Sentirsi inferiori: conigli, lumache e scatolette di tonno

Per sentirsi inferiori a qualcuno, bisogna necessariamente mettersi a confronto.

Hai presente due scatolette di pesce? Ad esempio due scatolette di tonno?

Sono identiche.

Se confronti due scatolette di pesce, puoi vedere chiaramente che sono uguali e se una ha qualche difetto lo noti subito, perché sai come dovrebbe essere fatta una scatoletta e che tutte devono essere le stesse.

Tu non sei una scatoletta di tonno.

Questo è ovvio.
Per quanto siamo simili a tutti gli altri, nessuno è identico o uguale a qualcuno. Siamo tutti differenti, particolari, unici.

Ma cosa fai quando di paragoni a qualcuno e ti giudichi in modo negativo?

Stai confrontando una scatoletta di tonno (tu) a un altra (questa persona).

Questo vuol dire che stai usando questa persona come modello standard per stabilire cosa è giusto.

Quando produco delle scatolette di tonno ho ovviamente un modello e creo ogni altro pezzo sulla base di quella “scatoletta modello”: ma lo faccio perché le scatolette devono essere uguali.

Noi no.

Se mi confronto, mettiamo, con Obama, troverò sicuramente molte cose in cui lui “riesce” meglio di me.

Ma ti assicuro che ce ne saranno altre in cui io riesco meglio di lui. Non siamo uguali.

Ma quando mi paragono a Obama cosa sto facendo? Sto pensando: “Sono abbastanza “Obamoso” io?“.

Quando mi paragono a Raul Bova cosa sto facendo? Sto pensando: “Sono abbastanza “Rauloso” io?“.

Paragonarti agli altri significa partire dall’idea che quella persona sia un modello di perfezione e misurare quanto tu sei uguale a questa persona.

Non sarai mai migliore dell’originale, ed è normale che sia così!

 

Sentirsi inferiori è possibile solo se ti consideri una scatoletta di tonno!

Sentirsi inferiori

Obama non sarai mai abbastanza “Giacomoso”, se si paragonasse a me finirebbe per sentirsi inferiore.

Perché non sarà mai come me, non può essere più “Giacomo” del vero Giacomo.

La follia in cui ci siamo messi è paragonarci agli altri senza renderci conto che così non vediamo se siamo buoni, ma solo quanto siamo bravi a essere come la persona con cui ci confrontiamo.

Ed è ridicolo.

Fossi una scatoletta di tonno, che nasce per essere uguale a ogni altra, avresti anche ragione.

Ma essendo un essere umano che nasce per essere unico, il paragone non solo è stupido, ma anche profondamente inutile.

Nessuno sarai mai come te, tanto bene quanto puoi esserlo tu.
Anche se oggi tanto bene non te la cavi!

Ti senti inferiore solo se ti paragoni a qualcuno e lo fai misurandoti sulle qualità degli altri.

La cosa ridicola è che se tu facessi lo stesso paragone, misurandovi sulle cose in cui tu eccelli, probabilmente potresti anche sentirti superiore.

L’errore è confrontare i pregi degli altri con i difetti che ritieni di avere, i loro punti di forza paragonati alle tue debolezze, ai tuoi limiti.

Se fai una sfida a chi è più veloce, tra un coniglio e una lumaca, sarà facile che il primo vinca la sfida.

Ma se chiediamo ai due animali di scalare un muro in verticale? Il coniglio non riesce ad arrampicarsi, la lumaca arriva ovunque, senza fatica.

Chi è inferiore?

Dipende. Ma sentirsi inferiori è un doppio errore:

  • Da un lato usi una persona come modello, e non essendo fatti per essere uguali, questo processo è sbagliato.
  • Dall’altro non ti limiti a valutare se uno è più bravo di te in una certa attività, ma generalizzi come se fosse migliore di te come persona.

Non avrebbe senso dire che un coniglio è migliore di una lumaca. Sarà più veloce, ma meno capace di arrampicarsi.

Ogni giudizio è relativo, e se il paragone che fai con gli altri lo rendi assoluto, ti perdi in una visione completamente distorta della realtà.

E fai soprattutto attenzione a questo: sentirsi inferiori non significa esserlo.

Non fare paragoni

Se Picasso avesse dipinto come Van Gogh, non sarebbe mai stato considerato un grande artista. Ma se van Gogh avesse dipinto come Picasso, avrebbe avuto lo stesso problema.

Picasso è un Picasso perfetto.
Van Gogh un Van Gogh perfetto.

Di “Te”, non ne trovi meglio di te. Per quanto tu possa non essere al massimo delle tue possibilità.

Invece di paragonarti a qualcuno, invece di trattarti come una scatoletta di tonno, pensa a migliorare chi sei, a diventare la migliore versione mai vista di “Te”.

Nessuno sarà mai come te. Tu non sarai mai come qualcun altro. Fortunatamente.

Da oggi, tutte le volte che ti verrà in mente di paragonarti agli altri per giudicarti, o di farlo tra due persone che conosci, ripensa all’immagine delle due scatolette di tonno, e non fare questo errore!

Invece di cercare di essere più simile a qualcuno, di fare le cose che fa quello, pensa a migliorarti, butta via i pensieri negativi, valorizza le tue qualità e “dipingi” a modo tuo.

Ricordati del coniglio e della lumaca: ognuno di noi ha qualità enormi e il segreto per dare il meglio non è cercare di fare quello che fanno gli altri, come lo fanno loro.

Il segreto è comprendere le tue qualità, scoprire il tuo potenziale e tirarlo fuori, esprimerlo, esaltarlo.

In questo ti sarà utile la mia guida gratuita per capire come aumentare l’autostima.

Non sei una scatoletta di tonno e sentirsi inferiori non dipende dalla superiorità (presunta) degli altri, ma da come ti confronti con loro.

Vuoi un ottimo consiglio? Non paragonarti mai con nessuno. Lavora invece su te stesso, o te stessa.

Cerca di migliorarti, di fare, oggi, più di quel che hai saputo fare ieri.

Sarai felice solo se sarai pienamente e meravigliosamente “te”.





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sarah
sarah
Ospite
4 anni fa

Caro Giacomo da qualche gg lo sto facendo e ti posso garantire che mi sento più sicura di me stessa e non mi lascio ferire dal giudizio / opinione degli altri ma sono solo meravigliosamente me!

Giovanna Marino
Giovanna Marino
Ospite
4 anni fa

La newsletter sulle scatolette di tonno mi è piaciuta molto e mi ha addirittura commosso perché sono perfettamente d’accordo con ciò che hai scritto.

cecilia
cecilia
Ospite
4 anni fa

Ciao Giacomo, ormai sono due mesi che ti leggo e questa è la prima volta che ho il coraggio di commentare.. è un periodo della mia vita un po’ cupo: dopo essere stata lasciata mi ritrovo ad essere completamente vuota (non ho amici, non ho un obiettivo nella vita e mille altre cose). Mia sorella maggiore invece è perfetta, ti giuro, il suo primo ragazzo è suo marito e il padre di sua figlia, all’università si è sempre distinta anche quando faceva una facoltà che non la attirava, ha un lavoro, una casa, ha tanti amici… Io zero invece mi sento la pecora nera della famiglia: sono stata bocciata, ho paura di tornare all’università, sono stata lasciata e tutto il resto non riesco a vedere neanche un pregio in me…
Quindi come comportarsi in questa situazione quando il termine di paragone è così vicino/presente e pressante?

sara
sara
Ospite
4 anni fa

W l’equilibrio 😉