Oggi voglio svelarti i segreti della comunicazione efficace. Le regole le ho scoperte in Come trattare gli altri e farseli amici, il miglior libro sulla comunicazione mai scritto:
- Le 3 regole immortali della comunicazione efficace.
- I segreti che ti renderanno la persona più desiderata del mondo.
- Invece di litigare, impara a convincere gli altri che hai ragione.
- Far cambiare idea agli altri anche quando non vogliono.
- Ultimi super consigli finali!
Come vedi il programma è ricco e molto interessante.
Ti svelo come migliorare la tua comunicazione e anche se Come trattare gli altri e farseli amici merita il tuo tempo e i tuoi soldi.
Siediti comodo, o comoda, perché iniziamo immediatamente!
Le 3 regole immortali della comunicazione efficace
Tutti i consigli che stai per leggere non sono frutto della mia opinione, ma il risultato di anni di esperienza e milioni di persone che li hanno provati e utilizzati con successo.
A farmeli scoprire è stato Dale Carnegie, che per anni ha insegnato e utilizzato in prima persona queste tecniche.
Il suo libro è davvero una miniera d’oro di suggerimenti e consigli pratici.
Ovviamente io ho estratto il meglio per offrirti strumenti pronti da utilizzare subito.
1. La prima regola è non criticare, non condannare e non recriminare mai.
Cosa succede quando critichi in modo negativo qualcuno?
La reazione più ovvia è che questa persona vada sulla difensiva, cerchi di giustificarsi e sicuramente non le piaccia ammettere di aver sbagliato.
L’errore principale che commettiamo, e a me capita ancora troppo spesso, è criticare gli altri per i loro errori.
Carnegie nel suo libro scrive questo:
La critica è inutile perché pone le persone sulla difensiva e le induce immediatamente a cercare una giustificazione. È pericolosa perché ferisce l’orgoglio della gente, la fa sentire impotente e suscita risentimento.
Non male vero, e tutto con una semplice critica.
Quante volte ti è capitato di litigare con qualcuno, per poi dargli ragione a mente fredda?
Di solito il problema è come ti dicono le cose, magari ti avevano criticato o avevano attaccato il tuo lavoro e tu ti sei difeso, o difesa.
È vero, hai sbagliato, ma a te piace che te lo facciano notare condannandoti e criticandoti?
Ovviamente no.
Tutti gli sciocchi sono capaci di condannare, criticare, recriminare; e la maggior parte lo fa. Ma ci vuole carattere e autocontrollo per capire e perdonare.
Una comunicazione efficace nasce da una semplice regola: non attaccare gli altri, anche se effettivamente stanno sbagliando.
Ecco come la riassume Carnegie: invece di condannare l’operato della gente, cercate piuttosto di capirla. Cercate di immaginare perché la gente fa quello che fa.
2. La seconda regola è fare tanti apprezzamenti onesti e sinceri
C’è un solo modo per ottenere da qualcuno quello che vogliamo. Ci avete mai pensato? Un solo unico modo. E cioè fare in modo che l’altra persona voglia quello che vogliamo noi.
Geniale vero?
Semplice e abbastanza ovvio.
Il succo del consiglio di Carnegie risiede nel riconoscere il desiderio di sentirci importanti.
Fare un complimento per qualcosa di buono che vedi, è un ottimo modo per far sentire importante qualcuno.
Ovviamente non devi fingere o lusingare gli altri per ingannarli.
Devi davvero complimentarti per cose che ritieni positive, apprezzare apertamente le qualità che riscontri in chi ti sta vicino.
Non è il libro che propone di prendere in giro gli altri, ma di essere sinceri con loro.
Tutti abbiamo qualità e pregi, il segreto sta nel riconoscerli, notarli e dirlo chiaramente.
Qual è stata l’ultima volta che ti sei arrabbiato, o arrabbiata, per un complimento sincero che ti hanno fatto?
Mai vero?
A te fa piacere, come a chiunque altro, che la gente apprezzi il tuo lavoro.
Parlando di autostima ho spiegato che non è positivo averne bisogno.
Un conto è ricevere i complimenti degli altri, altro è far dipendere dalla loro approvazione i nostri meriti o le nostre qualità.
Nel libro Carnegie riporta un detto che dice di aver attaccato, dopo averlo ritagliato da un giornale, sullo specchio, per vederlo ogni giorno:
Percorrerò questa strada una sola volta; ogni cosa buona che posso fare oppure ogni gentilezza che posso manifestare nei confronti di un altro essere umano, lasciatemela fare subito. Non fatemela rimandare o dimenticare, perché di qui passerò una sola volta.
Come vedi non si tratta di abbindolare gli altri o prenderli in giro, ma di manifestare fiducia, rispetto, apprezzamento sinceri.
Non criticare, come detto, anzi, inizia a elogiare il meglio che vedi negli altri.
Fin qui le prime due regole. Ma a cosa ti serve comunicare bene se non per migliorare la qualità delle tue relazioni?
3. La terza regola, suscitare negli altri la tua stessa volontà
L’abbiamo visto all’inizio della regola precedente: gli altri devono voler fare quel che tu chiedi loro.
Imporre qualcosa non serve a molto.
Spesso rifiutiamo di assecondare gli altri non perché non siamo d’accordo, ma perché ci impongono qualcosa invece di farcela scegliere.
Quante volte disapprovi le decisioni di chi vuole costringerti a fare come dice lui?
Ti piace che qualcuno ti imponga le sue idee e che tu sia costretto, o costretta, a fare come dice?
La libertà è davvero un tesoro prezioso a cui difficilmente siamo disposti a rinunciare.
Che succede quando imponi qualcosa?
Forse le persone, effettivamente, faranno come dice essendone costrette.
Ma troverai resistenza, diffidenza, poca motivazione, faranno tutto con superficialità e solo fino a che puoi importi.
Costringere qualcuno a fare come vuoi, significa diventare guardiano, controllare e punire chi non segue le tue indicazioni.
Questo crea più problemi di quanti risolva, non è mai una buona strada.
Ecco cosa devi fare: se esiste un segreto del successo, direi che sta tutto nel riuscire a vedere dal punto di vista dell’altra persona, a uniformarsi all’angolo di visuale altrui”.
Parole di Henry Ford, che Carnegie riporta nel suo libro.
Come riuscirci? Inizia da queste domande:
- Cosa interessa a questa persona? Cosa le sta davvero a cuore?
- Cosa vuole ottenere? Che obiettivi ha realmente?
- Se mi aiuta, cosa otterrà?
- Come faccio a spiegargli cosa ci guadagna?
- Sarà davvero qualcosa che le servirà? Quel che le chiedo serve a lei oltre che a me?
[…]ciascuno prova interesse per ciò che desidera, anche se agli altri non importa niente. […] La sola via per influenzare una persona consiste nel conversare di quanto le interessa.
In altre parole: metti al centro i suoi interessi e non i tuoi.
Ovviamente non fingere che ci guadagni qualcosa, non mentire, non ingannare.
Prima o poi la verità viene fuori e la perdita di fiducia degli altri è sempre un bene incalcolabile a cui è difficile rimediare.
Come detto, non criticare, apprezza gli altri e cerca sempre di raggiungere anche il loro interesse, insieme con il tuo.
I segreti che ti renderanno la persona più desiderata del mondo
Dopo i primi tre segreti fondamentali, Carnegie propone 6 modi, semplici ma efficaci, per farsi ben volere.
Non vorresti che le persone avessero piacere a stare con te?
Che amassero la tua presenza o la tua compagnia?
E no, non si tratta di avere argomenti interessanti di cui parlare.
Sto per mostrarti due modi molto efficaci, quelli che ritengo più concreti, per riuscirci davvero.
Interessati sinceramente alle persone
Può sembrare banale come consiglio, ma è davvero il più importante di tutti.
Sai come ricevere amore, interesse, attenzioni?
Amando, interessandoti e preoccupandoti degli altri.
Di una cosa puoi essere sicuro, o sicura: il segreto è amare, sempre e comunque.
Ecco come mette in pratica questo consiglio lo stesso Carnegie:
Sono ormai anni che faccio del mio meglio per sapere la data di nascita dei miei amici. […] E al momento giusto mi faccio vivo: una telefonata, una lettera, un telegramma… è sempre un successone. Spesso sono la sola persona al mondo che se ne ricordi.
Avrai capito che non sapeva cosa fosse Facebook!
Oggi mettere in pratica questo suo trucco è difficile, dal momento che tra social, cellulari e rubriche sappiamo sempre la data di nascita degli altri.
Tu cogli però il succo del discorso: interessati agli altri.
Ho realizzato una guida che spiega come imparare ad amare, e uno dei consigli passa attraverso l’interesse sincero.
Leggila, ci troverai anche alcuni esercizi per allenarti.
Entra nell’ottica che la comunicazione non è una tecnica per manipolare gli altri, ma un modo di condividere le vostre vite.
Alcuni la usano per i propri interessi, senza curarsi di chi gli sta di fronte.
Quella, però, non è mai comunicazione efficace.
Quello che conta è avere davvero a cuore le altre persone.
Parla con loro, di loro, scopri cosa le interessa, cosa amano e apprezzano, non mettere te al centro dell’attenzione, ponici gli altri.
Il prossimo consiglio farà al caso nostro!
Diventa un ottimo ascoltatore, o ascoltatrice, e incoraggia gli altri a parlare di se stessi
Nel libro c’è la storia di una mamma che parla con il figlio.
Il ragazzo le dice di volerle bene.
Lei si commuove e conferma il suo amore per lui, chiedendogli se ne dubiti.
Lui risponde così:
No, ne sono sicuro perché ogni volta che voglio parlare con te di qualcosa tu ti fermi, quale che sia la cosa che stai facendo, e mi stai ad ascoltare.
Ascolta gli altri significa interessati a loro.
Tante volte, invece, siamo distratti da altro o di fretta, abbiamo da fare, siamo impegnati e rinviamo.
Immagina due persone che ti sono amiche.
Una ti ascolta quando le chiedi di parlarle, e disponibile e non ti mette fretta.
L’altra, invece, ha poco tempo, magari ti dice che parlerete dopo, o se ti ascolta, lo fa con evidente fastidio, magari mentre sbriga qualche faccenda urgente.
Quale delle due si comporta come piace a te? Cosa preferisci?
E soprattutto, quale delle due ti fa sentire che le interessa cosa hai da dire, che le interessi tu?
Da oggi, qualsiasi cosa tu stia facendo, concentrati sulle persone quando ti parlano.
Fermati, osservale negli occhi mentre parlate, presta loro attenzione.
Se hai poco tempo, dillo subito, ma usalo tutto con la massima concentrazione, senza fare altro.
Se proprio non puoi fare altrimenti, rinvia il vostro incontro, ma poi ritagliati del tempo solo per quella persona.
Non dimenticarti dell’impegno che hai preso, è qualcosa che vale tantissimo.
Soprattutto non fare questi errori:
- Ascoltarla in modo superficiale e pensare a cosa rispondere.
- Cercare di giustificarti se dice qualcosa che ti sembra un attacco o una critica.
- Fraintendere quello che ti ha detto, arrivando a conclusioni affrettate.
Immagina che sia il tuo lavoro: ascoltare gli altri.
Quando qualcuno ha bisogno di te c’è solo lui, ascoltalo come se fossi pagato, o pagata, per fare solo quello.
Evita di parlare sempre di te, fai invece domande, chiedi, scopri chi sono gli altri e cosa fanno.
La comunicazione efficace passa sempre dalla tua capacità di porre gli altri al centro della tua attenzione.
Più interesse ci metti, più saprai comprendere e poi anche farti capire.
In Come trattare gli altri e farseli amici, Carnegie propone anche altri 4 metodi per fari ben volere.
Invece di litigare, impara a convincere gli altri che hai ragione
Ora ti svelo il modo migliore per evitare di litigare con gli altri.
Carnegie lo propone come il segreto principale per non ritrovarti coinvolto, o coinvolta, in una discussione dove si finisce tutti, comunque, perdenti.
Ecco cosa consiglia per uscire vincitori da qualsiasi discussione:
Sono giunto alla conclusione che esiste un solo modo di uscirne vincitore: evitarle.
Comunque vada, alla fine di una discussione uno dei due sarà perdente.
Non solo, ma se pensi di aver vinto dovrai ricrederti: se hai sottomesso, umiliato o svilito l’altra persona, dimostrandole che si sbagliava, dimostrandolo a tutti gli altri, non hai vinto affatto.
Quando gli altri sono stati umiliati, proveranno sempre un certo risentimento, perché li feriamo nel loro orgoglio.
A che serve?
In più non è con la forza che convinci qualcuno.
Se pensi che mi stia sbagliando è inutile discutere, perché alla fine rimarremo, spesso, dello stesso parere.
Evita le discussioni, non litigare mai per spiegare che hai ragione.
Se davvero pensi di essere nel giusto, dimostralo, agisci, metti in atto le cose in cui credi, ma non costringere gli altri a darti ragione.
Ecco alcuni ottimi consigli di Carnegie per evitare che opinioni differenti sfocino in una discussione per avere ragione:
- Opinioni diverse dalla tua sono l’occasione per prendere in considerazione punti di vista diversi, a cui non avevi mai pensato
- Magari la tua impressione è sbagliata. Se vai sulla difensiva appena qualcuno non la pensa come te, finisci per sostenere idee che magari sono sbagliate e non te ne accorgi più una volta coinvolto, o coinvolta, nella discussione.
- Ascolta sempre con molta attenzione prima di dire cosa pensi o contestare cosa dicono gli altri.
- Concentrati sui punti in comune. Ok, avete visioni differenti, ma in cosa siete d’accordo?
- Se sbagli, se hai fatto un errore di valutazione, dillo, con onestà e serenità.
- Prova a prenderti tempo, riprendere il discorso magari il giorno dopo e nel frattempo riflettere, seriamente, su quello che dicono gli altri valutando le loro possibili ragioni.
- Ringrazia sempre chi non è d’accordo con te, perché oltre a offrirti punti di vista alternativi, ha mostrato un reale interesse per qualcosa che ti sta a cuore, altrimenti non ti avrebbe certo dedicato tutto quel tempo!
Carnegie suggerisce anche una serie di domande per riflettere bene sui punti di vista degli altri ed evitare conflitti inutili e dolorosi.
Infatti spesso litighiamo per cose di poco conto, magari rovinando relazioni a cui teniamo sul serio.
Le domande che ti dicevo le trovi a pagina 137.
Almeno nella versione che tengo io sul mio tavolo 😉
Ti consiglio di leggerlo anche per scoprire come puoi cambiare approccio in questi casi e scoprire gli altri 10 consigli per uscire vincitore dalle discussioni con gli altri.
Come trattare gli altri e farseli amici facendogli cambiare idea
Come puoi fare cambiare idea alle altre persone?
Il segreto della comunicazione efficace sta nell’ascolto, come detto, nell’interesse sincero.
Se ascolti, se comprendi gli altri e i loro punti di vista, la loro visione delle cose, sei già a buon punto.
Ti ho spiegato che non ha senso importi, ma che invece devi far nascere negli altri il desiderio di fare quel che tu vorresti.
Come?
Con le domande!
Fai domande invece di dare ordini
Vuoi che gli altri si oppongano alle tue idee?
Ordinagli cosa fare e come farlo, e li avrai tutti contro!
Dove sbagliano spesso i politici, o i genitori, gli insegnati così come ognuno di noi tante volte ogni giorno?
Nel dare ordini.
Non sto dicendo che non deve esserci qualcuno che ha la responsabilità di prendere una decisione
Dico che se questa è imposta, incontrerà la massima resistenza possibile.
È risaputo che se vuoi proibire qualcosa, farlo apertamente è inutile.
Dire ai ragazzi di non fumare, bere o fare uso di droghe non serve a nulla.
Ed io sono convinto che nemmeno la paura delle conseguenze sia una soluzione ottimale.
Il segreto, invece, è coinvolgere gli altri nelle tue decisioni.
Ecco cosa ne pensava Carnegie, in proposito:
Gli altri accettano più volentieri un ordine se hanno parte nella decisione che porta all’ordine stesso.
Se vuoi che tuo figlio faccia ordine nella sua stanza, non devi imporglielo, perché lo farà, se ti darà retta, di mala voglia e solo a patto che tu sia sempre lì a controllarlo.
Ricordi che abbiamo visto l’importanza di capire cosa interessa agli altri?
Bene, per quale motivo tuo figlio dovrebbe tenere la stanza pulita?
Cosa ci guadagna?
Potremmo anche fare una domanda ancora più importante: che ci guadagni tu?
Parti sempre dall’avere chiaro perché tu vuoi che gli altri facciano qualcosa e cosa loro vogliono davvero, cosa gli interessa.
Parla con loro e dì cosa vuoi ottenere, fai domande per capire se e come potrebbero darti una mano, cosa vogliono e come lo potrebbero ottenere aiutandoti.
Ecco qualche idea:
- Spiega cosa vuoi fare, per quale motivo e soprattutto cosa ti serve da loro e perché hai bisogno del loro aiuto e non puoi farlo da solo, o da sola.
- Chiedi un consiglio, come lo farebbero loro, se hanno idee migliori delle tue.
- Chiedi cosa li scoccia del lavoro che gli chiedi, cerca di capire cosa non gradiscono e per quale motivo.
- Fatti consigliare: magari loro hanno una soluzione che non richiede il loro intervento e puoi realizzare senza questo aiuto.
- Se una cosa va fatta, rendili protagonisti del processo. Chiedigli come la farebbero, che modifiche ritengono utili, cosa potrebbero fare di creativo per ottenere quel risultato.
Non importa quanti anni ha chi hai di fronte: non importi neanche con un bambino, ma comprendilo, perché non è affatto stupido come molti pensano.
Anche da piccoli sappiamo distinguere bene un’imposizione da una richiesta.
Fai domande e coinvolgi gli altri, niente ordini!
Gli altri devono essere felici di fare come suggerisci tu
Tutto questo ci porta a un principio molto ben espresso da Carnegie: Fate sì che l’altra persona sia felice di fare quanto le suggerite.
Se per me è un piacere, davvero, darti una mano, non farai fatica a ottenere il mio aiuto.
Il bello è che quando le persone vogliono fare quello che chiedi, invece di esserne costrette, ci mettono passione, entusiasmo, creatività.
Se sono davvero coinvolte, vogliono il tuo successo, si impegnano e fanno più di quanto non avresti osato chiedere.
Se la tua vittoria è anche la mia, lotterò per vincere.
E vinceremo.
Ecco alcuni suggerimenti che il libro ti offre per riuscirci:
- Non promettere niente che tu non possa mantenere.
- Definisci sempre in modo chiarissimo cosa vuoi che l’altra persona faccia per te.
- Sii comprensivo, o comprensiva. Chiedi sempre quello che l’altra persona desidera veramente.
- Tieni sempre a mente, e mostrali, i benefici che otterranno gli altri a fare come dici tu.
- Non dimenticarti mai di considerare che cosa vuole ottenere, e capire se è quello che davvero otterrà.
- Cerca di porre domande e richieste in modo che sia chiaro ed evidente agli altri quanto converrà a loro aiutarti.
Prima viene sempre l’interesse dell’altro, deve ottenere un successo a cui tiene e tutto quel che gli chiedi deve andare in questa direzione.
Mettiti sempre nei panni degli altri: se fossi tu, cosa vorresti?
Devi sforzarti di uscire dal tuo punto di vista, dai tuoi interessi e dai tuoi obiettivi, e comprendere quelli degli altri.
Fai sentire gli altri partecipi, protagonisti di quello che fanno, e vedrai una disponibilità che mai i soldi, i premi o le punizioni potranno comprare.
Ti garantisco che la migliore motivazione è sentirsi protagonisti di qualcosa in cui crediamo e che troviamo giusto.
Per capirlo meglio, puoi leggere cos’è la motivazione e come sarà il segreto del tuo successo.
Non limitarti al guadagno immediato che puoi dare, pensa anche ai valori e alle priorità che gli altri hanno.
Facendo domande scopri cosa per loro è prezioso, le priorità della loro vita.
Se tu dai loro una mano per essere felici, vedrai che loro aiuteranno te.
Ovviamente i consigli di Carnegie su come far cambiare opinione agli altri non finiscono qui.
Nel libro ne trovi altri 7, tutti davvero interessanti, utili e molto concreti
Ultimi super consigli finali!
Cerchiamo di ricapitolare tutto quello che abbiamo visto:
- Non criticare gli altri ma fai loro, invece, tanti complimenti che siano però autentici e onesti, qualcosa che davvero apprezzi.
- Interessati davvero agli altri, ascoltali sinceramente, preoccupati di loro e dei loro interessi e desideri, parla di quello che sta loro a cuore.
- Evita come la peste le discussioni. Avere opinioni differenti va bene, non è mai un problema. Ascolta, rifletti e non cercare di avere a tutti i costi ragione.
- Fai che gli altri vogliano seguirti, scopri cosa interessa loro, in cosa credono e fai in modo che quello che fanno per te, sia un successo per loro. Vincete insieme, e loro lotteranno perché tu possa vincere.
Questi credo che siano davvero i segreti di fondo di qualsiasi comunicazione efficace.
Voglio darti degli altri consigli, frutto della mia esperienza diretta e personale.
- La comunicazione efficace non è una questione di tono di voce, parole o vocabolario, postura, espressione del viso.
- Il cuore di qualsiasi comunicazione è l’amore: se tu ami davvero gli altri, se metti entusiasmo e passione in quello che fai, questo si vede, arriva e tutti lo sentiranno.
- Non comunicare con gli altri per convincerli a fare come vuoi tu, non avere come obiettivo un interesse egoista. Coinvolgili in qualcosa che sia utile per tutti, che sia giusto e buono.
- Non mentire, non ingannare. Non solo sarai scoperto, o scoperta, prima o poi, ma soprattutto è sbagliato. L’integrità personale è importante e se vuoi essere felice non fare mai quello che tu non vorresti ricevere.
Forse il consiglio più importante, però, è di iniziare tu a fare un percorso di crescita personale.
Quello che ti propongo non è una serie di metodi o tecniche, ma comprendere cosa può, davvero, renderti felice oggi stesso.
La tua comunicazione efficace sarà davvero utile a te, quando tu sarai davvero libero, o libera, da pretese e paure.
Essere felice, questo credo sia il vero segreto.
Se lo sei, comunicare con gli altri diventerà una logica, semplice e spontanea conseguenza di quello che hai dentro.
Cambia tu, diventa tu una persona capace di amare, di essere felice e rendere migliore la vita degli altri.
Se fai questo, comunicare bene, in modo eccellente, non sarà più un problema.
Buona lettura.
Ciao Giacomo, grazie per i preziosi consigli che ci dai in questo articolo sulla comunicazione efficace. L’ho trovato molto interessante e sto leggendo ogni giorno le tue news letters. Restando sull’esempio del figlio, che ogni mamma vorrebbe tenesse la stanza pulita, volevo chiederti un consiglio rispetto a questa tua affermazione. “Fatti consigliare: magari loro hanno una soluzione che non richiede il loro intervento e puoi realizzare senza questo aiuto”.
Nel caso di mio figlio, per esempio, il mio obiettivo finale non è far sì che lui mi aiuti quel giorno a pulire la sua stanza per finire prima i lavori di casa, quindi posso certamente farlo da sola senza il suo aiuto; il mio obiettivo finale però, è far sì che lui impari a tenere la sua stanza pulita, è un obiettivo a lungo termine, si tratta di educarlo ad una determinata cosa che potrà aiutarlo nella vita di domani (che sia pulire la stanza, prepararsi il pranzo… etc.). E’ ovvio però che un adolescente non lo capisce, perché giustamente, come dici tu, lui che cosa ci guadagna? Come può interessarlo ora imparare a tenersi pulita la stanza? Ti faccio un altro esempio: mio figlio ha 13 anni e quest’estate, finita la scuola, non ha grossi impegni; per evitare che passi tutta l’estate da solo con la nonna o davanti alla Tv gli ho proposto un campo scuola in montagna organizzato dalla parrocchia. Lui si rifiuta, dice che non sono i suoi amici (li conosce poco) che non gli interessa, etc. Anche qui il mio obiettivo non è fargli passare del tempo in qualche modo, o parcheggiarlo da qualche parte, ma sarebbe quello di dargli l’opportunità di crearsi magari un gruppo di amici con cui condividere non solo qualche giorno insieme, ma anche un percorso di vita. Ovviamente anche in questo caso, questi miei obiettivi a lungo termine non coincidono con le sue priorità. Come posso fargli capire che il mio intento è il suo benessere? O come venire incontro alle sue esigenze?
Grazie
Parti dalle sue ragioni: per quale motivo non vuole fare questa esperienza con ragazzi che non conosce? Cosa teme? Cosa si aspetta?
Idem per la camera: cosa gli impedisce di farlo?
Cerca di capire le sue ragioni e di chiederti (chiedergli): cosa dovrebbe accadere perché lui voglia farlo?
Se tu capisci cosa lui vede di negativo, allora puoi pensare se ci sono alternative che si adatterebbero alle sue paure, che le supererebbero.
A esempio teme di annoiarsi al campo scuola? Allora potreste capire che attività si faranno, se è possibile provare 3 giorni e poi andarsene se non si trovasse bene, valutare altri progetti in cui ci siano attività che gli piacciano.
Potresti anche capire cosa gli piace del restare l’estate con la nonna e la televisione.
Cosa cerca? E poi è abituato a sperimentare? Sa gestirsi emotivamente in situazioni nuove, sa gestire il disagio, l’imprevisto?
E’ proprio questo il punto. Da quando era piccolo, si è sempre rifiutato di fare esperienze nuove, o meglio, tante le ha rifiutate, ma alcune le ha fatte; in particolare una settimana verde con un suo amico organizzata da una società sportiva; in questo caso però loro erano i più piccoli del gruppo (11-16 anni) e lui non si è trovato molto bene e ha avuto molta nostalgia di casa; secondo me ha paura proprio delle novità, lo spaventa il fatto di non conoscere le persone, gli ambienti, le sitauzioni che non ha mai sperimentato (e forse quell’esperienza ha accentuato queste sue paure). Ed è proprio per questo che vorrei fargli fare delle esperienze positive in cui impari a gestire situazioni nuove e le sue emozioni…
Cercane di graduali, magari dove lui possa sentire un maggior controllo nel decidere di interrompere l’esperienza.
Parti sempre da cosa lui prova e da come lui la vivi una cosa e costruite insieme passi graduali, e sempre con la sua disponibilità.
Se un’esperienza utile la vive male, non gli sarà utile e magari lo porterà poi a evitarne molte altre…
Ciao Giacomo, potrei sapere un consiglio su come fare ad avere una comunicazione efficace con chi si rifiuta tassativamente di ammettere i propri errori? Ti sottolineo che parlo di persone con una scarsa autostima che non possono, più che non vogliono, ammettere i propri errori. Grazie
Ciao Enrico, in che modo il fatto che gli altri non ammettano i propri errori ti impedisce di avere una comunicazione efficace?
Non riesci mai ad averla o solo quando vuoi comunicare qualcosa di specifico? 🙂
Ciao Serena, mi riferisco a fatto di non poter comunicare in modo efficace con coloro che rifiutano a priori la realtà dei propri errori. Stavo chiedendo appunto dei consigli su come aggirare questo tipo di problema che si presenta di fronte a persone che non accettano e quindi non hanno coscienza dei loro errori (parlo di errori reali e palesi, non opinioni mie)
Capisco 🙂
La mia domanda è se hai difficoltà a comunicare qualunque cosa o se il problema è che non riesci a mostrargli che hanno sbagliato, come rimediare, cosa imparare dall’errore e così via.
In sostanza, qual è lo scopo della tua comunicazione che con queste persone risulta inefficace?
Non c’è una netta distinzione: c’è una comunicazione poco efficace in generale (soprattutto dovuto dal fatto che l’interlocutore che ho di fronte è troppo concentrato su di sé ed i suoi problemi). Inoltre, a prescindere dal mio scopo, virtuoso o meno, se l’interlocutore sbaglia qualsiasi cosa, grande o piccola, è come se mettesse un muro fra la realtà e se stesso. Tante volte desidererei che imparasse dagli errori, ma non accade mai praticamente
In generale io penso che funzioni bene usare domande, non troppo dirette, o magari tradurre i comportamenti di questa persona in esempi su cui chiedo un parere o un consiglio (come se fossero tenuti da altri), per far sì che possa riflettere senza sentirsi sotto accusa.
Però l’efficacia dipende dall’obiettivo, che muta da relazione a relazione, situazione a situazione. Se fai un esempio concreto possiamo ragionare su quello 🙂
Mia figlia piange a dirotto perché sono scomparse le foto a cui teneva tanto dal suo tablet. Capisco subito che può essere stata mia moglie involontariamente sincronizzando il suo tablet dove ha cancellato le foto della figlia. Faccio uscire la filglia per chiedere molto serenamente e tranquillamente a mia moglie se ha cancellato per errore le foto della figlia dal suo tablet. Lei conferma. Conferma anche che sa che la sincronizzazione automatica cancella le foto anche nel tablet della figlia. A quel punto gli faccio notare che quindi, in pratica, le ha cancellate lei per sbaglio nel tablet della figlia(indirettamente). Lei insiste sul fatto che non lo ha fatto (pur essendo un evento palese). Alla seconda volta che lo diceva, gli dico che deve rendersi conto che sbagliare è umano e che non ci sono problemi se le ha cancellate…. (tantopiù che erano rimaste nel cestino per fortuna) e che questa suo impuntarsi sul fatto di non poter mai sbagliare e mai ammettere i propri errori sta diventando una cosa pesante per il nostro rapporto. A quel punto si irrigidisce e la comunicazione è interrotta. Puoi aiutarci? Come comportarsi in questi casi? grazie mille
Se gli errori degli altri creano dei problemi a te o a chi ti sta intorno, pretendere che loro ammettano di aver sbagliato non ti aiuterà a risolverli.
Chi non ammette di aver sbagliato lo fa per mancanza di sicurezza. Mancanza che cerca di nascondere dietro a quel muro con la realtà di cui parli.
Quello che puoi fare è trovare tu la soluzione e chiedere collaborazione alla persona che ha commesso l’errore senza accusarla.
Se gli chiedi aiuto è perché dimostri di fidarti di lei e se lei ti aiuta impara a gestire le conseguenze dei propri errori acquisendo quella sicurezza che ora gli manca 🙂
Perfetto, quello che cercavo…. mentre stampo ed incornicio la risposta, Vi ringrazio tutti, ancora una volta, infinitamente!!!!!
Ciao quando cerco di ascoltare le persone che conosco nuove però la gente non parla molto…come fare?se poi faccio troppe domande per farli parlare loro si sentono di un valore superiore e pensano anche caso mai che lo faccia per qualche scopo…come fare?
Fai molte domande, ma non troppe.
E non che sia un interrogatorio, ma un dialogo in cui sei curioso, vuoi capire.
Se ti interessa capire davvero, non per far parlare o per “comunicare bene”, se ti interessa “per amore”, allora l’altro lo sente che sei sincero, e non pesa 🙂
E come riuscire ad ascoltare chiunque con amore anche chi si pone in maniera arrogante?E su cosa ci dobbiamo concentrare oltre che sull’altra persona per avere questo ascolto profondo e farlo percepire all’altra persona? perchè mi sembra che la maggior parte della gente non sia piu capace di percepire cio
Non giudicarla arrogante. Vai oltre, inizia a notare la paura e l’insicurezza di chi chiameresti arrogante.
Qui sta il segreto: amare.
Ciao Giacomo e se una persona fa qualcosa di male o un comportamento sbagliato come faccio a farglielo cambiare se non riesco in questo modo e con le buone?Secondo te alcune volte puo essere utile essere “aggressivi” cioè usare un tono di voce alto ecc… perchè noto che alcune volte delle persone aprano gli occhi solo con stimoli piu forti
E chi ti ha dato il diritto di imporre ad altri ciò che tu ritieni giusto?
se lo facesse qualcuno con te, usando le “cattive”, ti piacerebbe?
Bhe se so che in un momento non ero lucido o non avevo la visione per capirlo lo apprezzerei…è come il figlio che si comincia a fare di eroina…tu se non smettesse con le buone lo lasceresti cosi?e se chiamassi qualcuno ad intervenire non sarebbe comunque una cosa non voluta da lui?
Certo,
ma funzionerebbe?
Quasi sempre l’imposizione crea più danni di quanti ne vorrebbe correggere.
Ogni situazione è unica, generalizzare non ha senso 😉
Quindi come faresti se tuo figlio si drogasse con droghe pesanti anche dopo avergli spiegato tutti i problemi a cosa andava in contro e averlo comunque accettato sostenuto ecc ma lui continuasse perchè si è instaurata una dipendenza nel corpo o mente?
Dipende da me e da mio figlio e dalla situazione.
Generalizzare è un modo perfetto di sbagliare 🙂
Caro Giacomo, ho iniziato da poco a seguire i Tuoi interessantissimi articoli e devo Ringraziarti di Cuore perchè stanno dando quel quid in più al percorso di crescita personale che sto facendo da tempo. Sei una persona speciale e Ti garantisco che a breve il Tuo libro farà compagnia a tutti gli altri che ho qui con me e che, ormai, rappresentano i miei figli!
GRAZIE