Teoria delle decisioni: sei davvero capace di fare la scelta giusta?

La teoria delle decisioni sembra a molti qualcosa di astratto, e invece analizza e ci permette di capire come tutti noi prendiamo decisioni ogni giorno (si chiama decision making)

Non dobbiamo dimenticare che ognuno di noi prende moltissime decisioni (oltre 35.000 al giorno secondo alcune ricerche) e che queste sono spesso caratterizzate da uno stato di incertezza e indecisione.

In altre parole decidiamo senza avere necessariamente tutti gli elementi e le informazioni per farlo.

Spesso per dovrai decidere anche quando non hai chiarezza a sufficienza per farlo.

Le teorie delle decisioni analizzano sostanzialmente il comportamento umano nel momento in cui deve prendere una decisione, ossia quel processo decisionale con cui arriviamo a fare le nostre scelte.

 

Teoria delle decisioni: normativa e descritta

Teoria delle decisioni

Possiamo distinguere l’approccio alla teoria delle decisioni in due tipologie.

Da una parte la teoria normativa, ossia quella che cerca di definire quale sarebbe il modo ottimale per arrivare a prendere una determinata decisione.

Questo significa considerare, in astratto, quali sarebbero le tendenza di ragionamento, il modo di valutare ogni aspetto della decisione da prendere.

Generalmente questo approccio si basa sull’idea che davanti a una decisione faremo valutazioni pienamente razionali, ossia estremamente logiche e precise.

Di solito questo è utile nella creazione di programmi capaci di analizzare con chiarezza tutte le possibili alternative.

Ma è anche improbabile che noi facciamo scelte con questa impostazione torica.

La teoria descrittiva invece vuole arrivare a comprendere come avviene la scelta osservando concretamente le decisioni prese dalle persone.

Osservando quindi i comportamenti reali, al di là della teoria, e valutando quali fattori concretamente influenzano il nostro comportamento decisionale.

 

A cosa serve il processo decisionale?

Un processo decisionale è una serie di passaggi che ci permettono di analizzare la situazione, valutare le alternative e scegliere la soluzione che ci sembra ottimale.

Generalmente il processo decisionale si compone di alcune fasi, in particolare sono 5 quelle essenziali:

  1. Identificare la decisione da prendere (ossia definire con precisione qual è il problema che vogliamo risolvere e/o l’obiettivo che vogliamo raggiungere).
  2. Valutare tutte le possibili alternative, raccogliendo quante più informazioni ci possono servire per identificarle.
  3. Scegliere tra le possibili alternative quella che si presenta come la miglior soluzione, tenendo conto di fattori come l’efficacia, la “bontà” della soluzione o la sua semplicità applicativa.
  4. Agire, mettendo in atto la decisione presa, ossia l’alternativa che abbiamo scelto nella fase precedente.
  5. Valutare gli effetti della nostra scelta, le sue conseguenze, i limiti, e monitorare eventualmente modificando le nostre decisioni e facendo correzioni.

Una teoria delle decisioni dovrebbe quindi valutare anche tutti gli aspetti del processo decisionale.

 

Teoria decisionale: da Neumann a Kahneman

Teoria decisionale

Nel 2002 è stato conferito il Premio Nobel per l’economia a Daniel Kahneman, proprio per i suoi studi sulle teorie delle decisioni.

Contrariamente all’idea sostenuta da un altro studioso (Neumann), Daniel Kahneman aveva formulato la sua teoria individuando la mancanza di perfetta razionalità nei processi decisionali reali.

Attraverso diverse ricerche e test sul campo, Kahnemann era arrivato a considerare che nel momento in cui dobbiamo decidere, soprattutto in situazioni di incertezza, il modo in cui accediamo alle nostre informazioni è poco obiettivo.

In sostanza tendiamo non solo a utilizzare il passato, la nostra esperienza, come strumento di valutazione delle alternative disponibili e di quale possa essere la migliore.

Ma diamo importanza alle varie esperienze non tanto per il loro reale valore, quanto più per l’impatto emotivo che ad esse abbiamo associato.

Così tendiamo a ricordare solo alcune delle cose sperimentate e queste in misura proporzionale alle nostre emozioni (più intensa è l’emozione, maggiore è il peso che attribuiamo al ricordo e all’informazione collegata).

Un esempio è dato dalle distorsioni legate a due fenomeni circa la salute e la sicurezza personale.

  • Qual è la prima causa di morte nel mondo?
  • E qual è il veicolo più pericoloso, rispetto agli incidenti che lo possono interessare?

Tendenzialmente la maggior parte delle persone (anche tu?) sopravvaluta la pericolosità degli aerei, considerando in modo distorto la possibilità di un incidente.

Tendenzialmente gli aerei sono tra i mezzi più sicuri, molto più ad esempio, della automobili che usiamo regolarmente senza considerarle così pericolose.

Alla prima domanda, invece, la maggior parte delle persone risponde il tumore.
Ma questa risposta è sbagliata.

La principale causa di morte è l’arresto cardiaco, ma anche in questo caso la nostra valutazione della realtà è condizionata pesantemente dalla connotazione emotiva che diamo alle alternative in campo.

Sempre Kahneman sostiene che le nostre decisioni siano viziate anche dal modo e dall’ordine in cui noi acquisiamo informazioni sulle scelte da prendere.

In sostanza la nostra capacità decisionale è altamente influenzabile dalle nostre emozioni e dal modo in cui noi veniamo informati sulla realtà (l’informazione gioca un ruolo dominante e si capisce perché sia uno strumento potente nel determinare abitudini, scelte e consenso).

 

La teoria della decisione e l’euristica

Nel considerare le possibili teorie delle decisioni voglio citare anche quella che viene definita euristica.

Si tratta di un processo decisionale in cui semplifichiamo fortemente le informazioni che utilizziamo per arrivare a compiere una determinata scelta.

In sostanza non utilizziamo un approccio logico ma ci basiamo su valutazioni superficiali o su abitudini consolidate, indipendentemente dal fatto che sia corrette e ottimali riguardo la decisione da prendere.

Per esempio considerare che, se un numero al superenalotto non “esce” da diversi mesi, sia più probabile che vanga estratto è un ragionamento privo di validità, in quanto l’estrazione del numero è casuale e non segue una logica di questo tipo.

Stessa cosa è ritenere che se lanciando una monetina è uscita croce per 5 volte consecutive, sia ora più probabile che esca testa.

In realtà la probabilità che venga estratto un determinato numero non cambia in funzione delle estrazioni precedenti.

L’euristica è quindi una semplificazione attraverso la quale distorciamo al realtà attribuendo una probabilità al verificarsi di fatti o eventi, che però non è corrispondente a ciò che accade realmente.

 

Che tipo di decisioni le persone prendono Secondo Herbert Simon?

Herbert Simon, difatti, sosteneva che le persone difficilmente tendono a prendere decisioni davvero basate su dati di fatto certi, ma molto più spesso su euristiche che semplificano la realtà.

La necessità di ricorrere a questo approccio più immediato, veloce, semplice, ma anche impreciso, riesce nell’incertezza.

Tra l’altro, per capire se hai problemi di insicurezza, puoi fare il nostro test.

 

La teoria dell’utilità attesa vorrebbe infatti che ognuno di noi, nel prendere una decisione, sia capace di valutare i benefici esatti di ogni possibile alternative.

Molto spesso questo è ragionevolmente impossibile, sia perché non sempre consideriamo tutte le reali alternative, sia perché spesso fatichiamo a valutare tutte le possibili conseguenze.

In mancanza di informazioni, previsioni e dati così completi, siamo portati, dice Simon, a fare scelte meno “razionali” e più legate alle abitudini o ai vantaggi che valutiamo solo in parte.

Simon si riferisce in particolare agli operatori economici, ma la sua considerazione può essere chiaramente estesa a tutti noi anche in situazioni dove le decisioni che prendiamo non sono strettamente connesse a fattori di tipo economico.

 

Dalle teorie delle decisioni alle tue scelte reali

Teoria della decisione

La teoria delle decisioni è quindi un modo per analizzare e valutare tutti i possibili modelli decisionali con cui io, te e ogni altre persona arriva a fare le proprie scelte.

Ma se usciamo dall’ambito di studio, accademico o pubblicitario, noi abbiamo solo un problema: fare la scelta giusta.

Quale che sia il modo in cui vengono analizzate le nostre scelte, noi dobbiamo arrivare a prendere decisioni ogni giorno, spesso saranno decisioni critiche, a volte molto complesse o importanti.

Tenuto conto di ogni possibile errore di valutazione, il segreto è però avere un processo che ti porti a fare sempre la scelta migliore, riducendo la possibilità di sbagliare.

Sì, riducendo… perché è impossibile non sbagliare (ma si può sbagliare poco e fare piccoli errori)

Invece di chiederci quali fattori determino le decisioni, qui nella Scuola di Indipendenza emotiva ci siamo fatti una domanda diversa: “Cosa porta a fare le scelte migliori in ogni situazione?

Da questa domanda, e da anni di ricerche, studi, osservazioni e lavoro diretto con migliaia di studenti, abbiamo individuato 8 Principi Universali che ci guidano a compiere le decisioni migliori.

Nel nostro sito trovi un’intera sezione dedicata proprio al tema delle decisioni, con articoli dettagliati per comprendere ogni aspetto e diventare, tu, una persona decisa, capace di fare sempre le scelte più adatte a te.

Inoltre puoi anche seguire “Decido Io!“, il nostro corso in cui è condensato tutto questo lavoro più che decennale sul campo delle scelte migliori.

Non si tratta solo di sapere come decidere, ma anche di avere la giusta procedura di domande per analizzare ogni situazione e saper raccogliere le informazioni giuste per poterlo fare al meglio.

Che tu debba decidere nel lavoro, in una relazione sentimentale, con i figli o in ogni altro ambito, hai già accesso a tutte le informazioni che ti servono.

Si tratta di comprenderle, raccoglierle al meglio e valutarle in modo corretto (eliminando distorsioni ed errori).

Qui sotto, inoltre, puoi anche scaricare un Report Gratuito in cui trovi i 7 Blocchi Principali alle decisioni.



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