Il coaching è un approccio basato sulla collaborazione tra un coach (allenatore) e un cliente (definito tecnicamente coachee).
Lo scopo di questa collaborazione è di allenare il cliente a sviluppare capacità e abilità in grado di aiutarlo nel suo percorso di crescita personale o professionale.
Oggi è senza dubbio un settore in fortissima espansione: oltre 2 miliardi di fatturato annuo, oltre 86mila coach professionisti e un guadagno medio annuo di quasi 50 euro per chi lavora in questo ambito.
Ecco perché è anche un mondo molto interessante, ricco di opportunità ma anche di fraintendimenti. Vediamoli tutti.
Definizione generale: che cos’è il coaching
Partiamo da una definizione generale.
Generalmente si intende un processo di sviluppo delle proprie capacità e delle proprie competenze, attraverso il supporto di un professionista, il coach.
Significato di coaching: un po’ di storia
La parola deriva dall’inglese “coach” che ha letteralmente il significato di carrozza o cocchio.
Il termine che usiamo oggi si riferisce più propriamente al mondo inglese del diciannovesimo secolo, quando così venivano chiamati i migliori tutor dagli studenti universitari ormai al termine del proprio percorso di studio.
Un modo per riconoscere a questi tutor le capacità e il talento di saper “guidare” altri studenti nel proprio percorso di formazione e crescita.
Come funziona il coaching (obiettivi e metodologia)
Come detto il coaching è un processo in cui il coach allena il coachee a sviluppare capacità e competenze.
Generalmente fanno parte di questo processo un contratto di lavoro, che stabilisce le regole operativi in cui costruire un’alleanza tra le parti.
Il punto di partenza è generalmente la definizione degli obiettivi. In quanto esistono svariate scuole di coaching, esistono altrettanti approcci che hanno una base comune e diverse peculiarità distintive.
Alla base di un percorso di coaching c’è la definizione dello stato attuale (spesso definito Alfa, oppure “situazione attuale”) e dello stato finale (detto anche omega, o situazione finale, o semplicemente obiettivo del contratto).
In sostanza si definisce la condizione di partenza del cliente e quale è l’obiettivo desiderato da raggiungere.
Fa parte del processo, tradizionalmente, la definizione del cosiddetto modello GROW, ideato da John Whitmore, considerato uno dei padri fondatori del moderno coaching.
- G. Goal, ossia l’obiettivo che il cliente vuole raggiungere grazie al supporto del proprio coach.
- R. Realty, ossia la realtà, attraverso un’analisi di quelle che sono le condizioni reali in cui si agisce e anche le caratteristiche dei propri obiettivi, affinché siano raggiungibili e precisi e non semplicemente ipotetici.
- O. Options, ovvero tutte le opportunità da cogliere, le possibilità e le alternative per arrivare ai propri obiettivi, generalmente focalizzate grazie a una serie di domande (alcuni le definiscono “domante potenti”) con cui il coach aiuta il proprio cliente a procedere verso i risultati desiderati.
- W, Will, ossia la volontà, la creazione di un piano d’azione che diventi un programma chiaro, preciso, pratico, che il cliente realizza con l’aiuto del coach e che gli permette di passare dalla teoria alla pratica.
Il processo del coaching è quindi mirato ad accompagnare il cliente dalla fase attuale, in cui sperimenta il desiderio di raggiungere un proprio obiettivo, a quella finale in cui si realizza il risultato desiderato.
Non solo, il coaching non è formazione, per cui il coach non punta tanto a insegnare qualcosa, quanto a sviluppare capacità e competenze attraverso un allenamento mirato.
Libri sul coaching
Considerato uno dei padri fondatori della disciplina, non posso non citarti il libro di John Whitmore dal titolo appunto “Coaching“.
Un libro nel quale viene presentato l’approccio al coaching in modo chiaro, utilizzato da moltissimi coach e basato, come visto sul modello G.R.O.W.
Voglio segnalarti anche il libro “Il Coach”, di Alessio Roberti e Claudio Belotti, che fornisce un approccio lineare con la spiegazione delle varie fasi di una sessione di coaching e di un percorso.
Interessanti alcune domande finali che puoi ritrovare, nella sostanza, in fondo a questo articolo.
Altro libro utile, anche questo letto personalmente, è “Manuale applicativo di coaching”, di Massim Tommasi.
In questo libro ci sono davvero molti spunti e linee guida riguardanti l’approccio, le accortezze, il metodo, le domande, l’impostazione per ottimizzare un processo di coaching
Il metodo rappresenta spesso, a mio parere, un limite. Da un lato è opportuno avere una procedura, dall’altro, troppo spesso, il coaching viene ridotto a una sequenza di fasi in cui “fare le domande giuste” (ossia quelle previste dal proprio manuale).
Nella nostra Scuola abbiamo un metodo chiaro e punti chiave precisi, ma puntiamo molto sulla capacità del singolo mental coach di costruire la sessione di coaching migliore in base alla persona con cui sta lavorando.
Il coach è, per noi, innanzitutto una persona che fa e vive ogni giorno le cose che insegna e che aiuta ogni cliente a sviluppare.
Un percorso fatto in prima persona più e più volte. Nessuno può guidare qualcun altro su una strada che non conosce davvero bene.
Dove porta questa strada?
Cosa sviluppa il Coaching?
Come detto ogni scuola ha un proprio metodo.
Generalmente attraverso un percorso di coaching è comunque sempre importante andare a sviluppare alcune competenze fondamentali:
- Sviluppare una sana capacità di problem solving (ossia diventare indipendenti nell’affrontare e risolvere i propri problemi)
- Sviluppare una padronanza della propria indipendenza emotiva (ovvero la capacità di governare le proprie emozioni senza sfogarle, controllare o reprimerle)
- Sviluppare una solida autostima, ovvero acquisire fiducia in se stessi, nelle proprie capacità e potenzialità (elemento questo centrale in un percorso individuale di coaching)
- Sviluppare un acuto pensiero critico, che renda possibile comprendere la realtà senza distorsioni o interpretazioni falsa e illusorie.
- Accrescere la propria forza mentale, allenare la mente a governare i propri pensieri e poter mantenere calma e lucidità in ogni possibile situazione.
All’interno della Scuola di Indipendenza Emotiva siamo particolarmente attenti ad alcune competenze fondamentali che raramente vengono incluse nei comuni percorsi di coaching.
Ad esempio puntiamo molto sull’entusiasmo, ossia dare a ogni nostro allievo la capacità di vivere con piacere e soddisfazione ogni attività che decida di fare.
Altro aspetto chiave è la comprensione dei meccanismi che sono alla base delle emozioni, per poter scegliere il proprio stato mentale (senza tecniche e auto condizionamenti) in ogni situazione.
Ancora essenziale è a nostro avviso la comprensione dei Bisogni fondamentali umani, attraverso cui possiamo dirigere la nostra vita in modo sano ed efficace.
In effetti abbiamo scelto un approccio in cui il coaching non è un “mantra” o una religione, ma uno strumento a disposizione della persona.
Per questo pensiamo che fare coaching non debba semplicemente ridursi al raggiungimento di qualche obiettivo, ma a qualcosa di più importante e profondo.
Nel coaching si parla spesso di autoefficacia.
Si tratta della capacità di migliorare la nostra efficacia in determinate attività o situazioni.
Questa che per molti coach è l’obiettivo chiave dell’intervento, per noi è solo un effetto collaterale.
Più importante del sentirti capace di fare questa cosa, è comprendere che tu sei capace di imparare a fare qualsiasi cosa.
Una fiducia in se stessi e una sicurezza personale che va molto oltre il singolo obiettivo del momento.
Infatti per noi il coaching è un mezzo per arrivare a grandi obiettivi.
A cosa serve un percorso di coaching?
Normalmente la risposta a questa domanda sarebbe il “voler raggiungere i propri obiettivi grazie all’aiuto di un professionista capace di facilitare questo processo“.
Ma a che ti serve ogni tuo obiettivo?
Questa domanda raramente viene fatta seriamente nei percorsi di coaching tradizionali.
Perché?
Perché troppo spesso il coach è semplicemente “un aiutante”, qualcuno che mette a tua disposizione le sue competenze e la sua esperienza per aiutarti a raggiungere i risultati che desideri.
Non paghi un coach (non temere, tra poco parliamo di prezzi e costi del settore) per raggiungere l’obiettivo: lo paghi per aiutarti a farlo.
E se l’obiettivo fosse sbagliato?
Qualsiasi obiettivo tu abbia, scavando seriamente in profondità, scoprirai che la motivazione chiave è la tua felicità.
Puoi chiamarla serenità, benessere, piacere, come preferisci.
Tu vuoi stare bene, come lo voglio io e chiunque altro.
Tutti i tuoi obiettivi puntano a questo, ma non tutti sono davvero capaci di farti accedere a questo benessere.
Che senso avrebbe, per me che lavoro come mental coach, aiutarti a raggiungere un obiettivo che non ti servirà a migliorare davvero la tua vita?
A che ti serve raggiungere risultati che poi si trasformeranno in delusione per non darti quel che speravi?
Fare coaching per noi significa aiutare ogni persona a comprendere se stessa, a capire i veri motivi delle proprie azioni, delle proprie emozioni e dei propri pensieri.
Comprendere per quale motivo desideri ciò che desideri e poterti liberare da pesanti (e spesso inconsci) condizionamenti che ti portano a faticare tanto per risultati che non sono quello che ti aspetti.
Quali sono i benefici del Coaching? Quali sono gli obiettivi?
Ha senso fare coaching per diventare la persona migliore che puoi essere, per comprendere la tua natura profonda, il significato autentico delle tue emozioni e dei tuoi desideri.
La consapevolezza di chi sei realmente, unita alla capacità di agire e risolvere ogni problema o realizzare qualsiasi obiettivo, devono renderti una persona libera.
Questo per noi significa fare “buon coaching”, in particolare seguiamo 6 pilastri per cui ha senso fare coaching:
- Governare la tua mente e i tuoi pensieri (anche inconsci), così potrai mantenere calma e lucidità in ogni situazione, e senza più pensieri negativi, confusione o ansie (e senza più pensare troppo).
- Capire profondamente le tue emozioni, così potrai vivere in pieno ogni esperienza senza più conflitti tra “mente e cuore” e lasciare andare il passato (senza più sensi di colpa e paure).
- Comprendere quanto vali ed esprimere chi sei davvero, così potrai credere in te e nelle tue capacità senza più insicurezze e cancellare ogni senso di inadeguatezza e ogni cattiva abitudine (senza farti limitare dal giudizio degli altri).
- Diventare padrone del tuo destino, così potrai capire qual è la scelta giusta per te, riprendere il controllo del tuo tempo e conquistare la libertà di vivere secondo ciò che tu senti giusto (senza più la rassegnazione di subire una vita condizionata dagli altri o dalle circostanze).
- Amare te e gli altri in modo sano, così potrai creare Relazioni Appaganti e Positive basate su una fiducia profonda (potendo aiutare davvero chi ami) ed eliminare quelle tossiche per te (senza più reprimere ciò che senti davvero).
- Trovare un senso profondo alla tua vita, così potrai finalmente vivere una vita piena e realizzata e raggiungere i tuoi obiettivi con entusiasmo e motivazione (senza più provare insoddisfazione o senso di vuoto).
Prova a fare un giro sui vari siti di coaching: scoprirai che nessuno ti propone un percorso simile.
Ma quali competenze servono per fare il coach?
Chi si rivolge ad un coach?
Attualmente la normativa in materia di coaching è molto chiara: chiunque può fare il coach.
Infatti il coaching rientra tra le professioni senza un albo ufficiale per cui non sono richiesti requisiti precisi per poter svolgere questa professione.
A volte, scherzando, a chi mi chiede cosa serve per diventare coach dico che anche il mio cane, se volesse, potrebbe fare il coach oggi stesso.
In sostanza chiunque, indipendentemente dalle proprie capacità e competenze, potrebbe “attaccarsi” l’etichetta di coach e iniziare a lavorare.
Non ci sono quindi certificazioni?
Coaching e certificazioni
Come detto non esiste una legge che regolamenti il coaching.
Tuttavia in Italia e nel mondo ci sono moltissime associazioni che certificano le competenze e le capacità dei propri iscritti.
La legge 4/2013 dell’ordinamento Italiano prevede la possibilità di iscriversi presso un registro del ministero per le associazioni di categoria che non sono riconosciute.
Ciò significa che le varie associazioni di coaching, generalmente tutte legate a una scuola di coaching, possono registrarsi in questo apposito elenco.
Si tratta di una scelta facoltativa, che non è considerata un’autorizzazione a lavorare come coach.
Sebbene ogni associazione si sia autoregolamentata, con un codice deontologico che serve a garanzia formale della competenza dei propri iscritti, va detto che lo stato non effettua alcun controllo su questa procedura.
Inoltre non va sottovalutato che i coach certificati pagano per un corso di formazione diverse migliaia di euro, per cui è realisticamente improbabile che solo i migliori ricevano la certificazione finale.
Inoltre, per restare iscritti a questi elenchi, devono effettuare un costante aggiornamento attraverso corsi di formazione erogati dall’associazione stessa. E che sono obbligatori e a pagamento.
Evidentemente questo crea un problema di conflitto di interessi, se l’associazione che certifica è pagata dai professionisti che vengono certificati.
In definitiva qualsiasi certificazione, attualmente, non ha alcun valore legale in Italia e per svolgere la professione di coach non è richiesto alcun titolo specifico.
Dalla Norma UNI 11601:2015
A partire dal 2015 è stata anche definita dall’ente di accreditamento Accredia, una norma uni per certificare il lavoro dei singoli coach professionisti.
La norma stesse specifica che non si occupa di definire le competenze richieste ai singoli coach.
Lo scopo della norma è solamente di definire uno standard a cui fare riferimento come orientamento.
Chi riceve il coaching?
Chiunque potrebbe trarre giovamento da un percorso di coaching (almeno per come lo intendiamo qui nella Scuola di Indipendenza Emotiva).
Se fare coaching significa iniziare un percorso di miglioramento personale, allora non c’è nessuno che ne sia escluso.
Se hai al tuo fianco un professionista serio e competente, che non ha “solo studiato” ma ha sperimentato in prima persona per anni tutto quanto, allora questo processo può diventare più semplice e veloce.
Molti dei nostri studenti sono partiti da un obiettivo a breve termine per poi cambiare profondamente il proprio modo di sentire e vivere al vita, scoprendosi più forti di qualsiasi problema.
E il coaching può essere utile anche a chi segue percorsi terapeutici, senza mai confondere queste due professionalità.
Cosa non è il coaching (sana autocritica)
Il coaching non è meditazione o pnl o altre tecniche che possono anche essere utilizzate dai singoli coach (noi nella nostra Scuola non abbiamo bisogno di queste tecniche, usiamo un metodo più naturale).
Il coaching non è neanche terapia.
Molto spesso oggi, proprio in virtù di un’assenza di regolamentazione, a mettersi l’etichetta di coach sono persone che con le loro idee presa dai libri più “creativi”, finiscono per offrire percorsi di cura.
Questo non solo è vietato dalla legge, che giustamente riserva ai medici e ai professionisti della salute mentale un compito così delicato.
Questo è però anche scorretto nei confronti dei clienti a cui viene proposto un approccio “simile alla terapia” senza però controllo, competenze o evidenze scientifiche di essere affidabile e sicuro.
Il coach è un allenatore.
Immagina un personal trainer della palestra.
Chiaramente il personal trainer studia anche alimentazione (ma non fa il nutrizionista) e conosce la struttura muscolare del copro (ma non fa fisioterapia).
La sua qualifica e le sue competenze sono incentrate sull’allenamento sportivo. Una persona con una patologia sarà indirizzata al suo medico di base o a uno specialista.
Anche il coaching va inteso come un processo di allenamento per migliorare il proprio benessere e la propria condizione mentale.
Psicologo e coach sono però professioni diverse che possono (e spesso è utilissimo) integrarsi tra loro, rispettando i campi di competenza di ognuno dei professionisti.
Che cosa fa il coach?
Andiamo a definire meglio il processo del coach, cosa fa, come lavora.
Schematizzando direi che il processo è questo:
- Parte sempre dalla situazione attuale. Chiede al proprio allievo (o studente essendo la nostra una Scuola) qual è la sua situazione ora, e che obiettivi vuole raggiungere.
- Fa tante domande. Questa è una cosa essenziale, e molto spesso viene chiamata in causa la maieutica di stile socratico.
- Definisce obiettivi e piano operativo. Qui è la parte che mi diverte di più: qualsiasi cosa tu desideri, devi trasformarla in un obiettivo.
- Programma azioni precise da compiere subito dopo la fine della sessione di coaching: sapere senza agire, è come non sapere affatto.
Chiaramente i punti 3 e 4 sono essenzialmente concordati con il cliente.
Come ogni allenamento che si rispetti, la parte importante è l’azione.
In particolare ci sono diversi strumenti che sono a disposizione di un coach e che possiamo utilizzare per realizzare questo eprcorso nel modo più efficace.
Quali sono gli strumenti del coaching?
Il più importante direi che sono le domande.
Servono a capire, approfondire, definire, visto che la precisione e la chiarezza sono un elemento fondamentale per agire in modo efficace.
Non giudicare è, in realtà, un altro strumento importante.
Altro elemento importante sono gli esercizi.
Nella nostra Scuola preferiamo gli “esercizi scuse”. Ossia semplici attività che portano la pratica nella tua vita quotidiana.
Non crediamo che le giornate a fare attività insolite siano davvero utili: a parte la “botta emotiva” del momento, la loro efficacia è statisticamente scarsa e si esaurisce in poche settimane.
Noi riteniamo efficace quell’esercizio che ti allena, diventando però una semplice scusa per sperimentare, provare, capire.
In questo modo tu vivi nella tua giornata ciò che stai scoprendo di te e il miglioramento non dipenderà dall’esercizio, ma dal tuo acquisire il senso per cui quell’esercizio è nato.
I nostri sono esercizi che servono come “scusa” per crescere, e non tecniche che limitano, in realtà, la tua indipendenza e autonomia.
Altro strumento utilissimo sono le Schede di Allenamento. Documenti che utilizziamo nella Scuola per rendere tutto maledettamente semplice e pratico.
Le utilizziamo da alcuni anni e abbiamo visto che una scheda di allenamento porta un nostro studente al risultato in tempi brevissimi (qualche giorno invece di qualche mese, come accadeva in passato)
Abbiamo schede per ogni allenamento specifico, non solo rendono più concreto, reale, pratico e semplice, ma aiutano i nostri studenti a gestirsi in modo autonomo velocemente, abbreviando i tempi di un percorso e i suoi costi.
Alcune delle schede che utilizziamo sono:
- Scheda per eliminare i pensieri negativi in pochi minuti (o anche meno)
- Scheda per comprendere profondamente le proprie emozioni.
- Scheda per identificare le proprie regole inconsce e modificarle rapidamente.
- Scheda per definire i propri obiettivi in modo chiaro e semplice.
- Scheda del tempo, per organizzarsi in modo ottimale senza tecniche complesse e articolate.
- Scheda sulla fiducia, per ottenere la fiducia degli altri a farti ascoltare.
- Scheda sui sensi di colpa, per identificarli ed eliminarli.
- Scheda sui giudizi negativi, per comprendere cosa pensi di te e liberarti da convinzioni limitanti (senza mantra o auto ipnosi o simili)
Attualmente abbiamo circa 100 schede operative, difficile elencarle tutte, ma puoi vederne una sintesi in questa sezione della nostra Scuola.
Altro strumento prezioso è un processo di formazione.
Infatti anche il migliore atleta olimpionico non si limita ad allenarsi, ma studia per capire tutto ciò che gli serve per poter ottenere i risultati che desidera.
Da quanto ogni nostro studente ha potuto affiancare al supporto individuale di coaching anche un percorso chiaro e completo come la nostra Masterclass, i risultati si sono moltiplicati.
Un ottimo coach deve saper coniugare la conoscenza che ti serve per raggiungere i tuoi obiettivi con la pratica e l’allenamento che renda concreta questa conoscenza.
Per questo è una professione complessa, in realtà, che richiede grande preparazione ed esperienza personale.
Per questo è anche abbastanza costosa.
Quanto costa fare un percorso di coaching?
Quanto guadagna un coach?
Parliamo di numeri e prezzi.
Generalmente un percorso di coaching varia molto, nel prezzo, in funziona della tipologia di coaching scelta (qui sotto ho elencato i principali tipi di coaching disponibili).
Inoltre, non essendoci una regolamentazione, ogni professionista e ogni scuola dettano le proprie regole e seguono criteri differenti.
Proviamo a fare un quadro chiaro e completo.
Generalmente varia dai 30 fino ai 250 euro per sessione (che varano dai 30 ai 90 minuti generalmente).
Ad esempio il compenso di un mental coach parte di solito dagli 80 euro a sessione.
Se ci muoviamo nel business possiamo anche arrivare a alcune migliaia di euro per manager o aziende.
Una giornata di coaching di gruppo potrebbe costare anche 1000 euro in ambito professionale.
Se il coach ha una buona esperienza, di solito difficilmente chiederà meno di 50 euro per ogni sessione (ma parliamo di brezzo basso, per cui esperienza sì, ma non tanta!).
La media si aggira tra i 70 ei 120 euro a sessione.
Insomma, non poco, anche se, come visto, può rivelarsi un supporto molto efficace e utile.
E noi?
Una sessione di 30 minuti costa 35 euro.
E offriamo a tutti coloro che vogliono iniziare un percorso di coaching, i primi 3 incontri GRATUITI.
Non uno, ma 3, così da iniziare a lavorare davvero, come se avessi già pagato, e capire con certezza se è il giusto approccio per te.
Le tipologie di coaching
Come dicevo prima, i prezzi variano in base a diversi fattori.
Uno di questi è la tipologia di coaching richiesto.
Ve ne sono tante, molto differenti, a volte servono solo a segmentare il mercato o semplicemente a “sembrare più adatte alle tue esigenze”.
Il marketing è molto forte nel mondo del coaching.
Ecco le tipologia principali:
Life coaching
Il life coaching è un percorso improntato ad obiettivi di carattere personale, che riguardano prevalentemente l’ambito della nostra vita privata.
Mental Coaching
Il mental Coach si occupa principalmente di allenare e sviluppare la tua mente e di allenarla a diventare più forte.
Questo è il titolo che usiamo qui nella Scuola, perché ogni altro tipo di coaching pasa necessariamente dall’allenamento della nostra mente.
Coaching aziendale
Il coaching aziendale è riferito alle aziende, in un’ottica di gestione del team, delle risorse umane e del lavoro in gruppo di tutti i collaboratori e dipendenti.
Business coaching
Il business coaching si rivolge all’imprenditore, al fine di accompagnarlo nella definizione e realizzazione di obiettivi imprenditoriali.
Executive coaching
L’executive coaching è una forma di lavoro pensata per manager e quadri aziendali, ossia per coloro che ricoprono ruoli dirigenziali in realtà imprenditoriali di una certa dimensione.
Teen coaching
Il teen coaching è il percorso offerto agli adolescenti, un processo pensato per aiutare i giovani a sviluppare le competenze e capacità per gestire al meglio la propria fase di crescita e cambiamento.
Parent coaching
Il parent coaching si rivolge ai genitori che vogliono sviluppare competenze e capacità mirate a gestire al meglio il loro ruolo di guida nei confronti dei propri figli.
Health coaching o Wellness coaching
L’health coaching (noto anche come wellness coaching) è un processo che mira a sviluppare competenze in ambito della gestione del proprio benessere e della propria salute.
Sport coaching
Lo sport coaching è forse una delle forme più conosciute, e si rivolge ad atleti e sportivi nella costruzione di percorsi di miglioramento delle proprie performance agonistiche.
Conclusioni sul coaching
In questa pagina ti ho voluto fornire le informazioni basilari per comprendere meglio cos’è il coaching e cosa fa un coach.
Il modo migliore per capire se è qualcosa che può aiutarti e fare il nostro test: “Mi serve un coach”?
Capirai subito se ti serve e per quale motivo potrebbe interessarti provare, gratuitamente, un percorso di coaching con noi.
Appendice: come diventare coach?
Essendo una professione non riconosciuta, non esiste un albo ufficiale e chiunque, come detto, può diventare coach professionista.
Chiaramente è una figura, quella del coach, che deve avere competenze, capacità ed esperienza. Per questo il percorso migliore è senza dubbio la partecipazione a un corso per diventare coach.
In Italia sono tante le Scuole di coaching disponibili, e difficile potrebbe essere fare una scelta.
Come scegliere la scuola di coaching?
Io consiglierei di considerare alcuni parametri importanti:
- Rapporto tra durata della Scuola e prezzo (diffiderei da una scuola che chiede 3000 euro per 10 incontri in 6 mesi)
- Valuta la durata della Scuola: un percorso di qualche mese è poco accurato rispetto a una formazione che sia di almeno 10/12 mesi (altrimenti come hai il tempo di sviluppare capacità e competenze?
- Teoria e pratica: la Scuola prevede sessioni reali di coaching (o solo simulazioni tra studenti)? La scuola fa lavorare o è solo una serie di nozioni da imparare?
- Requisiti personali: chiunque, finito il corso, è adatto a fare il coach? Nel percorso si lavora su di te? Imparerai a superare i tuoi problemi e realizzare i tuoi obiettivi? O la scuola si limita solo a darti qualche nozione tecnica e poco altro?
- Compri il diploma? Ossia una volta che paghi il corso, automaticamente riceverai l’attestato? Davvero è credibile una scuola che diploma tutti i propri studenti senza che mai nessuno si dimostri poco preparato? (questa è anche la differenza tra scuole serie e “diplomifici”).
- Sbocchi professionali: la scuola ti aiuta anche a creare un sito, il materiale di comunicazione, ti da strumenti per trovare i tuoi futuri clienti (o ti propone un costoso corso a parte per farlo)?
Questi sono alcuni spunti da tenere presenti quando valuti la migliore scuola di coaching per diventare un professionista serio e competente.
E noi abbiamo come obiettivo quello di offrire il corso di coaching migliore in Italia, per chiarezza e completezza.
Faq sul coaching
Domande precise, risposte brevi (un p’ un riassunto di questo lungo articolo)
Che cosa si intende per coaching?
Per coaching si intende un processo di collaborazione in cui il coach allena il proprio cliente nello sviluppo delle proprie capacità e competenze al fine di raggiungere obiettivi e risultati di valore.
Dove nasce il coaching?
Il Coaching nasce al 1974, quando nel suo libro “Inner Game of Tennis” Timothy Gallwey propone questo approccio focalizzandosi sul risultato come la differenza tra il proprio potenziale e le interferenze (soprattutto interiori).
A cosa serve il coaching?
Il coaching serve a sviluppare in modo più semplice e veloce, il proprio potenziale amplificando e migliorando i propri risultati.
Su cosa lavora il coaching?
Il coaching si focalizza sulle potenzialità della persona, avendo il focus sui risultati e sulle soluzioni.
Quali sono i benefici del Coaching?
Il coaching può semplificare il normale processo di apprendimento e crescita personale attraverso allenamenti mirati frutto di esperienze che il coach mette a disposizione del proprio cliente.
Cos’è il coaching online?
Il coaching online è un normale processo di coaching che si avvantaggia di internet per poter mettere a disposizione di un cliente un coach senza limiti spaziali. Comodo e semplice.
Cosa non è coaching?
Il coaching non è pnl, meditazione o tecniche varie. Non è terapia ma allenamento e sviluppo del potenziale di ognuno di noi.
Cosa può fare un coach?
Un coach puoi aiutarti a comprendere e sviluppare le tue capacità e le tue potenzialità attraverso allenamenti semplici e mirati, facendoti risparmiare tempo e fatica.
Cosa studia un coach?
Un coach dovrebbe studiare molti temi tra cui (ma non solo): coaching, problem solving, pensiero creativo, psicologia, filosofia, antropologia, scienze sociali, comunicazione, neuroscienze.
Quanto costa un’ora di coaching?
Il prezzo varia, per un buon coach, dai 50 euro fino a oltre 200.
Quanto guadagna un coach?
Mediamente una cifra di almeno 50.000 euro annui, ma considerando le tariffe viste sopra, e il tipo di coaching, anche molto di più.
Che tipi di coaching esistono?
Esistono molti tipi di coaching: life coaching, mental coaching, business coaching, executive coaching, parent coaching, teen coaching, coaching aziendale, sport coaching per citare i più diffusi.
Chi si rivolge a un coach?
Chiunque voglia migliorare la propria vita sotto diversi punti di vista, raggiungendo obiettivi precisi e sviluppando le proprie capacità e potenzialità.
Chi può fare il coach?
Chiunque. In Italia è una professione non regolamentata per la quale non è richiesto alcun titolo di studio specifico.
Come avviare l’attività di coaching?
Il primo passo è acquisire personalmente le competenze necessarie, fare il tuo percorso di crescita personale e sviluppare strumenti e mezzi per poter poi guidare altri nello stesso processo.
A questo si affianca sicuramente la capacità di comunicare la propria competenza e far provare con mano, ai potenziali clienti, la propria utilità.
Come cercare un coach?
Non devi, l’hai già trovato.
Qui nella nostra Scuola hai competenza, professionalità, esperienze.
Prova prenotando la tua prima sessione di coaching gratuito.