Rabbia repressa: come eliminarla senza fare del male a nessuno

Quando provi rabbia repressa è probabile che ti senti come una pentola a pressione: arriva un punto in cui non reggi e vorresti esplodere.

O magari lo fai e cerchi di capire come sfogare la rabbia.

Il guaio è che questa rabbia non solo diventa distruttiva per le persone che ti circondano, ma devastante per te che la provi e ci stai male.

Oggi voglio spiegarti come eliminare per sempre la rabbia repressa e tornare a vivere con serenità e gioia la tua vita. Ecco come:

  1. Come sfogare la rabbia: i consigli giusti per stare male davvero!
  2. Come nasce la rabbia e perché la teniamo repressa.
  3. Trasformare le emozioni e “svuotare la pentola”.

Iniziamo subito perché voglio spiegarti cosa fare, guidandoti in un percorso che ti faccia gestire la rabbia ora, ed eliminarla per sempre subito dopo.

E per renderlo più facile, sfrutta anche il mio test sulle emozioni.

 

Come sfogare la rabbia: i consigli giusti per stare male davvero!

Rabbia repressa

Normalmente tutti gli esperti in fatto di emozioni commetto questo errore: con la rabbia repressa ti suggerisco di sfogare l’emozione per sentirti meglio.

Ovviamente che reprimere la rabbia non sia una soluzione è ovvio, altrimenti non staresti leggendo questa pagina 😉

Se reprimi un’emozione è come se facessi un nodo a un tubo collegato a una fontana: l’acqua entra nel tubo, la pressione aumenta e alla fine qualcosa esploderà.

E farà danni.

Sfogare la rabbia, però, è altrettanto inutile e disastroso.

Se oggi hai della rabbia repressa, e tra poco ti spiego come ci arrivi a questo punto, e inizi a sfogarla (magari già lo fai anche!), non risolvi il problema.

Oggi scarichi la rabbia, che sia con lo sport, attività sportiva, qualcosa di estremo o altro, ma domani?

Domani ti ritroverai nuovamente con altra rabbia repressa, starai di nuovo male perché la pressione sale ancora, e dovrai nuovamente sfogarti.

E questo accadrà oggi, domani, tra un mese e fra due anni.

Sfogare un’emozione non funziona, è un semplice palliativo, serve a poco o niente e spesso i modi con cui sfoghiamo le nostre emozioni diventano forme di dipendenza.

Alcuni sfogheranno la rabbia fumando, o bevendo, rompendo qualcosa, gridando contro gli altri o attaccandoli, alzando le mani.

Tutte cose distruttive e dannose per te e per chi ti sta intorno.

Reprimere le tue emozioni è sbagliato. Sfogarle pure.

 

Come hai visto nel video c’è una terza soluzione. Per poterci arrivare devi prima capire come nasce tutta questa rabbia che poi reprimi.

Non solo: ti spiego come nasce ogni emozione, come facciamo a reprimerla e perché sfogarla non è la soluzione giusta.

 

 

Come nasce la rabbia e perché la teniamo repressa

Come sfogare la rabbia

Di solito ci arrabbiamo di fronte a quelle situazioni, o a quei comportamenti degli altri, alle loro parole, che consideriamo un pericolo per noi, una minaccia, meglio ancora un’ingiustizia.

E non serve scomodare le grandi ingiustizie della vita.

Piccole cose che segnano una mancanza di rispetto nei tuoi confronti hanno come reazioni spesso la rabbia.

Qualcuno che ti offende e insulta, ad esempio, un comportamento scorretto che ti danneggia, qualcosa che ricevi senza meritartelo (una punizione ad esempio).

Ogni volta che vedi qualcosa di “sbagliato” ti arrabbi.

Facendo un passo indietro devi renderti conto che ogni emozione, positiva o negativa che sia, ha come obiettivo quello di spingerti verso la scelta giusta.

Arrabbiarti di fronte a un sopruso dovrebbe spingerti ad agire per cambiare le cose. Di fronte a un’offesa dovrebbe farti rispettare, di fronte a un comportamento sleale ottenere correttezza.

Le emozioni positive ti dicono che quello che accade va bene, è una cosa buona e positiva. Le negative, ovviamente, dicono il contrario, ti segnalano problemi e minacce a cui rispondere, da cui difenderti.

La rabbia è dunque la molla che ti deve spingere ad agire concretamente per cambiare le cose sbagliate che vedi.

A questo punto subentrano 3 elementi fondamentali:

  1. Non sempre la tua valutazione sarà corretta.
  2. Non sempre la rabbia ti porterà ad agire.
  3. Anche se agisci, non sempre otterrai dei cambiamenti.

Vediamo uno per uno questi punti, perché qui sta il segreto della rabbia repressa che ti fa stare male e da qui capire come cambiare le cose anche solo fra 15 minuti!

 

Non sempre la tua valutazione sarà corretta

Consapevole

Come detto ti arrabbi di fronte a qualcosa che consideri sbagliato. E se ti sbagliassi?

Magari ti arrabbi per un’offesa che invece è solo un fraintendimento. L’altra persona non voleva criticarti, hai capito male tu o si è espressa male lei.

Però la rabbia ti farà stare male (è un’emozione negativa e non è piacevole come sai bene!) anche se ingiustificata.

In ogni situazione devi renderti conto che la rabbia, così come ogni altra emozione, non dipende da quello che sta succedendo, ma da cosa pensi tu.

Non ti arrabbi per un insulto, ma se quelle parole tu le consideri un’offesa. Non ti arrabbi per quello che faccio io, ma solo se tu lo consideri sbagliato.

Non ti capita mai di arrabbiarti per qualcosa che ad altri non dà fastidio? E a volte sono gli altri che reagiscono male mentre tu resti calmo, o calma?

Questa si chiama indipendenza emotiva.

È un tema importantissimo a cui ho dedicato anche un intero libro e ti faccio leggere un esempio per darti un’idea di quello che accade:

Un uomo è vicino alla tua auto, parcheggiata sotto casa tua, e tu lo osservi incuriosito dalla finestra. A un certo punto prende da terra un palo di ferro, dirigendosi con aria minacciosa verso il tuo parabrezza.

Prende la mira, ruota il palo e, nel giro di pochi secondi, manda in mille pezzi il vetro della tua auto. Dopo esserti ripreso dallo shock, cominci a gridare dalla finestra all’uomo, intimandogli di fermarsi: sicuramente sei arrabbiato.

Corri giù per le scale, mentre chiami anche la polizia e arrivi in strada, magari senza sapere cosa fare, ma deciso a sistemare la questione. Come potresti, d’altronde, non arrabbiarti per quello che sta succedendo?

Io dico che potresti non farlo se, due minuti prima di rompere i vetri della tua auto, l’uomo ti avesse consegnato un milione di euro per sfogare la rabbia che prova sulla tua macchina. Certo, non è bello, ma lui ti chiede questo favore e ti offre un milione di euro.

Di vetri nuovi ne compri quanti ne vuoi, anzi, potresti anche regalargliela l’auto, tanto adesso ne puoi comprare una nuova! Se qualcuno ti fa un danno e pensi che sia qualcosa di negativo, proverai sempre un’emozione di questo genere.

Ma se quello stesso gesto ha un valore positivo, e in questo caso ti fa guadagnare una montagna di soldi, tutto cambia. Non solo, quasi tutti ci arrabbiamo se si tratta della nostra auto, e molto meno o per nulla se è quella di uno sconosciuto.

Addirittura, se l’automobile appartenesse a una persona che ci dà fastidio e che non possiamo vedere, potremmo persino provare piacere per ciò che sta accadendo.

Certo, non è il tuo caso, ma vedi come può mutare, di fronte allo stesso episodio, la reazione emotiva in base a come stai giudicando quello che vedi?

 

Questo è solo uno dei tanti esempi col quale, nel libro, cerco di farti comprendere che le nostre emozioni sono frutto del giudizio che abbiamo su quel che accade e non dipendono da ciò che sta succedendo.

Per cui la rabbia, come detto, dovrebbe farti agire per affrontare una situazione negativa, ma spesso non c’è davvero qualcosa da cambiare, ma solo il tuo modo di vedere le cose. Poi ci torniamo.

Ovviamente non ti serve a nulla arrabbiarti e aggredire un problema che non c’è. Ma a volte le cose per cui ti arrabbi sono reali.

 

Non sempre la rabbia ti porterà ad agire

Come controllare la rabbia

Reprimere la rabbia significa che tu vedi qualcosa di sbagliato (come detto dipende da come giudichi ciò che accade e potresti anche valutare male), ma non fai nulla.

Qualcuno ti insulta ma stai zitto, o zitta, subisci un comportamento scorretto ma non dici niente, le persone approfittano di te e glielo lasci fare.

Ti arrabbi, non ti piace quel che accade, ma non hai il coraggio di farlo, ti senti a disagio a reagire e quindi la rabbia la tieni dentro, la reprimi, e lei si gonfia.

In realtà non è proprio così, ma lo sembra e per ora ci interessa solo capire che reprimi la rabbia quando hai paura di affrontare i problemi. Ma non solo.

 

 

Anche se agisci, non sempre otterrai dei cambiamenti

Come cambiare carattere

In realtà reprimi la rabbia anche quando vivi la frustrazione e il senso di impotenza di fronte a cose che non riesci a cambiare.

Reagisci a un’offesa ma ne ricevi altre e non riesci a farti rispettare. Oppure i comportamenti scorretti continuano anche se cerchi di cambiare la situazione.

Vedi qualcosa di sbagliato, reagisci con rabbia per risolvere i problemi ma non riesci.

E se succede oggi, e poi domani e ancora dopo domani, alla fine la rabbia non ti serve, inizi a reprimerla perché non risolve nulla, subentra la frustrazione, magari la rassegnazione (“tanto è inutile!”).

Considera una cosa importante: se è vero che non riesci a cambiare la situazione, resta però vero anche che la consideri ingiusta e quindi ti arrabbi.

Così reprimi la rabbia, ma provandola stai comunque male.

 

La rabbia repressa, dunque, nasce sia perché non hai la forza di affrontare e cambiare i problemi che vedi, sia perché non riesci farlo e i tuoi “fallimenti” ti portano a tenerti dentro questa emozione invece di agire.

Come detto prima, però, in realtà la rabbia non si gonfia, non si accumula come il vapore in una pentola.

Devi capire che le emozioni che provi sono qualcosa di istantaneo.

La rabbia che provo adesso non è la stessa che provavo due giorni fa, anche se per lo stesso motivo.

Funziona così: vedi qualcosa, la consideri sbagliata (questo giudizio innesca la tua emozione negativa), quindi provi rabbia.

Se ti chiedessi dove tieni la rabbia repressa, cosa mostreresti?

Una scatola? Una pentola, o una bacinella? 😀

Ovviamente mi diresti che la rabbia la senti dentro, ma non puoi farmela vedere, perché non è qualcosa di fisico.

Magari puoi mostrarmi i muscoli tesi, ma questi non sono la tua rabbia ma una conseguenza di questa tensione emotiva che senti dentro.

E se ti aprissimo il cervello mentre provi rabbia, pensi che vedremmo questa emozione ammassata, repressa in qualche punto della tua testa?

No, non serve aprirlo quindi, non temere 😉

In realtà la rabbia non è da nessuna parte. Non accumuli rabbia come sabbia dentro un secchio. Non funzionano così le nostre emozioni.

Quando vivi qualcosa che non trovi giusto, provi rabbia. Bene.

Succede oggi e stai male, ma non agisci e la reprimi.

Succede di nuovo anche domani: vivi qualcosa che trovi sbagliato, ti arrabbi ma non reagisci, o se lo fai non serve a nulla, provi frustrazione e reprimi di nuovo la tua rabbia.

Magari succederà ogni giorno per un mese, ma alla fine non ci sarà un accumulo di rabbia, ma di pensieri negativi.

Tutte le ingiustizie che vivi sono pensieri che si susseguono.

Lo pensi oggi, domani e così ogni giorno. Il tuo giudizio peggiora sempre di più perché giorno dopo giorno vedi peggiorare le cose.

Così, quando la rabbia esplode, non accade perché hai messo questa emozione da parte fino a scoppiare, ma perché adesso, dopo aver subito ingiustizie per tanto tempo, pensi che sia troppo.

La rabbia non esplode perché ne hai accumulata tanta, ma perché hai pensato qualcosa di simile:

  • Adesso è troppo, non posso più sopportarlo.
  • Ora basta, mi sono stancato, o stancata, e non lo accetto più.
  • Questo non è ammissibile, ha superato il limite.
  • Una volta va bene, due anche, ma poi si esagera.

Non hai represso la rabbia come comprimi una molla, hai deciso, oggi, che quello che ti faceva arrabbiare era troppo e dovevi agire.

In realtà nessuna emozione si accumula dentro di noi, non ci sono emozioni che restano ammassate in angoli remoti della mente o dell’inconscio.

La verità è che esplodi quando arrivi a pensare che sia troppo quello che vedi, che ci sia un limite che per te è oltrepassato.

La rabbia è, come ogni emozione, una risposta a ciò che pensi: quando esplodi non è perché hai tenuto repressa la tua rabbia finora, ma perché ora pensi che sia troppo.

Non sono le emozioni a venire represse, ma sono i tuoi pensieri a peggiorare.

La rabbia non esplode perché ne hai accumulata troppa, ma perché a un certo punto hai scelto di arrabbiarti.

E tanto più grave pensi sia quello che accade, tanto più forte e devastante sarà la tua rabbia. E tanto più hai sopportato contro voglia, tanto più giudicherai grave qualcosa.

Lo ripeto, perché se vuoi eliminare la rabbia repressa è un punto cruciale: non accumuli emozioni, ma pensieri, giudizi, visioni negative di quello che accade fino a che pensi sia troppo.

Noi possiamo sopportare tutto quello che scegliamo di sopportare.

Esplodiamo di rabbia quando scegli che hai sopportato troppo e che da ora non puoi più farlo. Quando senti che il limite è superato.

Per liberarti della rabbia repressa, quindi, non serve né sfogarti (lo farai continuamente!), né ovviamente continuare a reprimerla.

Ciò che devi cambiare sono i tuoi pensieri, il vero motivo di ogni emozione che vivi.

 

 

Trasformare le emozioni e “svuotare la pentola”

Come controllare le proprie emozioni

La prima cosa che devi fare è cambiare il modo in cui pensi. Non semplicemente cosa pensi.

Ti arrabbi di fronte a cose che consideri ingiuste: se cambi questo giudizio, elimini del tutto la rabbia.

Prima di spiegarti come farlo, ti consiglio di leggere la mia guida in cui ti spiego come controllare la rabbia: ci trovi diversi modi per fermarla sul nascere.

Infatti considera che la rabbia repressa è composta da due parti: ciò che pensi e la tua abitudine a pensare in un certo modo e arrabbiarti.

Puoi trasformare questi pensieri e smettere di stare male, ma è indispensabile che inizi a interrompere l’abitudine di arrabbiarti, altrimenti questo rinforza la tendenza a provare questa emozione e magari a reprimerla.

Leggi quella guida, noi adesso interveniamo sul modo di pensare che sta alla base della rabbia.

Mentre lavoravo in Emilia Romagna, oltre 10 anni fa, nel negozio che gestivo ho subito un furto. Malgrado l’azienda sapesse bene che io fossi estraneo alla faccenda, decisero di licenziarmi.

In parte per mostrarsi duri con altri direttori che non seguivano alla lettera le norme in fatto di sicurezza (sì, feci degli errori, ma ero anche direttore da 6 mesi e quindi molto poco esperto!).

È stato ingiusto? No, altrimenti non sarei qui!

Una cosa simile è successa a un mio amico: gestiva un piccolo negozio e subì un furto. A distanza di pochi mesi, i soldi dell’assicurazione si rivelarono una cosa vitale, senza i quali avrebbe potuto perdere la casa di sua proprietà.

È stato ingiusto che le rubassero in negozio? In realtà servì a salvare qualcosa di più prezioso!

Durante la rivoluzione francese morirono tantissime persone. Il popolo che si ribellava ai re e ai nobili non fu molto più generoso di loro: le ghigliottine tagliano tantissime teste. Senza pietà.

Quando mai definiresti giusta una cosa così violenta e sanguinaria come una rivoluzione? Eppure da quella francese deriva la nostra democrazia, le libertà e i diritti che tanto ci teniamo stretti.

È stata ingiusta questa rivoluzione? In realtà senza non vivremmo in uno stato come lo conosciamo oggi, occidentale, libero e democratico.

La rabbia nasce quando tu pensi di aver subito un’ingiustizia: ma sei in grado di valutare?

Se dico che non mi piace che mi rubino in negozio mi sembra corretto. Se dico che sia ingiusto è un altro discorso.

Ecco come la vedo io:

  • Corretto significa che qualcosa è come dovrebbe essere: rispetto gli altri perché vorrei essere rispettato.
  • Sbagliato significa che qualcosa non è come dovrebbe: rubare è vietato dalla legge.

Corretto e sbagliato sono concetti relativi: in molti paesi è corretto uccidere chi ha commesso dei reati. In alcuni essere omosessuali o tradire il proprio marito rientrano tra i reati passibili di morte.

Corretto e sbagliato dipendono da regole, schemi, da un modello che prendo come riferimento e ciò che è corretto lo è perché rispetta quel modello.

Così in alcuni posti è corretto mangiare carne di cane, in altri è una cosa orrenda. In alcuni posti è vietato uccidere una persona, in altri lo stato può farlo secondo la legge.

Oggi un professore che picchia un alunno viene denunciato, quando andavo a scuola io, e quindi non centinaia di anni fa, i genitori invitano l’insegnante a farlo per educare il figlio come si deve.

Corretto e sbagliato sono relativi, cambiano. Giusto e ingiusto no.

Giusto e ingiusto sono concetti universali, oggettivi. Per me uccidere è sbagliato, anche se la legge di un paese mi dice il contrario.

Ma era ingiusta la rivoluzione francese? O il furto che ho subito io o il mio amico?

Ingiusto vuol dire che non doveva accadere. E chi sono io per saperlo?

Onestamente non sono cosa accadrà fra 10 minuti e molte delle cose che trovo sbagliate (furti o rivoluzioni sanguinarie), potrebbero rivelarsi positive per me o per altri.

Sei tu in grado di valutare?

Se vuoi eliminare la rabbia repressa, devi sbarazzarti del giudizio peggiore: è ingiusto.

Chi sei tu per dirlo?

Se conosci tutti gli esiti va bene, puoi giudicare giusto e ingiusto qualcosa. Ma se non hai l’assoluta certezza di questo, non giudicare.

Alcune cose le troverai corrette, altre sbagliate. Ma elimina “ingiusto” dal tuo dizionario, perché non siamo in grado di valutare.

Ti arrabbi se subisci un’ingiustizia. Se pensi di averla subita. Se elimini questa etichetta (ingiusto), la rabbia svanisce.

Ricorda che non reprimi un’emozione, non la tieni in una scatola: reprimi un giudizio, accumuli situazioni che giudichi ingiuste. Questo ti farà esplodere.

Non devi sfogare la rabbia, ma comprendere che nasce da un tuo giudizio errato: pensi di poter dire cosa è giusto e cosa non lo è.

Se qualcosa non ti piace, agisci per cambiarlo, fai la tua parte, sfrutta le opportunità che hai per dare un contributo.

Senza il giudizio “è ingiusto” potrai agire con serenità anche di fronte a cosa sbagliate.
E ricorda che la realtà non cambia solo perché ti arrabbi.

Anzi, di solito chi cerca di lottare contro le “ingiustizie” con la rabbia, finirà per compiere ingiustizie a sua volta.
Non illuderti, succede da millenni e continuerà a succedere perché la rabbia non è mai una risposta sana ai problemi del mondo o della vita.

La rabbia non serve mai a niente, ti fa stare male e ti porta più a distruggere (quel che vedi ingiusto!) che non a cambiare, a punire che non ad aiutare e correggere.

E lo ripeto: nessuno di noi è davvero in grado di valutare cosa sia universalmente e oggettivamente ingiusto.

Pensa che Seneca, filosofo Romano, pensava fosse corretto frustare uno schiavo che aveva commesso un errore, ma raccomandava di non farlo in preda alla rabbia.

Questa emozione ti avrebbe fatto punire lo schiavo, diceva, in modo esagerato. Meglio a quel punto farlo frustare a un amico 😉

Come detto corretto e sbagliato sono relativi: oggi noi aborriamo la schiavitù, in passato era accettato che si frustassero gli schiavi!

Se ti sbarazzi dalla presunzione di poter stabilire cosa è ingiusto, la rabbia troverà poco spazio nella tua mente, non dovrai più reprimerla e potrai vivere con maggiore serenità.

Io credo in Dio è penso che se Lui non ha impedito un episodio o non ha negato a una persona la libertà di scegliere (anche se compie una scelta sbagliata), chi sono io per farlo?

Ne so più di Dio circa cosa è meglio che accada?

Parliamoci chiaro: pensare di affrontare la vita escludendo la dimensione spirituale è un errore, visto che non siamo fatti solo di muscoli e sostanze chimiche 😉

Tornando a noi, la rabbia non aiuta mai.

Le emozioni positive sono il modo giusto per risolvere i problemi, per affrontare le situazioni che non trovi corrette e cambiarle.

Se hai dubbi lascia un commento e ti aiuterò a risolverli 😉





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Vale
Vale
Ospite
8 mesi fa

Filosofia spicciola, conclusione banale

Dario
Dario
Ospite
1 anno fa

La rabbia se la sentì va elaborata, capita e espressa in qualche modo, sicuramente non distruttivo. Non credo che qualcuno debba cambiare il modo in cui pensa, detto così sembra qualcosa che una persona dovrebbe imporsi di fare. A mio parere non é benefico quello che consigli alle persone.

Maria
Maria
Ospite
2 anni fa

Buongiorno Giacomo, sono in uno stato di sconfitta interiore, ho pensieri negativi non vedo lucido ho sempre paura di quello faccio e non riesco a buttarmi in qualcosa che mi piace veramente.
Sono stanca vorrei solo trovare pace e serenità nella mia vita x riattivarmi xché sto soffrendo.

Maria
Maria
Ospite
In risposta a  Giacomo Papasidero
2 anni fa

Guarda io credo che bisogna pensare xché è un atto di ragionamento x capire le nostre emozioni non si può non pensarci, evitandole le cose ma portandole alla luce sembra un po’ banale quello che lei ci chiede di fare. Mi spiace ma non ho trovato aiuto in questo e penso che un mezzo come internet non ti aiuta certo a star meglio. Poi non si può in quattro e quattrocchi eliminare i pensieri che sono atto di ragionamento semprI. io continuerò a pensare sia alle cose belle che alle cose brutte. Ma lei non crede questo?

Carina Corvaglia
Carina Corvaglia
Ospite
2 anni fa

Salve signor Giacomo Papasidero.. Non sono assolutamente d’accordo con lei riguardo al fatto che dovremmo cambiare il nostro modo di pensare e placare la rabbia riguardo a tematiche o accadimenti o situazioni che ci provocano rabbia. Io opterei per una valutazione dei dati di fatto attraverso metodi il più obiettivi possibili e poi decidere per le eventuali soluzioni. Se a me fa tanto arrabbiare che ancora oggi nel 2021 esistano ingiustizie di ogni genere nel mondo, nonostante l’esistenza di accurate leggi e nonostante la cultura dell’epoca, le conoscenze in tanti ambiti dell’umanità, si potrebbe valutarne anzitutto se sono fondate e poi se si possono correggere. Io sono delusa e arrabbiata per diverse cose ma credo che in generale voi psicologi, mi consenta scusandomi di dirle il mio pensiero anche sbagliando, andate a mutare e a convincere o ad intervenire sulle menti sane che si arrabbiano per motivi veri, cause vere, e non vanno a correggere o condannare invece il vero marcio della società. Mi perdoni.. così facendo l’umanità non evolverà mai.. Per voi io dovrei perdonare il male che mi é stato fatto per poter stare bene io e chi mi ha fatto del male per la giustizia resta impunito perché le clausole legali glielo consentono.. Mi perdoni… per me questa teoria vuole solo giustificare l’ingiustizia… Ecco perché questo mondo non cambierà mai. Potrei continuare ancora ma forse la sto annoiando poiché lei la pensa molto diversamente da me.. E chi sono io per dirle come deve pensare lei? Nessuno.. come neppure io cambierò il mio modo di pensare finché non ci sarà una vera ragione che mi porti a comprendere dove sta la verità. Grazie di aver dato la possibilità di scriverle.. La saluto cordialmente.

Carina
Carina
Ospite
In risposta a  Giacomo Papasidero
2 anni fa

Buongiorno signor Giacomo Papasidero.. grazie della sua cortosissima risposta. Mi stupisce che lei non sia uno psicologo. E allora di cosa si occupa se da consigli su come gestire la rabbia o i sentimenti che per quanto ne so sono consigli che ci si aspetta da uno psicologo? Leggo che lei ritiene che la rabbia non dipende dell’ingiustizia subita e anche su questo non sono d’accordo. La rabbia è quel sistema di difesa che ci tiene lontano da quella particolare ingiustizia che si riceve altrimenti, se non provassimo rabbia, qualsiasi ingiustizia non ci provocherebbe quella sensazione di irritazione e di disturbo. Questo comporterebbe che qualsiasi cosa ci accada ci scivolerebbe addosso non mettendoci nella condizione di difenderci e sarebbe contronatura. Anche gli animali provano rabbia.. un cane che è stato maltrattato dall’uomo reagira’ male all’uomo e quindi è il suo sistema di difesa e va rispettato non mutato. È giusto che quel cane diffusi dall’uomo che l’ha maltrattato. E questo per me vale anche per le persone. Un ragazzo che è stato bullizzato ha tutte le ragioni di diffidare dalla tipologia del ragazzo bullo! E questo è il mio pensiero.. Lo starci male è una conseguenza come la cicatrice sulla pelle dopo un evento traumatico. Il ricordo del male subito è una conseguenza.. nessuno ha il potere di cancellare il ricordo dalla memoria.. Grazie della sua disponibilità.

Carina Corvaglia
Carina Corvaglia
Ospite
In risposta a  Giacomo Papasidero
2 anni fa

Buongiorno signor Papasidero.. io leggo e rifletto su quello che leggo e ne traggo le conclusioni. Ritengo che chiunque riceva ingiustizia per mano di qualcun’altro abbia diritto ad un risarcimento adeguato. Le leggi esistono e non vengono applicate. È inutile che un genitore al quale viene ammazzato il figlio vada in psicanalisi per imparare ad accettare e a perdonare una simile disgrazia e il fautore di tale orrore se ne esca libero dalla galera… Il problema dovrebbe risolverlo quest’ultimo, prima con sé stesso e poi con l’altro. Se ci riesce! Io preferisco conservare la mia rabbia per l’occasione opportuna, non si sa mai che possa tornarmi utile… in fondo si dice che “l’assassino torna sempre sul luogo del delitto”. Buona fortuna mental coach.. con simpatia.

Vivy
Vivy
Ospite
2 anni fa

Ciao Giacomo, grazie per i tuoi consigli.
Parlando del qui e ora mi trovo a dover gestire e a non riuscirci, un ansia da rumore che provoca intolleranza quindi rabbia e nervosismo, io vorrei solo il silenzio che c’era prima ma non si riesce più da un po’ dove abito, come dici tu non possiamo comandare le azioni altrui ecc per cui dovrei essere brava io a ignorare a ridimensionare la cosa anche se fastidiosa eppure mi irrito subito. E lo sfogo con chi ho vicino che ovviamente non condivide questo fastidio ma per me è pesante.. sarei la prima io a essere contenta di riuscire a ignorare il vociare molesto tre metri sotto la finestra o i rumori notturni di ventole di raffreddamento del bar che vibrano allegramente sotto il pavimento della camera da letto!!
Grazie

Giorgio
Giorgio
Ospite
2 anni fa

Gentilissimo, ho letto con molto interesse il suo articolo, sono d’accordo in teoria, ma nella pratica non funziona. Ho subito diversi torti, veri o presunti, demansionamento, giudizi negativi alle spalle e senza possibilità di replica, umiliazioni, decurtazioni dello stipendio, ecc. – come posso non arrabbiarmi?

Teresa
Teresa
Ospite
2 anni fa

Molto interessante il suo articolo. Mi è stato un po’ di aiuto in questo periodo di grande dolore. 4 mesi fa’ mio marito partì per cercare lavoro di comune accordo dovevamo trasferirci in seguito nei prossimi mesi, invece al rientro 1 novembre 2020 mi disse sulla strada del ritorno dall’aeroporto di non amarmi più ed è andato via di casa. Tra un mese si trasferirà oltroceano dove avevamo progettato insieme a tutta la famiglia di raggiungerlo ed invece mi disse che vuole cambiare la sua vita, vuole stare solo e lontano da tutto e da tutti. Per me è stata una doccia fredda e non riesco ancora oggi a metabolizzare e ad accettare che dopo 29 anni (4 di fidanzamento 25 di matrimonio di cui 22 anni abbiamo lavorato fianco a fianco nella nostra azienda di famiglia che adesso abbiamo appena chiuso) lui abbia preso questa decisione. Sono distrutta perché mi ha presa in giro e non tanto perché lui abbia fatto la sua scelta, ma è il modo in cui mi ha lasciata, lui mi ha illusa delusa, umiliata, mi diceva che mi avrebbe portato con se per cambiare la situazione economica e poter essere più sereni, invece è stato un egoista ha pensato solo a se e non ha badato al dolore che mi ha fatto. Io dico sempre che è stato un tradimento, anche se non so se abbia un’altra, comunque è pur sempre un tradimento per me. Ovviamente non me lo direrebbe mai. Concludo col chiedere che combatto giorno dopo giorno contro la rabbia che a volte è tanta a volte sparisce. Vorrei poter tanto capire come fare a gestirla fino ad eliminarla completamente, perché è causa del mio blocco nella mia crescita personale. Grazie.Saluti

Chicca
Chicca
Ospite
2 anni fa

Ho letto il suo articolo sulla rabbia. Sono stata lasciata un anno fa dal mio compagno con un bimbo di 8 mesi,ho scoperto che mentre io ero intenta a crescere mio figlio lui mi tradiva,e per giunta mi faceva sentire sbagliata su tutto,probabilmente per giustificare il suo tradimento. Una volta scoperto tutto lo lascio,lui ovviamente ora convive con l’altra,ma dopo neanche un anno dalla loro storia lui ritorna da me solo per scopare,sottolineando cmq il suo amore per lei,dicendo che cmq questo per lui non è tradimento in quanto sono la madre di suo figlio non un estranea. Sarò sincera,il mio ‘starci’ è solo per vendetta….e vorrei tanto raccontare tutto a lei,per ripagarlo di tutto il male,di tutto il dolore e la rabbia che hanno fatto a me. Anche perché il sol pensiero che lei possa stare con il mio bimbo mi fa impazzire. Come posso gestire tutto quest’olio,rancore,rabbia. Non mi basta neanche pensare che alla fine anche se non dico nulla il Karma alla fine ha agito.

Stefano
Stefano
Ospite
2 anni fa

Sono tornato a leggere questa pagina dopo 6 mesi ma non è cambiato niente, pensavo di farcela e invece non riesco a fermare la rabbia che ho dentro, perchè provare rabbia è la strada più facile da seguire.
Anche se con la rabbia riesco a fare e dire cose che altrimenti mai farei, peccato mi stia distruggendo….

Grazia
Grazia
Ospite
2 anni fa

Io mi arrabbio con i miei figli perché gli dico una cosa e non mi ascoltano mai poi sono sola loro 4 e la, stanchezza mi fa arrabbiare

Grazia
Grazia
Ospite
In risposta a  Giacomo Papasidero
2 anni fa

C’è il bimbo di 5 anni che in casa fa quello che vuole e la grande di 21 che esce ed entra quando vuole lascia tutto dappertutto praticamente con 4 figli qui e un albergo tutti lasciano dappertutto e nessuno mi aiuta

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