Oggi voglio parlarti di pnl, ossia di programmazione neuro linguistica.
Negli ultimi anni è letteralmente esplosa, e in giro trovi decine di libri, corsi, siti che svelano (ma solo superficialmente!) queste tecniche.
Soprattutto c’è dietro un grande giro di affari se consideri che un corso completo può costare diverse migliaia di euro, e tanti sono quelli che la propongono per superare fobie e problemi di ogni tipo.
Funziona? È una tecnica efficace e utile?
Oggi ti spiego come la penso, cosa noto, cosa ho sperimentato in diversi anni che mi occupo di coaching, anche considerando che di pnl se ne sente spesso parlare proprio perché usata da tantissimi coach.
Voglio aiutarti, come sempre, a riflettere, quindi entriamo subito nel vivo.
Programmazione neuro linguistica: perché non la uso!
Spiegarti la storia della pnl mi sembra inutile.
Se vai su Wikipedia troverai una serie di informazioni sulle sue origini, su chi la ideata e sulle sue evoluzioni.
A noi queste informazioni interessano però poco, veniamo a quelle importanti per davvero.
Io, personalmente, non uso tecniche di pnl come mental coach, e non le uso nemmeno a livello personale, nella mia vita privata. Ma conosco di cosa si tratta e ora ti spiego perché ho fatto questa scelta.
All’inizio del mio percorso, prima di scegliere di diventare coach, ho iniziato a interessarmi di crescita personale leggendo alcuni libri scritti da coach che usavano la pnl come tecnica di base nel loro lavoro.
Ovviamente, esaltando i risultati che dicevano di ottenere mi sono incuriosito e ho cominciato a leggere di pnl, in particolare andando a scoprire come fosse nata e leggendo i libri scritti dai suoi fondatori.
Ho letto parecchio, cominciato a sperimentare e usare quelle tecniche su di me per vedere se funzionavano e qui è arrivato il primo problema: non penso che la pnl sia davvero efficace.
Con questo non voglio dire che chi la usa finga di ottenere certi risultati.
Come leggevo anche su un articolo molto critico verso la programmazione neuro linguistica, apparso su Wired, i risultati ottenuti non sono dimostrabili o riproducibili.
Si tratta sempre di cambiamenti soggettivi e anche un qualsiasi intervento psicologico può avere effetti positivi in base a fattori che spesso non capiamo o non conosciamo: la mente è molto complessa e ne sappiamo ancora molto poco.
Dico che non è davvero efficace perché i risultati che può produrre, e che molti pensano siano dovuti ad altri fattori, non durano nel tempo.
Uno degli utilizzatori della pnl più famosi si chiama Anthony Robbins, conosciutissimo coach statunitense considerato da tanti il più bravo al mondo.
In uno dei suoi primi libri scriveva di un uomo a cui, attraverso le tecniche della pnl, aveva tolto il vizio del fumo ma che, a distanza di tempo, era tornato deluso e con lo stesso problema.
Robbins scriveva che le tecniche di pnl andavano ripetute nel tempo, altrimenti l’effetto sarebbe svanito.
In sostanza la pnl richiede non solo una programmazione iniziale, ma una continua ripetizione dei meccanismi (ora ne parliamo meglio!) nel tempo, altrimenti l’effetto finisce.
Personalmente non mi piace l’idea che una soluzione non sia risolutiva e debba continuamente metterci mano.
È come se chiami l’idraulico, ti aggiusta il lavandino ma ti dice che verrà ogni mese a sistemare la riparazione, altrimenti si rompe.
Lo richiami quell’idraulico per un nuovo lavoro? 😀
Io ne sceglierei un altro!
Questo, però, è anche il motivo meno rilevante per cui ho abbandonato il mio studio sulla pnl e preso altre strade, che tra poco ti spiegherò.
L’altro grave problema è che la pnl manipola la mente. O come si potrebbe dire altrimenti, diventa una sorta di lavaggio del cervello.
Le tecniche della pnl mirano, dichiaratamente, a riprogrammare il subconscio, ossia una parte che normalmente non comprendiamo e non controlliamo.
La programmazione neuro linguistica, infatti, produce spesso risultati indipendenti dalla propria volontà.
Robbins, ad esempio, spiegava come facesse venire meno una fobia in pochi minuti.
Non è che quella persona superasse la sua paura, ma che l’intervento di Robbins manipolasse, diciamo così, la mente di quella persona portandola a vedere le cose in modo differente.
Mi rendo conto che usare il termine lavaggio del cervello sembra esagerato, ma cosa succede quando qualcuno ci porta a fare cose che noi non scegliamo, ma di cui diventiamo attori protagonisti?
Considera che in pnl usano spesso l’esempio, la metafora, del computer.
In sostanza la nostra mente viene immaginata come la memoria di un computer e la pnl serve a sostituire i programmi negativi che ci limitano, che determinano i nostri comportamenti limitanti o dannosi, con altri programmi migliori.
In sostanza viene resettato quello che crediamo, le nostre convinzioni e le nostre associazioni passate, e sostituite con altre che chi pratica la pnl considera migliori.
Certo, possiamo sceglierle, ma non possiamo essere liberi.
Immagina di essere a un bivio: andrai a destra o a sinistra?
Generalmente questa scelta è condizionata da una serie enorme di fattori legati alle nostre esperienze e alle nostre convinzioni: in sostanza ti chiedi quale sia la decisione giusta e la risposta dipende da quella che credi che sia la migliore.
La pnl punta a modificare queste valutazioni, che magari ti hanno portato a fare scelte sbagliate in passato, con elementi e convinzioni più positive, che ti aiutino a fare la scelta giusta in futuro.
Il problema è che ogni bivio sarà sempre diverso, mentre il programma installato, per quanto buono, sarà sempre rigido.
Un computer non è capace di scegliere, agisce in modo meccanico in base ai programmi che sono, a loro volta, qualcosa di fisso, rigido, che non sceglie.
Utilizzando la pnl tu non diventi affatto libero, o libera, come vogliono farti credere: prima ti controllava una serie di convinzioni, adesso ti controllano delle nuove convinzioni.
Migliori quanto vuoi, ma pensi che una gabbia d’oro, larga e spaziosa, sia libertà? È meglio di una gabbia piccola e stretta, ma resta sempre una prigione, per la tua mente.
Pensare che la mente umana sia come un computer non è solo riduttivo, ma anche errato. Tu vuoi scegliere o subire le scelte?
Invece di programmarti oggi per le scelte future, che potrebbero richiedere molto più che un buon programma, devi imparare a decidere in modo consapevole.
Non hai bisogno di nuovi programmi, o di diventare al massimo un programmatore ma di capire che tu non sei un computer e che la tua mente non lo è affatto.
La metafora è pessima, e denota l’impostazione errata, secondo me, della pnl.
La programmazione neuro linguista non ti rende libero, o libera di scegliere, non ti porta a una consapevolezza di cosa fai, dei motivi per cui lo fai, ma ti spinge a fare scelte “migliori” di quelle precedenti.
Passi da un sistema che ignori a un altro che ignori altrettanto e ti controlla.
Io questa non la chiamo libertà.
Non devi riprogrammare la parte inconscia di te, devi divenirne consapevole, comprenderti in modo nuovo, capire le tue motivazioni, le cose in cui credi e scegliere.
Ecco un esercizio che ti da un po’ l’idea di come tu debba lavorare per conoscerti, non per manipolarti.
Le tecniche di pnl creano piloti automatici che possiamo anche considerare più abili dei vecchi modelli. Ma sono piloti automatici, non sanno scegliere.
Quando ti presenterai al prossimo bivio, il programma scelto, che tanto sembra funzionare, potrebbe non essere all’altezza.
Un pilota sa che in qualsiasi momento può disattivare il controllo automatico, prendere i comandi e guidare l’aereo in base alle condizioni che si trova davanti e che nessuno può prevedere prima.
Per quanto siano costruttive le nuove convinzione che la pnl potrebbe metterti nella mente, saranno sempre rigide, fisse, controllanti.
La programmazione neuro linguistica non ti insegna a prendere in mano i comandi e guidare tu la tua vita, ti convince solo che il nuovo pilota automatico lo farà per te!
Inoltre, forse l’aspetto che più temo della pnl, è la ricerca dell’ipnosi. Non tutti, non sempre, ma di solito si tratta di una sorta di ipnosi cosciente, non quella da film sul lettino!
Una forma di ipnosi costruita con parole, modi di comunicare, tonalità pensate per rendere la mente di chi ascolta più ricettiva. A cosa?
A quello che desidera chi parla!
Non so quanto sia reale questo effetto, ma personalmente mi terrei alla larga da chi cerca di condizionare la mente degli altri, anche se dice di farlo a fin di bene.
Non userei l’ipnosi neanche nella sua forma accettata dalla psicologia e praticata da psicoterapeuti, perché trovo che sia sempre sbagliato, e molto pericoloso, permettere a qualcuno di manipolare la mente a livello inconscio.
Pnl: io preferisco libertà, consapevolezza e amore
Penso che il motivo per cui la pnl vada così bene sia la rapidità con cui produce cambiamenti.
Come detto non durano, come detto sono novità rigide che inevitabilmente saranno inadeguate in futuro, in tante situazioni, ma sono visibili e immediate.
Quando qualcuno mi chiede una mano come mental coach il primo grande limite è sempre il tempo: tutti vogliono cambiare tutto e subito, e magari senza fatica.
Ecco che la programmazione neuro linguistica promette proprio questo: grandi cambiamenti immediati senza fatica.
Ma cambiare davvero non può essere ne così rapido, né senza difficoltà, impegno, fatica.
Mai, te lo garantisco.
Una promessa del genere è perfetta per fare marketing, ma non per diventare felici.
Io penso che tu non abbia bisogno di un buon pilota automatico, ma di imparare a farne a meno e prendere tu, davvero, il controllo della tua vita.
Dire che ne diventi padrone, o padrona, quando poi c’è una programmazione che ti controlla e determina le tue scelte, è una distorsione.
Il coaching, ovviamente, non è solo pnl, anzi, non lo è affatto!
Io credo che la strada sia la consapevolezza: la capacità di scegliere in qualsiasi momento cosa fare, non perché un buon programma lo fa per te, ma perché tu hai la libertà di decidere.
La consapevolezza, però, non arriva con lo schiocco delle dita o qualche parola che ti ripeti per ancorarti da qualche parte.
Arriva allenando la mente.
Il segreto, inoltre, del cambiamento sta nel fatto che tu cambi davvero, in modo consapevole, scegliendolo.
Se tu decidi di fare scelte nuove, nella libertà di compiere qualunque scelta in ogni istante, allora non c’è un pilota automatico che ti cambia, tu cambi e questo dura per sempre.
Il problema è che invece di cercare di condizionarci, dovremmo puntare a liberarci di ogni condizionamento, usare la testa, invece di riprogrammarla in un certo modo.
Certo, questo richiede senza dubbio maggiore impegno, più tempo, più lavoro, ma non devi più chiamare l’idraulico domani o il mese prossimo.
Il cambiamento, quello vero che io ho trovato lavorando sulla mia consapevolezza, non finisce mai, è parte di te e quindi non passa con il tempo.
Non credo nella pnl, non mi piace il suo approccio condizionante e manipolatorio, non penso sia la strada giusta per diventare felici.
Io ne ho scelta un’altra e mi impegno a condividerla con te e renderla, per quanto possibile, più semplice.
E per questo che ho creato il “metodo per diventare felici“: per creare un percorso dove non ci sia condizionamento o manipolazione, ma libertà, spazio per crescere e diventare, davvero, felici.
Ovviamente aspetto i tuoi pareri, i tuoi commenti, la difesa a spada tratta di chi usa la programmazione neuro linguistica ( 😉 ) e sono pronto a darti tutto l’aiuto che ti serve per cambiare, non per farti manipolare!