Come farai a sapere quando? Se dovessi valutare un’altra persona, cosa guarderesti? Con che criteri?
Quando pensi di non essere all’altezza per qualcosa di nuovo non si tratta quasi mai di capire se “obiettivamente” sia così, ma di lavorare sulle tue opinioni in proposito.
Migliorando quel tanto che basta perché tu creda di essere finalmente pronto, o pronta, avrai “meno scuse” per rimandare continuamente qualcosa che è alla tua portata.
La verità? Luigi poteva aprire subito lo studio e nei tre mesi migliorare la sua preparazione 😉
Se agisci in questo modo non ti stai dando una pacca sulla spalla per cercare di convincerti ad agire, suggestionandoti che ce la farai.
Stai invece comprendendo la realtà: se davvero non sei pronto, o pronta, allora hai un metro di giudizio con cui stabilirlo. E una volta che hai raggiunto la giusta “preparazione”, saprai che puoi, dovrai solo decidere di agire concretamente.
Ma ricorda anche questo: essere pronti non significa essere perfetti. Ci sarà sempre chi ne sa più di te, ci sarà sempre qualche errore che commetterai e ci sarà sempre da imparare.
Agire, provare, mettersi in discussione e affrontare la realtà resta sempre il modo migliore per diventare più forte di qualsiasi problema.
Buonasera…
Tutto molto vero…ma come si fa a fare pace “perdonare ” chi ci ha ferito e fare in modo che a sua volta perdoni noi …..
Ho una collega…sono stata dura con lei per 1ese mezzo xche’ credevo che non fosse un a mi vera. Accampava scuse x non uscire….mandava whatsapp tutte le sere ma poi mi diceva che le pesava….e non aveva ai tempo x me. X gli altri si. Mi ha detto che voleva che ci distaccassimo per un po’.
Io le ho tolto il saluto e la evitano al lavoro. Salutano gli altri e lei mai. 1 mese e mezzo. Mi aveva ferita.
Poi ho deciso di riprovarci lei mi ha ridato sia whatsapp che fb…
E mi ha fatto un regalo…
Mi ha scritto quando sono stata operata…
Mi ha mandato 1 whatsapp x sapere se stavo bene (ed sul ponte di Genova che e’ crollato)…ma quando le ho chiesto del suo ferragosto e come stava lei non ha risposto. Stessa cosa col mio compagno…gli ha fatto gli auguri ma quando lui le ha chiesto come stavano lei e suo marito silenzio….
Io mi sono sentita umiliata. Ma come?abbiamo detto che ci mettevamo una pietra sopra parole sue…e ora fa così?
Xche’ mi prende in giro?Non vuole riprendere davvero i rapporti mi pare…e io non so allora cosa vuole da me…
Sul lavoro non abbiamo nulla in comune in realta…quindi non e’ nemmeno interesse..
Non so davvero cosa pensare…
Dove sbaglio?
Mi sono arrabbiata e le ho chiesto scusa X la domanda xsonale sul ferragosto…e le ho detto buona giornata con cuori e tutto…
Silenzio.
Ma sta giocando con i miei sentimenti?cosa devo fare io?
Grazie x il consiglio in anticipo…
Ciao Maurizia,
non pretendere 🙂
Se ti piace condividere con lei, se ti fa piacere quando lei si fa sentire, bene.
Non pretendere che risponda, non giudicare il suo comportamento senza prima cercare (se riesci) di capire i motivi per cui lo fa.
La ricordi la newsletter di qualche giorno fa in cui parlavo del bisogno degli altri? Puoi rileggerla in questa pagina.
E poi leggi anche questa 🙂
Ciao Giacomo,
A me piacerebbe iniziare un’attivitá in proprio, è da un po’ che ci penso ma non ho il coraggio di fare il salto. E se andasse male? Se non fossi in grado di gestirla, se perdessi i miei soldi?
C’è poi mio marito che è ancora meno intraprendente di me e invece di incoraggiarmi mi frena, e se andasse male dovrei anche sentirmi dire “te l’avevo detto”.
Così preferisco pensare che non sono pronta. Probabilmente davvero non lo sono, dovrei informarmi meglio, prepararmi, ma non lo faccio perchè tanto so che il coraggio non lo troverò mai.
Forse.
Ma se informandoti vedessi che la cosa è più fattibile di quanto pensi, magari il “coraggio” arriverebbe 🙂
Informati, tanto non hai nulla da perdere, e chissà molto da guadagnare 😀
Direi che da tempo ho preso la decisione di cambiare strada e so esattamente cosa mi serve per farlo: avere un’autonomia economica, un lavoro….il problema è che non lo trovo e questo mi induce ad essere una “non sono pronta” forzata. Sarebbe bello schioccare le dita e trovare facilmente soluzioni ad una vita che non ti appartiene più…
Ovvio, non mi arrendo….continuerò a cercare l’accesso a quella nuova via! Buongiorno
Ciao Rosanna,
hai letto questa pagina?
Ciao Giacomo..trovo molto molto interessante quello che scrivi…ho appena preso una scelta importante nella mia vita.
Lascerò la mia città,ho lasciato il mio lavoro e tutto quello che mi circonda per andare a vivere a Roma dal mio ragazzo.
Se da una partr sono felice,dall altra sono spaventata,non dormo la notte,mi sveglio con l ansia alla nocca dello stomaco.
Ho paura di non trovare lavoro,ho paura di non essere in grado a spostarmi in maniera autonoma poiché Roma è un caos ed io vengo da un paese più piccolo,ho paura di noj essere felice e non rendere felice la persona che ho accanto,ho paura di fallire in tutto. Vorreo essere meno ansiosa e nervosa.
Comincia a definire ogni paura Mariangela.
Dici che hai paura di non trovare lavoro: cosa cercherai? Come? Dove? Leggi questa pagina.
Non saperti spostare, altro timore: come funzionano i mezzi a Roma? Non farti dire dal tuo ragazzo “prendi il 50”, fatti spiegare che percorso fa, prenditi una cartina, guarda le linee di trasporto, usa l’auto nelle ore non di punta solo per fare un giro. Conoscere.
Felicità? Segui i 25 Passi 😀
Insomma, identifica ogni timore, definiscilo, crea un piano, affrontalo 🙂
Già, siamo immersi in un oceano…e per forza di cose dobbiamo saper nuotare, abbiamo tutto ciò che ci serve per poterlo fare. La volontà è alla base di qualsiasi azione. L’idea( o desiderio), seguita dal movimento dell’agire crea la realizzazione concreta. Sono cose ovvie eppure metterle in pratica non sempre è così semplice. Anche avere una buona conoscenza di se stessi è indispensabile. E come dice il nostro coach, l’indipendenza emotiva costituisce le fondamenta 😉
Ciao a tutti!
Io nella mia vita, negli ultimi mesi della mia vita, ne ho fatti di cambiamenti…In realtà la domanda “cosa dovrà succedere perché io sia pronta a cambiare” non me la sono mai fatta. O forse non consciamente. Il punto x me è stato solo uno. Ero stanca di vivere ad un livello di vita mediocre e dopo una serie di tentativi di migliorare le cose, vedevo che restava tutto uguale. Ero sempre più frustrata e sono arrivata alla depressione, a livelli abbastanza pesanti anche.
Poi mi sono tirata una secchiata d’acqua fresca in faccia e mi sono detta SVEGLIATI! E li ho capito che non stavo migliorando un bel niente. Stavo solo girando in tondo e NON FACEVO NIENTE DI NUOVO. Ma di fondo lo sapevo…Troppo scomodo, troppa paura. Tutto sommato quella sofferenza la conoscevo, sapevo come gestirla e sapevo che era sufficiente non fare troppo rumore x continuare a “sopravvivere”.
Poi non so cosa è successo, o meglio lo so bene…qui dico solo che ho davvero toccando il fondo. Così, come uno schiocco di dita, ho deciso. Ho cominciato a cercare, lavorare, capire come cambiare (e già stavo cambiando anche se non me ne accorgevo!). È stata UNA DECISIONE. Punto.
Non ho sollevato 50 kg subito, sono andata x passi piccoli, timidissimi spostamenti. A volte un passo avanti 2 indietro. Ma HO COMINCIATO. Poco x volta, in silenzio. Ad un certo punto qualche piccolo cambiamento positivo cominciavo a vederlo. Poi un altro, e un altro ancora. Sono arrivata al punto che stavo stravolgendo la mia vita e quando me ne sono accorta ero così avanti che era troppo x tornare indietro! Nel frattempo però avevo fatto grossi, enormi passi con la mia autostima e di fondo sapevo bene che qualunque cosa sarebbe successa sarei stata in grado di affrontarla. Ma ho avuto una paura enorme. Paura dell’ignoto. Non avevo paura di sbagliare, di non saper gestire la situazione, dei giudizi (o meglio, avevo paura di tutte queste cose, ma non erano loro a spaventano di più), avevo paura di non poter prevedere e pianificare le situazioni essendo ormai tutto nuovo. E la tentazione di tornare dov’ero c’è stata, ma ormai non potevo più tornare indietro. Così ho continuato a camminare e ho scoperto che LE COSE IMPOSSIBILI NON ESISTONO! È solo paura. Un passo fondamentale è stato quello di IMPARARE AD AMARE. L’ho scritto in grande perché quando cambi così tanto rischi di andare incontro al rifiuto delle persone. E a me è successo a volte! Ma se ami, se ti ami, capisci che non hai bisogno di nessuno per stare bene e scoprI che certe volte i rapporti che abbiamo non sono neppure belli e sinceri, è solo che ne abbiamo bisogno… E allora non ti ferma più nessuno!
Sia ben chiaro, in tutto questo cambiamento sono stata supportata da Giacomo, mi ha dato molte dritte, mi ha aiutato, ma Giacomo non ha la bacchetta magica. Il lavoro sporco lo dobbiamo fare noi, siamo noi a dover voler diventare più forti di qualunque problema!
Ecco, ora guardandomi intorno vedo tante persone che non si muovono x paura, x pigrizia, molte persone che girano in tondo proprio come facevo io credendo che prima o poi qualcosa cambierà, così, cadendo dal cielo. Ma non funzionerà. Bisogna decidere. Punto.☺️
Perché la paura condiziona molto la nostra vita e le nostre scelte ?
Perché la paura ti ferma.
La paura è una chiusura e quindi, se temi qualcosa, non puoi scegliere, ma sei “costretta” a evitare quello che ti spaventa.
Inoltre la paura sta alla base di ogni emozione negativa, e quindi ti impedisce di vivere in modo sereno, di capire se davvero quella situazione è negativa per te. Quando stai male (emozioni negative) non hai la chiarezza per fare la scelta migliore. Ne parlavo anche in questa newsletter 😉