La paura di vivere è un’emozione e come tale, va compresa.
Essa, per quanto limitante possa essere, può aiutarci a conoscerci sempre meglio.
- Cosa guardiamo?
- Come?
- Perché?
- E cosa possiamo fare per crescere sempre di più come persone?
In questa breve guida, voglio dare risposte alle tue possibili domande e offrirti una strada, una nuova prospettiva per arrivare a vincere la paura.
Per cui, non perdiamoci in chiacchiere e partiamo!
Cos’è la paura di vivere
La paura di vivere, come detto, è un’emozione legata alla visione che hai della vita, di te.
Come ogni paura, anch’essa nasce con lo scopo di proteggerti da qualcosa.
Ma da cosa precisamente?
Soprattutto, sarà vero che la paura abbia la funzione di proteggerti, sempre?
Caratteristiche della paura (di vivere)
Come ogni paura, anche la paura di vivere ha due proprietà che la rendono forte:
- Hai paura di qualcosa che per te rappresenta una minaccia dalla quale proteggerti.
(Non importa se quello che pensi sia vero oppure no, conta ciò che tu pensi e se la ritieni effettivamente come tale). - Dopo aver visto la possibile minaccia (reale o meno che sia), pensi di non riuscire a gestirla.
Per comprendere meglio la tua paura e le tue ansia sulla vita, fai subito il nostro test gratuito.
(Attenzione: le domande sono particolari, eprché il test è il più efficace attualmente disponibile)
Paura della vita, quando la provi
Potresti provare la paura di vivere ogni volta che pensi di non essere abbastanza.
Ogni volta che provi a paragonarti agli altri pensando che siano migliori di te.
Ogni volta che pensi ad un tuo sogno nel cassetto e credi di non avere le capacità, la forza, le possibilità più disparate per poterlo raggiungere.
La paura di vivere, la provi ogni volta che ti proietti in una situazione futura (prossima o meno).
Quando la provi, nella tua testa, sei un regista a pieno titolo: stai creando immagini, luoghi, personaggi in situazioni ben precise che non vorresti affrontare.
Vedi le cose con estrema chiarezza e, naturalmente, stai dando degli input importanti al tuo sistema nervoso: “Attenzione! Qui c’è una minaccia!”
Per difesa, il tuo corpo comincerà ad entrare in modalità “allerta”, per cui, aumenta il battito cardiaco, il respiro si fa più corto, i muscoli sono più rigidi, arriva anche la sudorazione.
Ricordo, mentre scrivo, come un flash la mia giovinezza.
Quando ero poco più che adolescente, caratterialmente ero molto diversa da ciò che sono oggi.
All’Università, nonostante fossi distante da casa solo 58 km, avvertivo un forte disagio nello stare da sola.
Ogni volta che uscivo, incontravo nuove persone e andavo a lezione in quelle mega aule, la mia attenzione era centrata sul pensare a mille cose su di me per nulla costruttive che mi proiettavano in…
- Non sono capace abbastanza,
- Non sono all’altezza,
- Non ce la farò mai nella vita.
Mi sentivo perennemente nel posto sbagliato, mi sentivo inadeguata.
Per cui, per nulla aperta alla vita, anzi.
Ogni giorno, pensare di alzarmi e tornare in quelle aule, per me, era un tour de force contro la mia – ormai vecchia amica – ansia.
Con il tempo, ho scoperto una chiave di lettura molto importante, semplicemente, osservandomi: I miei pensieri, non erano la realtà.
E questa verità mi ha salvato la vita.
Quando si ha paura di vivere?
Si ha paura di vivere, fondamentalmente, quando abbiamo poca fiducia in noi stessi e nella immensa, forte, profonda e autentica capacità di vivere e reagire anche nelle difficoltà della vita.
Si ha paura di vivere, quando, pensando di non valere abbastanza o non essere abbastanza pensiamo di non essere in grado di gestire la sofferenza, le sconfitte, le perdite.
E forse anche le vittorie.
Si ha paura di vivere, quando siamo proiettati esclusivamente in uno scenario negativo di noi stessi, proprio perché non riconosciamo le nostre qualità.
- Ma, hai mai provato ad osare il contrario?
- A mettere in dubbio che potresti sbagliarti?
- A pensarti in modo vincente, felice?
Paura di affrontare la vita: perché la provi
Provare paura di vivere, ti mette di fronte a delle scelte:
- Vado o resto?
- Dico quello che penso o me ne sto in silenzio?
- Ci provo o no?
Se hai paura di vivere, chiaramente, avrai paura di affrontare la vita (come me negli anni dell’Università).
Alla fine dei conti, però, la paura è una parola.
Proprio perché è una parola e non qualcosa di ben definito essa hai il potere di controllarci.
In fondo, pensaci: ti è mai capitato di avere paura di qualcosa fino a quando non hai conosciuto questo “qualcosa”?
Ad esempio, io avevo paura di nuotare in mare dove non tocco (non mi reputo una grande nuotatrice).
Poi, mi sono sperimentata, un piccolo pezzo alla volta, ed ho cominciato a osservare senza giudizio.
- Come cambiava il mio respiro nel nuoto tra la zona di “controllo” e quella fuori?
- Dove portavo la mia attenzione?
- Sui movimenti o sul pensiero di non farcela?
Ora, non ho più paura di tuffarmi in posti dove non tocco, ma so che non ho ancora raggiunto una buona respirazione tanto da resistere molto tempo.
In più, un corpo non allenato, a contatto con l’acqua fredda (caratteristica dei posti con acqua alta), potrebbe causare dei crampi, quindi, mi “riscaldo” nuotando in zone diverse.
Dunque, temi qualcosa che non conosci ed è arrivato il momento di dare nomi precisi al contenuto di questo contenitore chiamato “paura”.
Paura di fallire
Immagina di avere di fronte a te un barattolo, come quello dei sottaceti, tanto per intenderci.
Sull’etichetta del barattolo c’è scritto: paura di vivere.
Bene, te lo porti appresso tutto il giorno, con la consapevolezza di averlo con te, ma non hai mai aperto quel barattolo per capire cosa c’è dentro.
Ruotiamo assieme il coperchio per aprirlo, senza giudizio, ma con tanta curiosità e voglia di capire.
Infiliamo la mano, afferriamo il primo elemento che ci capita e troviamo la paura di fallire.
Molte volte, non osiamo affrontare le sfide della vita, non osiamo intraprendere una strada verso noi stessi, verso i propri sogni, per paura di fallire.
Ricorda però, quello che ti ho spiegato all’inizio e cioè, che temi ciò che pensi sia per te una minaccia.
Fallire equivale a sbagliare.
Se hai paura di sbagliare nella vita, sappi che grazie agli errori hai potuto dare spazio al tuo naturale divenire.
Quando penso alla paura di sbagliare, penso spesso all’immagine del bambino che inizia a camminare.
Prima gattona (non sempre), a carponi trova la sua stabilità.
Poco per volta, si poggia su oggetti stabili o persone.
Poi, un passo dopo l’altro, con estrema fiducia e sicurezza, impara a stare diritto su due gambe e muoverle.
Quante cadute? Una dopo l’altra!
Ma cosa gli hanno permesso di capire?
Che qualcosa doveva essere sistemato, calibrato, aggiustato, per poi andare dritto e spedito fino a correre (e poi chi lo ferma più? 😀)
Cosa è cambiato nel tempo nella mente di quel bambino che aveva imparato dagli errori ed ora ha paura di sbagliare?
Probabilmente ciò che il mondo gli ha propinato: per essere vincente, non devi sbagliare!
Ma è vero?
Io credo che la persona vincente sia colei che si da il diritto di sbagliare e di amare i suoi sbagli, benedirli, perché è grazie ad essi che si impara a vivere.
Grazie agli errori possiamo, come un bambino, comprendere cosa va sistemato, calibrato, aggiustato, per essere sempre più forti.
Paura di soffrire
La paura di soffrire, credo, sia una delle paure più grandi dell’uomo.
Noto però, che mentre una persona soffre perché ha paura di soffrire, in realtà è già nella sofferenza.
E a volte, quella sofferenza, diventa un’amica, non positiva (lo sappiamo), ma conosciuta che facciamo fatica a lasciar andare.
Intanto i giorni passano, la vita scorre.
Avere paura di soffrire, significa:
- Temere qualcosa che pensi ti faccia del male;
- E che questo qualcosa tu non possa gestirlo (le caratteristiche della paura, ricordi?)
Ma se la paura di soffrire è di per sé, una sofferenza, non la stai già gestendo?
Magari anche in modo non efficace, ma continui a portartela appresso.
Ti chiedo: ha senso?
La realtà dov’è in questo momento?
Mentre sei in preda alla paura che un domani potresti soffrire, stai leggendo questa guida, guardi la tv, ti prepari da mangiare, vai a lavorare o ti occupi della casa e dei tuoi cari.
Ma mentre fai tutto questo, dove sei, realmente?
Mancanza di fiducia
Avere fiducia è avere fede.
Si può avere mancanza di fiducia in sé stessi, nella vita, negli altri.
Di solito, il punto di partenza è sempre la percezione che noi abbiamo di noi stessi.
Il lo chiamo il “La” che accorda tutto il resto.
Se non hai fiducia in te, penserai di non farcela e quindi nemmeno ci provi a farti avanti.
Anche perché, come detto, la paura ha come caratteristica il pensiero di non riuscire ad affrontare ciò che temi possa succedere.
E il pensiero, quello che tu proponi alla tua mente, se ne infischia della realtà.
“Che tu creda di farcela o di non farcela, avrai comunque ragione”, diceva Henry Ford.
Eric Fromm, Victor Frankl, due psicologi che stimo tantissimo, sostenevano che l’essere umano trova se stesso e un significato alla propria vita, nel momento in cui comincia ad avere fede in qualcosa.
Ho paura di vivere: come vincerla per sempre in 7 passi
Quando nella nostra Scuola cominciamo un percorso di coaching, quello che facciamo è aprire barattoli 😀
Si, proprio come in questa guida.
Ma non lo facciamo con l’intento di toccare delle ferite aperte e stare ancora più male, anzi!
A noi piace seguire il processo “dello scienziato”.
Ossia, eliminiamo ogni forma di giudizio (bello, brutto, positivo o negativo) e ci dedichiamo a prendere gli elementi, metterli assieme e verificare la funzionalità degli stessi.
Immagina davvero un laboratorio, in cui si lavora per sperimentare, provare, trovare, comprendere, capire.
Se uno scienziato cominciasse a dare giudizi su ogni esperimento, la scienza avrebbe fallito mentre, ciò che rende possibile ogni evoluzione, è l’analisi, la comprensione e la riprova.
Ma farlo non è così semplice, soprattutto per chi arriva in preda alla paura ed è dentro emozioni negative.
Come ogni terreno, prima di essere seminato, ha bisogno di essere bonificato, pulito, nutrito.
Solo dopo, sarà giunto il momento della semina.
Questo processo, che ti mostrerò a breve, garantisce una raccolta ricca, piena di colori, profumi, sapori e odori.
È come se un film in bianco e nero, cominciasse a prendere colore: la tua vita.
Passo 1: Mente lucida, un processo di bonifica
La nostra mente è un terreno, possiamo piantare di tutto.
Ma in un terreno paludoso, sporco, le uniche cose che attecchiranno, saranno pensieri negativi, paure, ansie.
Come si bonifica la nostra mente?
Iniziando a pulirla, con amore e con un serio impegno.
Quello che sto per proporti, sono un paio di esercizi che usiamo nella Scuola e la chiamiamo “rete di protezione”.
Essa ha lo scopo di spezzare il pensiero che genera l’emozione negativa.
Un esercizio che trovo estremamente valido in caso di necessità, è fare calcoli complessi a mente.
Qualcosa come 87 + 98, senza l’uso di calcolatrici.
Puoi aggiungere anche 67 o sottrarre 27, insomma, concentrati a farlo come se fosse l’unica cosa che conta in quel momento.
Tuttavia, quello che preferisco è quello della presenza.
Abituarti a stare nel presente.
Come?
Descrivi quello che fai (possibilmente a voce alta) quando ti prepari da mangiare, ti vesti, ti fai la doccia, metti il bucato nella lavatrice, vai in macchina e guidi.
Ti accorgerai che alcune azioni che hai acquisito come meccaniche e scontate, in realtà, nel descriverle, ti impegnano mentalmente e ti portano in ciò che stai facendo.
Non indietro nel tempo o in avanti, ma nel presente.
Se vuoi, impara a guardare la tua mente come un cavallo di razza mai domato.
Lo abbiamo acquisito dalla nascita, è fantastico, ma nessuno ci hai mai insegnato come trattarlo.
Fa parte di noi, ci guida, ci stimola, eppure, non sappiamo come prendercene cura.
Ecco, riportare la mente, tutte le volte che ti becchi a fare film da regista, nel presente, in quello che stai facendo, ti permette di domare quel cavallo.
Non so se hai mai visto “Spirit, Cavallo Selvaggio”, un film di animazione della Dream Works Animation.
Bene, quando l’indiano riesce a domare quel cavallo indomabile per molti, entrambi (cavallo e umano) hanno sperimentato la forza dell’amore reciproco.
Con la nostra mente è la stessa cosa: imparando a domarla possiamo sperimentare la bellezza della vita nel rispetto della nostra natura, vera, autentica e libera.
Passo 2: Problemi? Ti porto (almeno) una soluzione
Un altro passaggio, quello successivo, che possiamo mettere in campo nel prenderci cura del nostro terreno, è nutrirlo.
Un terreno si nutre di intenzioni ma alle stesse, deve seguire l’azione altrimenti è tutta aria fritta.
A piccoli passi, abituati a osservare: quando becchi qualcuno che esprime un pensiero riguardo un problema, dentro di te, comincia a pensare come potrebbe risolverlo.
Ti consiglio di osservare questi piccoli step, rispondendo a queste domande:
- Qual è il problema (preciso)?
- Quali sono gli effetti pratici del dover gestire il problema?
- Dove sta la fatica?
- Cosa costa in termini di energie, tempo, competenze da acquisire?
Inizia con cose piccole, non di grande portata e poco per volta, abituati ad estendere la tua visione sulla soluzione anziché restare sul problema.
Estendi questa visione anche su di te, la tua vita, sempre, un piccolo passo alla volta.
Passo 3: Azione!
Ad ogni possibile soluzione, ora, inizia ad agire!
Se ad esempio hai paura di affrontare un discorso in pubblico nonostante ci sia preparazione perché hai paura di fallire, potresti sapere che la soluzione è provarci.
Ok, ma inizia con piccoli gruppi prima di due persone, poco per volta, aumenta.
Ricorda che sarà più semplice iniziare con piccole cose.
La tua mente le concepirà come fattibili, dopotutto, disteranno solo un millimetro da dove sei ora.
Ma è un millimetro alla volta che la lumaca riesce a fare chilometri interi! 😀
Passo 4: Ogni azione un mattone per il tuo futuro
Come si costruisce una casa?
Dopo le fondamenta, un mattone dopo l’altro.
Il progettista sa su cosa sta lavorando, ha bene in mente l’idea finale, ma è attento affinché ogni passaggio venga effettuato con estrema cura.
Mancasse solo un mattone, la costruzione crollerebbe in un attimo, è quindi estremamente importante fare attenzione al singolo passo, mattone dopo mattone.
La stessa cosa succede con noi nel momento in cui decidiamo di voler crescere e divenire la nostra migliore versione.
Il segreto, è sempre ed esclusivamente, concentrarsi sul singolo passo.
Oggi per l’oggi. Un momento alla volta.
L’obiettivo è chiaro, non si sposta, ma è quel singolo passo a fare la differenza nella tua vita, cosa ci metti, non l’obiettivo stesso.
Per questo, è necessario darsi delle possibilità, piccole e semplici, come ti ho spiegato, proprio per essere accessibili per te.
E in queste possibilità, costruire la propria forza e fiducia.
Potresti cadere?
Certo.
Ma è dalle cadute che impari ad essere più forte.
La forza che hai per rialzarti ti permette di fare sempre di più passi in avanti.
Passo 5: Fiducia in se stessi
Proprio in virtù dei singoli passi, dell’importanza esclusiva da dare loro, ti propongo 3 esercizi per aumentare la fiducia in te.
Esercizio 1: Scrivi 5 qualità o pregi che ti riconosci, pensa a come e dove puoi applicarle e metterle a frutto.
Scegli qualcosa di diverso da quello che stai già facendo affinché ti porti in esperienze semplici ma inesplorate e poi, agisci!
A sera, scrivi cosa hai imparato di nuovo grazie a quell’esperienza.
Esercizio 2: Inizia a porti degli obiettivi semplici, graduali ma ben definiti che ti portino verso la direzione che vuoi raggiungere.
Fai in modo che la tua attenzione, la tua concentrazione, siano esclusivamente su di te e quel singolo passo.
Il tuo sguardo si estenda al di fuori di te, solo se – grazie agli esercizi di bonifica – saprai distinguere cosa ti fa bene e cosa ti fa male.
Esercizio 3: Quindi, niente paragoni, giudizi, solo voglia di sperimentarsi e progredire (ricordi lo scienziato?).
Passo 6: Darsi delle possibilità
L’errore che comunemente siamo portati a compiere, è quello di identificarci con i nostri successi e i nostri fallimenti.
Quindi, per paura di sbagliare, non osiamo.
Sbagliare, per la nostra società, vuol dire fallire.
Ma non è vero.
Ciò che sei è indipendente da ciò che fai.
Tu, sei molto di più delle tue azioni.
Sperimentando l’esercizio delle 5 qualità che ti ho proposto prima, comprenderai sempre di più la tua vera natura, quale senso abbia la tua vita.
Quindi, abituati a dissociare ciò che sei, il tuo valore, dai risultati che raggiungi.
Inizia a darti delle possibilità cambiando prospettiva:
- Dal risultato, all’azione.
- Dal cosa al come.
- Dalla quantità alla qualità.
- Dal fare all’essere.
Passo 7: Cosa controlli?
In tutto questo, gioca un ruolo importante nella tua vita e nelle tue emozioni, farti sempre una domanda preventiva: cosa controllo di questa situazione?
Potresti pensare di sottoporti ad un esame, provare ad avviare quell’attività che rimandi da tempo, metterti in gioco in qualcosa di nuovo.
In tutto questo, la domanda “Cosa controllo?” ha un valore fondamentale.
Ci sono tante cose che nella vita non controlliamo:
- Le azioni e reazioni degli altri.
- Il meteo.
- Le calamità naturali e tanto altro.
In tutto questo, c’è solo una cosa che controlli realmente, la più potente e quella che ti basta: Il modo in cui decidi e deciderai di affrontare le situazioni della vita.
E quando lo sperimenti, con piccoli passi, impari ad amarti davvero ed avere più fiducia in te.
Impari a vivere quella libertà interiore che niente e nessuno potrà toglierti.
Quindi, su ciò che non controlli, impara a mollare la presa e vivere il meglio che puoi con quello che hai.
Paura di vivere: dalla palude al campo rigoglioso
La mente, similmente ad un terreno, può essere trascurata, maltrattata, oppure, curata, compresa, amata.
Un padrone che vedrà il suo campo paludoso pieno di paura, di pensieri negativi, difficilmente potrà cogliere il potenziale che vi è in esso.
Per questo è necessario passare attraverso un processo ben definito per poter trasformare una palude in un terreno fertile, quindi, in un campo rigoglioso:
- Un processo preliminare di bonifica, ossia, devi eliminare i pensieri negativi.
- Impara a vedere soluzioni, lì dove altri vedono problemi, cercando soluzioni e attivando un processo di problem solving.
- Alla comprensione dei passi da fare per risolvere i tuoi problemi, fai seguire l’azione. A piccoli passi.
- Ricorda che ogni passo, seppur millimetrico, è un mattone per costruire la tua casa: la tua sicurezza interiore, quindi, occhio solo sul tuo percorso.
- Inizia a porre più fiducia in te, riconosci te stesso in ogni passo che compi: saranno le tue certezze per oggi e per domani.
- Distingui il tuo valore dal risultato delle tue azioni, scopri chi sei dandoti delle possibilità.
- Poniti sempre la domanda: “Di questa situazione, cosa controllo?”.
- Agisci solo su ciò che puoi controllare, sul resto, impara a lasciare andare.
Come vedi, nei vari punti in elenco e in tutta la pagina, ho inserito delle guide specifiche e gratuite per aiutarti a fare tuo questo processo, in autonomia.
Se pensi che da solo sia difficile, troppo impegnativo, per cui ti blocchi, siamo qui per aiutarti.