Rabbia verso se stessi: cosa fare quando vorresti prenderti a calci

Rabbia verso se stessi.
Innanzitutto la proviamo ogni volta che ci consideriamo colpevoli di qualcosa.
Un errore, un’azione sbagliata, una scelta che ha conseguenze negative.

Il meccanismo con cui nasce la rabbia verso se stessi è lo stesso di quando ti arrabbi con gli altri: loro fanno qualcosa che tu ritieni sbagliato, qualcosa che rifiuti perché lo consideri causa di problemi per te.

La rabbia diventa così una reazione che dovrebbe difenderti dal problema, che dovrebbe, attraverso una risposta aggressiva (verbale, psicologica, fisica) costringere gli altri a cambiare, modificare la situazione a tuo favore.

Quando provo rabbia contro di me è perché penso di aver commesso un errore da cui deriveranno conseguenze negative che mi faranno soffrire.

In fondo non ti arrabbi per qualcosa che non ritieni importante o per sbagli che non creano alcun problema.

A volte la rabbia nasce dal non riuscire a fare qualcosa, non riuscire a raggiungere un obiettivo e quindi non essere all’altezza delle tue aspettative. O di quelle degli altri.

Così ti arrabbi con te per non essere capace di raggiungere quel risultato che desideravi.

Altro elemento importante è capire che nella rabbia verso se stessi entra in gioco il meccanismo con cui cerchi di eliminare il tuo malessere. Se stai male e ti arrabbi contro di te, sfogherai contro di te questo malessere.

Così la rabbia può diventare occasione per farti dal male.
Non solo in modo diretto, attraverso gesti che ti danneggiano.

Anche attraverso scelte, comportamenti, che producono effetti negativi contro di te, seppure non diretti.

Se provo rabbia contro di me cercherò di punirmi, ma questa punizione potrebbe essere molto sottile: fare cose per cui gli altri mi tratteranno male (facendole proprio perché venga poi maltrattato da loro), negandomi cambiamenti o scelte positive (magari giustificandolo razionalmente, ignorando che in realtà mi sto punendo).

Potrei anche lasciare che altri approfittino di me, sapendo che questa cosa è negativa, ma vivendola, inconsciamente, come una forma di punizione che merito per gli errori che ho fatto.

Così come non sono davvero obiettivo quando mi arrabbio con gli altri, anche quando la rabbia la rivolgo contro di me rischio di non essere “giusto” nelle punizioni che mi infliggo.

Senza contare che queste punizioni saranno motivo di ulteriore malessere, magari di ulteriori errori e sofferenza, quindi continuerò in un circolo in cui più sbaglio, più mi arrabbio e mi punisco, più sto male e continuo a sbagliare.

Commettendo così errori ulteriori per cui “dovrò” poi punirmi nuovamente.
Questo meccanismo autodistruttivo posso interromperlo facendo due cose molto semplici.

Prima di spiegartele, fai anche il mio test sulle emozioni, ti permetterà di comprendere meglio la rabbia e come eliminarla.

 

Rabbia verso se stessi: come interrompere il circolo distruttivo

Rabbia verso se stessi

Prima di tutto devo rendermi conto che io sono l’unica persona che può risolvere i miei problemi.
Tu sei la soluzioni dei tuoi problemi.

Può darsi che tu abbia sbagliato davvero e che effettivamente dai tuoi errori derivino conseguenze negative e dannose per la tua vita, che tu sia la causa della sofferenza che oggi provi.

Però ciò non toglie che tu sei anche l’unica persona che può affrontare e sciogliere questa sofferenza, che può (e deve) affrontare le conseguenze degli errori commessi, che ha il potere di fare scelte migliori e cambiare le cose.

Se da un lato puoi viverti come “il colpevole” della tua sofferenza, dall’altro devi renderti conto che sei anche l’unica persona che avrà il potere di farti uscire da questo malessere.

Se la rabbia verso se stessi presuppone che ce la prendiamo contro di noi in quanto colpevoli della nostra condizione, il solo modo di superarla è renderti conto che tu sei la soluzione.

Per quanto tu possa aver sbagliato, per quanto ti possa considerare senza le capacità per cambiare le cose, sarai comunque tu a doverlo fare.

Ma non continuando a provare rabbia.
La rabbia è distruttiva e non ti permetterà mai di migliore la tua vita.

Capito che tu sei l’unica persona che può fare qualcosa, devi passare attraverso il secondo punto fondamentale: perdonarti.

Il contrario della rabbia è proprio il perdono.
Alcuni pensano che la calma, la tranquillità o la serenità siano l’opposto della rabbia.
E sembra vero se guardiamo al comportamento che dalla rabbia deriva.

Ma la rabbia cos’è?
È un’emozione con cui reagisci aggressivamente contro qualcosa o qualcuno perché lo consideriamo causa del nostro problema. E il contrario di questa reazione “contro”, è proprio il perdono.

Perdonare significa “continuare ad amare” chi ha sbagliato.
Mentre la rabbia è proprio l’opposto, ovvero aggredire chi ha sbagliato. Anche se siamo noi stessi.

Perdonare significa che lascio cadere tutta questa violenza e mi apro nuovamente ad amare, accogliere, l’altro.
Inoltre nella rabbia c’è chiusura, rifiuto, rancore nei confronti di chi consideriamo colpevole di farci stare male.

Il perdono è quindi l’unica strada per eliminare la rabbia.

Certo, potresti gestire la rabbia verso di te, sfogarti con sport, giochi o altre inutili tecniche, ma alla fine, se continui a pensare di essere tu la causa del tuo malessere, la rabbia riemergerà.

Finché sei il colpevole della tua sofferenza, la rabbia sarà sempre presente, anche se cerchi di sfogarti o distrarti.
E più fai questo più ti ritroverai rabbia repressa nella mente e nel cuore.

Ora ti ho spiegato cosa c’è dietro a rabbia verso se stessi possiamo fare il passo successivo a cui ho dedicato una pagina a parte per spiegarti bene, in modo semplice e concreto, come arrivare a perdonarsi ⇒



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