Paura di cambiare: come superare la paura del cambiamento

L’inizio di un percorso di crescita personale può essere molto entusiasmante.

Molto spesso tutto ha inizio con delle domande, a cui cerchiamo risposta: abbiamo dei dubbi, dei problemi che da soli non riusciamo a risolvere e cerchiamo la soluzione attraverso libri, siti internet, corsi.

Quando troviamo un libro o un insegnamento che ci smuove qualcosa dentro, ci buttiamo a capofitto nella certezza di aver trovato la soluzione al nostro malessere e la risposta definitiva a tutte le nostre domande.

A me è successo così quando ho scoperto il sito di Giacomo 😉

Ascoltavo una lezione dopo l’altra, tutto mi sembrava così illuminante, facile, entusiasmante.

Man mano che andavo avanti, mi rendevo conto, con stupore ed entusiasmo, di quali fossero stati i veri motivi per cui avevo fallito tutto fino a quel momento, perché non fossi mai riuscita ad essere veramente felice.

In alcuni momenti la vera felicità l’avevo pure assaporata, ne ero sicura.

Quando ti trovi difronte alla “vera” felicità lo senti, non puoi avere dubbi, è quella sensazione di profondo benessere, che non è legata a persone o situazioni esterne, ma nasce da dentro di te, e lo porti con te, dovunque e con chiunque ti trovi, anche in situazioni in cui non ti sarebbe stato pensabile fino a quel momento poter stare bene.

Ma non durava.

Tornava periodicamente, ma non durava.

Ho capito che succedeva perché non avevo saputo alimentarlo.

Perché come il fuoco, anche la felicità deve essere alimentata, nutrita.

Ogni singolo giorno, con pazienza e amore.

Mentre avanzavo nel mio percorso, ho iniziato ad acquisire sempre più consapevolezza.

Delle mie emozioni, dei miei pensieri, delle mie stesse azioni.
Dei miei giudizi, verso me stessa e gli altri.

E ho così iniziato a stare male, veramente male.

Iniziare a “vedere” non sempre è piacevole, anzi.
Molto spesso è doloroso.

 

Paura di cambiare: quando metti un paio di occhiali nuovi

Paura di cambiare

Ricordo ancora, con un grande sorriso, la prima volta che, a tredici anni, ho messo gli occhiali.

Avevo una forte miopia ma fino a quel momento me l’ero cavata, anche se non vedevo bene la lavagna a scuola e facevo fatica.

Spesso facevo figuracce perché a volte da lontano non riconoscevo mio padre o mia madre che venivano a prendermi a scuola e andavo incontro ad estranei (salvo capire, una volta vicino, che avevo sbagliato persona 😀 ).

Provavo indubbiamente disagio, sentivo che mi mancava qualcosa, pur essendomi abituata. Con il peggiorare però della miopia, avevo iniziato a protestare e a farlo presente, finché non mi hanno portata finalmente dall’oculista: mi mancavano già cinque diottrie.

Quando ho indossato per la prima volta gli occhiali era sera, ed ero nella mia stanza, da cui osservavo spesso lo Stretto di Messina.

Avevo sempre amato stare affacciata alla finestra a guardare le luci della Calabria, i colori dell’alba sul mare, e quella sera le mie aspettative erano alte.

Chissà com’era il mondo con gli occhi di una persona che vede bene?

Ma la delusione era stata grande.

Le luci che ero abituata a vedere enormi, perché sfocate a causa della miopia, erano adesso minuscole, dei puntini molto nitidi, le forme che prima vedevo sfumate, erano adesso chiare e precise, non c’era più spazio per la mia immaginazione, non potevo più sognare e fantasticare su quello che non riuscivo a vedere bene, adesso lo vedevo davvero.

E, quando mi sono girata verso i miei familiari che, curiosi, erano attorno a me per chiedermi “che ne pensavo del mondo” il mio primo commento, che mi è venuto spontaneo, è stato: “ma quanto siete brutti!! Siete pieni di macchie in faccia!!” 😀

E’ come iniziare a osservare i nostri pensieri e chiamarli con il loro vero nome, senza veli, senza edulcoranti.

Quello che prima poteva essere camuffato, ignorato, rimosso, ora attraverso la luce della consapevolezza ci appare chiaro e nitido e può essere davvero destabilizzante guardare in faccia “le macchie”.

Soprattutto le nostre.

E non abbiamo più scuse.

 

Paura del cambiamento? Smetti di giudicare!

Paura del cambiamento

Pensiamo di essere già diventati delle persone migliori, per il solo fatto di esserci messi in cammino nel nostro percorso di crescita, e prendere atto di alcuni nostri pensieri, che ora riconosciamo come “sbagliati”, se non addirittura meschini, frutto di nostre fragilità e paure, di egoismo, può farci sentire estremamente vulnerabili e privi di identità.

Quell’identità che ci eravamo costruiti, quell’immagine di noi con cui ci eravamo sempre identificati.

Eppure, se desideriamo davvero cambiare, la consapevolezza è il primo passo necessario, anche se spesso scomodo, anche se all’inizio sgradevole.

Se non individuo bene la malattia, non le do un nome, non la guardo in faccia, per paura, non potrò neanche curarla.

Se voglio mettere al centro della mia vita delle nuove regole, non posso non partire dall’imparare a comprendere e individuare quelle che ho avuto finora, osservare come sono nate, come hanno agito nella mia mente.

Il primo insegnamento importantissimo che ne ho tratto, è stato “non giudicarmi”. E’ stata oltretutto la prima cosa che mi ha detto Giacomo, la prima volta che ci siamo parlati su Skype: “Per prima cosa: non giudicarti”.

Se ci giudichiamo, non potremo che provare emozioni negative, di frustrazione, di ansia, di scoraggiamento.

Avremo paura di continuare a osservarci, capire i meccanismi che ci portano a pensare e agire in determinati modi, e non potremo comprendere le vere motivazioni che ci sono dietro.

Se cediamo alla paura e al giudizio, inevitabilmente ci bloccheremo.

Ci fermeremo.

E ci precluderemo la preziosa opportunità di migliorarci e crescere nella direzione che avevamo intrapreso, e sarebbe un vero peccato.

Recentemente ho letto una frase che mi ha colpito molto: “L’ora più buia della notte è quella che precede l’alba”.

Non contiene per me solo un messaggio di speranza, dicendoci che qualsiasi notte finisce con l’alba, ma è anche un’importante riflessione sul fatto che a volte può essere indispensabile passare per le difficoltà e i momenti bui, per poter davvero progredire e vedere la luce.

Non ci sono scorciatoie, se vogliamo davvero diventare più forti di qualunque problema, se vogliamo davvero diventare felici.

Il cammino dobbiamo percorrerlo per intero, resistendo di fronte alla tentazione di fermarci e arrenderci di fronte alle nostre paure.

Ma attraversarle, per permettere loro di svolgere il loro compito, assolvere alla loro funzione di meravigliosa opportunità per comprendere.

D’altronde, che cosa è più spaventoso, affrontare ciò che temiamo per passare oltre, o restare imprigionati nelle nostre regole di sempre che ci procurano sofferenza?

Dobbiamo semplicemente capire.

Un nostro pensiero, gesto, ci sembra meschino?
Noi non siamo meschini.

Siamo sbagliati? No.
Siamo solo spaventati.

Spaventati di non poter ottenere ciò di cui pensiamo di aver bisogno, e cerchiamo di procurarcelo nell’unico modo che fino a quel momento conoscevamo.

Ma iniziare a osservare senza timore e comprendere le paure che si celano dietro ai nostri comportamenti, pensieri ed errori, è il primo importante passo per iniziare ad accoglierci, amarci e cominciare a costruire su nuove basi quello di cui davvero abbiamo bisogno.



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