Quando provi rabbia repressa è probabile che ti senti come una pentola a pressione: arriva un punto in cui non reggi e vorresti esplodere.
O magari lo fai e cerchi di capire come sfogare la rabbia.
Il guaio è che questa rabbia non solo diventa distruttiva per le persone che ti circondano, ma devastante per te che la provi e ci stai male.
Oggi voglio spiegarti come eliminare per sempre la rabbia repressa e tornare a vivere con serenità e gioia la tua vita. Ecco come:
- Come sfogare la rabbia: i consigli giusti per stare male davvero!
- Come nasce la rabbia e perché la teniamo repressa.
- Trasformare le emozioni e “svuotare la pentola”.
Iniziamo subito perché voglio spiegarti cosa fare, guidandoti in un percorso che ti faccia gestire la rabbia ora, ed eliminarla per sempre subito dopo.
E per renderlo più facile, sfrutta anche il mio test sulle emozioni.
Come sfogare la rabbia: i consigli giusti per stare male davvero!
Normalmente tutti gli esperti in fatto di emozioni commetto questo errore: con la rabbia repressa ti suggerisco di sfogare l’emozione per sentirti meglio.
Ovviamente che reprimere la rabbia non sia una soluzione è ovvio, altrimenti non staresti leggendo questa pagina 😉
Se reprimi un’emozione è come se facessi un nodo a un tubo collegato a una fontana: l’acqua entra nel tubo, la pressione aumenta e alla fine qualcosa esploderà.
E farà danni.
Sfogare la rabbia, però, è altrettanto inutile e disastroso.
Se oggi hai della rabbia repressa, e tra poco ti spiego come ci arrivi a questo punto, e inizi a sfogarla (magari già lo fai anche!), non risolvi il problema.
Oggi scarichi la rabbia, che sia con lo sport, attività sportiva, qualcosa di estremo o altro, ma domani?
Domani ti ritroverai nuovamente con altra rabbia repressa, starai di nuovo male perché la pressione sale ancora, e dovrai nuovamente sfogarti.
E questo accadrà oggi, domani, tra un mese e fra due anni.
Sfogare un’emozione non funziona, è un semplice palliativo, serve a poco o niente e spesso i modi con cui sfoghiamo le nostre emozioni diventano forme di dipendenza.
Alcuni sfogheranno la rabbia fumando, o bevendo, rompendo qualcosa, gridando contro gli altri o attaccandoli, alzando le mani.
Tutte cose distruttive e dannose per te e per chi ti sta intorno.
Reprimere le tue emozioni è sbagliato. Sfogarle pure.
Come hai visto nel video c’è una terza soluzione. Per poterci arrivare devi prima capire come nasce tutta questa rabbia che poi reprimi.
Non solo: ti spiego come nasce ogni emozione, come facciamo a reprimerla e perché sfogarla non è la soluzione giusta.
Come nasce la rabbia e perché la teniamo repressa
Di solito ci arrabbiamo di fronte a quelle situazioni, o a quei comportamenti degli altri, alle loro parole, che consideriamo un pericolo per noi, una minaccia, meglio ancora un’ingiustizia.
E non serve scomodare le grandi ingiustizie della vita.
Piccole cose che segnano una mancanza di rispetto nei tuoi confronti hanno come reazioni spesso la rabbia.
Qualcuno che ti offende e insulta, ad esempio, un comportamento scorretto che ti danneggia, qualcosa che ricevi senza meritartelo (una punizione ad esempio).
Ogni volta che vedi qualcosa di “sbagliato” ti arrabbi.
Facendo un passo indietro devi renderti conto che ogni emozione, positiva o negativa che sia, ha come obiettivo quello di spingerti verso la scelta giusta.
Arrabbiarti di fronte a un sopruso dovrebbe spingerti ad agire per cambiare le cose. Di fronte a un’offesa dovrebbe farti rispettare, di fronte a un comportamento sleale ottenere correttezza.
Le emozioni positive ti dicono che quello che accade va bene, è una cosa buona e positiva. Le negative, ovviamente, dicono il contrario, ti segnalano problemi e minacce a cui rispondere, da cui difenderti.
La rabbia è dunque la molla che ti deve spingere ad agire concretamente per cambiare le cose sbagliate che vedi.
A questo punto subentrano 3 elementi fondamentali:
- Non sempre la tua valutazione sarà corretta.
- Non sempre la rabbia ti porterà ad agire.
- Anche se agisci, non sempre otterrai dei cambiamenti.
Vediamo uno per uno questi punti, perché qui sta il segreto della rabbia repressa che ti fa stare male e da qui capire come cambiare le cose anche solo fra 15 minuti!
Non sempre la tua valutazione sarà corretta
Come detto ti arrabbi di fronte a qualcosa che consideri sbagliato. E se ti sbagliassi?
Magari ti arrabbi per un’offesa che invece è solo un fraintendimento. L’altra persona non voleva criticarti, hai capito male tu o si è espressa male lei.
Però la rabbia ti farà stare male (è un’emozione negativa e non è piacevole come sai bene!) anche se ingiustificata.
In ogni situazione devi renderti conto che la rabbia, così come ogni altra emozione, non dipende da quello che sta succedendo, ma da cosa pensi tu.
Non ti arrabbi per un insulto, ma se quelle parole tu le consideri un’offesa. Non ti arrabbi per quello che faccio io, ma solo se tu lo consideri sbagliato.
Non ti capita mai di arrabbiarti per qualcosa che ad altri non dà fastidio? E a volte sono gli altri che reagiscono male mentre tu resti calmo, o calma?
Questa si chiama indipendenza emotiva.
È un tema importantissimo a cui ho dedicato anche un intero libro e ti faccio leggere un esempio per darti un’idea di quello che accade:
Un uomo è vicino alla tua auto, parcheggiata sotto casa tua, e tu lo osservi incuriosito dalla finestra. A un certo punto prende da terra un palo di ferro, dirigendosi con aria minacciosa verso il tuo parabrezza.
Prende la mira, ruota il palo e, nel giro di pochi secondi, manda in mille pezzi il vetro della tua auto. Dopo esserti ripreso dallo shock, cominci a gridare dalla finestra all’uomo, intimandogli di fermarsi: sicuramente sei arrabbiato.
Corri giù per le scale, mentre chiami anche la polizia e arrivi in strada, magari senza sapere cosa fare, ma deciso a sistemare la questione. Come potresti, d’altronde, non arrabbiarti per quello che sta succedendo?
Io dico che potresti non farlo se, due minuti prima di rompere i vetri della tua auto, l’uomo ti avesse consegnato un milione di euro per sfogare la rabbia che prova sulla tua macchina. Certo, non è bello, ma lui ti chiede questo favore e ti offre un milione di euro.
Di vetri nuovi ne compri quanti ne vuoi, anzi, potresti anche regalargliela l’auto, tanto adesso ne puoi comprare una nuova! Se qualcuno ti fa un danno e pensi che sia qualcosa di negativo, proverai sempre un’emozione di questo genere.
Ma se quello stesso gesto ha un valore positivo, e in questo caso ti fa guadagnare una montagna di soldi, tutto cambia. Non solo, quasi tutti ci arrabbiamo se si tratta della nostra auto, e molto meno o per nulla se è quella di uno sconosciuto.
Addirittura, se l’automobile appartenesse a una persona che ci dà fastidio e che non possiamo vedere, potremmo persino provare piacere per ciò che sta accadendo.
Certo, non è il tuo caso, ma vedi come può mutare, di fronte allo stesso episodio, la reazione emotiva in base a come stai giudicando quello che vedi?
Questo è solo uno dei tanti esempi col quale, nel libro, cerco di farti comprendere che le nostre emozioni sono frutto del giudizio che abbiamo su quel che accade e non dipendono da ciò che sta succedendo.
Per cui la rabbia, come detto, dovrebbe farti agire per affrontare una situazione negativa, ma spesso non c’è davvero qualcosa da cambiare, ma solo il tuo modo di vedere le cose. Poi ci torniamo.
Ovviamente non ti serve a nulla arrabbiarti e aggredire un problema che non c’è. Ma a volte le cose per cui ti arrabbi sono reali.
Non sempre la rabbia ti porterà ad agire
Reprimere la rabbia significa che tu vedi qualcosa di sbagliato (come detto dipende da come giudichi ciò che accade e potresti anche valutare male), ma non fai nulla.
Qualcuno ti insulta ma stai zitto, o zitta, subisci un comportamento scorretto ma non dici niente, le persone approfittano di te e glielo lasci fare.
Ti arrabbi, non ti piace quel che accade, ma non hai il coraggio di farlo, ti senti a disagio a reagire e quindi la rabbia la tieni dentro, la reprimi, e lei si gonfia.
In realtà non è proprio così, ma lo sembra e per ora ci interessa solo capire che reprimi la rabbia quando hai paura di affrontare i problemi. Ma non solo.
Anche se agisci, non sempre otterrai dei cambiamenti
In realtà reprimi la rabbia anche quando vivi la frustrazione e il senso di impotenza di fronte a cose che non riesci a cambiare.
Reagisci a un’offesa ma ne ricevi altre e non riesci a farti rispettare. Oppure i comportamenti scorretti continuano anche se cerchi di cambiare la situazione.
Vedi qualcosa di sbagliato, reagisci con rabbia per risolvere i problemi ma non riesci.
E se succede oggi, e poi domani e ancora dopo domani, alla fine la rabbia non ti serve, inizi a reprimerla perché non risolve nulla, subentra la frustrazione, magari la rassegnazione (“tanto è inutile!”).
Considera una cosa importante: se è vero che non riesci a cambiare la situazione, resta però vero anche che la consideri ingiusta e quindi ti arrabbi.
Così reprimi la rabbia, ma provandola stai comunque male.
La rabbia repressa, dunque, nasce sia perché non hai la forza di affrontare e cambiare i problemi che vedi, sia perché non riesci farlo e i tuoi “fallimenti” ti portano a tenerti dentro questa emozione invece di agire.
Come detto prima, però, in realtà la rabbia non si gonfia, non si accumula come il vapore in una pentola.
Devi capire che le emozioni che provi sono qualcosa di istantaneo.
La rabbia che provo adesso non è la stessa che provavo due giorni fa, anche se per lo stesso motivo.
Funziona così: vedi qualcosa, la consideri sbagliata (questo giudizio innesca la tua emozione negativa), quindi provi rabbia.
Se ti chiedessi dove tieni la rabbia repressa, cosa mostreresti?
Una scatola? Una pentola, o una bacinella? 😀
Ovviamente mi diresti che la rabbia la senti dentro, ma non puoi farmela vedere, perché non è qualcosa di fisico.
Magari puoi mostrarmi i muscoli tesi, ma questi non sono la tua rabbia ma una conseguenza di questa tensione emotiva che senti dentro.
E se ti aprissimo il cervello mentre provi rabbia, pensi che vedremmo questa emozione ammassata, repressa in qualche punto della tua testa?
No, non serve aprirlo quindi, non temere 😉
In realtà la rabbia non è da nessuna parte. Non accumuli rabbia come sabbia dentro un secchio. Non funzionano così le nostre emozioni.
Quando vivi qualcosa che non trovi giusto, provi rabbia. Bene.
Succede oggi e stai male, ma non agisci e la reprimi.
Succede di nuovo anche domani: vivi qualcosa che trovi sbagliato, ti arrabbi ma non reagisci, o se lo fai non serve a nulla, provi frustrazione e reprimi di nuovo la tua rabbia.
Magari succederà ogni giorno per un mese, ma alla fine non ci sarà un accumulo di rabbia, ma di pensieri negativi.
Tutte le ingiustizie che vivi sono pensieri che si susseguono.
Lo pensi oggi, domani e così ogni giorno. Il tuo giudizio peggiora sempre di più perché giorno dopo giorno vedi peggiorare le cose.
Così, quando la rabbia esplode, non accade perché hai messo questa emozione da parte fino a scoppiare, ma perché adesso, dopo aver subito ingiustizie per tanto tempo, pensi che sia troppo.
La rabbia non esplode perché ne hai accumulata tanta, ma perché hai pensato qualcosa di simile:
- Adesso è troppo, non posso più sopportarlo.
- Ora basta, mi sono stancato, o stancata, e non lo accetto più.
- Questo non è ammissibile, ha superato il limite.
- Una volta va bene, due anche, ma poi si esagera.
Non hai represso la rabbia come comprimi una molla, hai deciso, oggi, che quello che ti faceva arrabbiare era troppo e dovevi agire.
In realtà nessuna emozione si accumula dentro di noi, non ci sono emozioni che restano ammassate in angoli remoti della mente o dell’inconscio.
La verità è che esplodi quando arrivi a pensare che sia troppo quello che vedi, che ci sia un limite che per te è oltrepassato.
La rabbia è, come ogni emozione, una risposta a ciò che pensi: quando esplodi non è perché hai tenuto repressa la tua rabbia finora, ma perché ora pensi che sia troppo.
Non sono le emozioni a venire represse, ma sono i tuoi pensieri a peggiorare.
La rabbia non esplode perché ne hai accumulata troppa, ma perché a un certo punto hai scelto di arrabbiarti.
E tanto più grave pensi sia quello che accade, tanto più forte e devastante sarà la tua rabbia. E tanto più hai sopportato contro voglia, tanto più giudicherai grave qualcosa.
Lo ripeto, perché se vuoi eliminare la rabbia repressa è un punto cruciale: non accumuli emozioni, ma pensieri, giudizi, visioni negative di quello che accade fino a che pensi sia troppo.
Noi possiamo sopportare tutto quello che scegliamo di sopportare.
Esplodiamo di rabbia quando scegli che hai sopportato troppo e che da ora non puoi più farlo. Quando senti che il limite è superato.
Per liberarti della rabbia repressa, quindi, non serve né sfogarti (lo farai continuamente!), né ovviamente continuare a reprimerla.
Ciò che devi cambiare sono i tuoi pensieri, il vero motivo di ogni emozione che vivi.
Trasformare le emozioni e “svuotare la pentola”
La prima cosa che devi fare è cambiare il modo in cui pensi. Non semplicemente cosa pensi.
Ti arrabbi di fronte a cose che consideri ingiuste: se cambi questo giudizio, elimini del tutto la rabbia.
Prima di spiegarti come farlo, ti consiglio di leggere la mia guida in cui ti spiego come controllare la rabbia: ci trovi diversi modi per fermarla sul nascere.
Infatti considera che la rabbia repressa è composta da due parti: ciò che pensi e la tua abitudine a pensare in un certo modo e arrabbiarti.
Puoi trasformare questi pensieri e smettere di stare male, ma è indispensabile che inizi a interrompere l’abitudine di arrabbiarti, altrimenti questo rinforza la tendenza a provare questa emozione e magari a reprimerla.
Leggi quella guida, noi adesso interveniamo sul modo di pensare che sta alla base della rabbia.
Mentre lavoravo in Emilia Romagna, oltre 10 anni fa, nel negozio che gestivo ho subito un furto. Malgrado l’azienda sapesse bene che io fossi estraneo alla faccenda, decisero di licenziarmi.
In parte per mostrarsi duri con altri direttori che non seguivano alla lettera le norme in fatto di sicurezza (sì, feci degli errori, ma ero anche direttore da 6 mesi e quindi molto poco esperto!).
È stato ingiusto? No, altrimenti non sarei qui!
Una cosa simile è successa a un mio amico: gestiva un piccolo negozio e subì un furto. A distanza di pochi mesi, i soldi dell’assicurazione si rivelarono una cosa vitale, senza i quali avrebbe potuto perdere la casa di sua proprietà.
È stato ingiusto che le rubassero in negozio? In realtà servì a salvare qualcosa di più prezioso!
Durante la rivoluzione francese morirono tantissime persone. Il popolo che si ribellava ai re e ai nobili non fu molto più generoso di loro: le ghigliottine tagliano tantissime teste. Senza pietà.
Quando mai definiresti giusta una cosa così violenta e sanguinaria come una rivoluzione? Eppure da quella francese deriva la nostra democrazia, le libertà e i diritti che tanto ci teniamo stretti.
È stata ingiusta questa rivoluzione? In realtà senza non vivremmo in uno stato come lo conosciamo oggi, occidentale, libero e democratico.
La rabbia nasce quando tu pensi di aver subito un’ingiustizia: ma sei in grado di valutare?
Se dico che non mi piace che mi rubino in negozio mi sembra corretto. Se dico che sia ingiusto è un altro discorso.
Ecco come la vedo io:
- Corretto significa che qualcosa è come dovrebbe essere: rispetto gli altri perché vorrei essere rispettato.
- Sbagliato significa che qualcosa non è come dovrebbe: rubare è vietato dalla legge.
Corretto e sbagliato sono concetti relativi: in molti paesi è corretto uccidere chi ha commesso dei reati. In alcuni essere omosessuali o tradire il proprio marito rientrano tra i reati passibili di morte.
Corretto e sbagliato dipendono da regole, schemi, da un modello che prendo come riferimento e ciò che è corretto lo è perché rispetta quel modello.
Così in alcuni posti è corretto mangiare carne di cane, in altri è una cosa orrenda. In alcuni posti è vietato uccidere una persona, in altri lo stato può farlo secondo la legge.
Oggi un professore che picchia un alunno viene denunciato, quando andavo a scuola io, e quindi non centinaia di anni fa, i genitori invitano l’insegnante a farlo per educare il figlio come si deve.
Corretto e sbagliato sono relativi, cambiano. Giusto e ingiusto no.
Giusto e ingiusto sono concetti universali, oggettivi. Per me uccidere è sbagliato, anche se la legge di un paese mi dice il contrario.
Ma era ingiusta la rivoluzione francese? O il furto che ho subito io o il mio amico?
Ingiusto vuol dire che non doveva accadere. E chi sono io per saperlo?
Onestamente non sono cosa accadrà fra 10 minuti e molte delle cose che trovo sbagliate (furti o rivoluzioni sanguinarie), potrebbero rivelarsi positive per me o per altri.
Sei tu in grado di valutare?
Se vuoi eliminare la rabbia repressa, devi sbarazzarti del giudizio peggiore: è ingiusto.
Chi sei tu per dirlo?
Se conosci tutti gli esiti va bene, puoi giudicare giusto e ingiusto qualcosa. Ma se non hai l’assoluta certezza di questo, non giudicare.
Alcune cose le troverai corrette, altre sbagliate. Ma elimina “ingiusto” dal tuo dizionario, perché non siamo in grado di valutare.
Ti arrabbi se subisci un’ingiustizia. Se pensi di averla subita. Se elimini questa etichetta (ingiusto), la rabbia svanisce.
Ricorda che non reprimi un’emozione, non la tieni in una scatola: reprimi un giudizio, accumuli situazioni che giudichi ingiuste. Questo ti farà esplodere.
Non devi sfogare la rabbia, ma comprendere che nasce da un tuo giudizio errato: pensi di poter dire cosa è giusto e cosa non lo è.
Se qualcosa non ti piace, agisci per cambiarlo, fai la tua parte, sfrutta le opportunità che hai per dare un contributo.
Senza il giudizio “è ingiusto” potrai agire con serenità anche di fronte a cosa sbagliate.
E ricorda che la realtà non cambia solo perché ti arrabbi.
Anzi, di solito chi cerca di lottare contro le “ingiustizie” con la rabbia, finirà per compiere ingiustizie a sua volta.
Non illuderti, succede da millenni e continuerà a succedere perché la rabbia non è mai una risposta sana ai problemi del mondo o della vita.
La rabbia non serve mai a niente, ti fa stare male e ti porta più a distruggere (quel che vedi ingiusto!) che non a cambiare, a punire che non ad aiutare e correggere.
E lo ripeto: nessuno di noi è davvero in grado di valutare cosa sia universalmente e oggettivamente ingiusto.
Pensa che Seneca, filosofo Romano, pensava fosse corretto frustare uno schiavo che aveva commesso un errore, ma raccomandava di non farlo in preda alla rabbia.
Questa emozione ti avrebbe fatto punire lo schiavo, diceva, in modo esagerato. Meglio a quel punto farlo frustare a un amico 😉
Come detto corretto e sbagliato sono relativi: oggi noi aborriamo la schiavitù, in passato era accettato che si frustassero gli schiavi!
Se ti sbarazzi dalla presunzione di poter stabilire cosa è ingiusto, la rabbia troverà poco spazio nella tua mente, non dovrai più reprimerla e potrai vivere con maggiore serenità.
Io credo in Dio è penso che se Lui non ha impedito un episodio o non ha negato a una persona la libertà di scegliere (anche se compie una scelta sbagliata), chi sono io per farlo?
Ne so più di Dio circa cosa è meglio che accada?
Parliamoci chiaro: pensare di affrontare la vita escludendo la dimensione spirituale è un errore, visto che non siamo fatti solo di muscoli e sostanze chimiche 😉
Tornando a noi, la rabbia non aiuta mai.
Le emozioni positive sono il modo giusto per risolvere i problemi, per affrontare le situazioni che non trovi corrette e cambiarle.
Se hai dubbi lascia un commento e ti aiuterò a risolverli 😉