“Sei una persona emotiva“.
Questa è una frase che pesava tantissimo a una ragazza con cui ho fatto un percorso di coaching, una frase, a dire il vero, che ritrovo spesso.
Il punto di fondo è che se definiamo “emotiva” una persona, lo facciamo di solito in senso negativo, come se essere emotivi rappresentasse un difetto.
Emotivo ha di solito il significato di fragile, debole, e viene visto come un difetto.
E così questa ragazza, come tantissime altre persone, si sentono sbagliate, come se le proprie emozioni fossero sbagliate, tendendo così a nasconderle o reprimerle.
Due pessime scelte, come avevo detto in questa newsletter di qualche giorno fa.
Ma è sbagliato essere una persona emotiva? Che significa?
Sei una persona emotiva? Fantastico, anche io!
Non più tardi di qualche giorno fa, durante un incontro di coaching, mi sono commosso.
E questa cosa, devo dire, mi capita anche spesso quando parlo con qualcuno per aiutarlo.
Ci sono alcuni film che mi fanno letteralmente piangere.
Un paio di anni fa, poco prima di Natale, stavo guardando il film di animazione con Jim Carrey, quello tratto dal libro di Dickens: “Canto di Natale“.
La storia dei 3 Natali (quello passato, presente e futuro) per intenderci, quella che ha per protagonista il vecchio e odiatissimo signor Scrooge.
Ebbene, verso la fine del film, nel momento in cui lui capisce di aver sbagliato e prega per avere una seconda occasione, ho iniziato a piangere.
Per la prima volta non mi sono nascosto, lasciando che tutti a casa mia potessero vedere che stavo piangendo per una scena di un film.
Anche l’anno scorso, mentre guardavo un altro film con mia mamma, ho dovuto tirare fuori il fazzoletto per asciugare le lacrime in più momenti, ogni volta che una scena mi toccava profondamente.
Sono troppo emotivo?
A volte mi commuovo pregando, o parlando con qualcuno, o pensando a qualcosa che mi è caro. Ieri stavo scrivendo una storia e mi sono commosso di nuovo.
Sono troppo emotivo?
Eppure so essere forte di fronte al dolore e alla sofferenza degli altri, sostenerli e incoraggiarli, so sopportare i miei dolori e non farmi piegare da loro.
Non mi lascio travolgere dai pensieri negativi, so dominare qualsiasi emozione negativa senza che riesca a farmi stare male.
Di fronte a cambiamenti anche importanti, so restare calmo, di fronte a situazioni di emergenze lucido.
Sono troppo emotivo?
Prima di continuare fai il mio test sulle emozioni.
Sensibile o fragile?
In realtà chi lo dice che una persona forte non piange? O non mostra le sue emozioni, anche intense.
Occhio, infatti, perché nascondere le proprie emozioni non significa essere meno emotivi.
Io posso trattenere la rabbia, nascondere le lacrime, fingere di non provare delusione. Ma le provo. Non mostrarle può ingannare gli altri, non te 😉
Se essere una persona emotiva significa commuoversi, capire gli altri, restare affascinati da un fiore, essere sensibili e ricettivi, allora io dico che devi essere felice se lo sei.
Il punto è che dire che siamo emotivi, non significa nulla.
Ovvio che sono emotivo: sono un essere umano e sono fatto di emozioni.
L’emozione è una parte essenziale della nostra natura, guai a perderla.
Chi non vuole essere, o apparire, emotivo, diventa distaccato, duro, freddo. Ma è un’illusione pensare che così si è meno emotivi.
Anzi, al contrario: questi sono il sintomo che la paura, un’emozione, ci domina tanto da chiuderci al mondo per il timore di soffrire.
Molto emotivi 😀
Essere emotivi è invece fantastico, perché significa saper esprimere le proprie emozioni.
Secondo me ci sono alcune cose da considerare.
Chi ti dice che sei una persona troppo emotiva, probabilmente è in difficoltà a confrontarsi con le tue emozioni, forse perché lo è anche nel farlo con le proprie.
Siamo così poco abituati a capire cosa proviamo, perché sento proprio quell’emozione, e viviamo col timore di esserne sopraffatti, dominati, schiacciati.
Siamo stati educati a una visione del tutto falsa della vita, per cui emozione e ragione sono in opposizione, e così chi è “troppo emotivo” è irrazionale, debole, illogico, manipolabile.
In realtà pensieri ed emozioni sono fusi assieme, si influenzano vicendevolmente.
Essere emotivi è splendido se significa stare in contatto con le tue emozioni e capire quelle degli altri.
Si chiama empatia.
La domanda è: sei sensibile o vulnerabile?
Essere sensibile significa saper cogliere la bellezza che ci circonda, saper entrare in contatto con gli altri e le loro emozioni, saper capire noi stessi, saper comprendere e amare gli altri.
Solo un cuore sensibile può amore.
Perché forse il vero pericolo è non sentire niente.
Avevo quasi finito di scrivere questa newsletter, quando in un’email una ragazza mi chiede se conosco una canzone. La ascolto, e penso: “è proprio quello di cui sto parlando!“.
Ascoltala anche tu adesso, proprio mentre ti spiego che è splendido essere sensibili, non fragili.
Qui sotto ho pensato di mettere anche il testo, per seguirla meglio, con in evidenza i punti che trovo più importanti.
Io lo so che non sono solo
Anche quando sono solo
Io lo so che non sono solo
Io lo so che non sono solo
Anche quando sono solo
Sotto un cielo di stelle e di satelliti
Tra I colpevoli le vittime e I superstiti
Un cane abbaia alla luna
Un uomo guarda la sua mano
Sembra quella di suo padre
Quando da bambino
Lo prendeva come niente e lo sollevava su
Era bello il panorama visto dall’alto
Si gettava sulle cose prima del pensiero
La sua mano era piccina ma afferrava il mondo intero
Ora la città è un film straniero senza sottotitoli
Le scale da salire sono scivoli, scivoli, scivoli
Il ghiaccio sulle cose
La tele dice che le strade son pericolose
Ma l’unico pericolo che sento veramente
È quello di non riuscire più a sentire niente
Il profumo dei fiori l’odore della città
Il suono dei motorini il sapore della pizza
Le lacrime di una mamma le idee di uno studente
Gli incroci possibili in una piazza
Di stare con le antenne alzate verso il cielo
Io lo so che non sono solo
Io lo so che non sono solo
Anche quando sono solo
Io lo so che non sono solo
E rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
Io lo so che non sono solo
Anche quando sono solo
Io lo so che non sono solo
E rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
La città un film straniero senza sottotitoli
Una pentola che cuoce pezzi di dialoghi
Come stai quanto costa che ore sono
Che succede che si dice chi ci crede
E allora ci si vede
Ci si sente soli dalla parte del bersaglio
E diventi un appestato quando fai uno sbaglio
Un cartello di sei metri dice tutto è intorno a te
Ma ti guardi intorno e invece non c’è niente
Un mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli che
Hanno ancora il coraggio di innamorarsi
E una musica che pompa sangue nelle vene
E che fa venire voglia di svegliarsi e di alzarsi
Smettere di lamentarsi
Che l’unico pericolo che senti veramente
È quello di non riuscire più a sentire niente
Di non riuscire più a sentire niente
Il battito di un cuore dentro al petto
La passione che fa crescere un progetto
L’appetito la sete l’evoluzione in atto
L’energia che si scatena in un contatto
Io lo so che non sono solo
Anche quando sono solo
Io lo so che non sono solo
E rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
Io lo so che non sono solo
Anche quando sono solo
Io lo so che non sono solo
E rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
E mi fondo con il cielo e con il fango
E mi fondo con il cielo e con il fango
Emotivo e fragile hanno significato diverso
Altro è essere vulnerabili e fragili.
Non è questione di provare forti emozioni, ma di esserne dominati, di non capirle e subirle.
Una persona sensibile non è travolta dalle sue stesse emozioni, ma le vive e le sa capire.
Una persona fragile ne viene schiacciata, dominata, le vive come qualcosa che non dipende da lei, ne ha paura perché la fanno stare male, non le capisce davvero.
Il problema non è mai essere una persona emotiva, sensibile, empatica. Anzi, questo è una cosa meravigliosa.
Il problema è confondere la sensibilità con la fragilità emotiva.
Come detto posso commuovermi di fronte a un film o una canzone, ma so essere forte nel dominare i dubbi o le paure, le difficoltà, i problemi e anche la sofferenza, mia e degli altri.
Forte, ma sensibile.
Emotivo, ma sicuro.
Posso essere emotivo e sensibile, e al contempo forte e sicuro, solo se ho indipendenza emotiva, solo se non subisco le mie emozioni e non vivo la vita come se tutto e tutti decidessero della mia felicità.
Diventiamo fragili e vulnerabili se pensiamo che siano le vicende della vita, o gli altri con azioni e parole, a farci stare bene o stare male.
Se questo non dipende da me, allora avrò paura di soffrire (non posso deciderlo io) o di non essere felice, cose che ritengo (sbagliando) siano fuori dal mio controllo.
E così avrò paura di quello che provo, perché non comprendo per quale motivo lo provo.
Non a caso, qualche giorno fa ho scritto una newsletter in cui spiegavo come puoi imparare a capire, e vivere in modo sano, le tue emozioni scrivendo il diario emotivo.
Un esercizio che apre la strada con cui trasformare la fragilità emotiva in sensibilità.
Quando siamo liberi emotivamente, in equilibrio, con una vera pace interiore, diventiamo estremamente sensibili e aperti, ma al contempo estremamente forti e sicuri.
Da oggi, se qualcuno ti dice che sai una persona emotiva, troppo emotiva, usa la tua testa e chiediti: sono sensibile o fragile?
Se sei sensibile sorridi, ti sta facendo un complimento, anche se non lo capisce.
E non commettere l’errore di voler diventare una persona più dura e distaccata, perché questo distruggerebbe la parte migliore di te.
Se invece ti reputi fragile, allora devi diventare forte, raggiungere l’indipendenza emotiva, iniziare a capire le tue emozioni per poterle vivere con serenità e gioia.